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Autore: Neev_    24/12/2013    1 recensioni
Aveva più paura del bene che del male.
Il male la vestiva di rabbia e la rendeva più forte.
Il bene la svestiva di certezze e la rendeva più fragile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I loved you because we have never been good to do anything else






Tu non mi conosci Harry”
Che stai dicendo Myra?”
Lascia stare. Non puoi capire"
Aiutami a capire allora”
No. Nessuno ci riesce ”

 

 

L’orologio segnava le 9.58, segno che almeno questa volta Myra fosse arrivata puntuale all’appuntamento.
Stranamente quel giorno non c’era nessuno all’interno della stanza, fatta eccezione per la minuta segretaria Annabelle, l’unica che le stesse realmente simpatica dentro quel posto infernale.
Myra iniziò a picchiettare il piede sul pavimento bianco, inseguendo un ritmo sconosciuto e continuando a guardare insistentemente l’orologio appeso alla parete.

9.59

Myra sbuffò pesantemente infilandosi le mani tra i capelli.
Stava impazzendo del tutto, ne era certa.
Si arrese al dover aspettare ancora e sconsolata si alzò per raggiungere la finestra che dava sul parco.
Un imbroglio. Ecco che cos’era quel parco.
Ci era cascata anche lei la prima volta che si era presentata qui.
Le era sembrato così bello e rilassante che si era sentita quasi felice di poter passare una volta a settimana una mattinata in pace staccandosi dalla frenesia delle sue giornate almeno per poche ore.
Poi però aveva conosciuto la Dottoressa Montgomery e allora aveva cambiato completamente idea.
Ancora non riusciva a capire perché suo padre avesse insistito tanto perchè andasse da una psicologa.
Certo,l’ultimo periodo non era stato uno dei migliori, ma stava bene in fin dei conti.
Robert, suo padre, credeva che il suo atteggiamento da ribelle dipendesse dal fatto che sua madre se ne fosse andata lasciandoli da soli.
Cazzate.
Suo padre era patetico. Nonostante fossero passati dieci anni, ancora sperava in un suo possibile ritorno e Myra non aveva alcuna intenzione di finire così.
Era passato troppo tempo e di sua madre non le era rimasto nemmeno il ricordo.
Ma di fatto,non le interessava assolutamente nulla.
E forse era questo il problema: non le interessava più niente ormai.
La verità era che tutto le faceva schifo, a partire dalla sua vita.
Ecco cos’era rimasto della piccola spensierata Myra: una diciassettenne vuota, priva di emozioni, con i polmoni incatramati dal troppo fumo, che passava i suoi martedì mattina chiusa in uno studio per parlare dei suoi “sentimenti” con una donna fin troppo intelligente per i suoi gusti.
Non che Frida Montgomery fosse una donna di spiacevole compagnia, anzi, era persino simpatica alle volte. Quello che Myra non riusciva proprio a sopportare era la sua capacità di leggerle dentro.
Ogni volta si sentiva completamente messa a nudo, fragile e Myra odiava esserlo.
Solamente un'altra persona nella sua vita l'aveva fatta sentire in quel modo e fino a poco tempo fa credeva di essere riuscita a tenerla lontana.
Ma ora sentiva che c'era qualcosa a bloccarla e ad impedirle di farlo ancora.
Per questo quella mattina si era svegliata presto e con passo di carica aveva raggiunto la clinica con tutta l'intenzione di riuscire a parlare seriamente con la dottoressa.
“Myra -la voce dolce di Annabelle la risvegliò dai suoi pensieri- puoi entrare adesso!”
Myra non se lo fece ripetere due volte, prese velocemente la sua tracolla e facendo attenzione a non inciampare nei lacci dei suoi vecchi anfibi neri, entrò nell'ufficio della dottoressa.

Come le altre volte, la dottoressa Montgomery aspettava seduta dietro la sua scrivania di legno intagliato,nascosta dietro ad un computer di ultima generazione mentre vi digitava frettolosamente qualcosa. Indossava il solito paio di occhiali dalla montatura nera spessa, i capelli erano raccolti in un'ordinata crocchia che le lasciava scoperto il viso pulito e il suo corpo minuto era fasciato da un vestito blu scuro piuttosto sobrio.
Ordine.
Tutto dentro quello studio le ricordava l'ordine e l'equilibrio, niente a che vedere con quello che lei rappresentava.
Lei era il caos e la sua vita solo un enorme casino.
La donna sentendo chiudere la porta alzò lo sguardo sulla figura della ragazza appena entrata e le rivolse un caloroso sorriso.
“Myra, ciao” allungò la mano indicando una delle sedie poste di fronte alla scrivania “prego accomodati pure”. La ragazza raggiunse la sedia e vi si accomodò raccogliendo le gambe e incrociandole su di essa.
“Allora Myra, dimmi, com'è andata la tua settimana?”
La ragazza alzò le spalle cominciando a torturarsi le mani presa dall'agitazione.
“Non male.”
La dottoressa Montgomery notando la reazione della ragazza alla sua domanda, si tolse gli occhiali e allontanandosi dalla sua scrivania, raggiunse la sedia proprio accanto a quella della giovane.
“Cosa c'è Myra? Ne abbiamo già parlato tante volte: sai che di me ti puoi fidare” le disse dolcemente.
Myra rimase ferma qualche secondo ad osservarla e poi sbuffando si mise a cercare all'interno della sua amata tracolla.
“Harry mi ha scritto una lettera”. Tirò fuori una busta stropicciata sulla quale vi era il suo nome scritto in bella calligrafia.
“Ti ha fatto piacere riceverla?” domandò curiosa.
“No” sputò con rabbia “Ogni volta mi viene voglia di strapparla”.
“E quale sarebbe il motivo?”
“Preferisco leggergliela, se permette”. Myra scrutò con sguardo attento il viso della dottoressa che le sorrise cordialmente e le fece segno di procedere.

Myra,

Ho deciso di scriverti una lettera perchè da quando abbiamo discusso non hai fatto altro che evitarmi e lo capisco.
Hai sempre avuto paura di parlare.
Dopo il nostro ultimo incontro ho pensato seriamente alla possibilità di lasciarti perdere una volta per tutte, ma non è facile Myra.
E come potrebbe esserlo?In fondo lo hai sempre saputo no? Mi sono innamorato di te.
Quando l'altra sera mi hai detto che in realtà io non ti conosco per niente mi sono sentito offeso e umiliato, perchè in tutti questi anni io non ho fatto altro che tentare di conoscerti e di entrare a fare parte della tua vita.
Mi sono chiesto spesso che cosa ci trovi io di così meraviglioso in te, da avermi fatto perdere la testa in questo modo. E allora sai qual'è stata la risposta alla domanda? : Tu Myra sei una meravigliosa scoperta ogni giorno per me.
Amo il tuo smalto rovinato sulle tue unghie mangiucchiate.
Amo il modo in cui muovi velocemente le gambe quando sei agitata.
Amo guardarti spostare la testa indietro e tendere le mani in aria quando ascolti una canzone che ti piace e il tuo sorriso rilassato quando il vento ti sposta i capelli dal viso.
Amo la tua sfrenata passione per Star wars, Harry Potter e il signore degli anelli.
Amo il sorriso furbo che si apre sul tuo volto ogni volta che fai presente a qualcuno la tua velocità nel leggere i libri.
Amo la tua riluttanza verso le persone che si fingono qualcun altro e che fanno di tutto per essere uguali agli altri.
Amo la tua passione per le storie a lieto fine anche se tu alle favole, non ci hai mai creduto davvero.
Amo la tua curiosità e il tuo desiderio di conoscere cose, posti nuovi.
Amo il fatto che tu sia una brava studentessa e neghi tutte le volte che qualcuno te lo fa presente.
Amo il fatto che tu sia quel genere di persona che alla domanda: qual è la tua materia preferita, tu risponda Matematica, perchè andiamo, a chi piace matematica?
Amo il tuo mostrarti forte davanti a tutto e a tutti , ma amo ancora di più il rossore sulle tue guance quando sei imbarazzata, le tue mani che tremano, i tuoi sguardi che sanno sostituirsi alle parole ,la tua fragilità, il tuo essere timida,il tuo essere spiritosa e il fatto che sono l'unico a cui hai mostrato questo lato di te.
E lasciatelo dire Myra, tu sei un completo casino.
Ma forse è questa la cosa che amo più di te.
Per questo l'altra sera mi sono sentito ferito dalle tue parole e dal tuo tentare di tenermi ancora il più lontano possibile da te, perchè se c'è un'altra cosa che so di te e che hai sempre avuto questa stupida inclinazione nel voler buttare all’aria le cose migliori.
Ma ora basta Myra, smettila di allontanare le persone, smettila di allontanare me.
Io non me ne voglio andare, sono qui per restare.
Non farlo, non impedirti di essere felice, non avere paura di innamorarti.
Anche io ho paura ma ho scelto. Ti ho scelta.
Non ti ho mai costretta a fare niente lo sai, e nemmeno questa volta lo farò.
Ma rispondi solo a una domanda: Si sta bene soli? Soli a consumarsi?
                                                                                                                                     
Harry

 

“è una bella lettera”
“No. Non lo é, non per me”disse buttando malamente la busta all'interno della borsa.
“Cosa ti turba?”
“Odio la gente che pensa di conoscermi” ammise guardando fuori dalla finestra.
“è questo il problema?Harry è convinto di conoscerti e non è così?”
Myra scosse la testa amareggiata.
“E allora qual'è il problema?” continuò la dottoressa sempre più incuriosita.
“Il problema è esattamente il contrario. Mi conosce fin troppo bene. Lui mi capisce e io non lo tollero”
“Di cosa hai paura Myra?”
Myra alzò lo sguardo sulla donna che attendeva silenziosa una risposta, iniziò a torturarsi le mani e a mordicchiarsi il labbro per via del nervoso.
“Di restare a casa da sola quando è buio, di mio padre che piange nascondendosi da me, della foto di mia madre sul suo comodino, della gente in generale e di non essere in grado di fare la cosa giusta”.
“E di Harry?Di Harry hai paura?”'
“Harry mi terrorizza”
La donna sorrise leggermente, appagata da quella conversazione.
“Bene Myra. Per oggi abbiamo finito, hai fatto dei grandi progressi.” disse appuntando qualcosa sul suo quadernetto. “Ci vediamo la settimana prossima”.
Myra annuì silenziosa e ancora più turbata, raccolse la sua borsa e si diresse verso la porta. Prima di aprirla però si girò un'altra volta verso la dottoressa che in quel momento stava sistemando delle carte sulla scrivania.
“Dottoressa Montgomery” la richiamò timorosa.
La donna alzò lo sguardo su di lei intimandole di chiedere pure.
“Perchè lui ha scelto proprio me? Insomma è una domanda che mi faccio sempre ultimamente. Lui potrebbe avere tutte le ragazze che desidera e invece mi ha scelta. Perchè proprio io?”
La dottoressa le sorrise dolcemente mentre si appoggiava alla scrivania incrociando le braccia.
“Posso fartela io un'ultima domanda Myra?”
Myra rimase ferma per qualche istante a fissare la sua mano che giocherellava agitata con il pomello della porta e poi sospirò rassegnata aspettando quella che sapeva sarebbe stata la domanda su cui si sarebbe basata la sua decisione.
“Perchè non tu?”


Quella era in assoluto la prima volta, si disse Myra, che si sentiva in quel modo: agitata ma allo stesso tempo in pace con sé stessa perchè finalmente lo sapeva, quella era scelta giusta.
Non sapeva da quanto tempo fosse ferma seduta su quei gradini intenta ad aspettare, minuti forse ore, eppure nonostante il freddo pungente che le pizzicava le guance, non riusciva proprio ad averne abbastanza di quell'appagante sensazione che era l'attesa dell'arrivo di qualcosa di nuovo in cui sperare.
Ad un tratto la porta dietro di lei si aprì mostrando la figura alta e magra di Harry.
Myra alzò di scatto la testa, incontrando due grandi occhi verdi, quegli stessi occhi che sin dal loro primo incontro erano stati in grado di perforarle l'anima e farla tremare con la loro capacità di leggerla nel profondo.
Harry la guardò stupito rimanendo fermo qualche istante senza sapere come comportarsi, lasciandosi poi scappare un sorriso intenerito nel vederla lì fuori al freddo con le guance arrossate.
“Myra che ci fai qui?Stai bene?” disse dolcemente sedendosi accanto a lei.
Myra scosse frustrata la testa e frugò agitata nella sua borsa estraendone la lettera che era stata fonte di tutti i suoi dubbi e la sua confusione.
Harry spostò lo sguardo dagli occhi della ragazza e li portò sulla lettera stretta nelle sue mani smettendo per un secondo di respirare.
“L'hai letta allora”.
Myra sospirò “ L'ho odiata Harry, sul serio, credo di non aver mai odiato niente come ho odiato questo pezzo di carta.”
Harry si mosse irrequieto e si spostò leggermente, allontanandosi dal corpo della ragazza.
Myra lo fissò mentre si spostava lontano da lei e si lasciò sfuggire una piccola risata: “Adesso sei tu che ti allontani da me Harry”gli fece notare con una piccola nota di disappunto nella voce.
Harry sorrise debolmente mostrando le due piccole fossette ai lati della bocca, si strofinò le mani agitato e si schiarì la gola per parlare.
Ma Myra lo interruppe prima che potesse dire qualsiasi altra cosa: era venuta lì per parlare e mettere in chiaro le cose, era riuscita finalmente a trovare il coraggio di farlo e niente l'avrebbe fermata. Per tutta la vita Myra si era comportata da soprammobile ascoltando la gente sputare continuamente chiacchiere inutili, senza mai dire una parola. Aveva sempre lasciato che fossero i grandi eventi a condizionare la sua esistenza, ma nell'esatto momento in cui aveva messo fuori i piedi dall'ufficio della sua psicologa, Myra aveva deciso che sarebbe stata lei a decidere cosa farne della sua vita.
“Fammi parlare Harry”
Harry rimase fermo in attesa, immobile con gli occhi fissi puntati davanti a sé, intenti ad osservare un punto indefinito lontano da loro.
Myra prese coraggio e proseguì “ Anche se mi scoccia ammetterlo, hai ragione Harry, su tutto. È così facile lasciarsi andare alla paura sai? E io ho sempre preso la strada più facile. Il problema è che le persone ti deludono e alla fine non ci puoi fare niente. Invece di soffrire quando se ne vanno è più facile andarsene per primi. È questo che sono io, l'incarnazione di ciò che odio di più. Critico continuamente le persone che invece di restare si comportano da codarde e accetto di essere io la prima che si allontana da tutti e da tutto quando le cose si complicano.
Quindi, hai ragione, è ora di smetterla. Ma anche dopo averlo ammesso Harry, non è facile, lo capisci?”
“Lo capisco.” Harry annuì comprensivo voltando poi lo sguardo verso la ragazza che quella sera come mai prima d'allora, trovò a mostrarsi fragile e intimorita, senza preoccuparsi di fingere che fosse il contrario.
“Allora qual'è la tua decisione Myra?” le parole uscirono flebilmente, ma lo sguardo, quello, rimase fisso sugli occhi grandi di Myra, uno sguardo pieno di parole e di preghiere mai rivelate.
Myra si fece forza e nonostante l'imbarazzo, non abbassò gli occhi tenendoli incastrati in quelli del ragazzo.
“Voglio provarci Harry, sul serio,ma lo sai, non sarà per niente facile. Non sempre riuscirò ad essere gentile e dolce nei tuoi confronti, non sarò mai il classico genere di fidanzata, non prometto che mi ricorderò sempre del tuo compleanno e che smetterò di avere paura. Ma io ci sono, qui e ora. Ho scelto te. E tu?Resterai comunque Harry?.”
Sul volto di Harry si aprì un sorriso vittorioso e i suoi occhi iniziarono a brillare gioiosi. Portò il viso sempre più vicino a quello della ragazza fino a far toccare le loro fronti.
Myra chiuse gli occhi, sospirando a quel contatto e il mondo iniziò a tremare.
Harry sorrise ancora di più. “Io ci sono sempre stato, aspettavo solo che te ne accorgessi. Non ho mai detto che sarebbe stato facile, ma so che ne varrà la pena.” le sussurrò dolcemente.
Myra sorrise a sua volta e si avvicinò ancora di più al ragazzo.
Le labbra di Harry si appoggiarono velocemente su quelle della ragazza, che si lasciò cullare dolcemente dal suo forte abbraccio e da quelle nuove sensazioni che stava provando. Lasciò scivolare le mani tra i suoi capelli e lo strinse il più vicino possibile al suo corpo.
Entrambi sorrisero ognuno sulle labbra dell'altro perchè quel bacio valeva più di mille parole mai pronunciate.

“Tu ne varrai sempre la pena Myra"

  
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