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Autore: Mars_WhoSong    23/12/2013    0 recensioni
Un incontro (o meglio uno scontro), un'estate da ricordare, amicizia, amore e tanta ironia
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Live your life
 

2. Wonder

“Biiiip biii-biiiip”
Un lamento inarticolato, una mano, la mia, che sbuca fuori dalle coperte e
cerca a tentoni quel tremendo strumento di tortura che si chiama “sveglia”.
Finalmente la trovo e interrompo il suo insopportabile trillo.
Sono le 7:02
La tentazione di voltarmi dall’altra parte e di riprendere a dormire è forte ma, purtroppo, il dovere mi attende.
Non trovate che ci sia qualcosa di veramente crudele nel costringere i propri studenti ad un corso di recupero estivo
che inizia alle 8:05 in una calda mattina dei primi di luglio?
Io certamente si ma, a quanto pare, la mia insegnante la pensa diversamente.
Naturalmente i miei genitori stanno ancora dormendo e sembra siano intenzionati a continuare così per tutta la mattinata.
Come dare loro torto? Sono in vacanza!
Cercando di fare meno rumore possibile mi vesto e mi trascino in cucina.
Una buona tazza di thè caldo con il latte restituisce un po’ di vita ai miei neuroni addormentati.
Alla fine arriva il momento di uscire, ho già la mano sul pomello della porta, mi volto e…
“Io vado. Ci vediamo tra tre ore, buona giornata a tutti!”
“…”
“…”
Alzo gli occhi al cielo
È in momenti come questo che apprezzi fino in fondo di avere una famiglia.
Esco sbuffando.
Ancora assonnata percorro le strade che mi porteranno a scuola.
O meglio, le mie gambe si preoccupano di trasportarmi mentre il mio cervello osserva passivamente il mondo che lo circonda.
Per fortuna la scuola è a pochi isolati da casa mia, altrimenti sarei stata costretta a svegliarmi prima.
Sono quasi arrivata alla mia scuola, ancora pochi metri e una svolta.
“BEEEEEEEEE-BEEEEEEEEEEE”
Una moto mi supera sbandando sul marciapiede e sparisce dietro l’angolo.
Tutto è durato una frazione di secondo ma è bastato perché mi ritrovassi appiattita contro un muro con un gomito dolorante.
Quando realizzo cosa è successo e quanto quella moto mi sia passata vicina le mie gambe iniziano
a tremare tanto violentemente che corro il rischio di cadere.
Mi appoggio con una mano al muro che fiancheggia il marciapiede e cerco di riacquistare almeno una parvenza di calma respirando profondamente.
Unico risultato: vado in iperventilazione.
C’era da aspettarselo.
Metà seccata metà divertita di essere me mi tolgo dal muro e con passo malfermo percorro quei pochi metri che mi mancano, svolto l’angolo e…
rimango di sale.
La moto che per poco non ha fatto di me marmellata è parcheggiata davanti alla mia scuola
e il suo proprietario si sta avvicinando pericolosamente al portone di accesso.
Non ho nemmeno il tempo di illudermi con qualche folle speranza del tipo
“Figuriamoci, quel tipo sicuramente tirerà dritto”
perché quasi subito il “tipo”, un ragazzo che può avere non più di uno/due anni più di me, sale i gradini e sparisce all’interno.
Improvvisamente mi colpisce un’idea o, per meglio dire, un presentimento.
Mugugnando seguo i passi dello sconosciuto che mi precede per i corridoi della scuola.
“Anna,” - penso confusamente – “ il fatto che quel tizio stia facendo la tua stessa strada non vuol dire
per forza che debba frequentare il tuo corso… magari è qui per tutt’altri motivi, magari ci sono corsi anche per altre materie oppure…
sì ecco, deve essere venuto qui per salutare i suoi amici, non c’è altra ragione; e quindi è per forza un caso ch…”
Un caso che si sia fermato proprio davanti al laboratorio di lingue dove si tengono i corsi estivi di inglese?
Merda.

 

  
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