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Autore: Lizzie_Jane    23/12/2013    2 recensioni
E se Pervinca avesse davvero tradito e ora fosse la crudele signora della valle di Fairy Oak? Come sarebbe il villaggio? Leggete e scoprite.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Shirley! Shirley!
Avvicinandosi alla grande casa, attraverso i campi che la circondavano, Grisam la chiamava.
- Shirley! Ti prego, mi serve il tuo aiuto!
Da quando Pervinca si era alleata con il Nemico e l’oscurità era scesa sull’intera contea, Shirley non era stata più la stessa. Percepiva i cambiamenti che subivano i suoi poteri. Lei, che era Luce e Buio, che era l’Infinito Potere, che poteva tutto, in effetti non poteva nulla se mancava l’equilibrio nella magia. E l’equilibrio erano le sorelle Periwinkle. Ma Pervinca aveva rovinato tutto, e ora Shirley soffriva. Sentiva il Buio, dentro di lei, che combatteva con la Luce. Ma l’infinito potere doveva rimanere immutato, perfetto, a metà tra i due mondi e sopra di essi. Se il Buio avesse prevalso sarebbe stata la fine, di Fairy Oak e di tutta la magia. Sarebbe stata la vittoria di Pervinca e la distruzione di tutto quello che era Luce e giorno.
Shirley non sapeva tutto questo, ma si sentiva diversa. Si era isolata da tutti e ormai da mesi non parlava più. Cercava di capire, di scoprire cosa accadeva dentro di lei. Studiava libri e antiche leggende, storie e appunti di sua made. Era ormai vicina alla verità, lo sentiva.
Era nello studio quando sentì provenire dal giardino la voce di Grisam.
- Shirley! So che ci sei. Esci, ti devo parlare.
Doveva andarsene, subito. Non voleva, non poteva vedere nessuno, non in quelle condizioni. Stava male, ormai da giorni. Mancamenti continui, ferite che apparivano da nulle, su gambe e braccia. E poi i suoi poteri. Non ne aveva più il controllo. In alcuni momenti scomparivano, come quando sorvolava il fiume, tornando a casa. Improvvisamente non era più riuscita a mantenersi in volo ed era precipitata in acqua. Poi, velocemente come erano scomparsi, i suoi poteri erano tornati. Una mattina della settimana seguente, invece, mentre dava da mangiare agli animali, un’enorme onda di energia si era sprigionata e aveva distrutto il granaio. Shirley ora aveva paura, per sé stessa e per gli altri.
Ma Grisam non se e andava.
- Shirley, sto entrando.
- Fermo!
- Shirley! Eravamo tutti così in pensiero, al villaggio…
- Stai lontano, non so cosa potrebbe succedere!
- Come? Perché? – e così dicendo il ragazzo fece un passo avanti.
Proprio in quell’istante Shirley cadde a terra, come svuotata. Sembrava morta.
 
Alla Rocca…
 
- Trovatela, e portatela qui. Viva. – Pervinca era furiosa. Ciò a cui era arrivata ancora non bastava. Le serviva altro potere. Le serviva l’unica ragazza a cui poterlo strappare, diventando così la più potente maga del buio mai esistita. Le serviva Shirley Poppy.
- Sarà fatto mia Signora.
- Andate oltre il fiume, dopo i campi. Là è la sua casa. Prendetela e portatela. Non voglio imprevisti. E vedete di non fallire…
- No mia Signora.
Pervinca si allontanò, diretta alle segrete.
 
- Vì!
- Stai zitta. Si va in un bel posto…
- Dove…
- Portatela di sopra! Nel mio studio.
Due guardie afferrarono Vaniglia e la trascinarono, in catene, al piano superiore.
- Benvenuta mia cara, prego. Accomodati. – Pervinca sfoggiava un sorriso maligno, inquietante. – Voglio mostrarti a cosa sono giunta, con le mie ricerche. Lo sapevi che si può strappare il potere ad una persona? Ad una strega? Come dire…posso toglierti la tua natura, privarti di ciò che sei. Renderti un’inutile umana.
- Vì, ma cosa…
- Ti prego, fammi finire. Cosa stavo dicendo? Ah sì! Posso rubarti il potere…posso isolare la tua patetica Luce e strapparla da te! E ho intenzione di farlo…più o meno adesso.
- No! Vì ti prego!
Pervinca tese una mano. Una litania incomprensibile uscì dalla sua bocca, lenta e ipnotica. Vaniglia si sollevò da terra, gli occhi spalancati e il respiro bloccato in gola. Poi un bagliore lucente si sprigionò da Vaniglia. Una luce flebile, solitaria, lasciò il suo petto e il suo cuore. Tutto fu buio. Vaniglia cadde a terra, come svuotata, sembrava morta. Un sorriso maligno restò disegnato sul volto di Pervinca.
 
 
 
Non so perché ho ripreso la storia, davvero. Stavo per eliminarla ma poi ho scritto questo. E’ nata come storia dai capitoli brevi e continua ad esserlo. Non so chi ancora la leggerà o recensirà ma ringrazio di cuore chiunque lo farà. E ringrazio chi l’ha ancora tra le ricordate o preferite, dopo tutto questo tempo. A tra poco…penso…
 
  
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