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Autore: shelivesinalie    24/12/2013    3 recensioni
"Ha i capelli rossi."
"E' una poco di buono."
"E' colpa sua se sta accadendo tutto questo".
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Faccia di Volpe
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa: Ho avuto davvero tanta difficoltà a scrivere questo capitolo. Cancellato e riscritto per tre volte. Alla fine ho deciso di concludere così. Non è un gran bel capitolo finale, ma spero che possiate apprezzare quello che ho scritto.
Buon lettura di quest'ultimo capitolo della storia di Finch, la nostra FoxFace!


Capitolo Cinque: Home, Sweet Home

Il cibo è bastato per due giorni, ed il giubbetto si sta rivelando davvero utile, e caldo, se non fosse per lo strappo. Maledetto puma. Arrivare a questo punto nei giochi e rischiare di essere sbranati da un animale è impensabile.
Fortunatamente era un felino. Quando mi sono buttata nel ruscello ha rinunciato, e se ne è tornato indietro nei boschi.
La vita sta diventando impossibile qui dentro. Freddo. Freddo a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Stanno cercando di velocizzare i tempi, di eliminare tutti, tranne uno, o due.
“Dobbiamo trovare qualcosa da mangiare” – la voce di una ragazza, e a seguire quella di un ragazzo. L’unica coppia rimasta, i due ragazzi del Distretto 12.
Non mi hanno vista. Continuano a borbottare, poi si dividono. Lei è armata, ha un arco e una faretra con qualche freccia, credo tre o quattro. Lui invece mi sembra disarmato.
Seguire lui è la scelta più ovvia.
Si muove lentamente, zoppica dalla gamba destra. Ogni tre o quattro passi si poggia ad un albero per riprendere fiato.
Se avessi un’arma potrei ucciderlo in men che non si dica.
Strappa qualche foglia, fiori, frutti e bacche. Apparentemente sembra conoscerle, quando poi vedo che prende le bacche più velenose che esistano in tutta Panem, mi rendo conto che non ha idea di cosa stia prendendo. Non conosco molto bene frutti e bacche, ma quelle le riconoscerebbe chiunque vivesse a Panem. Nere come la notte.
Un rumore attira la mia attenzione, ed anche la sua. Non c’è nessuno però. Potrebbe essere la ragazza del suo Distretto che è nei paraggi.
Fa freddissimo, ad occhio e croce sono le due di pomeriggio, massimo le tre, il sole è ancora alto nel cielo, ma tra un paio d’ore comincerà a tramontare. Si toglie la giacca e la poggia a terra, gettandoci sopra tutto quello che ha raccolto.
Furtiva, come sempre, raccolgo qualcosa da mangiare, e prendo gran parte di quelle bacche velenose.
Potrebbero essere un ottimo modo per uccidere qualcuno.
Comincio a muovermi a passo svelto seguendo la direzione del ruscello. La Cornucopia dovrebbe essere ormai abbandonata, ora che i Favoriti sono tutti morti. Tutti tranne uno.
Assorta nei miei pensieri, continuo a muovermi, non curante dei segnali attorno a me. Qualcuno mi sta seguendo, o comunque è vicino a me.
Le bacche strette in mano che ormai sono una poltiglia.
Una risata dietro le mie spalle. “Mi divertivo a seguirti. Mi chiedevo quando ti saresti accorta di me”.
Il biondo del Distretto 2, il compagno di Clove.
Nella mia testa cominciava a crearsi la speranza di poter sopravvivere, di poter vincere, pensando che gli altri avrebbero potuto uccidersi a vicenda mentre io sarei potuta rimanere nascosta, aspettando quei colpi di cannone, e quell’hovercraft che mi avrebbe riportata a casa, nel Distretto 5.
Ora tutto è andato in fumo. Lui è qui, davanti a me, armato fino ai denti, pronto ad uccidermi.
“Vuoi allearti con me per uccidere quelli rimasti?” – mi chiede. Allearmi con lui potrebbe essere una buona cosa. Potrei sopravvivere con lui e provare ad ucciderlo quando i due del 12 saranno morti.
E’ troppo furbo, troppo forte per chiedermi una cosa del genere. Può farcela anche da solo.
“Vuoi delle bacche?” – la mia voce è quasi strozzata, terrorizzata. Lui se ne accorge e quando lo vedo estrarre la spada capisco che è giunta la mia ora. Non è stata una pessima gara, in fin dei conti. L’ultimo vincitore del mio Distretto lo abbiamo avuto anni e anni fa. Nessuno dei nostri tributi era arrivato così avanti nei Giochi.
“No grazie, ho cibo in abbondanza” – allearmi con lui potrebbe essere davvero un’ottima soluzione.
“D’accordo, saremo alleati” – gli dico. Una grossa risata come risposta, e capisco che non è mai stata sua intenzione allearsi con me. Era solo una scusa per non farmi scappare, per avvicinarsi, per uccidermi meglio.
Non sarai tu ad uccidermi, biondino palestrato.
La mia bocca si apre in un sorriso e vedo il suo volto incupirsi.
Sono entrata qui dentro da sola. Sono sopravvissuta da sola. Morirò da sola.
“Peccato” – gli dico. Sguardo interrogativo. Gli mostro la mano in cui tenevo le bacche. Solo una è rimasta quasi intatta.
“Morsi della notte. Letali quanto la lama di una spada” – continuo. “Sai che vuol dire?” – comincia a capire, ma non sembra poi tanto interessato. Suicidarmi o farmi uccidere non è differente, sarò sempre una vittima.
Una vittima, sì, per mia scelta.
“Saluterò la tua compagna di Distretto” – gli dico prima di ingerire quell’unica bacca.
Replica qualcosa, ma riesco a percepire solo una parola: il nome della ragazza, Clove.
I 74° Hunger Games, per il Distretto 5, terminano ora. Io torno a casa. 
 
  
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