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Autore: mareear    25/12/2013    3 recensioni
Jane. Lisbon. Il Natale dopo Red John.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La messa era finita e a Lisbon mancava poco per arrivare alla sua casetta. Aveva quasi paura.
Paura di non trovarlo lì, che lui non avesse voluto andare da lei.
Paura di trovarselo in casa e non sapere cosa dire.
Era evidente oltre ogni limite che lui non ricambiava i suoi sentimenti. Dopotutto, perché avrebbe dovuto?
Strinse le mani sul volante come se volesse romperlo.
'Ecco cosa ti mancava, Teresa, un amore non corrisposto trascinato avanti per dodici anni.'
Si impedì di piangere. Avrebbe fatto di quella sera, un ricordo felice per Jane.
Scese dal SUV titubante, ma poi lo vide. Sotto la misera luce del suo ancora più misero portico c'era Patrick Jane, nel suo completo grigio antracite, seduto sulle scale.
E la guardava.
"Ehi, non sei entrato?" Fece lei, avvicinandosi.
"Ho un grosso problema, Lisbon. Quasi insormontabile." Ammise, posando lo sguardo sulle proprie mani e poi nuovamente su di lei.
"Non sono entrato perché lì dentro" ed indicò la porta "lì dentro non so chi devo essere." Confessò, facendo assumere a Lisbon quell'espressione confusa che metteva su, di norma, solo per lui.
"Al CBI sono per tutti il consulente un pò matto che ne tira fuori sempre una nuova e non mi è difficile tenere quella maschera, sapendo che comunque qualcuno ci vede oltre." Disse, alludendo a lei.
"A casa tua, Lisbon, chi devo essere? Il consulente del CBI mi sembra tanto una presa in giro, ma d'altra parte, il vero me ti ha già fatto abbastanza danni." Concluse con un sorriso amaro.
Poi, guardando via, aggiunse. "Chi ti piacerebbe che io sia?"
Lisbon lo aveva ascoltato, quasi commossa da quelle cose che, lo sapeva, non aveva confessato mai a nessuno.
Avrebbe voluto gridargli in faccia che lo amava, che, dannazione, amava ogni cosa, ogni lato di quella personalità frammentata che si trovava.
Invece se ne stava lì, le mani aggrovigliate sulla borsetta, tremante per il freddo e lo guardava con gli occhi lucidi.
Gli si accucciò davanti, come si fa con i bambini piccoli, per parlare faccia a faccia. Mettendogli le mani sulle ginocchia, lo fece voltare.
Erano vicini, molto vicini.
Sorrise.
"Dio, Jane, sii te stesso, per l'amor del Cielo!" Esclamò, sottovoce, con una voce che, ne era sicura, tardiva più di quanto non avesse dovuto.
Lui la guardò negli occhi, sorpreso, felice. Da quanto non gli veniva chiesto?
Si alzò in piedi, tenendola per le spalle per far alzare anche lei. Lei sorrise, accorgendosi però che una lacrima aveva eluso le barriere che si era imposta.
Jane gliela asciugò in fretta, baciandole poi la fronte.
La teneva stretta a sé, come in un abbraccio. "Grazie Lisbon."
"Ora andiamo dentro, che tremi."
  
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