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Autore: The Black Parade    25/12/2013    3 recensioni
L'unica sua soluzione era ritorcergli contro quelle cinque notti passate sola in un letto progettato per due, quei quattro interminabili giorni spesi a parlare con persone che non erano lui, quei tre sogni, davvero troppo imbarazzanti da ricordare, pieni del pensiero di lui e gliel'avrebbe fatta pagare cara per quelle due ragioni che la incatenavano a lui, le ragioni per cui lo amava così tanto.
Fanfiction a più mani, made in The Black Parade.
Merry Black Christmas!
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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My baby’s coming home for

Christmas
 


Black
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Snow was falling all around us
My baby’s coming home for Christmas
I’ve been up all night inside my bedroom


Raramente le era capitato in vita sua di vedere la neve così da vicino: si era trovata a dover svolgere alcune missioni in altri paesi con la bufera e/o affondando con le gambe nella neve fino alle ginocchia; ma mai le era capitato di vedere i fiocchi cadere dal cielo lenti e leggeri come piume. Non era abituata a questo tipo di paesaggio, ma soprattutto non l’aveva mai vissuto. Era la mattina della vigilia di Natale, il primo nella nuova casa a Konoha, e sapere che l’avrebbe festeggiato con tutto quel bianco candore fuori dalla finestra non l’aveva fatta dormire la sera precedente – per quella strana e piacevole sensazione di quiete e tranquillità dell’anima che lascia scorrere in te una piccola vena di emozione e agitazione. Shikamaru sarebbe tornato quel pomeriggio e, anche se non l’avrebbe mai ammesso, non vedeva l’ora che tornasse.

Said that you’ll be with me real soon
So I wait and I wait
But I’ve had as much as I can take


Era rientrata già da qualche minuto e subito aveva cominciato ad affaccendarsi in cucina. Voleva che tutto fosse perfetto per quella sera. Più che altro lo faceva per tenere impegnata la mente, altrimenti, e in barba a tutte le sue abitudini, al suo intero essere, avrebbe anche contato i minuti che la separavano da lui. Sorrise per quel pensiero assurdo. Da quando era diventata così fragile? Ah, già. Da quel dannato giorno nel quale l'aveva incontrato, insinuandosi pian piano dentro di lei, aprendole un mondo nel quale non aveva mai creduto.

‘Cause I got 5 more nights of sleeping on my own
4 more days until you’re coming home
3 more dreams until my dreams come true
2 more reasons why I love you so


Poche ore –soltanto poche, pochissime ore.
Erano quattro dannati e maledettissimi giorni che la Sabaku fremeva per l’imminente arrivo di Nara: pensava a lui mentre era in missione, mentre litigava con i suoi superiori, mentre dormiva, mentre sentiva nostalgia di casa. Iniziò ad affettare le zucchine con tanta foga che quasi si tagliò: odiava sentirsi tanto dipendente da qualcuno…
E in quelle cinque insonni notti aveva avuto modo di pensare seriamente. Si era trasferita a Konoha, aveva accettato il fatto che lui avesse ottenuto un grado ninja così elevato da star via perfino il giorno di Natale, aveva accettato amiche, madre, clan, Hokage, colleghi impiccioni… Ma non aveva ancora accettato la sua quasi incontrollabile e fastidiosa dipendenza da lui.
Be’, era anche vero che Temari custodiva ancora tre sogni finché il suo sogno si avverasse, e (come minimo) due altre ragioni per spiegare quella assuefazione verso quel pigro abulico fannullone.

I got 5 more nights until you’re next to me
4 more days of being lonely
3 more wishes I can make and
If I could make it til Christmas Eve


Ma per il momento desideri e ragioni si sarebbero dovuti accontentare di aspettare buoni buoni, mentre lei continuava ad affettare verdure e carne, immaginandosi almeno la metà delle volte di evirare qualche arto a quel dannato uomo che l'aveva resa così, così... donna. Non che avesse mai avuto problemi con la sua femminilità, eppure adesso prestava più attenzione a cosa indossare, accettava (mal volentieri il più delle volte, ma la strada verso l'eleganza e lo stile era lunga e difficile) consigli ricercati o meno di Ino e bé, per Natale si era concessa qualche regalino profumato da condividere nella vasca da bagno. Infilzò con forza il coltello nel legno del tagliere, sempre più nervosa: se non fosse arrivato in tempo per la cena lo avrebbe sgozzato senza troppi ripensamenti. Dopotutto glielo aveva promesso e lei aveva evitato di uccidere qualcuno, distruggere un negozio di fiori, scatenare una guerra con almeno due paesi (non era colpa sua se quei due cretini di ambasciatori senza arte né parte avevano fatto delle tristi battute) aggrappandosi a quel giuramento con tutte le sue forze.

Then it’s one more sleep
One more sleep until it’s Christmas
One more sleep
Can’t believe how much I missed us


Come a volerla schernire, il dolce in forno le ricordò insistente la sua presenza emanando un terribilmente inquietante odore di bruciato: si lanciò al salvataggio appena in tempo da evitare la catastrofe, con un sospiro di sollievo misto a un ringhio irato. Se c’era una cosa che la faceva incazzare era il fatto che lui, quella sottospecie di Nara incapace di altro se non cheseccaturare allo sfinimento, non si meritava assolutamente lei, il suo tempo, la sua attenzione, la sua concentrazione, la sua femminilità o il suo impegno. Lui non avrebbe fatto altro che entrare, lamentarsi per il freddo o la neve che l’avevano resa così infantilmente felice, mangiare, lanciarle un paio di frecciatine su una eventuale mancanza di sale o strani retrogusti… E sarebbe andato a letto. A dormire. Perché già se lo sentiva, il pesaculo, a borbottare un: « Sono stanco, aspetta domani dai ».
Recuperò il coltello con un ghigno, riprendendo il suo sterminio di innocenti verdure: oh no, certamente non se la sarebbe cavata così facilmente. Gli avrebbe fatto rimpiangere ogni secondo di quella terrificante giornata! Era sicura che ogni suo dilemma interiore si sarebbe facilmente esorcizzato, doveva solo tornare ad essere se stessa e scaricare tutte le colpe sulla sua adorata metà.

Now I don’t think I can remember
Cold and lonely the December
And I find myself sitting at the window
Wondering when you’re gonna get back home
So I try
And I try
But there is nothing I can do to pass this time I got


Però, benché avesse cercato di convincersi che sarebbe riuscita a riprendere il controllo di sé, si ritrovò presto seduta davanti alla finestra, il mento nella mano sinistra, a fissare la strada coperta di neve mentre carne e verdure bollivano. Ad aspettare. E con trepidazione, anche. Alla luce delle considerazioni riguardo al suo amore di poco prima – che con ogni probabilità si sarebbero rivelate veritiere -, la cosa la fece imbestialire più di quanto già non fosse. Scattò in piedi e marciò fino alla pentola, cercando di distrarsi. Non poteva sopportare che quello scansafatiche la rendesse così vulnerabile. Per ripagarla di quel tormento interiore avrebbe dovuto presentarsi a casa con un mazzo di costose rose rosse. Una dozzina, come minimo. In caso contrario avrebbe dato sfogo alla sua frustrazione con tutta la violenza verbale che si era ripromessa – e, se necessario, anche fisica.
« Bel Natale del cavolo » ringhiò a se stessa mentre rimestava nervosamente il cibo, con una foga tale da rischiare di far fuoriuscire l’acqua bollente. « Muoviti a tornare a casa, Nara! »


‘Cause I got 5 more nights of sleeping on my own
4 more days until you’re coming home
3 more dreams until my dreams come true
2 more reasons why I love you so


Scommetteva tutto quello che possedeva, anche la testa dei suoi fratelli e dai, perchè no, anche il ventaglio, che quella sottospecie di larva imparentata con un bradipo la stava facendo aspettare apposta! Alla fine era tutto un complotto ordito ai suoi danni per... Per che cosa?
Ah beh non era mica un suo dovere entrare nella mente malata delle persone che non hanno nulla di meglio da fare.
Lei sì che era una donna impegnata, sì impegnata a... contare i millesimi di secondo che la separavano dal suo arrivo. Questa attesa aveva tirato fuori lati di lei che non pensava di avere come una buona propensione alla matematica e all'enumerazione. Aveva cominciato a contare tutto, ma proprio tutto: dai giorni che passavano insieme, le volte che andavano in un dato luogo, le volte che le sorrideva, che le diceva che l'amava. Era davvero stupido tenersi tutte quelle cose inutili nella memoria, ma non riusciva a farne a meno. L'unica sua soluzione era ritorcergli contro quelle cinque notti passate sola in un letto progettato per due, quei quattro interminabili giorni spesi a parlare con persone che non erano lui, quei tre sogni, davvero troppo imbarazzanti da ricordare, pieni del pensiero di lui e gliel'avrebbe fatta pagare cara per quelle due ragioni che la incatenavano a lui, le ragioni per cui lo amava così tanto.

Until where I’ve been until Christmas Eve
Until I got to sleeping next to you
We’ve got a lot of catching up to do
I just can’t think of missing you
5 more nights on my own
4 more days mhm
3 more dreams, mistletoe

 
Col profumo della cena ad inebriare l'aria, con il fuoco a scoppiettare nel camino, si lasciò affondare tra i cuscini del divano. Il torpore la assalì con infida velocità, e già valutava la possibilità di lasciare il suo stufato a carbonizzarsi sul fuoco. Fu il suono di nocche sulla porta a risvegliarla. E quelle cinque notti pesarono come macigni. E quei quattro giorni bruciarono come lava. E quei tre sogni le martellarono in testa.
Amore.
Famiglia.
Figli.
Si lanciò sul pomello come una furia, e spalancò la porta con malcelata impazienza. Cinque notti sparirono nel nulla. Quattro giorni trovarono senso. E i suoi sogni... « Seccatura, scusa il ritardo, ma a quanto pare liberare il Kazekage dagli impegni diplomatici è una cosa più difficile di quel che sembri. Comunque, sorpresa! » Lo sguardo soddisfatto del suo uomo la avvolse completamente, e ci mise due secondi a saltare tra le braccia dei fratelli. Amore, famiglia, aveva tutto. Mancava l'ultimo dei suoi sogni. Ma aveva cinque giorni di ritardo, quindi chissà...
 
 
 
 





 
 
 
Note:

Fanfiction a più mani con cui il forum The Black Parade (un click sul banner e vi verrete teletrasportati in un baleno!) vuole augurarvi un nero buon Natale!
Le autrici che hanno partecipato sono, nell’ordine:

Warrior Midna
albalau
Clahp
DirtyCharity
May be
Asu chan
michiyo1age
Yangrine

La canzone usata come scheletro della nostra fanfic altro non è che “One more sleep” di Leona Lewis: canzone dolcissima, natalizia e decisamente adeguata alla nostra coppietta!
Qua vi lascio, augurando a tutti un sentito Buon Natale! ♥

 
 
   
 
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