Caro Draco,
ho bisogno del tuo aiuto per una faccenda complicata e molto
delicata.
Ti prego di incontrarmi domani alle diciotto di fronte alla Torre
di Londra.
Ti sarei grato se mantenessi il massimo riserbo sul nostro
incontro.
Ringraziandoti anticipatamente ti porgo cordiali saluti.
Blaise Zabini.
Draco Malfoy rilesse ancora una volta la
strana lettera che gli aveva inviato il vecchio compagno di Casa la mattina
precedente, poi se la infilò in tasca e prese il mantello per uscire.
- Dove vai figliolo?
Dopo la fine della guerra suo padre era
diventato molto meno freddo nei suoi confronti, lo osservò attentamente, chino
su una serie di incartamenti nel suo studio, sembrava invecchiato di dieci
anni.
- Esco con un amico.
Narcissa sollevò lo sguardo dal libro che
stava sfogliando: - Stai attento tesoro, mi raccomando.
Sua madre era ormai diventata l’ombra di suo
padre, gli stava sempre vicino temendo che facesse qualche sciocchezza.
La sua famiglia era uscita dalla guerra con
le finanze a terra e l’onore distrutto, suo padre difficilmente usciva di casa
e sua madre stava faticosamente tentando di riallacciare gli antichi legami di
conoscenze anche se erano ben pochi i maghi che accoglievano favorevolmente un Malfoy.
Narcissa era sempre preoccupata quando lui
usciva di casa, d’altronde le strade erano ancora piene di ex Mangiamorte in
libertà che gli avrebbero fatto volentieri la pelle o di vittime del Signore
Oscuro che avrebbero fatto la stessa cosa.
Draco si chinò per baciare la guancia della
madre.
- Non preoccupatevi, starò attento.
La donna lo guardò attentamente, il suo
ragazzo stava diventando un uomo, aveva dovuto crescere troppo in fretta e
vedere cose che nessuna madre desidererebbe che il proprio figlio vedesse, gli
sfiorò la mano e sorrise.
- Buona serata figliolo, suppongo che non
dovremo aspettarti per cena.
- No, grazie. Buona serata a voi.
Uscì di casa e si Smaterializzò.
Non conosceva molto la Londra Babbana, ma
ricordava la posizione della Torre di Londra per averla vista in un quadro a
Malfoy Manor. Il quadro si trovava nella stanza che era stata quella degli
ospiti e che dopo essere stata usata dal Signore Oscuro era stata sigillata da
suo padre in modo che nessuno potesse mai più mettervi piede.
Si ritrovò di fronte all’ingresso della
Torre, era una costruzione imponente da cui gli ultimi turisti Babbani stavano
uscendo. Malfoy si sedette su una panca accanto all’ingresso, molti dei turisti
si voltavano meravigliati osservando il suo abbigliamento, Draco li guardava
altezzosamente.
Poi una bambina che lo guardava con una certa
insistenza tirò la mano della mamma dicendo: - Mamma, come mai quel ragazzo
biondo carino è tutto vestito di nero?
- Non lo so tesoro, forse gli piace vestirsi
così
- Sì, ma sembra un pipistrello!
Si divincolò dalla stretta della mamma e
camminò con passo deciso verso il ragazzo, lo fissò negli occhi e disse: -
Perché sei vestito di nero?
Draco rimase esterrefatto dall’impudenza
della bambina e stava per risponderle in malo modo quando lei raccolse un fiore
e lo pose sul bavero del mantello, poi, notando che era troppo piccolo lo
sfiorò e lo fece aumentare di dimensioni.
Il ragazzo rimase stupito. Quella bambina era
una piccola strega che usava i suoi poteri con una noncuranza strabiliante.
- Mary, non importunare il signore! – Disse
la madre della bambina raggiungendola.
- Ma mamma, gli ho solo regalato un fiore,
così non sembra più un pipistrello!
- La scusi, a volte è un po’ inopportuna.
Draco sorrise: - Non si preoccupi.
- Arrivederci. - La donna prese la bambina
per mano e si avviò.
Draco estrasse dalla tasca il biglietto che
gli aveva spedito Blaise, cancellò ciò che vi era scritto e vi fece apparire la
parola "Grazie" con la
bacchetta lo piegò come un origami a forma di uccello lo fece poi volare ad
appoggiarsi sulla spalla della bambina che intanto si era voltata. Mary lo
guardò stupita e Draco le fece l’occhiolino.
- Ci sai fare con i bambini Malfoy!
La voce familiare di Blaise Zabini lo fece
trasalire.
- Era ora, è un pezzo che ti aspetto. - Disse
voltandosi, solo in quel momento si accorse che Blaise non era solo, ma
accompagnato da due ragazze.
- Noto che sei in ottima compagnia… -
Aggiunse poi maliziosamente.
- Entriamo nella Torre dal lato riservato ai
maghi così, ti spiego. – rispose Zabini ignorando totalmente il tono di Malfoy.
Entrarono da un ingresso secondario nascosto
ai Babbani e scesero quattro rampe di scale prima di trovarsi in un sotterraneo
illuminato a giorno e decorato con piccoli fiori azzurri.
- Oh… - Disse la ragazza accanto a Blaise: -
Hai fatto tutto questo per me, è bellissimo, è così romantico… è perfetto!
Draco si rese conto di riconoscere la voce
della ragazza.
- Daphne?
- Sì, sono io, ho dovuto prendere la Pozione
Polisucco perché non volevo che nessuno mi riconoscesse in giro, sai io e mia
sorella Astoria dovremmo essere da Luna Lovegood.
- Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta
succedendo? Per Merlino! – Draco stava iniziando ad alterarsi, non gli
piacevano i giochetti.
- Succede che Daphne ed io ci sposiamo qui
stasera e tu sei il mio testimone.
- Scusa?
- Senti ti spiego io mentre loro si
preparano.
La sorella di Daphne lo prese con una certa
decisione e lo spinse da un lato.
- Nostro padre ha qualche problema con il
fatto che Blaise e Daphne si frequentino.
- Perché? – Draco faticava a comprendere il
motivo.
- Perché è di colore.
- Cioè? – La confusione di Malfoy aumentava.
- Scusa, ma sei cieco?
- Ma cosa vuol dire il fatto che sia di
colore, l’importante è che provenga da una famiglia rispettabile e …
- Purosangue?
- Vedi, mio padre ragiona esattamente come
te, ma preferirebbe vedere Daphne sposata ad un Babbano piuttosto che ad un
mago con la pelle di un altro colore.
- Questa non l’avevo ancora sentita.
- Non è poi tanto diverso dal disprezzare i
Mezzosangue. – Rispose Astoria piccata.
- Com’è che non mi ricordo di te a scuola?
- Forse perché non avevo questa faccia ed ero
a Corvonero…
Mentre parlava Astoria stava recuperando il
suo aspetto naturale così come Daphne.
Si aprì la porta da cui erano entrati e
Malfoy riconobbe nel membro del Ministero che avrebbe officiato la cerimonia
uno dei Weasley.
Il rito fu molto breve ma intenso, Percy
Weasley non amava perdere tempo, ma capiva anche che quel momento era unico per
quei ragazzi e quindi propose loro di formulare delle promesse come quelle che
si scambiavano i Babbani in occasione del matrimonio. Poi si procedette allo
scambio degli anelli.
Percy porse ossequiosamente agli sposi le
proprie felicitazioni ed uscì senza degnare Malfoy di uno sguardo.
- Bene e ora che siete il signore e la
signora Zabini cosa pensate di fare?
- Prima partiamo per il viaggio di nozze e
poi vedremo. – Rispose Blaise con un sorriso che gli andava da un orecchio
all’altro.
- Ancora non ho capito perché hai chiesto a
me di farti da testimone.
- Perché so che se mi dai la tua parola non
racconterai questa storia assurda a nessuno.
- E va bene, ma sei in debito con me.
- Grazie amico.
Draco rimase colpito, l’ultima persona che
l’aveva chiamato amico era stato Vincent Tiger a metà del sesto anno, da allora
non aveva più avuto né amici, né confidenti né ragazze, anche Pansy ei era
allontanata da lui quando la sua famiglia era caduta in disgrazia dopo che il
Signore Oscuro li aveva resi lo zimbello dei Mangiamorte.
- Draco per favore, potresti accompagnare
Astoria a casa Lovegood? Ancora non so come ha fatto a passare l’esame di
Materializzazione, non riesce mai ad arrivare nel punto esatto.
- Guarda che ti ho sentita Daphne! – Disse la
sorella più giovane facendo una buffa smorfia.
- Voi dove andate in viaggio?
- Prendiamo il primo treno che troviamo a
King’s Cross, vorremmo fare un salto in Italia e girare un po’ l’Europa, non so
quanto staremo via.
- Bene, ragazzi allora buon viaggio. – Disse
Draco con un sorriso stringendo la mano a Blaise.
Le sorelle si abbracciarono e ad Astoria
scappò una lacrimuccia.
- Mi mancherai sorellina.
Blaise e Daphne si Smaterializzarono mano
nella mano appena fuori dalla Torre.
- Ti va di mangiare qualcosa prima che ti
accompagni da quella svitata della Lovegood?
- Oh, ma che onore, un invito a cena da Draco
Malfoy in persona, e come posso rifiutare? Ad una condizione, andiamo a
mangiare dove dico io e ognuno paga quello che mangia, ok?
Draco rimase basito, non era proprio dei
Malfoy permettere ad una strega di pagarsi la cena, ma Astoria gli sembrava
simpatica così annuì e le porse il braccio sorridendo.
Via, via, vieni via di qui,
niente più ti lega a questi luoghi,
neanche questi fiori azzurri...
Via con me
P. Conte
(1981)