Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Lady Atena    24/12/2013    1 recensioni
C'era un'idea. Stark ne è informato. Si chiamava "Progetto Avengers". La nostra idea era di mettere insieme un gruppo di persone eccezionali sperando che lo diventassero ancor di più.
Gli eroi dopo New York si sono divisi, hanno preso strade separate e vissuto avventure diverse.
Ma per quanto ancora?
Torneranno perché avremo bisogno di loro.
(Spoiler di Captain America; The winter soldier)
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Bruce Banner/Hulk, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Scudi troppo spessi.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Io vedo meglio da una certa distanza.1

Clint strofinò la suola dello stivale sulla ringhiera di ferro, tese la corda dell'arco stringendo la fine della freccia e la scoccò. La freccia volò verso il basso, Clint ne incoccò una seconda e si girò puntando l'arco verso l'alto, scagliò la freccia. Sentì la prima freccia colpire il bersaglio al piano terra con un tic metallico; si girò verso il basso incoccò una terza freccia scagliandola a lato della porta. La seconda freccia colpì il tetto, la porta della stanza si aprì e la terza freccia s'infilzò nel pavimento accanto al piede di Tony. Tony inarcò un sopracciglio, alzò il capo osservando Clint in piedi sulla ringhiera di ferro del terzo piano e sogghignò incrociando le braccia al petto.
“Vedo che hai già fatto il nido” disse.
Clint chiuse l'arco agganciandoselo alla vita, fece tre passi di lato e si chinò afferrando l'inizio di una corda agganciata ad una freccia conficcata nella ringhiera. Si calò sulla corda, poggiò i piedi in terra e tirò verso il basso. La corda si ritirò infilandosi nella freccia, Clint se la mise nella faretra e camminò fino al bersaglio di metallo afferrando la freccia infilzata al centro.
“Ho pensato che una stanza metallica fosse abbastanza resistente e isolata”.
Tony scrollò le spalle sciogliendo le braccia incrociate, camminò sul pavimento sentendo i propri passi rimbombare sulla lastra metallica; raggiunse il lato della stanza sedendosi sulla poltrona rossa con le gambe larghe e le braccia sullo schienale.
“Tecnicamente tutto il luogo lo è”.
Clint infilò la freccia nella faretra, si voltò inarcando un sopracciglio e alzò il capo osservando il tetto metallico; la terza freccia era incastrata in una delle striature del metallo e la stecca ondeggiava fremendo. Abbassò la testa, passò la mano sulla bretella della faretra che teneva sulla spalla e strinse le labbra.
“Il pilota che lei ha ingaggiato ha portato me e Natasha direttamente in questo stabilimento. Tra l'altro l'aereo era blindato e anche le successive due volte Tasha è venuta nello stesso modo. È più o meno come essere un prigioniero politico”.
Tony ruotò i polsi sporgendo i palmi in avanti, allargò maggiormente le braccia sullo schienale scivolando verso il basso sulla poltrona; sogghignò arricciando le sopracciglia verso l'alto.
“Sei tu che ti sei chiuso nel bunker. Perfino Banner ogni tanto esce dal reparto laboratorio, e io ero convinto non fosse fisicamente capace di muoversi da un posto all'altro senza una borsa da viaggio sulle spalle”.
Clint socchiuse gli occhi, fece tre passi indietro raggiungendo il bersaglio metallico e vi salì sopra; strinse i piedi piegando la schiena in avanti con il capo incassato tra le spalle.
“Non conosco il perimetro. Sono stato sul tetto, ma non si vede il confine”.
Tony alzò un braccio, mosse la mano in aria e sogghignò; la infilò nella tasca della giacca tirando fuori un paio di occhiali da sole che mise tra i capelli castano scuro.
“Se salissi sulla montagna più alta della Valle d'Aosta, vedresti tutto lo stato?” chiese.
Clint ghignò aggrottando la fronte.
“Ci ho provato. Un paio di criminali super-segreti si erano appostati tra le Alpi con la sicurezza che se gli sparavano causavano frane a catena. Ne ho approfittato per farmi un giro, ma oltre i mille chilometri cubi faccio fatica”.
Tony piegò il capo di lato, arricciò il naso muovendo il labbro a destra e sinistra; facendo ondeggiare il pizzetto.
“Nemmeno gli elfi sono perfetti” disse.
Clint alzò il capo verso l'alto osservando nuovamente la freccia, si alzò in piedi sul bersaglio e saltò afferrando con le mani la ringhiera del primo piano. Vi si mise in piedi sopra, afferrò l'arco alla sua vita e prese una freccia dalla faretra. La incoccò, la tirò facendola conficcare a lato di quella sul tetto e una corda calò verso di lui. Clint l'afferrò, premette un pulsante sull'arco e la corda si ritirò facendolo sollevare. Lui allungò la mano, tolse la freccia accanto a sé dal tetto mettendosela nella faretra e premette un altro pulsante facendo calare la corda. Mise i piedi in terra, tirò la corda facendola rientrare e la freccia gli cadde in mano.
“Ha a disposizione uno stato più ampio di millecinquecento chilometri cubi?” domandò.
Tony fischiò, si calò gli occhiali sul volto facendoli scivolare sulla punta del naso in modo da lasciare le iridi scoperte.
“È un appezzamento di circa tremila metri cubi dotato di tutte le mie ultime tecnologie, che viene periodicamente modernizzato. Era usato dall'America e degli stati alleati come rifugio per i vertici sia militari che politici in caso di emergenza, ma alla fine della Seconda Guerra Mondiale il Presidente lo dichiarò proprietà esclusiva degli Stark”.
Arricciò il labbro, socchiuse gli occhi castano scuro piegando il capo in avanti e portò le braccia sulle ginocchia arcuando la schiena.
“Ci sono ventidue supermercati che vengono riforniti settimanalmente di prodotti freschi. Prima andavano in beneficenza alle associazioni no-profit da donatore anonimo, ma adesso credo che dovranno farne a meno”.
Accentuò il sogghignò sporgendosi sulle punte dei piedi inclinando maggiormente la schiena con il mento alzato.
“Il terreno è tappezzato di magazzini ripieni d'armi iper-tecnologiche, tutte quelle mai approvate dal governo e tutte le ultime prodotte dalle mie industrie. Ci sono circa cinquantasei fabbriche operative che ne sfornano sempre di nuove, ottantadue rifugi antiatomici, ventisette laboratori scientifici, duecentotredici edifici abitabili costruiti con leghe non ancora in commercio, centoquarantaquattro tunnel sotterranei segreti che conducono in dodici punti di dodici Stati diversi, quindici parchi pubblici, trentadue ospedali e almeno un trilione di normative per l'intercettazione. Il tutto alimentato dal reattore ARC e gestito dalle tecnologie Stark”.
Clint si guardò intorno, ruotò la freccia in mano e la infilò nella faretra facendo incastrare la punta nel meccanismo che teneva le armi ferme.
“Nessuna possibilità di entrare o uscire senza autorizzazione, mezzi di sostentamento e attrezzature adatte ad un esercito, possibilità di comunicazione senza essere intercettati e inesistenza sia a livello geografico che a livello politico” disse.
Abbassò il capo, strinse le labbra facendo due passi indietro.
“Potrebbe mettere su una dittatura e nessuno lo noterebbe”.
Tony sogghignò, si alzò in piedi spingendosi gli occhiali contro il naso e piegò il capo di lato.
“Di buono non hai solo la vista, Legolas”.
Si tirò su gli occhiali portandoli tra i capelli, fece due passi avanti alzando la testa con la schiena tesa.
“Ma ho altri intenti più simpatici di una dittatura ...”.
Piegò il capo di lato, strinse le labbra arricciando le sopracciglia con le iridi castano scuro socchiuse.
“... Anche se non troppo più legali”.
Clint ghignò, socchiuse gli occhi piegando la testa.
“Sono ricercato dal Consiglio Della Sicurezza Mondiale, penso di aver superato il confine con la legalità un secolo fa”.
Tony si sollevò gli occhiali, sorrise arricciando le sopracciglia verso l'alto e gli diede due pacche sulla spalla.
“Ottimo spirito” disse.
Si voltò, camminò all'indietro verso la porta e fece l'occhiolino.
“Allora vado a convincere anche il ricercato militare. Alla super-spia russa ci pensi tu, vero?” domandò.
Clint si voltò, lo osservò superare la porta e scosse il capo guardando l'uscio metallico chiudersi con un sibilo. Raggiunse la porta, estrasse la freccia in terra e la guardò.
< Non avevo capito che fosse folle fino a questo punto > pensò.
Infilò la freccia nella faretra, si toccò la spallina di stoffa e alzò il capo.
< Mi sa che è ora di andare da un oculista >.


1 Frase detta da Clint nella prima apparizione che fa in The Avengers.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Lady Atena