I Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo
di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia.
Ecco puntuale il nuovo capitolo, i ringraziamenti li
troverete in fondo!
La
mattina dopo non mi stupii di non essere scocciata come ero solita essere prima
di andare a scuola. Avrei rivisto il mio angelo!
La
luce che emanavano i miei occhi doveva essere così grande che anche mamma se ne
accorse. Sorseggiavo il caffè e sorridevo contemporaneamente.
“Devi
esserti proprio divertita ieri sera eh?”
chiese mamma.
“Si
abbastanza…” non aggiunsi altro. Non potevo parlarle di Bill. Non avrebbe approvato, non avrebbe
capito. Neanch’io capivo come era potuto accadere. Soprattutto in così poco
tempo e così intensamente. Non avevo mai provato niente di simile. Forse nemmeno
per Federico… Il pensiero di quel nome fece tornare un po’ di tristezza, ma per
poco. Tra poco avrei visto il mio angelo e solo di quello mi
importava.
In
classe riconsegnai l’abito che Brigy mi aveva prestato. Aveva ancora il profumo
di zucchero a velo e vaniglia addosso. Vi affondai il naso come ad assaporarlo
di nuovo e lo detti alla proprietaria che felice di vedermi così allegra mi
accarezzò la guancia.
Le
avevo descritto ogni piccolo particolare della serata e lei mi guardava sognante
come una bambina che ascolta la madre raccontare una
favola.
In
ogni favola esiste una strega e lei, puntuale, fece il suo ingresso in aula
interrompendo il mio discorso. Le avevano raccontato di aver visto me e Bill
allontanarci insieme mano nella mano. Linda non mi disse nulla, ma quello
sguardo pieno di odio fu più eloquente di mille parole. Non mi avrebbe mai più
rivolto la parola. Ieri sera presi la mia rivincita e a lei non restava che
rimanere ancorata al suo orgoglio. Le galline erano incredule, come poteva la
loro beniamina aver perso così malamente la sua partita?
Forse
dovevano rendersi conto che non tutti apprezzavano l’ostentare apparenza così
esageratamente. Non tutti erano così superficiali. Per lo meno non chi non
faceva parte delle loro stupida “massa”. La dentro Linda era una regina, ma una
regina che non avrebbe mai regnato al di fuori del suo territorio così
vergognosamente limitato.
Il
mio cantante arrivò ancora una volta accompagnato dal coro delle proprie fan ma
io riuscii a vederlo solo all’uscita di scuola.
Mi
ero già incamminata verso casa quando sentii la sua voce chiamarmi da una
macchina. Mi voltai e il suo viso sbucò fuori da un finestrino
oscurato.
“Salta
su!” mi disse aprendomi lo sportello.
Salii
in quella vettura enorme con i sedili di pelle e mi sedetti accanto a Bill, alle
spalle del suo autista. Mi guardò e mi baciò dolcemente le
labbra.
“Scommetto
che non hai fatto altro che pensarmi stamani.. lo so, faccio sempre questo
effetto!” disse strafottente e sfiorandosi una ciocca di capelli sparata in
aria.
“Ma
smettila, ho altro da fare nella vita che pensare a te…”
sorrisi.
“Di
sicuro non hai da truccarti…”.Disse ironicamente.
In
effetti non lo facevo mai se non in occasioni speciali come ieri sera, ma il
fatto che me lo facesse notare mi irritava tantissimo.
“E
tu invece, non hai altro da fare che punzecchiare me?”
sbuffai.
Lui
mi girò il viso mi tolse gli occhiali e sciolse i miei capelli. Poi con sguardo
di approvazione, posò di nuovo le sue labbra sulle mie. Adoravo sentirle su di
me e quel profumo per me era come una droga ormai.
“Allora signorina, siamo arrivati a
destinazione” mi disse indicandomi la porta di casa. Ero salita su quell’ auto
senza nemmeno chiedermi dove mi stava conducendo. Con lui perdevo il controllo
di ogni cosa.
“Grazie
del passaggio…” gli dissi. In realtà volevo parlare ancora con lui, volevo
sapere se l’avrei visto il pomeriggio, la sera, volevo che mi chiedesse il
numero di telefono. Ma non proferii parola. Mi salutò con un gesto della mano e si allontanò dentro
quella macchina.
Ero
spiazzata, ero estasiata per il fatto che mi avesse accompagnata a casa, ma allo
stesso tempo il fatto di non rivederlo tutto il giorno e di non avere il suo
numero mi rattristava.
Avanti Gin non state insieme, vi siete
baciati una sera e oggi ti ha riaccompagnata a casa, non ti basta?
Non
ero mai stata una persona attenta alle piccole cose, alle uscite, al numero di
telefono ecc… In una storia solitamente riuscivo a vivere alla giornata, ma
stavolta era diverso, non mi bastava… Non ero mai sazia di lui. Maledii il fatto
di non avere il tandem quel giorno.
Stetti
tutto il giorno in camera mia a studiare e a fare zapping. Su mtv quel giorno
vidi un suo video e per la prima mi soffermai a guardarlo. Com’ era bello con
quella giacca nera di pelle lunga fino ai piedi. La sua voce si diffondeva in
tutta la mia stanza e io la ascoltavo in silenzio.
Non
lo vidi mai quel giorno e così neanche quello dopo. Seppi che era a scuola solo
per le urla delle fan, ma i nostri orari erano diversi. Confidai a Brigitte di
aver paura che per lui fosse stato solo un semplice bacio e niente di più. In
fondo come poteva essere il contrario? Tra meno di un mese sarebbe tornato in
Germania e avrebbe ripreso a girare il mondo con la sua band dimenticandosi di
me a poco a poco. Ero io a non dovermi aspettarmi altro. Brigitte però era
convinta del contrario. Pensava che tra noi fosse nato qualcosa di reciproco e
di molto forte destinato a durare a lungo. Non so se lo dicesse per consolarmi o
perché lo pensasse sul serio, so solo che in quel momento avevo bisogno di
sentirmelo dire per continuare a sognare ancora un po’.
Il
pomeriggio ero di nuovo in camera mia, quando mamma mi
chiamò.
“Che
c’è?” le dissi
“Non
lo so, ho sentito suonare il campanello, ho aperto la porta ma ho trovato solo
questa” mi porse una rosa blu con un biglietto.
Lo
aprii e al suo interno c’era questa scritta: “ SCHLICHTE ABER SELTENE” (
semplice ma rara).
Commossa
chiusi il biglietto e lo strinsi a me.
“ Qui gatta ci cova cara mia e voglio
sapere che aspetti a rendermi partecipe” commentò mamma.
“Ma
no dai, niente di che…”
Lei non doveva sapere di lui. La sua
disapprovazione mi avrebbe condizionata e non volevo permettere che accadesse.
Quando vedeva Bill alla tv lo disprezzava come in passato facevo anch’io. Ma i
suoi insulti erano sinceri. Non sopportava il suo essere sopra le righe. Era
troppo vedere un ragazzo truccato con piercing sul sopracciglio, con un
tatuaggio che ricopriva tutto l’avanbraccio e che si muoveva come una donna.
Troppo anticonformista per lei. Anche per me era così all’inizio, ma poi mi sono
accorta che giudicandolo solo per l’apparenza mi rendeva una persona
superficiale e non faceva altro che accomunarmi alla “massa” che
odiavo.
Corsi in camera e misi la rosa in un vaso
sul mio comodino.
Ovviamente
aggiornai Brigy che estasiata mi disse che ancora una volta la sua teoria sul
fatto che fosse nato un qualcosa di reciproco era fondata.
Finalmente
arrivò il giorno del tandem e come al solito ci incontrammo sulla nostra
panchina. Oggi era la giornata in cui dovevamo parlare italiano. Era migliorato
ma non ancora abbastanza da sostenere lunghe conversazioni, per cui ci aiutavamo
con il tedesco.
“Grazie
per la rosa” gli dissi arrossendo.
“Quale
rosa?” mi interrogò lui.
Non
è possibile, non poteva essere… il biglietto era scritto in tedesco, doveva
averlo per forza scritto lui. Poi mi è venuto in mente che tutti in classe mia
studiano tedesco. Poteva essere stato uno scherzo. Di pessimo gusto per giunta,
ma quella gente era capace di questo ed altro.
“Non
me l’hai portata tu quindi?”
“Io?
E secondo te trovo il tempo per queste cavolate, Gin sono Bill Kaulitz sono
troppo occupato per queste cose...”
Che
cos’era quel tono? Come osava parlarmi così? Possibile che rovinasse sempre ogni
mia illusione? Stavo ancora pensando, quando lui disse:
“
Mi piace quando sei pensierosa, adoro quello sguardo da bambina, semplice e
raro, SCHLICHTE ABER SELTENE” iniziò a ridere soddisfatto dello scherzo che mi
aveva fatto, sapeva di avermi in pugno e quali punti deboli
toccare.
“Che
stupido! Già stavo pensando quale
dei miei fan dover ringraziare” alzando il mento all’ in su mi voltai
velocemente in maniera maliziosa.
Lui
si avvicinò ed iniziammo a baciarci per lunghi ed eterni
minuti.
Decidemmo
di andare a prenderci un gelato e camminavamo mano nella mano come due
fidanzatini. Lo osservavo leccare il suo cono al cioccolato e notando una
macchia all’ estremità della sua bocca lo baciai togliendogliela
via.
Parlammo
tantissimo, lui era raggiante quando mi parlava della sua musica ed io sarei
stata ad ascoltarlo per ore. Parlava veloce come una macchinetta, era abituato a
parlare di se, nel frattempo gesticolava con le mani, mangiava il suo
gelato e si fumava qualche
sigaretta. Era iper attivo, ma io adoravo la sua energia. Come sempre il
discorso andò a finire su Tom. Era incredibile come solo con poche parole
riuscivo a percepire il legame fortissimo che li legava. Notai anche i suoi
occhi inumidirsi quando mi confessò che questo era il periodo più lungo che
aveva mai passato lontano da lui e che gli mancava terribilmente. Poi volle
sapere qualcosa di me, ma in confronto a lui le cose che avevo da raccontare
sembravano di una banalità assurda. In realtà erano solo normali, era lui che
non apparteneva al mondo di noi comuni adolescenti. Gli parlai della passione
che avevo per il canottaggio, che però dovetti smettere di praticare per un
problema fisico, del mio sogno di diventare interprete, del rapporto con
Brigitte e di mia sorella, che è stata per me una seconda mamma e alla quale
volevo un bene dell’anima. Anche se non c’era paragone con i suoi racconti, lui
mi ascoltava come se quello che stavo dicendo fosse straordinario. In realtà per
lui lo era.
“
Mi piacerebbe sapere come sarebbe andata la mia vita se non fossi diventato
quello che sono”. Mi confidò.
“
Ma ho sempre sognato la vita che faccio e per questo va bene così. Sto vivendo
un sogno e spero di svegliarmi il più tardi possibile.”
“Tu
eri destinato al successo Bill, una personalità come la tua è sprecata per il
mondo comune…” gli dissi
accarezzandolo.
Lui
mi prese la mano e sorridendo iniziammo a camminare di nuovo. Era in incognito,
come piaceva a me. Senza trucco e il più naturale possibile. Ogni minuto che
passavo con lui sentivo che ciò che provavo aumentava sempre di più. Ci fermammo
a guardare il tramonto e lui mi sussurrò piano in un
orecchio:
“Farò
tesoro di questi momenti, sei il mio contatto con la
realtà”
“
E tu sei il contatto con i miei
sogni”gli risposi. Al pronunciare di queste parole ci lasciammo andare ad un
abbraccio infinito nel quale i nostri respiri si confondevano e i nostri cuori
battevano insieme. Restammo così l’uno accanto all’altra per un po’ ed io ancora
una volta, non volevo più lasciarlo andare.
Sul
calare della sera mi accompagnò verso casa e mi dette la buonanotte con un bacio
tenero.
Lo
osservai allontanarsi e da quel momento capii che il mio cuore era nelle sue
mani.
Allora, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo,
anche se è soltanto un capitolo di transizione... Il prossimo è forse quello a
cui sono più affezionata!
Vorrei ringraziare davvero tutti coloro che hanno
letto, che hanno aggiunto la mia FF nei preferiti e chi ha recensito. A
proposito di voi:
GemyBillina: Grazie mille per la recensione, sono
contenta che ti sia piaciuta. Come vedi Linda è talmente odiosa che mi sono
limitata a farla sparire liquidandola con qualche frase, ma non dopo aver fatto
compiere a GIn la proprio rivincita, che è infatti il titolo del capitolo!
Lally_the Best e BabyzQueeny: Grazie mille anche a voi due, tu
Lally ormai sei una mia seguace e mi fa troppo piacere! Volevo dire a tutte e
due che non è assolumante finita, manca ancora qualche capitolo che ho già
completato e devo solo rivedere! Occhio al colpo di scena
finale!
SusserCinderella e Linny93: Sono super felice per l'entusiasmo
che avete dimostrato, sono commossa.. continuate a leggere mi raccomando, mi
state rendendo tutte orgogliosa per una cosa in cui non
credevo!
Selina89: grazie tante anche a te! ho letto la tua FF e mi è piaciuta un sacco, a presto!
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