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Autore: Asu chan    25/12/2013    4 recensioni
« Sakura-chan! »
« Sì? »
Si sporse dall’uscio e notò con orrore e imbarazzo che il sorriso del giovane Uzumaki si era allargato a dismisura.
« Starete insieme,
da soli, giorno e notte. E assicurati di stargli sempre molto vicino! »
[Dedicata ad Ato - Black Madness 2012!]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Premessa: la fict è basata sul prompt: A Natale saranno quaranta giorni dall’ultima volta che ho minacciato qualcuno! Godetevela <3




« Il compito di sorvegliare Sasuke Uchiha e di favorire il suo reinserimento nella società di Konoha è stato assegnato a te, Sakura Haruno, su ordine del Sesto Hokage… Che sarei io. »
La giovane dai capelli rosa avrebbe potuto giurare di aver visto un malcelato sorrisetto di malizia incrinare l’espressione seria che Naruto Uzumaki aveva tentato di mantenere quella mattina mentre le comunicava la notizia.
« E l’ordine ha effetto immediato. »
« Quanto immediato? »
« Sei attesa come nuova inquilina nei rinnovati quartieri Uchiha più o meno… ora » sentenziò l’Hokage fissandola con aria malvagiamente soddisfatta.
Quel Naruto…! Pensò Sakura, indecisa tra lo strangolarlo per quell’espressione così palesemente maliziosa guadagnandosi il carcere a vita oppure abbracciarlo per la magnifica opportunità che le aveva offerto.
« Ma… Se posso… Perché io? »
Il giovane Uzumaki la fissò per un lungo istante senza parlare, con lo sguardo di chi sta osservando l’unico idiota che non riesce a notare la cosa più evidente del mondo. Quindi sospirò.
« Gli unici veri legami che Sasuke abbia mai avuto sono quelli relativi al nostro team » spiegò Naruto svestendo improvvisamente i panni del capo villaggio. « Ma sia io che Kakashi-sensei non abbiamo tempo, per ovvi motivi, di occuparci del Teme. Per questo lo chiedo a te. »
E allora perché quel sorriso diabolico, stupido? Borbottò la kunoichi tra sé. Ma essendo il suo compagno di squadra nientemeno che il Sesto Hokage, avrebbe dovuto tenere a freno la lingua. Oltretutto l’ordine che le era stato impartito non le sembrava per nulla sgradevole.
« Va bene » si limitò a rispondere con serietà. Con un cenno del capo si congedò dal biondo e girò sui tacchi avviandosi verso la porta. Era quasi fuori dall’ufficio quando sentì la voce del ragazzo chiamarla nuovamente.
« Sakura-chan! »
« Sì? »
Si sporse dall’uscio e notò con orrore e imbarazzo che il sorriso del giovane Uzumaki si era allargato a dismisura.
« Starete insieme, da soli, giorno e notte. E assicurati di stargli sempre molto vicino! »
La ragazza guardò altrove e uscì dall’ufficio senza aggiungere altro.
 
 
I quartieri Uchiha erano molto più grandi di quanto Sakura si aspettasse: d’altro canto non li aveva mai visti, nemmeno quando il Clan omonimo abitava ancora quegli appartamenti. Il trasloco al loro interno fu comunque relativamente indolore – a parte qualche borbottio contrariato di Sasuke non ci furono problemi di sorta. Il dovere della ragazza era di seguire ogni singolo spostamento del giovane Uchiha senza mai perderlo d’occhio, ma la parte più difficile del suo compito non stava nel sorvegliare il moro (cosa che avrebbe fatto molto volentieri) quanto nel provare a reinserirlo nella società. Il ninja dai capelli neri, infatti, la avvertì con parole secche (e lo dimostrò coi fatti) che ce l’aveva ancora con gli abitanti del Villaggio a causa della faccenda di Itachi.
Sakura aveva appreso solamente alla fine della guerra le notizie riguardanti il fratello maggiore del ragazzo di cui era innamorata e in quel momento aveva potuto finalmente capire il perché di quelle scelte che avevano fatto così soffrire lei e Naruto. E poté comprendere anche che non erano stati gli unici a patire quella separazione: anche il loro compagno di squadra aveva provato molto dolore ed era proprio quella la causa dei suoi gesti violenti e disperati.
I primi due mesi di convivenza, in ogni caso, servirono perché Sasuke si abituasse alla costante presenza della giovane Haruno, che cercava di mantenersi discreta aggirando l’argomento Itachi ed evitando di interferire troppo nella vita del coinquilino. Dimostrò una maturità che il moro non si sarebbe mai aspettato ai tempi della loro promozione a Genin. Nei sessanta giorni successivi il ragazzo mostrò di accettare ormai la presenza di Sakura attorno a lui, per cui lei ne approfittò per provare a riportarlo nella vita di Konoha. Sfortunatamente, come l’aveva ammonita nei primi giorni di convivenza, Sasuke aborriva ogni tipo di contatto con gli esseri umani della Foglia e ogni tentativo da parte della giovane dai capelli rosa cadeva puntualmente nel vuoto. L’unico motivo per cui il moro apriva bocca in presenza di un qualsiasi cittadino era per minacciarlo di morte immediata nel momento in cui questi osava avvicinarsi troppo.
Alla fine Sakura capì che avrebbe dovuto lasciare che tutto accadesse a suo tempo, permettendo a Sasuke di decidere di propria iniziativa quando riprendere i contatti con i comuni mortali.
Fu in questa consapevolezza che trascorse il tempo che la separava dal periodo natalizio. Mancavano pochi giorni al 25 Dicembre e quella sera la ragazza stava tornando a casa dopo essere uscita per acquistare del cibo. Da qualche mese ormai la kunoichi aveva smesso di seguire il giovane Uchiha in ogni dove, permettendogli di condurre una vita più libera. Era convinta che fargli pressione sarebbe solo servito a innervosirlo di più e aveva ottenuto da Naruto la concessione di allentare la sorveglianza su di lui (il biondo si era premurato di sottolineare, con tanto di sorrisetto insinuante, che però che dovevano continuare a vivere insieme).
Proprio per quel motivo stava rientrando da sola attraversando le vie deserte che si immettevano nei quartieri Uchiha. Faceva molto freddo e la giovane dai capelli rosa fu costretta a stringersi meglio nella sciarpa e negli abiti pesanti e ad allungare il passo nella speranza di raggiungere la sua attuale dimora il più in fretta possibile. Fu con sollievo che richiuse la porta alle sue spalle e tolse gli stivali posandoli vicino all’uscio, indossando al loro posto un paio di comode pantofole. Lasciò la sciarpa e il cappotto appesi agli attaccapanni che sporgevano dal muro e si avviò quietamente verso la cucina per depositare il sacchetto che reggeva nella mano destra. Aveva acquistato del latte e un po’ di frutta, perlopiù pomodori, poiché conosceva bene l’amore morboso di Sasuke per quell’ortaggio.
I suoi passi risuonarono morbidi sulle assi di legno del pavimento. A parte quel suono il silenzio in casa era totale.
Probabilmente Sasuke-kun è uscito, constatò tra sé la kunoichi con una punta di amarezza. In quel periodo di convivenza piuttosto lungo aveva sperato che il rapporto tra loro potesse ritornare come quello di un tempo e invece il giovane Uchiha non aveva dato segni positivi. È vero, aveva imparato ad accettare la sua presenza e a rispondere con frasi più lunghe di un paio di sillabe, ma tutto si era fermato lì. E non poteva negare che la cosa la ferisse. Averlo vicino senza poter parlare come avrebbe voluto la faceva sentire anche peggio di quando le era stato lontano.
Con lo sguardo basso entrò in cucina e sospirò amaramente. Sollevò il sacchetto che teneva in mano e guardò al suo interno scorgendo il rosso vivo dei pomodori accanto al bianco del cartone di latte: colori molto adatti al Natale!
È vero, non posso abbattermi proprio in questo periodo! si disse con un sorriso addolcito. Adorava quella festa: l’atmosfera di serenità e pace, le luci, gli addobbi, le famiglie… La possibilità di fare un regalo a chi si ama. Lei aveva intenzione di preparare un pranzo coi fiocchi al suo bell’Uchiha. Ma lui probabilmente non aveva nemmeno pensato a farle un qualsiasi dono: Natale non era una festa da Sasuke, molto semplicemente.
Scosse la testa con forza cercando di ignorare i pensieri negativi e sollevò lo sguardo in tempo per sobbalzare e farsi saltare il cuore in gola: Sasuke Uchiha la stava fissando – probabilmente da quando era entrata nella stanza – a un passo da lei.
Senza dire nulla indicò col mento il sacchetto tra le mani di Sakura, la quale si affrettò a riprendere il controllo di se stessa e a esclamare:
« Ho p-preso del latte e dei pomodori. Mancavano solo quelli per la cena. »
« Mh. »
Il giovane non sembrava interessato nient’altro e si limitò a continuare a osservare la ragazza con i suoi occhi neri come la pece.
Sbaglio o fa improvvisamente caldo? si chiese la kunoichi che iniziava a sentire un calore anomalo salirle alle guance e il cuore batterle all’impazzata. Come poteva quel ragazzo farle ancora quell’effetto da perfetta scolaretta alla prima cotta?
« Beh, immagino che debba riporre il cibo al suo posto » concluse cercando di cavarsi dall’imbarazzante silenzio. Fece per voltarsi verso il frigorifero ma fu bloccata dalla voce bassa e profonda dello shinobi.
« Domani saranno quaranta giorni dall’ultima volta che ho minacciato qualcuno. »
Sakura si voltò di scatto. Sasuke stava guardando altrove e lei non era sicura di averlo sentito davvero.
« Eh? »
« Qualche settimana fa mi hai chiesto di smettere di minacciare i passanti. »
Le aveva risposto continuando a evitare di guardarla e fu in quel momento che la ragazza capì che invece il giovane gliel’aveva fatto un regalo, ed era proprio quello. Immaginava quanto fosse costato al grande Sasuke Uchiha evitare di augurare una morte lenta e dolorosa a ogni essere vivente della Foglia e se lo figurò mentre si mordeva la lingua per trattenersi. Le venne da ridere.
« …Sakura, perché ridi? »
La kunoichi lasciò cadere di colpo il sacchetto con il cibo e gli gettò le braccia al collo senza pensare proprio come faceva quando avevano tredici anni.
« Niente, sono felice! Grazie, Sasuke-kun. »
Colto alla sprovvista, il ragazzo prima borbottò qualcosa e poi ricambiò la stretta con una dolcezza di cui Sakura non lo credeva capace. Appoggiata al suo petto muscoloso, poteva sentire il battito del suo cuore e il calore del suo corpo contro il proprio e tanto bastava a farla sentire al sicuro come mai prima.
Finalmente sentiva il divario di tutti quegli anni di lontananza colmarsi e i pezzi del suo cuore infranto all’epoca della partenza di Sasuke tornare al loro posto. Tutto era di nuovo perfetto. Tutto…
Il momento idilliaco fu rotto da una voce rumorosa che urlò:
« Sakura-chan! Teme! Dove siete? Mi auguro non a fare cosacce perché sto entrando! »
Per loro sfortuna non fecero in tempo a sciogliere l’abbraccio e furono colti in flagrante dal Sesto Hokage che dopo un breve attimo di stupore li fissò entrambi con un sorriso – anzi, un ghigno – che gli andava da un’orecchia all’altra e che esprimeva la soddisfazione più assoluta.
« Ma che teneri. Ne, Teme, la vicinanza di Sakura ti ha addolcito in questi mesi? »
La kunoichi, rossa come un peperone, fece appena in tempo a vedere il debole colorito roseo d’imbarazzo scomparire dalle guance di Sasuke. In compenso i suoi occhi divennero rossi in una frazione di secondo e poté chiaramente sentire il giovane Uzumaki darsela a gambe e ridere come un idiota.
« Naruto, ti ammazzo! » ruggì il moro partendo all’inseguimento.
Sakura sospirò e scosse la testa. In fondo loro due non erano cambiati. Raccolse da terra il sacchetto e i pomodori che erano rotolati sul pavimento e ripose tutto nel frigorifero. La promessa di Sasuke, e quindi il suo regalo, era stata infranta a meno di un giorno dal suo compimento. Ripensò però a ciò che era successo poco prima.
Alla fine, conti fatti, forse aveva guadagnato un regalo ancora migliore.






Angolo dell'Autrice
Buon Natale a tutti! *_* Ve lo auguro con questa cosa mezza romantica e mezza demenziale (la mia mente non può assolutamente partorire qualcosa di troppo serio.)! Come da descrizione è il regalo dedicato ad Ato... che però scrissi l'anno scorso, gomen! Q_Q La pubblicai sul forum delle Black Panthers (che potete trovare catapultandovi qui!) e ho deciso di renderla ulteriormente pubblica quest'anno, perché un po' di SasuSaku fa sempre bene <3 L'amore Black va diffuso ovunque 8D Di nuovo auguri! *-*
   
 
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