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Autore: annies    24/12/2013    3 recensioni
La sua vita era così: fatta di birra, venerdì sera in discoteca con i soliti idioti e tante ma tante sigarette. Niente di allucinante insomma, la solita vita da diciannovenne standard; c'era una cosa però, che quasi ogni notte gli si insinuava nel cervello e non gli permetteva di dormire benissimo.
«Ma porca troia, ti vuoi rendere conto che l'ho sognata di nuovo?» il riccio si lasciò cadere sul divano, distrutto e stanchissimo.
~
E se il sogno diventasse realtà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Raggiungere Noel non gli era mai sembrato più difficile: aveva aspettato, aspettato e ancora aspettato una sua maledetta chiamata, ma Harry, dopo esattamente quindici giorni senza il suo profumo, senza la sua pelle, non ce l’aveva più fatta. Aveva preso la moto, il casco malandato e aveva raggiunto casa Wood pronto ad affrontarla; il desiderio di toccare, vedere Noel era più forte di qualsiasi altra cosa anche se questo avrebbe comportato litigi o discussioni.
Scese dalla moto mettendosi una mano tra i capelli arruffati e constatando l’assenza delle macchine eleganti dei coniugi Wood: come avrebbe potuto farsi aprire? Noel non gli avrebbe mai permesso di entrare a casa sua.
Girò intorno al perimetro della casa e si fermò proprio sotto la sua stanza: quest’ultima era situata al primo piano ed era l’unica stanza ad essere collegata al piano di sotto con una sorta di balconcino bianco che poteva essere facilmente – beh, facile non era proprio la parola adatta – “scalato”. Prima di affrontare l’impresa, il riccio si fermò e appoggiò le spalle contro l’intonaco color crema della parete e sospirò: perché la sua vita doveva essere sempre una continua sfida? Noel era arrivata prepotentemente, prima nei suoi sogni, dove si divertiva a farlo scervellare e impazzire, poi nella sua quotidianità, riuscendo a farlo confondere e spaccandogli il cuore.
«Dannazione!» esclamò, pensando ad una delle tante discussioni che aveva avuto con Niall qualche giorno prima. L’irlandese lo conosceva meglio di chiunque altro e sapeva benissimo quanto si stesse tormentando in quel momento; era stato proprio lui, infatti, a suggerirgli di raggiungere Noel anche solo per provare a parlarle: non era giusto che i loro forti sentimenti venissero ostacolati da situazioni familiari che, in fondo, neanche li riguardavano.
Harry, deciso, cominciò quindi a raggiungere la stanza di Noel dal balcone: non provò neanche a suonare o a chiamarla al telefono, c aveva già tentato più volte senza mai ottenere una risposta.
Una volta giunto – dopo sforzi esorbitanti – sul balcone di Noel, si appiattì alla parete e la guardò di nascosto: era ferma, sdraiata sul suo letto, con le guance rosee rigate dalle lacrime e con il telefono tra le mani. Fu un colpo al cuore: Harry odiava vedere piangere Noel: era capitato soltanto raramente, uno di quei giorni in cui era stressata per via dei troppi compiti o per via dei rimproveri continui di suo padre, ed Harry odiava, odiava profondamente vederla singhiozzare e rovinare il suo bel volto con quelle lacrime dettate dallo stress e dall'insoddisfazione. A maggior ragione, in quel momento, Harry avvertì un forte dolore al petto: la visione di Noel, quella che probabilmente era l'unica ragazza che aveva mai amato sul serio, piangente gli spaccava il cuore. Mosse un piede verso la porta finestra della stanza e l'aprì, approfittando della fessura che la ragazza aveva lasciato.
Quando Noel percepì la presenza di Harry nella stanza, sussultò: aveva perso un battito alla sua vista. Era lì, bello come il sole, con i jeans neri strappati sulle ginocchia e una camicia a quadri che aveva messo Dio solo sa quante volte. Sorrise amaramente, cercando di reprimere tutta la voglia di abbracciarlo e baciarlo di quel momento, si alzò, tirpò su con il naso e si stagliò di fronte a lui, fronteggiandolo.
Lo guardò intensamente, piantando le iridi chiare sulle sue e assottigliando lo sguardo: evitarlo per due settimane era stata una mossa sbagliata per il suo cuore, ma al suo cervello forse, aveva fatto bene. Harry le era entrato dentro, in ogni particella del suo corpo, tanto che stargli lontano costituiva una vera e propria sofferenza fisica.
Dopo dieci minuti buoni, Harry si decise a muovere un altro passo decisivo verso di lei: Noel, sopraffatta dalla sua presenza, si fiondò tra le sue braccia tanto velocemente che il riccio, stupito e meravigliato da quel gesto, faticò pure a richiudere immediatamente le braccia sulla sua schiena. Fece appoggiare solo dopo il capo di Noel sul suo petto e la sentì respirare, in silenzio, mentre le lacrime insistenti della ragazza gli bagnavano la camicia e gli bruciavano il corpo.
«Perché sei qui?» domandò Noel, alzando lo sguardo e guardandolo in viso: Harry era esattamente quello che lei aveva sempre cercato, e adesso, guardarlo, mentre quell'espressione seria gli induriva i tratti solitamente gentili, le faceva capire quanto effettivamente ne fosse innamorata.
Innamorata di ogni centimetro della sua pelle, innamorata di qualsiasi suo difetto, innamorata del tono della sua voce, delle sue mani che la stringevano e delle sue labbra piene e rosee.
«Perché io non riesco a starti lontano, Noel» rispose d'un tratto, facendola sussultare di poco.
Doveva dirle la verità, doveva dire tutto quello che provava e cercare di risolvere la situazione tra loro due.
«E se non fossimo destinati a stare insieme, Harry?» domandò la bionda, abbassando lo sguardo e allontanandosi da lui. Si era lasciata andare troppo facilmente, dimenticandosi tutto quello che si erano detti durante quella litigata, e di tutti i problemi che aleggiavano fra di loro.
«Che il destino si fotta!» esclamò adirato, cercando di nascondere tutta la rabbia che provava per quella situazione che andava facendosi sempre più pesante.
«Noel, non capisci che ormai per me sei più che una persona con cui mi trovo bene, non sei più una semplice ragazza con cui passare il sabato sera o con la quale guardare un film quando mi annoio!» la voce di Harry si era fatta più alta, non urlava, ma si era fatto prendere dai suoi impetuosi sentimenti «Non sei una semplice Jessica, o Claire, o Chloe, cazzo! Tu mi fai felice, quando mi abbracci il mio cuore scoppia e chi se ne frega se i nostri genitori hanno dei casini. Perché non dovremmo viverci e basta?» chiese, gesticolando.
Noel non sapeva se essere spaventata o meravigliata da quelle rivelazioni e abbassò di nuovo lo sguardo: perché non riusciva a parlare di fronte a quelle confessioni? Perché non riusciva a dire ad Harry quello che davvero provava?
Noel era sempre stata così: cercava di sembrare simpatica e onesta con tutti, cercava di essere una buona amica ed una buona fidanzata, ma permetteva solo a sé stessa di guardarsi nel profondo. Solo lei si conosceva davvero.
«Permettimi di far parte della tua vita, Noel».
Le gambe le vacillarono, le diventarono molle e la costrinsero a lasciarsi cadere sul materasso. Odiava le confessioni, odiava sentirsi vulnerabile e odiava sentire gli occhi pungere e la vista annebbiarsi: piangeva raramente per questioni che coinvolgevano il cuore, ma vedere Harry di fronte a lei le distruggeva qualsiasi barriera psicologica.
Successe tutto in un attimo, in una frazione di secondo: Harry si inginocchiò di fronte a lei, le prese il viso tra le mani e la baciò con impeto. Desiderava baciarla ed averla tra le braccia da troppo tempo, e l'improvviso contatto con Noel gli inebriò i sensi. Harry amava Noel con tutto il suo cuore, e ogni qual volta le fosse vicino se ne rendeva sempre più conto.
Noel premette le mani sul petto di Harry e gli carezzò delicatamente la pelle, mentre lo baciava senza neanche prendere un attimo fiato. Ogni tanto apriva un po' gli occhi per sbirciare il viso dolce di Harry contratto e concentrato. Era innamorata di qualsiasi tratto del suo viso, della sua pelle morbida e dei suoi occhi gentili.
Indietreggiò sul letto e lasciò che Harry la seguisse: il suo comportamento era chiaramente dettato dalla passione di quel bacio, dall'ardore dei loro corpi e dal desiderio che rischiava di esplodere da un momento all'altro. In un attimo furono tremendamente vicini: le mani di Noel accarezzavano il corpo bollente di Harry e lui la baciava come se non avesse altro desiderio.
«Io...» provò a dire Harry, staccandosi dalle sue labbra solo per fiondarsi sul suo collo e lasciarle piccoli baci.
«Harry io...»
«Io...»
«Ti amo» dissero entrambi, all'unisono. Il corpo di Harry si irrigidì per un momento, piantò i gomiti sul materasso, ma non ci volle molto e cadde di nuovo su Noel, bramoso di lei, della sua pelle, dei suoi capelli e delle sue piccole mani.
Un secondo, forse un minuto, o chissà dopo quanto, furono solo loro, pelle contro pelle, cuore contro cuore, anima contro anima.
Fusi. Insieme.
Erano una sola persona, ora.

Anastasia camminava avanti e indietro per la sua stanza con il telefono di casa in mano e con la testa piena di pensieri: perché Noel non le stava rispondendo? La sapeva sola a casa ed era proprio per questo che l'aveva invitata a passare la notte da lei. Si stava facendo buio e lei cominciava a preoccuparsi per la sua migliore amica. Che le fosse successo qualcosa? Che si fosse sentita male? No, a questo Nastee non voleva neanche pensare: d'altronde però, con Harry non aveva chiarito e l'ultima volta che si erano viste, Noel le aveva ribadito ancora che l'interesse nei confronti del riccio Styles era svanito del tutto dopo il loro ultimo litigio.
Quindi, eliminato Harry, Nastee sentiva la preoccupazione crescere sempre di più: era sempre stata una persona molto apprensiva, in più sapeva che Noel fosse in una situazione poco stabile al momento. Che fosse scappata?
Nastee digitò quindi il numero del suo ragazzo - lo sapeva ormai a memoria - sul telefono e attese di riconoscere la sua voce all'altro capo.
«Greg, ho un grosso problema!» esclamò, non badando alla voce assonata del maggiore degli Horan.
«Spero sia importante, stavo riposando beatamente.» disse, e Nastee lo vedeva già alzarsi dal letto e scompigliarsi i capelli scuri.
«Noel doveva venire da me più o meno tre ore fa e non si è ancora fatta viva!»
Anastasia era conosciuta da tutti come esuberante, estroversa ma fin troppo esagerata: aveva il potere di ingrandire ogni situazione in maniera spropositata e Greg, dopo anni e anni, aveva ormai imparato ad apprezzare anche questo suo lato.
«Nastee, ma stai tranquilla! Niall mi ha detto che Harry è andata a trovarla per chiarire» spiegò Greg, lasciando spiazzata la ragazza, che ebbe bisogno di appoggiarsi alla parete, per capire un attimo la situazione: Harry era andato a chiarire con Noel e dopo tre ore buone ancora non era ritornato a casa? Le opzioni erano due: o era stato davvero sfortunato e adesso Noel lo stava riempendo di pugni e calci, o...
«Nastee, ascoltami, lasciali stare. Fatti una camomilla che tra dieci minuti vengo con i croissants, okay?» domandò retorico Greg.
«Va bene».
Certo che quei due erano decisamente molto, ma molto strani.



Mi odiate tutti profondamente e io vi do ragione! Ahah purtroppo in questo periodo ho dovuto tralasciare questa fan fiction per ragioni che non sto qui a spiegarvi. La scuola ha la precedenza su tutto e in più ho anche quasi tutti i pomeriggi impegnati - non solo per lo studio - quindi, piuttosto di far finire malamente questa storia, che personalmente adoro, ho deciso di prendermi una pausa :) Spero che vi ricordiate di Noel ed Harry e del perché del loro litigio. Ho voluto inserire questa scena - vi prego ditemi che l'avete capita e che non vi è sembrata fuori luogo perché mi vergogno come una pazza - perché la tensione tra i miei due personaggi era papabile. Vi prego, non giudicatemi maniaca o cose del genere AHAH
Non mi dilungi più di tanto perché devo aiutare mia madre a preparare per stasera, buon Natale a tutti voi e a tutte le vostre famiglie!
ps. prometto di essere più veloce con gli aggiornamenti e soprattutto prometto di finire entro le vacanze! (mancano solo 3 capitoli!)
Un bacio enorme,
Ari

s



  
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