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Autore: _Pandora_    25/12/2013    6 recensioni
-“Oh Blader che mi avete sconfitto, io vi condanno! Da questo momento in poi voi non sarete più gli stessi! Non verrete più elogiati per la vostra bravura, perché se rivelerete chi siete ai vostri Fan, non sarete creduti e cadrete nelle Tenebre!”- recitò ad alta voce. Poi dopo pochi istanti di silenzio concluse –eh sì, è proprio una maledizione-
-lo sapevo!- esclamò Chao-Xin.
-certo anche voi, andare a rompere le scatole ad una strega… ve la siete cercata-
-proprio perché era una strega andava sconfitta subito- disse Tsubasa.
Gli occhi di Atena si illuminarono –eh sì, hai proprio ragione- disse cercando di non sbavare.
-allora, ci aiuterai?- domandò Nile scansando tsubasa da davanti agli occhi di Atena per farla riprendere.
Lei corrucciò le sopracciglia –ehm… fammi pensare… no- rispose sorridendo tranquilla.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate, Violenza
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Cap. 11: I pro… e i contro

Kyoya sbuffò pesantemente.
Si era svegliato da nemmeno dieci minuti e già aveva capito che quella giornata era pessima.
Si sentiva davvero male, gli dolevano schiena e pancia come se avesse fatto troppa ginnastica e mangiato troppo il giorno prima e ora ne pagava le conseguenze; aveva mal di testa e un forte senso di nausea gli attanagliava lo stomaco.
Inutile dire che gli girava davvero male.
In più ci si metteva anche Nile che andava in clausura per tutto il giorno.
Si ritrovò a pregare che non facesse la fine di Chao-Xin e Atena: in quelle circostanze sfavorevoli almeno un letto lo voleva, soprattutto perché i divani erano davvero scomodi, a detta di chi ci aveva dormito sopra.
“Dannato parco di divertimenti! E’ di sicuro colpa di quella schifosa giornata se sto così!” maledì mentalmente quel funesto giorno nel quale non una singola cosa era andata per il verso giusto.
E, come è ovvio pensare, si ritrovò a maledire anche la svitata causa di ogni sua disgrazia (eh sì, certo, tanto è sempre colpa mia -.-° NdAtena)
Dio, quanto la odiava!
Da quando l’aveva conosciuta ogni cosa andava male.
Maledetto il giorno in cui l’aveva incontrata.
Represse l’ennesimo conato di vomito e rientrò in albergo dopo aver fatto una lunga passeggiata con la speranza di sentirsi meglio.
Mi pare superfluo dire che non aveva funzionato neanche un po’, al contrario…
Si sorprese nel vedere nella hall un gruppetto di ragazze assai conosciute: Tsubasa, DaShan, Chao-Xin, Masamune e, riuscite a indovinate chi altro? Ma Atena ovviamente.
Parli del diavolo e spuntano le corna. Sì, perché giusto diavolo si poteva chiamare quello sfigatissimo gatto nero travestito da donna.
“Sfigatissimo” perché anche lui si rendeva conto che di fortuna ne aveva ben poca.
Emise un verso stizzito e decise di ignorarle e di proseguire per la sua strada.
Se ne sarebbe tornato in camera e sarebbe rimasto lì TUTTO il giorno.
Volente o nolente, Nile avrebbe sopportato la sua presenza, punto e basta.
Avanzò a passo felpato verso gli ascensori. Eccolo, era lì davanti.
Mancavano pochi passi, c’era quasi.
Ancora poco, ancora poco, ancora po-
-Ehi!!!-
“Dio, perché?”
Si voltò molto lentamente e i suoi occhi incrociarono quelli variopinti di Atena che, poco lontano, sorrideva con un’ebete e agitava un braccio in aria in segno di saluto.
“Cavolo, ma non era in clausura?” si chiese, esasperato.
Per un attimo pensò di ignorarla, non era detto che aveva chiamato proprio lei: c’era tanta gente, quel “hei” poteva essere rivolto a Chiunque.
Stessa cosa per il saluto.
Poi però… (poi però Niente! La ignoro e basta, ok? NdKyoya; oi! Non puoi fare come ti pare, sono io la scrittrice, chiaro!? NdPandora; e chi se ne frega! Io faccio quello che voglio! ndKyoya)
Ok, la ignorò bellamente. (contento? >o<°°° NdPandora)
Si voltò di nuovo e riprese a camminare, noncurante del fatto che la bluetta alle sue spalle continuava a sbracciarsi cercando inutilmente di attirare la sua attenzione.
Gonfiò le guance, la ragazza –Uff! Ma che fa, se ne va?- domandò, più a sé stessa che ad altri.
Un luccichio sinistro illuminò il suo sguardo diabolico.
Sorrise beffarda –Che fai, scappi Kyoko-chan?- si assicurò di accentuare le ultime parole di modo che si sentissero chiare e forti in tutta la sala.
Kyoya interruppe bruscamente il suo passo.
Avrebbe voluto sospirare e chiedersi se quella svitata volesse davvero farsi ammazzare, ma non lo fece.
Gli girava troppo TROPPO male per mantenere la calma.
Si voltò di scatto, un’espressione a dir poco incazzata spiccava sul suo faccino femminile.
-URUSAI*!!!!!-
La potenza di quell’urlo fu tale che ad Atena cedettero le ginocchia e si ritrovò schiena a terra e gambe all’aria.
Sollevò il mento con fare altezzoso, la leonessa, e se ne andò per la sua strada, incurante degli sguardi sconvolti di presenti.
O meglio, fece qualche passo e si fermò poiché dovette aspettare l’arrivo dell’ascensore.
Diciamo che non fu proprio una buona uscita di scena la sua…
Sdraiata in mezzo alla hall, Atena aveva attirato non poco l’attenzione, tant’è che era stata circondata da una folla di curiosi che comprendeva sia turisti che addetti alla sicurezza e cameriere; tra i tanti volti riconobbe anche quello del facchino che le aveva strappato la pianta di mano impedendole di salvarsi da Benkei.
-Tch- emise un verso stizzito, la bocca si contorse in una smorfia.
-Per quanto ancora vuoi rimanere lì per terra?- domandò Masamune, chinandosi su di lei.
La bluetta sospirò e si tirò stancamente a sedere –Guarda che il pavimento è più comodo di quanto pensi- replicò scocciata.
Rimase immobile alcuni istanti, in attesa che qualcuno si offrisse di aiutarla a tirarsi su, ma poiché nessuno si faceva avanti dovette alzarsi da sola.
-Immagino nessuno di voi conosca il galateo- bofonchiò, pulendosi brevemente la gonna color pesca.
DaShan si affrettò ad allontanare la folla di curiosi, così da poter riprendere la conversazione che stavano facendo prima di notare Kyoya.
-Scusa ancora per prima, non avremmo dovuto lasciarti andare da sola con Benkei- esordì Tsubasa quando furono finalmente soli.
Atena inspiegabilmente arrossì –Ma figurati! Comunque non c’era motivo di preoccuparsi, io sono forte, so cavarmela da sola- esclamò atteggiandosi.
L’albina si sorprese nel notare che quella non era la prima volta che Atena diceva una cosa simile.
Sin da quando la conosceva, si era sempre comportata in modo bizzarro e sconclusionato, mettendosi più volte in guai seri e non, ma ogni volta non aveva chiesto l’aiuto di nessuno.
Qualunque cosa le succedesse, sia che fosse grave oppure no, si rialzava sempre, vantandosi dei suoi successi.
Anche al luna-park, quando dopo tanto cercare lei e Yu l’avevano trovata, aveva detto una frase del genere.
Atena si era sempre distinta per questo, per la sua capacità di tirarsi fuori da ogni guaio “senza un graffio”.
Un po’, doveva ammetterlo, la ammirava.
Una ragazza capace di portare sulle spalle il peso di ogni successo e fallimento.
Una ragazza capace di sorridere in qualsiasi situazione, anche la peggiore.
Una ragazza capace di coinvolgere chi le stava accanto semplicemente impegnandosi un po’.
Una ragazza capace di riuscire in tutto senza l’aiuto di nessuno.
Una ragazza in grado di fare tutto da sola.
Una ragazza del genere…
Quanti lividi le segnavano il cuore?
Si riscosse dai suoi pensieri notando che la conversazione stava continuando.
-Anche volendo non avremmo potuto aiutarti- butto lì DaShan –Sai com’è, dovevamo occuparci di Chao-Xin-
La cinesina al suo fianco la trapassò con uno sguardo –Non ho bisogno di una badante, chiaro?-
A quanto pare si era ripresa almeno un po’ dallo shock.
Uscire dalla sua stanza era stata un’ottima idea, doveva ammetterlo.
Però… le sarebbe tanto ma tanto piaciuto sapere che fine aveva fatto Benkei.
Così, giusto per sapere.
-Comunque…- continuò DaShan –mi piacerebbe davvero sapere come mai Kyoya era più di malumore del solito-
Masamune ridacchiò divertita –Forse perché Atena l’ha chiamata Kyoko-chan-
La risata di Chao-Xin si unì alla sua.
Doveva decisamente smettere di pensare a quel ciccione, ormai stava diventando un chiodo fisso.
Così faceva il suo gioco, e non doveva assolutamente!
-Io non mi preoccuperei troppo per lui- si intromise Atena –Gli gira sempre male- appoggiò le mani sui fianchi con fare irritato –Cavolo, quanto non lo sopporto! Se fosse una donna penserei che ha il ciclo tutti i giorni-

Kyoya, o meglio Kyoko, starnutì sonoramente.
Tirò su con il naso, qualcuno stava parlando male di lei.
Quella non era decisamente la sua giornata.
Premette di nuovo il tasto dell’ascensore: sì, lo stava ancora aspettando.
Il fatto era che non le andava di prendere le scale, era troppo spossata.
Sospirò pesantemente, e si chiese per quale motivo quella mattina aveva deciso di alzarsi nonostante avesse già capito che era una giornata no.
“La stupidità di quella svitata mi sta contagiando” si rispose.
Una fitta alla pancia lo fece quasi piegare in due, proprio mentre le porte dell’ascensore finalmente si aprivano.
Ma cosa c’era che non andava in lei? Perché stava così male?
-Devo andare in bagno- si disse ad alta voce, abbandonando definitivamente l’idea di tornare in camera.
Diede una veloce occhiata in giro e, trovata l’insegna che contrassegnava il bagno, si diresse a passo svelto in quella direzione.
Stava per varcare la porta di quello degli uomini quando una cameriera la bloccò e le indicò l’entrata accanto: il bagno delle donne.
Dio, che umiliazione!
Perché doveva abbassarsi a fare una cosa simile?
E poi che diavolo ci faceva una cameriera vicino al bagno?
Sbuffò, e dopo aver deglutito varcò la soglia.

-Uff, è prima mattina e già sono stanca- mormorò Atena stirandosi la schiena.
-E’ perché hai avuto un incontro spiacevole- esclamò Chao-Xin fermamente convinto di ciò che stava dicendo –Anch’io sono nelle tue stesse condizioni-
La ragazza dai capelli color indaco si massaggiò il mento pensierosa –Hmm… Che cosa si fa in momenti come questo?- una lampadina si accese sulla sua testa –Lo so! Si va a mangiare un buon gelato!-
Lei e la sua logica.
Aveva appena detto che era stanca, come le veniva in mente di prendersi un gelato?
Non c’erano gelaterie nei paraggi, per trovarne una bisognava camminare parecchio.
Solo una ragazza svitata come lei avrebbe accettato una proposta simile.
-Ci sto-

Madoka? Quando era arrivata Madoka?
Aspetta, ma Madoka non era una ragazza svitata.
-Allora andiamo subito- aggiunse Chao-Xin.
Sì, proprio Chao-Xin.
DaShan strabuzzò gli occhi e per poco non morì d’infarto a sentirgli dire quelle cose.
Bisogna dire però che la cosa più sconvolgente era il fatto che quelle parole erano accompagnate da un dolce quanto energico sorriso.
Il tutto era così… -femminile-
-Eh?-
In un istante tutta l’attenzione fu su DaShan.
-Chao-Xin, sembri davvero… una ragazza-

Mai l’avesse detto.
Prima che chiunque potesse fare o dire qualcosa, Chao-Xin era già diventato di pietra.
A preoccuparsi per lui però ci fu solo Tsubasa.
Masamune era troppo impegnato a ridere di gusto, e DaShan era “statico”.
Atena invece…
-Ehi, cos’hai contro le donne!?- esclamò Atena irritata.
Bhé, Atena non aveva capito niente, anzi… Aveva preso la frase di DaShan come un insulto verso il genere femminile e si era davvero arrabbiata.
Che poi, secondo quale logica sarebbe un insulto una frase simile? Ah sì, secondo la sua. (Come mai questo mi sembra tanto un insulto? -.- NdAtena)
-Dai Madoka! Ti assicuro che non lo sapevo!- una voce familiare colse il gruppetto piuttosto di sorpresa, facendo zittire Atena e riscuotendo sia Chao-Xin che DaShan.
Tutti si voltarono verso le scale, dalle quali era provenuta la voce, e si trovarono di fronte ad una scena piuttosto, anzi no, terribilmente bizzarra: Madoka leggermente rossa in faccia che, con fare scocciato e altezzoso, ignorava bellamente Ginka, anche lui rosso in faccia e con un’aria davvero dispiaciuta.
Atena sollevò un sopracciglio –Tutto ok?-
La mora sbuffò e incrociò le braccia al petto, un lieve rossore permanente sulla faccia –Affatto-
-Non dire così- intervenne Ginka –Non ho visto niente, lo giuro!-

-Come mai questa frase mi suona dannatamente perversa?-
-Atena!- la ammonì Tsubasa, al che la ragazza dagli occhi variopinti gonfiò le guance -Scusa Tsu-kun, ma hai sentito che ha detto? “Non ho visto niente”, significa che c’era qualcosa da vedere no?-
-Discorso che non fa una piega?- non si sa bene se quella di DaShan era un’affermazione o una domanda.
Il fatto era che di solito quello che diceva Atena non era sensato, ma stavolta filava.
Soprattutto vista la reazione di Madoka e Ginka, che erano avvampate in modo anormale.
Tsubasa intervenne a difesa delle povere due, che vista la situazione stavano rimpiangendo di essere scese nella hall –Comunque non sono affari nostri-
Gli sguardi che le due le rivolsero furono di pura adorazione e gratitudine, talmente espressivi da infastidire Atena che non voleva nuovi rivali.
Stava già per “attaccarli” (verbalmente?) quando un grido squarciò il cielo (Ma che roba è? Mica siamo in un giallo -.- NdMadoka) catturando l’attenzione di tutti i presenti.
La prima a muoversi fu Atena, i cui riflessi furono inaspettatamente più svelti di quelli degli altri.
-Veniva dal bagno!- disse più a sé stessa che agli altri.
Con uno scatto felino si fiondò davanti alla porta della toilette femminile e, senza troppe cerimonie, la aprì.
Mai l’avesse fatto.
La scena che le si presentò davanti la lasciò senza fiato: Kyoya stava in ginocchio in mezzo alla stanza, con un’espressione a dir poco sconvolta.
Agì d’impulso.
Chiuse la porta alle sue spalle, se possibile a chiave, non badando a Masamune che arrivava di corsa tutta trafelata.
Tale Masamune correva talmente forte che non poté frenarsi davanti all’inaspettata porta “comparsa dal nulla”, e vi finì clamorosamente contro.
Quando gli altri la raggiunsero era già stesa a terra come un tappeto, con il sangue che le usciva a fiotti dal naso.
Non sapendo cosa aveva appena fatto alla povera compagna, Atena si concentrò su Kyoya.
Si inginocchiò accanto a lei.
-Kyoya, tutto ok?- domandò preoccupata.
Quella si voltò lentamente verso di lei e le rivolse uno sguardo a metà tra lo sconvolto e il disgustato.
La ragazza dagli occhi variopinti, non ricevendo risposta alcuna, prese a squadrarla alla ricerca di un qualsiasi dettaglio che le facesse capire cos’era successo.
Si sorprese nel notare una macchia rossa sulla gonna dell’amica.
Accidenti, chissà se si poteva togliere una macchia così grande e scura!
Forse con un po’ di olio di gomito… No, si sarebbe scolorita.
Era da buttare e ricomprare.
Uff, e dire che era nuovissima…
Quando se l’era sporcata?
Ma soprattutto, con cosa?
Sì, bella domanda, cos’era quel liquido rosso-

Il flusso dei suoi pensieri si interruppe.
Sangue, ecco cos’era.
-Oddio Kyoya, sei ferito?!- domandò spaventata.
Ma il cenno di diniego in risposta le indicò che non era così.
Non era ferita ma era sporca di sangue… Hmm…
Una lampadina si accese sulla testa della bluetta –Hai ucciso qualcuno!-
Da in ginocchio che era, Kyoya si ritrovò inspiegabilmente sdraiato per terra.
-Ti prego dimmi di no!-
Il ragazzo, ora ragazza, ringhiò in risposta, senza alzarsi dalla sua posizione.
Atena inarcò le sopracciglia –Allora… Hai soccorso qualcuno ferito?-
*vena che pulsa*
Kyoya stava per rispondere, ma la ragazza dai capelli indaco fu più veloce di lei e continuò con le sue supposizioni –No, aspetta, scommetto che hai soccorso una donna incinta!-
Crack *rumore di vena che si rompe*
-Smetti di dire stronzate svitata!- gridò scattando in ginocchio e afferrandola per le braccia –Guardati intorno, vedi qualcun altro oltre a noi due!?-
Atena sbatté la palpebre confusa e spaventata.
Dopo un momento di smarrimento, diede una rapida occhiata tutt’intorno e constatò che non c’era effettivamente nessuno oltre loro due.
-Ma allora…-
Si zittì, e si concentrò sulla zona macchiata della gonna.
Spalancò gli occhi –Non me lo dire-
Kyoya voltò il capo per non incrociare il suo sguardo.
-Kyoya… Hai il ciclo-
La leonessa sgranò gli occhi come se un extraterrestre le avesse appena parlato in una lingua aliena sconosciuta.
Credendo non avesse capito cosa intendeva, Atena si affrettò a spiegare –Il ciclo. Le mestruazioni. Non sai cosa sono?-
Fece per iniziare chissà quale imbarazzante discorso, ma l’interlocutrice la interruppe bruscamente –Certo che so cos’è!- esclamò nascondendo una punta di disagio –Ma io sono un ragazzo-
La ragazza dagli occhi variopinti prese un respiro profondo e appoggiò le mani sulle spalle della compagna –Quello che sto per dirti ti farà male: eri un ragazzo, sei una ragazza-
E come le tante altre volte in cui le era stata ripetuta quella sgradevole frase, Kyoya rischiò uno svenimento.
In preda ad una crisi di nervi, scansò con poco garbo le mani di Atena, la afferrò per il giacchetto e la scosse con inaudita violenza –Ma questa è una trasformazione temporanea, no? Non definitiva, no? Una cosa del genere è impossibile, no? Non ha senso, giusto?-
-Piano Kyoya, così mi sbatacchi il cervello- si lamentò la bluetta con quasi gli occhi a girandola.
-E allora tu rispondi!-
Con qualche (tanta) fatica, la blader sotto il segno del cigno si liberò dallo spiacevole “sbatacchiamento” e, una volta prese le dovute distanze dall’instabile compagna, iniziò a spiegare le sue supposizioni –Probabilmente questa “trasformazione” è più profonda del previsto e, come ogni cosa in questo mondo, ci sono dei pro e dei contro-
La leonessa alzò un sopracciglio –Mi vuoi far credere che ci sono dei pro nell’essere una femmina?-
-Certo che ci sono! Per esempio noi ragazze siamo più leggere e snodate-
-Se lo dici tu… Comunque vuoi forse farmi credere che siccome adesso ho un corpo femminile devo sorbirmi tutti gli svantaggi-
Atena ci rifletté un po’ sopra (o meglio fece finta di riflettere), poi con totale nonchalance rispose semplicemente –Sì-
Era incredibile come riuscisse ad essere schietta e diretta nelle situazioni critiche, o in quelle nelle quali serviva un po’ di tatto.
Forse, in quel momento, non si rendeva conto di chi aveva davanti…
Di nuovo Kyoya sembrò svenire, forse la situazione era più complicata del previsto.
-Dai Kyoya, non preoccuparti-
L’occhiata di risposta della neo-ragazza le fece capire che era meglio se stava zitta.
La bluetta però non si arrese –Keep calm and relax**, ci penso io ad aiutarti!-
-E cosa avresti intenzione di fare?-
La ragazza si alzò in piedi e si pulì brevemente la gonna –Intanto vado a prenderti qualcosa per cambiarti, poi noi due andiamo a fare compere-
La leonessa tirò fuori un’espressione a dir poco straziata –Un’altra volta?-
-Sì, ma stavolta sarà uno shopping di piacere e comodità- porse all’amica-nemica una mano per aiutarla ad alzarsi, ma quella la scansò senza ritengo e si tirò su senza problemi.
-Allora aspettami qui. Prendo una delle mie tute e…- si bloccò.
-Bhè, che c’è?-
-Come facciamo per le mutande?-
Kyoya per poco non si strozzò con la sua stessa saliva –Ma che domande sono!?-
-Dovrai pur cambiartele, no? Le vado a prendere in camera tua, ok?-
-No! In camera mia non ci puoi entrare!-
Atena gonfiò le guance –E perché?-
-Perché c’è Nile che sta riposando- rispose semplicemente, senza dare troppe spiegazioni.
-A quest’ora? Non è il caso di andarlo a svegliare?-
-Lascialo in pace!-
La risposta fu forse un po’ troppo enfatica, infatti la bluetta si tirò indietro spaventata; dissimulò poi voltandosi di spalle e avviandosi verso la porta –Ok, allora tieniti quelle che hai- borbottò scocciata –Chiuditi in un bagno e aspettami, io torno subito-
A malincuore la leonessa obbedì e si chiuse in una delle tante toilette, mentre la blader di Burn Linx si avviava verso la porta.
Quando stava per aprirla sentì un fastidioso vociare, e allora vi si accostò per capire cos’era successo.
C’era decisamente un numero eccessivo di persone lì davanti, considerando che quella era una toilette; udì diverse frasi come “Chiamate un medico, è svenuta” o ancora “Presto, sta sanguinando” e dedusse che qualcuno si era sentito male prima di entrare in bagno.
Si sentì un po’ in colpa all’idea che probabilmente era a successo a causa sua, che aveva chiuso a chiave la porta, ma non avendo tempo da perdere accantonò la cosa e, per evitare problemi, decise di uscire passando per una finestra.
Inutile dire che l’unica finestra lì presente era Parecchio Piccola e molto In Alto, e lei fece una fatica immane ad arrivarci e a passarci dentro, cadendo più e più volte e sgraffiandosi contro il telaio non proprio in perfette condizioni.
Ne uscì disastrata, tutta scompigliata e con fastidiosi segni su spalle, braccia e gambe.
-Brava me che per fare la smorfiosa mi sono agghindata invece di mettermi un vestito comodo- si disse con astio mentre faceva il giro dell’edificio (la finestra del bagno dava sul retro dell’Hotel) per raggiungere l’entrata principale; una volta dentro, lanciò un’occhiata curiosa al gruppo di persone davanti ai bagni, tra le quali le sembrò di scorgere anche Tsubasa, poi si concentrò sulla sua “missione”: corse di sopra (esatto, prese le scale), entrò in camera, recuperò una delle sue tute e tornò di sotto, uscì, tornò sul retro dell’albergo e, con ancora più fatica di prima, passò per la finestra e rientrò nella toilette, lamentandosi a gran voce.
Sentendo tutto quel baccano, Kyoya uscì dal suo “nascondiglio” e la raggiunse.
La lanciò un’occhiataccia quando la vide sdraiata in malo modo sul pavimento –Che stai facendo?-
-Riprendo fiato- le venne risposto.
Dopo un paio di minuti, la bluetta era di nuovo in piedi e le porgeva la sua tuta –Cambiati-
La compagna obbedì, si cambiò in fretta e infilò i vestiti sporchi in una busta (portata da Atena) che poi avrebbe buttato (purtroppo a parte maglietta, stivali e guanti, nulla era recuperabile).
Fece per andare verso la porta ma venne tempestivamente bloccata –Da lì non si passa-
-E come vorresti uscire allora?-
La blader indicò la finestra, e ricevette in risposta uno sbuffò contrariato.
In due fu più facile raggiungere la piccola finestrella, ma come al solito fu un vero e proprio supplizio passarci attraverso.
Una volta compiuta “l’ardua impresa”, le due erano pronte per andare a fare compere.
-Prima di tutto andiamo in un supermercato- cominciò a dire Atena e ricevette un’occhiata confusa in risposta –A fare che?-
-A comprare gli assorbenti-
Di nuovo Kyoya la fissò come fosse un’aliena, ma stavolta lei la ignorò e continuò a parlare –Poi si va in un negozio di vestiti per comprare della biancheria pulita e una tuta più confortevole della mia; e dopo andiamo a comprare un paio di scarpe da ginnastica, che sono più comode: stivali e tuta non vanno d’accordo- stava per aggiungere qualcos’altro ma venne interrotta bruscamente -Frena frena frena! Stai correndo troppo!-
Come al solito Atena fu molto semplicistica –Affatto. Comunque stavo pensando che dovresti indossare della biancheria femminile-
Straparlò un altro po’, poi si accorse che la leonessa era rimasta indietro, non solo nel discorso ma anche fisicamente; tornò indietro e le si fermò accanto.
La domanda di Kyoya fu molto diretta –Sei seria?-
-Riguardo alla biancheria? Sì. Devo dire che solo a pensare a un maschio che si mette della biancheria femminile mi viene il voltastomaco, però adesso sei una donna quindi è la cosa più logica- prese fiato –Con delle mutandine avrai meno problemi con l’assorbente, mentre un reggiseno è necessario per contenere la tua “strabordante” quarta-
Si zittì un attimo, poi gonfiò le guance infastidita –A pensarci bene mi fai una rabbia… Io sono una femmina e ho a mala pena una seconda, e arrivi tu che sei un uomo e porti una quarta. Grr, che rabbia!-
Ok, Kyoya si era decisamente persa.
Il fatto era che gli scleri (sì, scleri) di Atena erano davvero difficili da seguire!
Di che diavolo stava parlando?
Seconda, quarta…
Ma che…?!
Scosse la testa, accantonando tutti quegli interrogativi impossibili: ora aveva altro a cui pensare.
-Ti prego- sputò a fatica, catturando l’attenzione della bluetta –Tutto ma non questo-
Quella sbuffò –Va bene, vada per la biancheria maschile-
La leonessa sospirò sollevata.
Sapeva che Atena quando si impuntava su qualcosa poteva essere temibile, ma per fortuna oggi non sembrava in vena di insistere.
-Allora andiamo?- domandò la ragazza dagli occhi variopinti.
In risposta, Kyoya scosse il capo in segno di assenso.

*Urusai = Sta’ zitta
** Keep calm and relax = Mantieni la calma e rilassati







.: Angolo dell'Autrice che augura a tutti Buon Natale e Buone Feste :.

Ehilà!
Salve a tutti gente, come va? Io sto bene.
Buon Natale, Buon Anno, Buone Feste a tutti! Godetevi le vacanze finché durano!
Dunque dunque... Che dire?
E' da tantissimo tempo che non aggiorno questa fic, mi sento così in colpa... Sia verso di voi lettori, che avete aspettato tanto, sia verso
Change! stessa, a cui tengo tantissimo.
Non prometto di non fare più ritardi negli aggiornamenti perché so che mentirei (non sono mai stata brava a mantenere le promesse), comunque spero di non fare mai più ritardi abissali come questo.
Spero vivamente che questo chap di ben 8 pagine di Word vi sia gradito, mi ci sono impegnata.
Di nuovo Buon natale a tutti, in particolare a
Wolf_ White_, Xima_, Kisha_Uzumaki, Purple_Rose, Kya88ryu, Maid Yuuki_Cross, LoScandalo, che hanno recensito il chap 10, ma anche a LittleCobaltThings, che mi ha mandato un mp chiedendomi di continuare questa fic: questo capitolo è il mio regalo per tutti voi.
Un bacio, e ancora auguri a cascate.

_Pandora_
  
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