Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: Sonomi    25/12/2013    3 recensioni
"Fissava le pareti della stanza senza vederle realmente, cercando di captare ogni piccolo rumore. L’unica cosa che sentiva era il suo flebile respiro. Le luci al neon del lampadario rendevano l’atmosfera circostante molto ospedaliera, e quel paragone non fece altro che accrescere l’ansia dentro le sue membra. Non sapeva come mai, ma la sola idea che quella camera potesse sembrare un ospedale lo terrorizzava abbastanza.
Guardò impotente la porta sbarrata davanti a lui, per poi lasciar scivolare gli occhi sulla scarsa mobilia che lo circondava: un comò di medie dimensioni, un traballante tavolino di mogano e una sedia inutilizzata, considerando che era seduto sul pavimento freddo. Ingoiò l’aria, aspettando che qualcosa accadesse. Ma non succedeva niente da almeno cinque giorni.
Uscirò mai da qui?"
(Taoris, Kaisoo, Hunhan, Baekyeol, Sulay, ChenMin)
(Titolo cambiato! Precedente: "Il college degli orrori")
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sonomi's home: gente, Buon Natale! *O* Sono le 2.23 del 25 e io sono qui ad aggiornare con un mese e mezzo di ritardo. Sono da uccidere, fustigare, picchiare (?) vi chiedo umilmente perdono ç___ç tralasciando questo.. non so come ringraziarvi. Nonostante il mese di assenza la ff è sempre più seguita, sempre più recensioni e sempre più visualizzazioni. Non so davvero cosa dire se non GRAZIE <3 
Non sto a dilungarmi tanto, il sonno mi reclama. (?) Vi amo immenzamente. (?)
Buon Natale <3 
E buona lettura :33



 

Capitolo 17
Verità dolorose.


Jongdae aveva iniziato a sviluppare una sorta di odio profondo verso gli ospedali. Il colore verde chiaro delle pareti, molto smorto e deprimente, mischiato al nauseante odore di detersivo e disinfettante. Odio per le infermiere che regalavano sorrisi inutilmente, odio per i medici sempre di fretta. Odio per ogni porta, ascensore, e chissà cos’altro. Odio, anche, per quelle stupide sale d’attesa, dove era seduto proprio in quel momento. Vicino a lui Yixing e Joonmyun fissavano il vuoto con sguardo inespressivo, mentre Kyungsoo sembrava a stento trattenere le lacrime. Yifan era una statua di cera, mentre Jongdae era semplicemente sconvolto anche solo per poter dire una parola. Aveva ancora davanti agli occhi le barelle con i corpi svenuti di Sehun, Luhan, Jongin e Zitao, caricate di fretta sull’ambulanza; il suono della sirena, assordante; Minseok che seguiva la stessa sorte dei suoi amici, svenendo dieci minuti dopo. A quella scena il cuore di Jongdae si strinse e le lacrime arrivarono a pungergli gli occhi. La situazione stava diventando surreale. 
-Io non capisco..- la voce di Joonmyun gli arrivò debole all’orecchio, ma si voltò comunque a guardarlo. 
-Mm?-
-Cosa li avrà condotti a svenire assieme..? Ci sarà stato qualcosa nella cena?-
-Se ci fosse stato qualcosa nel cibo l’intera scuola sarebbe qui- proruppe Yixing appoggiando la nuca al muro. -Forse un tipo di influenza?-
-Non ha senso!- borbottò Kyungsoo, pronto ad aggiungere un’altra affermazione, ma i suoi propositi vennero immediatamente bloccati dal medico di turno. Il dottor Chung era un uomo sulla quarantina, dall’aria simpatica, ma in quel momento il suo volto sembrava notevolmente perplesso. Entrò nella sala d’attesa con le sopracciglia inarcate, la fronte contratta e una cartellina fra le mani, dando una veloce occhiata a tutti i ragazzi appostati nella stanza. 
-Devo ammettere che i risultati delle analisi mi lasciano vagamente pensieroso- ammise dopo qualche secondo, e si grattò il capo quasi si sentisse a disagio.
-Cosa intende dottore?- balbettò Kyungsoo.
-Alcuni valori sono completamente nella norma: colesterolo, trigliceridi, glicemia, sideremia.. Questi sono perfetti. Ma in tutti ho notato un’alterazione dei globuli rossi e altri valori che di norma noi non guardiamo nemmeno. E’ strano.. È la prima volta che mi capita una cosa del genere in più persone contemporaneamente. Avere dei valori fuori posto ogni tanto non è strano, ma che mi si presentino cinque casi allo stesso tempo.. È pazzesco- continuò l’uomo controllando ancora una volta i dati. 
-Ma.. Per loro è pericoloso?- chiese Jongdae, mentre il panico cominciava ad attanagliarli lo stomaco. Ormai non ci faceva quasi più caso.
-Pericoloso è una parolona.. Ma per sicurezza direi sia il caso di tenerli in osservazione un paio di giorni. Se si fossero semplicemente sentiti male li avrei rimandati a casa, ma con uno svenimento è meglio non rischiare- 
I giovani continuarono a discutere con il medico mentre Yifan si allontanava dal gruppetto, puntando gli occhi oltre la finestra della sala d’attesa. Il vento soffiava forte, filtrando attraverso i rami del robusto albero lì davanti, illuminato vagamente dalla tenue luce della luna. Quella spiccava in cielo, ormai quasi piena, e il ragazzo si perse a guardarla, incantato dal suo biancore. Quanto sarebbe continuata questa storia? Per quanto tempo avrebbe dovuto ancora guardare annunci di sparizioni sui giornali? Per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a mantenere il segreto? Yifan questo non lo sapeva. All’improvviso ebbe una voglia matta di parlare con Byun Baekhyun.

Seoul, ore 05:40

Chanyeol aprì gli occhi lentamente, andando a incontrare la pietra scura. Una gocciolina d’acqua, dovuta alla condensa, tremolò leggermente sulla superficie del soffitto, per poi cadere sulla sua fronte già bagnata dal sudore. Aveva freddo. Ogni muscolo sembrava urlare pietà al di sotto della pelle, ogni osso doleva ad ogni vano tentativo di movimento. Probabilmente era legato. Riusciva ad avvertire lo sfregare dei lacci intorno ai polsi, così come la base dura su cui era steso. A giudicare dalla temperatura sembrava metallo completamente gelido. 
I ricordi erano confusi, quasi sbiaditi. Chanyeol vedeva delle facce, profili simili a fumo, si disfacevano come mossi dal vento. C’era una donna? Forse, ma non poteva esserne certo. Qualche uomo in divisa scura.. Probabile. Ma c’era dell’altro, qualcosa di più importante, qualcosa che il dolore sembrava voler celare. 
-Il ragazzo è qui dentro?- 
Voci fuori dalla sua porta. Era un tono maschile, duro, e a Chanyeol ricordò molto quello di suo nonno ogni volta che lo sgridava per qualche marachella. 
-Si signore. Abbiamo già provveduto- 
Una seconda voce, più sottile, anche un po’ timorosa. Sembrava in soggezione.
-E’ stanotte.. Funzionerà in tempo?-
-Credo di si signore.. Non dovrebbero esserci problemi- 
Chanyeol trattenne il respiro per qualche secondo, tanto che i polmoni iniziarono a fargli male. Gettò l’aria con uno sbuffo, non sopportando altro dolore. Il suo corpo era già abbastanza in uno stato pietoso.
-Kang.. Baekhyun sa che il ragazzo è qui dentro?-
Baekhyun.
Baekhyun.
I tasselli del puzzle ruotarono assieme di colpo, andando a ricomporre completamente il quadro: aveva seguito il suo fidanzato, l’aveva visto salire su un’auto assieme a degli uomini in divisa nera, una donna lo aveva avvicinato e poi.. rapito? 
-Io non credo.. Sarebbe un problema se..-
Altri passi nel corridoio bloccarono la frase pronunciata dalla “voce sottile”, e Chanyeol avvertì uno strano senso di nausea: stava per succedere qualcosa al di là di quella porta, e non solo. Aveva la sensazione che qualcosa sarebbe accaduto anche a lui. 
-Cosa dovrei sapere?- 
Una terza voce si aggiunse alle altre due, e quella Chanyeol l’avrebbe riconosciuta anche in mezzo a una tempesta, in un centro commerciale affollato, ovunque. Tremò come non aveva mai fatto e la nausea sembrò aumentare fino a diventare improponibile. 
-Di quale ragazzo state parlando?- 
La voce di Baekhyun aveva tentennato leggermente, Chanyeol se ne era accorto. In quel momento avrebbe voluto avere la forza di strappare i lacci ai polsi, ma anche se ci fosse riuscito di certo la nausea e i dolori gli avrebbero impedito di stare in piedi. Nessuno rispose al suo fidanzato: il silenzio che si era creato al di là della porta sembrava fatto di piombo, pesante come un macigno e Chanyeol ne ebbe quasi paura. 
-Di chi state parlando?!- 
Questa volta Baekhyun ringhiò quasi e il “prigioniero” avvertì un forte colpo rimbombare per tutta la stanza. Il suo ‘batuffolo’ doveva in qualche modo essere riuscito a sbattere contro la porta uno dei due uomini. 
-Le regole sono regole Byun. Ti avevamo avvisato- affermò la “voce sottile” e quasi si potè sentire Baekhyun trattenere il respiro e sussurrare: 
-Chanyeol..-
Il suo tono sembrava incredulo, ma il ragazzo tirato in ballo stava morendo dentro. Voleva vedere il fidanzato in faccia, capire cosa ci facessero lì entrambi, cosa fosse tutta quella storia. Voleva tornare a casa, guardare uno di quei stupidi film che gli piacevano tanto ma che Baekhyun odiava; voleva infilarsi sotto le coperte assieme a lui e vederlo addormentarsi con quel solito broncio adorabile. Eppure aveva la sensazione che tutti quei momenti non ci sarebbero più stati.
-Mi dispiace Baekhyun.. Non potevamo fare altrimenti- mormorò la “voce dura” e sembrò quasi dispiaciuta. 
-Papà come hai potuto..-
Baekhyun stava piangendo, Chanyeol lo sentiva, e il suo cuore si stava frantumando in mille pezzi. 
-Fammi entrare..-
-Non credo sia il caso…-
-FAMMI ENTRARE!-
Questa volta Baekhyun aveva urlato e Chanyeol cercò di ricordare una volta in cui l’avesse visto arrabbiato come in quel momento. Non aveva nessun ricordo di una simile circostanza. La serratura della porta scattò in fretta e l’uscio si spalancò, portandosi dietro la luce del corridoio. Chanyeol chiuse gli occhi, accecato, per poi cercare di abituarli socchiudendo le palpebre. Tre figure entrarono nella stanza: a sinistra video un uomo sulla sessantina, vestito in maniera elegante, l’espressione gelida e allo stesso tempo ansiosa; sulla destra vi era un altro uomo, dai capelli brizzolati e dai vestiti decisamente più semplici; e poi al centro c’era lui, Baekhyun. Chanyeol lo guardò tremare davanti al suo corpo legato, le lacrime che scendevano lungo la pelle pallidissima del volto; le mani gli tremavano, anzi, ogni suo muscolo sembrava tremare mentre cercava quasi spaventato di avvicinarsi. 
-Baekhyun..- 
Chanyeol riuscì a sussurrare quel nome, e il ragazzo in questione si bloccò di colpo, continuando a piangere con più intensità di prima.
-Vedo che si è svegliato, signor Park- proferì la “voce dura”, ovvero il signor Byun, accostandosi al figlio. Visti così si somigliavano molto. -Come si sente?-
Chanyeol non rispose e si limitò a fissare il fidanzato negli occhi umidi dal pianto, nei quali lesse cose che non avrebbe mai voluto vedere: paura, dispiacere, ancora paura. Il ragazzo si allontanò da suo padre, avvicinandosi al compagno, sfiorandone la fronte con dita tremanti. Era gelido, talmente tanto da sembrare in stato ipotermico. 
-Cosa succede..?- mormorò il prigioniero, e Baekhyun distolse lo sguardo. Cosa avrebbe dovuto digli adesso? La verità?
-Signor Park, penso di poterle dare io una risposta esaustiva- proruppe Byun accostandosi a loro con un sorriso. -Lei è appena entrato a far parte di un grandissimo progetto che seguiamo con dedizione da anni. Diciamo che a causa della sua..uhm.. Spropositata curiosità, siamo stati costretti a farla entrare nei nostri piani, quando in realtà potevamo fare benissimo a meno di lei. Ma sa, se si scoprono cose che non si dovrebbero sapere.. Occorre fare in modo che tali persone stiano zitte- iniziò a spiegare l’uomo, mentre Chanyeol cercava di assimilare quelle informazioni. -
-Cosa mi avete fatto..?-
-Oh, nulla di particolare. Vede la flebo qui vicino? Stanotte le abbiamo iniettato una sostanza particolare i cui effetti, se siamo arrivati alla giusta formulazione, li vedrà questa notte. Sono anni, come le dicevo prima, che tentiamo di trovare la giusta formula ma solo adesso pensiamo di esserci effettivamente riusciti. Molti ragazzi prima di lei sono stati scelti per questo test.. Alcuni purtroppo non ce l’hanno fatta..- e la voce di Byun andò a scemare, come se la cosa lo toccasse realmente nel profondo.
-Abbiamo selezionato quasi tutte le possibili cavie con cura, mandando poi i nostri “uomini speciali” a.. catturarli? È abbastanza triste usare questo termine- ammise l’uomo scuotendo il capo. -Mio figlio Baekhyun è uno di quelli. Veramente bravo nel suo lavoro devo dire, è stato in grado di portarmi qui persone che potevano essere ossi davvero duri sai? Certo.. Questo ovviamente gli è costato parecchio: ha dovuto mentirti, dirti di lavorare per un veterinario quando in realtà è sempre stato al nostro servizio. Io e mie soci apprezziamo davvero la sua dedizione. Ammetto che la tua entrata in scena ha diminuito il suo rendimento, ma l’amore è l’amore, cosa possiamo farci!- e a quelle parole il signor Byun rise, ma la sua risata non aveva niente di divertente. Baekhyun sembrava congelato sul posto, inerme, e fissava Chanyeol negli occhi, come a volerne vedere ogni reazione. 
E il suddetto ragazzo si sentiva confuso. Baekhyun gli aveva sempre mentito. Lo avevano usato come espediente per farlo scattare ad ogni chiamata, ecco il perché di quei messaggi sul cellulare. Ed erano anni che il suo fidanzato rapiva ragazzi per conto di suo padre.. Ad un tratto il suo cuore si fermò e una strana sensazione iniziò a ucciderlo. Erano anni.. Probabilmente fin da quando si erano incontrati per la prima volta, in quel giorno di sole assieme al suo miglior amico Seunghyun..
-Tu..- sussurrò Chanyeol, mentre altre lacrime cominciavano a rigargli il volto. -Sei stato tu!-
-Chanyeol..- iniziò a dire Baekhyun, ma l’altro lo interruppe.
-Sei stato tu.. Seunghyun.. La sua scomparsa..- balbettò il prigioniero, mentre il cuore gli faceva sempre più male. Ora tutto aveva un senso. -Ecco perché ti sei avvicinato a me.. Solo per lui!-
-Non è andata così, io..-
-Bugiardo!- urlò Chanyeol e il fidanzato scattò indietro, spaventato. -Mi hai solo usato..-
-All’inizio poteva anche essere così.. Ma se siamo stati insieme tutti questi anni ci sarà un perché! Io ti amo..- balbettò Baekhyun. -Per me è stato difficilissimo.. Mi sei piaciuto quasi subito, con quel sorriso idiota e la voce profonda.. Portare a termine l’incarico è stato quasi impossibile. I sensi di colpa mi uccidono ancora adesso..-
Chanyeol rise, ironico, per poi piantare gli occhi in quelli di Baekhyun.
-Tu hai ucciso il migliore amico, Byun. A quanto pare la ‘formula’ non era ancora così perfetta eh?- sputò poi, disgustato, voltando il capo dalla parte opposta.
-Chanyeol ascoltami ti prego..-
-Vattene- 
Baekhyun rimase per un attimo congelato sul posto, le gambe bloccate, il cuore distrutto. Quel momento era arrivato, doveva immaginare che sarebbe successo prima o poi. Doveva immaginare che sarebbe stato così devastante. Non trattenne le lacrime mentre voltava le spalle a Chanyeol e si dirigeva fuori dalla stanza assieme a suo padre  al dottor Kang, tanto nulla aveva più senso. La sua vita non aveva più senso. Era proprio come aveva immaginato: ora non c’era più niente in cui credere. La porta della stanza venne sbattuta, e fra lui e Chanyeol venne issata un’altra barriera.
-Mi dispiace, caro- affermò il signor Byun posandogli una mano sulla spalla. 
-Cazzate- sibilò il ragazzo, allontanandosi. -Non vedevi l’ora, dillo..- continuò poi, con cattiveria. -Sai cosa ti dico, papà? Finisce qui- 
-Baekhyun..-
-No. Adesso basta. Continua il tuo stupido gioco da solo. Io ho chiuso- 
-Non puoi! Pensi di potertene lavare le mani così facilmente?!-
Baekhyun si voltò verso suo padre, guardandolo con freddezza. Poi un sorriso spento si dipinse sulle sue labbra. 
-No. Ma la mia pena l’ho appena pagata..- 
E con quelle parole si diresse lungo il corridoio, lasciando dietro di sé suo padre, il dottor Kang, e il ragazzo che amava. 


Seoul, ore 23:58, ospedale.

Zitao spalancò gli occhi di colpo, portando lo sguardo all’ambiente circostante. Era in una camera d’ospedale, con una stupita flebo attaccata al braccio. La guardò con nervosismo e si strappò l’ago dal braccio. Era così irritante. Accanto a lui, steso nel letto, c’era un’altra figura. A giudicare dal profumo che emanava doveva essere Jongin, quell’aroma era distinguibile. Nell’aria però vi erano altre fragranze, e Zitao pensò potessero appartenere a tutte le persone che erano passate per quella stanza: riconobbe l’odore di Kyungsoo e quello di Joonmyun, tremendamente dolci; c’era anche quello un po’ pungente di Yifan. E poi altri, di natura sconosciuta, ma il ragazzo non vi diede peso. 
Si alzò dal letto, stiracchiandosi i muscoli, e per un attimo la testa gli girò velocemente. Si dovette aggrappare alle sbarre del materasso per non cadere in terra, soprattutto quando le gambe presero a tremargli così forte da farlo preoccupare. Alla fine si arrese e si risedette sul letto. Come era finito in ospedale non lo ricordava, ma se c’era pure Jongin doveva essere successo qualcosa. Qualcosa che spiegasse il dolore al corpo, la vista instabile e le continue palpitazioni del cuore.
Zitao si posò una mano sul petto, inspirando ed espirando con calma, ma quella moltitudine di sensazioni non accennavano a smettere. Nel letto accanto Jongin aveva iniziato a lamentarsi mestamente, rigirandosi sotto le coperte, l’espressione del volto contratta. Nella stanza affianco anche Sehun aveva preso a mugugnare, così come Luhan, sveglio e tormentato da dolori lancinanti alla schiena. Così come Minseok, preso da crampi alla testa. 
L’orologio a muro segnava le 00:00 quando tutti e cinque, assieme ad un ragazzo rinchiuso all’interno di un edificio della periferia di Seoul, si girarono a guardare la luna piena splendere fuori dalla finestra. 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: Sonomi