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Autore: Stilistire    25/12/2013    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Mattia_De_Sciglio]
Irene è, o per meglio dire era una pattinatrice. E pensate un po'...questa storia inizia proprio una vigilia di Natale, come oggi che la pubblico. Irene è costretta a partecipare ad una cena tra degli amici di famiglia dove incontra anche Mattia. Mattia De Sciglio.
Dal capitolo 1:
-Ah vi siete già conosciuti?- la voce di papà mi copre la spalla da dietro. - no..ecco...in realtà no- esclama il ragazzo sorridendo a mio padre. - Mattia lei è Irene, mia figlia. Irene, lui è Mattia De Sciglio, il figlio di un mio caro amico-.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Non ci si innamora molte volte nella vita e questo lo dico da innamorata. Non so se questa sia la volta buona, ma almeno lo è stata fino ad ora. Fino ad oggi che scrivo la mia vita, la mia storia d'amore. Si dice che quando si ama è tutto più bello, la vita migliora e forse è vero. L'amore rende liberi da tante cose, ma non vuol dire che non te ne crei altri di pensieri. Ma ne vale la pena, io lo amo e ne vale la pena. So solo che tutto quello che faccio lo faccio da innamorata. Oggi. Ieri. Ora. E spero anche domani. E ricordate che l'amore fa amare. ______________________________ - Non passerai un'altra vigilia di Natale lì a casa da sola! E poi sai quanto tuo padre ci tiene!- ordina mia madre scendendo dalla lunga scalinata che collega le camere del piano superiore alla cucina al piano terra. - Mamma, la vigilia è un giorno come un altro!- esclamo io ruotando gli occhi al cielo. - Anche l' anno scorso sei stata casa ad ingozzarti di pop-corn davanti al televisore, ora sei guarita e dovrai pur uscire!- rimbomba la voce di mia madre tra le mura del salone. - Cosa hai contro i pop-corn? E poi non ho proprio voglia di dover fare la vittima davanti ai simpaticissimi amici di papà- accento io. - Non ti preoccupare che non sono gli stessi di anno scorso! Quest'anno papà ha detto che farà una rimpatriata di vecchi amici! Nemmeno a me ha voluto svelare il segreto!- esclama mamma tutta felice. - Il tuo vestito è sopra il letto!- . Annuisco svogliatamente. Salgo le scale, ci devo andare, me lo hanno 'ordinato'. Dopo tutto la mamma ha ragione. Da quando ho avuto quel brutto infortunio non sono più uscita un granchè, ma semplicemente non ne avevo voglia. Non avevo voglia e non ne ho tutt'ora di essere compassionata da gente che crede che io soffra. Io non soffro. Se non ho più il coraggio di ricominciare con la mia carriera da pettinatrice per l'infortunio, non c'è problema. Non si devono preoccupare di me. Io me la devo cavare da sola. Io amo e odio il pattinaggio allo stesso tempo. E forse l'unica cosa che mi serve ora è ​ Il vestito che mamma mi aveva comprato sta sopra il letto. Ancora bello imbandito dentro la busta di carta di Zara. Vicino alla busta un pacchettino di colore rosso e un bigliettino. "Buon Natale" leggo scritto sopra. "I tuoi genitori" trovo scritto sotto. Lo apro e trovo una collanina con un piccolo diamantino blu. E ancora un altro piccolo biglietto all'interno. "Il blu è il colore della speranza, del coraggio, della forza e tu ne hai tanta. Questo è solo per ricordarti chi sei". Trovo scritto sopra. "Quanto vi voglio bene" penso. "Nemmeno me lo merito", recito ad alta voce senza farci caso. Allaccio la collanina e mi vesto. Mamma ha sempre dei bellissimi gusti in fatto di moda. Da giovane faceva la sarta e si vede. Un abitino fino al ginocchio blu notte, maniche lunche fatte di velo trasparente blu. E poi la collanina che lì cade a pennello. Scendo le scale e i miei genitori sono lì sotto ad aspettarmi. -Quanto vi voglio bene! Non dovevate!- dico andandoli ad abbracciare calorosamente. - non ci devi ringraziare, ti meriti tutto il bene del mondo!- esclama mamma. Papà parla di più con il cuore. -andiamo?- domanda papà guardandosi attorno. Io e la mamma annuiamo. Non so nemmeno dove stiamo andando, finché non mi ritrovo davanti una bella villetta di campagna simile alla nostra. Un amico di papà ci fa accomodare. Siamo circa 30 persone. Tutte sulla quarantacinquina o poco più. Tranne io. Scavalco l'uscio e arrivo in sala. Faccio quasi a spallate per poter passare e mettermi seduta. Non ho superato da tanto l'infortunio e la gamba dopo un po' si inizia a stancare. In una casa così grande e spaziosa mi immagino miliardi di poltrone e poltroncine invece ce n'è solo una ed anche occupata. Occupata da un ragazzo che avrà più o meno la mia età. Il ragazzo vede la mia intensione di andare a sedere, ma la poltrona è sotto il suo sedere. -Ti vuoi accomodare?- domanda alzando il sopracciglio destro. - non disturbarti- dico naturalmente. -Ah vi siete già conosciuti?- la voce di papà mi copre la spalla da dietro. - no..ecco...in realtà no- esclama il ragazzo sorridendo a mio padre. - Mattia lei è Irene, mia figlia. Irene, lui è Mattia De Sciglio, il figlio di un mio caro amico-.
  
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