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Autore: Team_Grimmie_LesbianLove    24/12/2013    3 recensioni
ATTENZIONE.
Questa fanfiction è GRYLES ed ELOUNOR. Se queste due coppie non vi piacciono, fate il favore di non leggerla.
*
"Harry Styles è la parte viva di Eleanor.
Perchè Harry ha il cuore a pezzi, ma il suo cuore batte ancora.
Eleanor è relativamente più serena; ma non è felice.
L'unico motivo per cui è così serena è che non sente niente.
Le cose, se le lascia passare addosso come il cielo si lascia attraversare dai fulmini.
è come se non ce l'avesse, un cuore.
Perchè Eleanor Calder è morta.
Non da fuori, da fuori è una ragazza come tante; Elenor Calder è morta dentro."
*
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Quella Che Non Sono- Quello Che Non Sono"
(ELOUNOR and GRYLES fanfiction.)


Eleanor.
Eleanor?
Cos'è, Eleanor?
Eleanor è una fiamma.
Una vampata di calore che arriva dritta al cuore e lo incenerisce con un solo cenno.
Ma quello che una persona è, non si intuisce al primo sguardo.
Al massimo, una persona può essere catalogata per chi, è, non certo per cosa.
Chi è, Eleanor?
Una studentessa.
Una ragazza fredda come il ghiaccio, dura come il marmo.
Una ragazza che non parla.
Non parla mai.
Una ragazza che si muove appena leggermente e fissa il mondo con uno sguardo vacuo.
Uno sguardo che ti passa attraverso.
Uno sguardo finto.
Uno sguardo morto.
Perchè lei non si può certo definire viva.
Cos'ha di vivo, Eleanor Calder?
Harry.
Harry Styles, il suo migliore amico.
Un ragazzo dolce, piuttosto timido, con una bella voce profonda e calda.
Lui ed i suoi ricci.
Lui e le sue insicurezze.
Lui e le sue mani grandi.
Lui e la sua voce roca ed a tratti incomprensibile.
Harry Styles è la parte viva di Eleanor.
Perchè Harry ha il cuore a pezzi, ma il suo cuore batte ancora.
Eleanor è relativamente più serena; ma non è felice.
L'unico motivo per cui è così serena è che non sente niente.
Le cose, se le lascia passare addosso come il cielo si lascia attraversare dai fulmini.
è come se non ce l'avesse, un cuore.
Perchè Eleanor Calder è morta.
Non da fuori, da fuori è una ragazza come tante; Elenor Calder è morta dentro.


***
POV. Eleanor

Stavo dormendo.
Sognavo.
Nei miei sogni si rincorrevano immagini, ticchettavano suoni.
Ricordavo.
Cosa?
Il dolore.
Semplice e puro dolore.
Mio.
Ma anche degli altri.
Persone.
Persone che avevo guardato dritto in faccia, ridendo della loro sofferenza.
Quella stessa sofferenza che poi, come una serpe ingrata anche alla mano che la nutre, mi si era riversata addosso.
Quelle stesse risate che si erano tramutate in urla di dolore e di rabbia.
In urla rosse.
Come il sangue.
Come la morte.
Morte, già.
Che parola piuttosto familiare per me.
Ricordavo ogni cosa.
Quel momento in cui il suo, cuore aveva smetto di battere.
Ed il mio l'aveva seguito a ruota.
Ricordavo la mia morte.
No, non era una morte; era uno strazio molto maggiore, che copriva ogni suono circostante fino a catapultarmi in una realtà infinita ed infinitamente insensata come quella della mia vita, della mia vita come non l'avevo mai vissuta.
Tutta quella infinita confusione che mi aveva avvolta.
Avevo perso.
Avevo perso tutto quello che valesse la pena di non perdere.
L'unica cosa che valesse la pena di vincere.
Tutto il resto, quello che era venuto prima era...
Polvere.
Briciole.
Il nulla.
Rammentavo di aver cercato di dimenticare.
Giorno dopo giorno.
Mese dopo mese.
Perdendo la speranza.
Perdendo i sentimenti.
Perdendo pian piano ogni mia capacità di essere pensante.
Come una macchina.
Tutto ciò che mi era rimasto?
Era solo fuoco.
Un fuoco inesploso, come una miccia accesa che mi si riversava addosso.
Ciò che mi aveva distrutto la vita, ed avrei voluto avvolgesse nella sua coltre rossastra e crudele l'intero universo.
Dov'ero, in quel maledetto sogno?
Camminavo.
Camminavo sul suolo ghiacciato, freddo, mi sentivo stretta in una morsa.
Avevo sempre odiato il freddo.
Lo odio ancora.
E sembrava fosse proprio l'odio l'unico sentimento che ero in grado di provare.
Ero vuota.
Avevo cercato un antidoto senza riuscirci, per così tanto tempo...
Forse smettere di soffrire era impossibile.
Non sapevo come ero sopravvissuta a tutto quello che era successo, come?
Il mio corpo aveva fame di vita.
Non c'era altra spiegazione.
Com'era freddo quel terreno!
E davanti a me, c'era qualcosa... Ma cosa?
Sembrava una luce, una luce come nascosta dagli alberi- strano, perchè ero in mezzo al perfetto nulla- che mi fissava.
Una luce nera.
Ma come può una luce essere nera?
Mi parve distintamente di sbattere le palpebre, come se il movimento non riguardasse solo quel sogno assurdo ma anche la realtà.
Poi la luce si divise.
Erano due.
L'aprirsi di degli occhi.
I suoi occhi.
Tremai al solo pensiero emettendo una parola spezzata.
-Za...-
Le palpebre si abbassarono.
I suoi occhi...
Aprii la bocca, cominciai ad urlare.
Urlavo, urlavo così forte da spaccarmi i timpani, così forte da interrompere il mio stesso sonno.
Urlavo così forte da far credere che mi stessero uccidendo.
-Eleanor... Eleanor.. El!-
Un colpo, uno schiaffo.
Non era uno schiaffo da sogno, quello.
Era uno schiaffo vero.
Aprii gli occhi.
Dov'ero?
-Eleanor, va... va tutto bene?- una voce non molto distinta, ma familiare mi fece questa domanda.
Battei le palpebre.
Erano bagnate.
Non pensavo di aver pianto.
Tirai su col naso e finalmente la figura si fece più distinta.
Era mia sorella.
La mia sorellina di tredici anni,... Kressina.
Mi porse la mano, mi aggrappai con entrambe continuando a lacrimare.
-S... Sì- balbettai.
Perchè sentivo tanto freddo?
Mi guardai in giro.
Ero nel bagno, nel bagno di casa mia.
Bagnata.
Nella vasca.
E la finestra era aperta.
Ecco perchè il suolo era così gelato nel sogno...
Mi ero addormentata nella vasca da bagno.
-Eleanor, vieni.- uscii dal mio stato di addormentamento temporaneo, abbracciai Kressi e mi tirai su, o meglio, lasciai che lei mi tirasse su.
Poi ci dirigemmo a passo di vecchietto nella mia camera.
-Siediti, El. E dormi un po' che ti fa bene.- con queste parole mi lasciò sola.
Sapeva perfettamente che era inutile chiedermi spiegazioni ormai, sul perchè mi addormentassi solo in vasca.
O sul perchè mi svegliassi urlando.
O sul perchè fossi così strana, in generale.
In realtà lei fingeva di non sapere solo perchè mi voleva bene.
Solo perchè era l'unica persona che mi fosse rimasta.
  
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