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Autore: Yasha 26    25/12/2013    12 recensioni
Qui seduto ai piedi del tuo letto, come ogni notte degli ultimi dieci anni, ti osservo dormire.
Per secoli la mia anima ha pianto lontana da te amor mio. Non ho rivisto il tuo volto per oltre cinquecento anni. Poi come se nulla fosse sbuchi sulla mia strada, piccola e indifesa, inseguita da uno yōkai di scarso rango. Mi chiami, mi riconosci, poi svieni.
Da quel giorno non mi sono più staccato da te, con la speranza che ti ricordi ancora di me, della nostra vita insieme, del tuo passato. Che la tua anima mi riconosca e ti faccia ritornare come un tempo, la yasha più potente mai esistita, la mia sposa e la mia regina, la regina del regno degli yōkai....
Tu non sai neppure chi io sia, o almeno non sotto questo aspetto. È solo il tuo cuore a riconoscermi anche dopo cinquecento anni. La tua mente vive nel presente, come Kagome Higurashi, bellissima sedicenne e studentessa liceale.
Come sono lontani i giorni in cui eri la mia amata Himeyasha. Ma ti riavrò con me, ne sono sicuro!
STORIA IN REVISIONE
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Riapro a fatica gli occhi. Ho un gran male alla testa. Mi sollevo a sedere e mi guardo intorno.
Mi trovo in una camera lussuosissima, con arazzi pregiati alle pareti, mobili preziosi e ben curati, lenzuola di seta bianche, un sacco di cuscini…ma dove mi trovo?
Mi è familiare tutto questo, o meglio, a Himeyasha è familiare.
Mi guardo capelli e mani. Sono ancora diversi dai miei, da quelli di Kagome.
Voglio alzarmi però mi è impossibile perché mi accorgo di essere senza vestiti. Perché?
-Ti sei svegliata finalmente. Come ti senti?-         mi chiede InuYasha appena entrato nella camera e attirando la mia attenzione
-Io…no lo so. Dove sono?-     
-Sei a casa, nel nostro palazzo. Questa è la nostra camera da letto.-       mi spiega sedendosi accanto a me
Lo guardo vestito in questo modo così strano. Quei capelli argentei. Le orecchie appuntite, gli artigli.
L’unica cosa che riconosco del  mio InuYasha sono gli occhi d’oro.
-Come mai sono a letto? Cosa è successo?-
-Sei svenuta, così io e Mirei ti abbiamo portato qui. È stata lei a cambiarti e lavarti. Voleva metterti uno dei suoi kimono perché i tuoi non li ha mai toccati nessuno a parte te, ne eri troppo gelosa, ma le ho detto di lasciar perdere. Ne avresti scelto uno tu stessa appena sveglia.-     mi spiega con fare dolce e premuroso
Io annuisco, ritornando però a pensare a tutto quel sangue. Sono un mostro sanguinario, ecco cosa sono!
-Ehi…Kagome…non sentirti in colpa per Seigetsu. Ha avuto la fine che si meritava.-        dice lui sollevandomi il viso con due dita artigliate e guardandomi negli occhi
-InuYasha, sono un mostro! L’ho ucciso senza pietà! Mi faccio paura da sola! Cosa sono io? Spiegamelo tu perché sono così confusa. So di essere Himeyasha. Me lo avete detto tutti, perfino i miei ricordi. Io però mi sento ancora Kagome. Ho una confusione incredibile nella testa! Non so nemmeno spiegarmelo io!-        affermo disperata prendendomi la testa tra le mani    
-Kagome…ascoltami. Guardami ti prego.-        mi chiede sollevandomi il viso per la seconda volta
-Tu sei Kagome. Ma sei anche Himeyasha. Capisco che per adesso ti risulti complicato capirlo. Shi e Jinsei mi hanno spiegato che non sei la reincarnazione di Hime come ho sempre creduto. La tua anima non si è reincarnata in un nuovo corpo. Il tuo essere è totalmente quello di Himeyasha. Diciamo che è un po’ come se le tue spade ti avessero clonata grazie al sangue che ti lega a loro, preservando i tuoi ricordi, i tuoi poteri e il tuo aspetto. Ora capisco perché non ho potuto riportarti in vita con Tenseiga. Tu non sei mai morta veramente per questo la spada non funzionava.-      spiega più a se stesso che a me
-Tenseiga?-     chiedo confusa
-Sì. Tenseiga è la spada della vita e Tessaiga è la spada della morte. Sono molto simili alle tue, solo che Jinsei non riporta in vita le persone come fa Tenseiga.-
-Non ho capito nulla. Comunque che c’entrano le tue spade con me?-
-Ciò che voglio spiegarti è che non sei mai morta davvero. Tutti i ricordi di Himeyasha sono nel tuo cuore e aspettano solo di essere tirati fuori. Ma i ricordi di Kagome, ciò che è stata in questi sedici anni non svanirà. Semplicemente sarà come se avessi perso la memoria come capita in un incidente e poi la riacquistassi unendo i vecchi ricordi ai nuovi.-
-Ma Shi ha detto che Kagome Higurashi non è mai esistita.-        ricordo tristemente
-Non sono d’accordo con lei. Tu sei entrambe. Anche se devo ammettere che il carattere di Kagome è più dolce rispetto quello di Hime. Però mi piacete entrambe Kagome.-
-Dici davvero? Non stai con me solo perché sono la tua defunta moglie?-
-Ma certo che no Kagome! Ho imparato a volere bene anche alla ragazzina testarda e dolce che sei tu, indipendentemente da Hime.-     mi dice accarezzandomi dolcemente
-Davvero? Non lo dici per tranquillizzarmi?-
-Assolutamente no. Credimi.-      risponde avvicinandosi per baciarmi
Riusciamo appena a sfiorarci le labbra che…
-Ehi non è che stiamo interrompendo qualcosa?-          ci interrompe la voce di Mirei, così ci stacchiamo subito
-Non…non interrompi nulla Miri-chan tranquilla…-       replico imbarazzata all’inverosimile per la situazione equivoca che si è venuta a creare
Sono nuda, coperta da un lenzuolo, InuYasha è quasi steso su di me e stava per baciarmi. Che imbarazzo!
-Sono felice di vedere che stai bene Himeyasha.-      pronuncia una voce mai sentita prima, ma che mi gela il sangue nelle vene
Alzo lo sguardo verso il suo proprietario e una fitta allo stomaco mi attanaglia come mi è capitato prima con Seigetsu.
Non riesco a non fissarlo. Chi è?
-Oh…ti starai chiedendo chi è. Lui è nostro fratello Hoshimaru.-      me lo presenta Mirei mentre io cerco di trattenere dei conati di vomito
Che orrenda sensazione mi provoca la vista di questo ragazzo. Ho la nausea!
-Kagome tutto bene? Sei diventata pallida.-        mi chiama InuYasha, solo allora distolgo lo sguardo dal fratello per portarlo nel suo
-No, sto bene. Sono solo confusa da tutta questa storia. Potete spiegarmi fin dall’inizio?-       chiedo cercando di ignorare lo sguardo di ghiaccio che mi sento puntato addosso dal fratello di InuYasha
-Certo. Ma forse è meglio che ti rivesta. Su, voi maschietti andatevene fuori!!!-          ordina Mirei spingendoli entrambi fuori
-Ma questa è la mia camera!-     ribatte infastidito InuYasha
-E’ anche di Hime. Quindi fuori!-        continua lei chiudendogli la porta in faccia
-Finalmente fuori! Allora, mia cara…che kimono vuoi indossare?-        mi domanda aprendo un’anta d’armadio in cui ci sono tantissimi kimono pregiati
-Wow…che meraviglia!-       esclamo alzandomi per guardarli meglio
Sono morbidissimi. Di pregiatissima seta e dai colori sgargianti.
Le mie dita si soffermano però sopra un kimono rosa con dei fiori rossi ricamati, rossi come il sangue che scorreva sulle mie mani.
-E’ sempre stato il tuo preferito sai?-         mi dice dolcemente Mirei prendendolo ed adagiandolo sul letto
-Perché degli yōkai indossano dei kimono?-        domando curiosa
-Come? In che senso?-
-Perché anche se sei un demone vai in giro con questo kimono così prezioso e antico e non con qualche armatura e con vestiti diversi, moderni. Perché proprio vesti tradizionali giapponesi?-
-Oh beh…siamo demoni giapponesi quindi vestiamo giapponese. Non mi sono mai posta questa domanda sai? E poi vuoi paragonare un bellissimo kimono con dei jeans? Il kimono è molto più bello.-       mi spiega sorridendo
-E scomodo direi.-     aggiungo io ripensando a quando correvo col kimono
-Ci si abitua.-
 
Quando finisce di chiudere l’obi che chiude l’ultimo kimono mi guardo allo specchio…mi sento così strana con questo aspetto. Sul mio viso ci sono le stesse linee rosse di Mirei. I capelli bianchi sono molto più lunghi di quello che immaginassi. La pelle è più bianca, perfetta, quasi di porcellana. L’unica cosa che riconosco di mio sono gli occhi.
Una volta fuori dalla stanza incrocio nel lungo corridoio gli occhi di quel ragazzo, Hoshimaru. Mi fa sentire a disagio.
-Dov’è InuYasha?-     gli chiede sua sorella
-E’ nel salone principale con Sesshomaru. Aspettano voi due.-
-Ah ok. Fratello accompagna tu Hime di là, io devo fare una cosa prima.-       dice Mirei lasciandomi sola con lui
-Sarà un piacere.-       risponde  sorridendomi
“Falso!” 
La mia mente urla che è un sorriso falso.
-Andiamo cognatina. Ti accompagno dal tuo sposo.-
-Gra…grazie.-       rispondo angosciata
Non riesco a rispondere al suo sorriso, non ci riesco proprio.
 
Ci incamminiamo in assoluto silenzio verso il lungo corridoio che sembra non finire mai.
-Che effetto fa sapere di essere un’altra persona?-      mi chiede di punto in bianco stupendomi
-E’ una sensazione…strana.-     mi limito a rispondere
-E…non ricordi nulla di quando eri Himeyasha?-
-Non molto.-
-Capisco. Eccoci arrivati.-       dice indicandomi una grande porta che subito si apre quando ci avviciniamo
-Eccoti qui finalmente Kagome. Ah lui è l’altro mio fratello, Sesshomaru.-      me lo presenta quando sono dentro
-Ciao Sesshomaru.-     lo saluto io, lui mi guarda e mi fa un cenno con la testa
Tipo di molte parole vedo.
-Dov’è Mirei?-      chiede InuYasha al fratello
-Ha detto che aveva da fare una cosa ma che sarebbe arrivata subito.-      spiega quest’ultimo
-D’accordo. Vieni Kagome, accomodati.-      mi fa strada InuYasha verso dei divani
I demoni che vivono nelle comodità e nel lusso non me li sarei proprio immaginata. Questo palazzo è un mix di occidentale e orientale.
-Allora, forse è meglio partire dall’inizio. Ci siamo conosciuti settecento anni fa. Le nostre madri erano migliori amiche e tu, ancora bambina, venivi sempre in casa nostra per giocare con noi. Tu e Mirei avevate la stessa età infatti siete cresciute come sorelle. Io e Sesshomaru siamo più grandi quindi non ti frequentavamo molto. A Hoshimaru invece non stavi molto simpatica.-
Ma va??
-Grazie per averglielo ricordato fratello.-      scherza lui scoppiando a ridere
Un’altra risata falsa, lo avverto.
-Beh dopo che sei diventata mia moglie siete diventati ottimi amici però.-     precisa poi il fratello
Chissà perché ma stento a crederci.
-Comunque dicevo…eri piccola per me. Avevi centocinquant’anni meno di me e ti vedevo una bambina. Non stavi molto simpatica neppure a me per la verità perché mi correvi sempre dietro. Eri la mia ombra e non lo sopportavo. Ovunque mi girassi c’eri sempre tu.-
-Ero peggio di una stalker?-       domando sconvolta
-Una che?-       chiede Hoshimaru confuso e noto che anche Sesshomaru lo è, anche se non parla e non da soddisfazione
Mi sembra un tipo abbastanza altezzoso
-Poi ve lo spiego. Diciamo che l’idea che mi ero fatto era quella Kagome, anche se all’epoca parole del genere non esistevano. Ho sopportato la tua presenza per diverso tempo finchè, stufo di perdere occasioni con le altre yasha che ti scambiavano per la mia fidanzata, ti ho chiesto di starmi alla larga.-
-Direi che questo non è esattamente ciò che è accaduto.-     interviene Mirei con una scatola tra le mani
-Non avevi da fare Mirei? Perché non ritorni di là?-          sbuffa infastidito InuYasha
-Non ci penso affatto! Io sono l’unica che conosca cosa è realmente accaduto nei cento anni in cui Hime è stata lontana. Non sai quanto mi mancavi amica mia. Purtroppo per colpa di questo zoticone qui presente ci siamo divise. E’ stato come se mi mancasse una sorella.-      mi dice prendendomi le mani e mettendoci sopra la scatola che aveva lei
E’ piccola, in metallo dorato, con graziosi rilievi di piccoli e delicati arabeschi. Passo le dita sopra questi intarsi e mi sembra una cosa talmente naturale e…già fatta.
-Te la ricordi Hime?-     mi chiede lei, ma io nego con la testa
-Me la regalasti prima di partire. Un giorno ti presentasti da me in lacrime raccontandomi che questo stupido fratello che mi trovo ti aveva cacciata via in malo modo, chiamandoti  pesante, deboluccia e noiosa,  mocciosa racchia che aveva paura perfino dei lombrichi.-          e mentre lo dice mi giro a guardare InuYasha che abbassa la testa colpevole
Ma come ha potuto dirmi queste orribili parole?
-Eri distrutta. Piangesti per giorni, finché non decidesti che gliel’avresti fatta pagare. Saresti diventata più forte di lui e lo avresti sconfitto e schiacciato come quei vermi che tanto odi. Decidesti di partire in guerra, da sola, per forgiare il tuo carattere e renderti fredda e spietata. Il giorno della tua partenza ero davvero triste, così hai preso questa scatola dicendomi che dentro di essa c’era una parte del tuo cuore. Una metà di esso era il tuo amore per InuYasha e lo portavi via con te per distruggerlo, l’altra metà era il tuo affetto per me e che lo lasciavi in questa scatolina per non farmi sentire sola. “Quando senti la mia mancanza apri questa scatola sorellina. Il mio affetto ti terrà compagnia fino a quando non ritornerò” …queste furono le tue parole.-        mi spiega riprendendo tra le mani la scatola
La tocca sotto e dal suo interno esce un piccolissimo uccellino meccanico che inizia a fischiare a ritmo con la musica di quello che ho scoperto essere un carillon. Le sue note sono tristi ma anche belle.
Ascoltandola molte cose mi ritornano in mente.
Chiudo gli occhi  e mi vedo catapultata in un altro mondo in cui c’è InuYasha, molto giovane, io che ascolto quelle terribili parole, la fitta al cuore che provai realizzando che per lui valevo meno di zero, la confessione a Mirei di voler andare via per fargliela pagare. Inizio a ricordare...
Vedo il giorno in cui fuggita via da qui mi recai dal fabbro Totosai, un demone del fuoco abile nel forgiare spade demoniache, chiedendogli una spada in grado di aiutarmi a sconfiggere i miei nemici. Una spada speciale che mi rappresentasse.
Poi le lacrime e Totosai che le raccoglie e le usa per forgiare non una, bensì due spade.
L’incontro con Seigetsu, la sua proposta di matrimonio e la mia ennesima fuga.
Il giorno in cui in quel campo di battaglia rincontrai InuYasha e lo attaccai sconfiggendolo quasi.
Ricordo Naraku, il modo in cui l’ho usato per far ingelosire InuYasha.
Il giorno in cui lo perdonai, perché ancora innamorata di lui.
Il nostro matrimonio.
La scoperta di essere incinta…poi…poi nient’altro, solo dolore, un tremendo dolore.
 
Ritorno alla realtà ed il cuore sembra volermi scoppiare. Pulsa in modo così furioso che temo possa cedere.
Riapro gli occhi e lacrime di fuoco abbandonano i miei occhi. Bruciano tantissimo.
-Kagome che ti succede?-      mi chiede allarmato InuYasha alzandosi di scatto e prendendomi il viso tra le mani
Lo vedo asciugarmi coi pollici le lacrime che solo adesso mi rendo conto essere rosse dato che imbrattano le sue dita.
-Sangue…lacrime di sangue.-      pronuncio toccandole e guardandole
Le stesse lacrime usate da Totosai.
-“E’ con quelle stesse lacrime che siamo state forgiate”-    interviene Shi apparendo da sola e fluttuando di fronte a me
-Shi, ma che stai blaterando? Vuoi dire che Himeyasha piangeva lacrime di sangue?-       domanda InuYasha agitato
-Perché lo trovi strano fratello? I demoni sono diversi dagli umani. Non è nel loro essere provare tristezza, felicità e altri sentimenti tipici umani. È già inconcepibile provarne uno, figuriamoci quando li si prova tutti. I demoni maggiori non piangono, ma se lo fanno con rabbia e dolore piangono lacrime miste al sangue.-       ci spiega Sesshomaru parlando per la prima volta da quando sono qui
-“Padrona inizi a ricordare non è così?”-      mi chiede Jinsei, anch’essa posizionatasi davanti a me
Non so perché ma preferisco mentire. Qualcosa mi dice che è meglio non parlare con tutta queste gente presente.
-No Jinsei. Non ricordo nulla, solo una sensazione dolorosa, niente di più.-     rispondo lapidaria
-Che peccato! Scusate ma io ho un po’ da fare. L’esercito attende ordini. Il castello è ancora in subbuglio dopo quello che è successo con Seigetsu. Sarebbe il caso di andare a scovare tutti i suoi alleati e farli fuori.-           interviene Hoshimaru
-Non ce n’è bisogno. Ormai che Seigestu è morto non serve perder del tempo nel cercare i suoi inutili tirapiedi. Metti a riposo l’esercito, non ci serve più al momento.-          risponde InuYasha ritornando ad occuparsi di me
-Ma fratello io…-
-Ho detto che non serve Hoshimaru! È inutile perdere tempo con dei demoni di basso livello, e non voglio ripeterlo una terza volta chiaro?-      ripete InuYasha con tono più autoritario
Osservo di nascosto Hoshimaru e lo vedo stringere violentemente i pugni. La risposta di InuYasha lo disturba.
Se i ruoli non sono cambiati in questi secoli, Hoshimaru è al comando dell’esercito di demoni e oni di InuYasha.
A quel ragazzo è sempre piaciuto andare in guerra e spargere sangue innocente, soprattutto umano. Non ho mai provato alcuna simpatia per lui.
-Kagome, non pensare che tra di noi ci siano state solo cose orribili.-       riprende InuYasha distraendomi dai miei pensieri
-Dopo che sei tornata siamo stati felicissimi insieme. Mi avevi perdonato per quello che ti avevo fatto. C’aravamo sposati e tuo padre ti aveva fatto dono delle terre dell’est. Aspettavi perfino il nostro primo cucciolo, quando…-
-Quando Seigetsu, che si è scoperto essere il mio fratellastro, ci ha dichiarato guerra per riprendersi sia me che le terre di mio padre.-      proseguo io per lui
Incredibile che Seigetsu fosse mio fratello. E pensare che gli volevo molto bene. Lo ritenevo un buon amico, invece tramava alle mie spalle.
Mi ero perfino sentita in colpa quando me ne andai, rifiutandolo.
-Te ne ricordi forse?-
-No, me ne ha parlato Seigetsu. Mi ha anche detto come ci siamo conosciuti.-    
Ok questo non è vero, ma loro non sanno che in realtà è un mio ricordo e non la confessione di Seigetsu
Tanto chi può smentirmi? Seigetsu è morto.
-E come vi sareste conosciuti?-     mi chiede Sesshomaru
-Mi ha detto che stavo lottando contro una decina di demoni. Io ero in netto svantaggio perché non ero ancora in grado di lottare come adesso. Intervenne lui uccidendoli con un solo colpo di spada. Data la sua abilità gli chiesi di insegnarmi a combattere e lui accettò. Io avevo già Shi e Jinsei forgiate qualche anno prima, ma non ero in grado di usarle. È stato con l’allenamento di Seigetsu che sono diventata quello che sono. Ho cominciato ad avvertire mentalmente la voce delle mie spade, finchè il mio potere è diventato tale da permettere anche agli altri di ascoltarle. Tanto più diventavo forte tanto più potenti diventavano le spade.-     spiego ricordando le parole del mio fratellastro durante gli allenamenti
 
E’ stato un ottimo maestro. Questo glielo devo, mi ha insegnato a combattere meravigliosamente.
Ma perché ricordo solo una parte delle cose? Ricordo tutto ma solo fino al giorno della partenza per la guerra contro Seigetsu. Come accidenti ho fatto a ritornare in vita di preciso e come sono morta? Vorrei tanto saperlo.
Vorrei capire cosa è successo passo passo. Le cose che mi hanno spiegato non mi convincono. E poi l’istinto mi dice di non fidarmi di Hoshimaru.
InuYasha continua a spiegarmi come fosse la nostra vita prima che io morissi.
Lo avevano fatto passare per suicidio…ma adesso sono tutti convinti che sia stato qualcuno ad uccidermi per poi farlo passare per suicidio.
Bah che stupidi! Perché mai mi sarei dovuta uccidere trafiggendo prima il mio ventre con dentro mio figlio e poi buttarmi giù dal palazzo?
Se avessi voluto uccidermi mi sarei tagliata la gola, o avrei assunto qualcuna delle piante velenose di Mirei.
Morte troppo cruenta per i miei gusti. Era ovvio che fossi stata uccisa no?
Cinquecento anni fa non c’era certo CSI, però cavolo…come avrei mai potuto uccidermi in quel modo assurdo e complicato?
 
-Chi pensate mi abbia uccisa?-
-Non ne abbiamo idea. Shi ha detto di diffidare da chi mi circonda. Tu stessa in uno dei tuoi momenti di sonnambulismo mi hai rivelato di essere stata tradita, ma non da chi. Penso sia qualcuno che lavora al castello. Qualcuno che Seigetsu poteva manovrare a suo piacimento.-
-Non credo. Mi ha fatto ben capire di non essere stato lui. Mi voleva viva, infatti progettava di rapirmi in un momento di tua distrazione. Quindi non è stato lui, ma qualcun altro che mi voleva morta.-
 
 

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Resto sbalordito dalle parole di Kagome.
Qualcun altro la voleva morta? Ma chi se non Seigetsu?
-Kagome, cosa ti ha detto di preciso il tuo fratellastro?-
-Solo quello che vi ho appena detto. Non era stato lui ad uccidermi. E credo non c’entrasse neanche con la morte di Kikyo a scuola. Lei è stata scambiata per me da qualcuno che mi ha vista poco. Invece Seigetsu mi teneva d’occhio già da anni. Non avrebbe commesso un tale errore. Kikyo è stata uccisa per sbaglio.-
-Quindi la persona che ti ha uccisa cinque scoli fa ha tentato di rifarlo anche qui? Ma perché?-
-Forse per evitare che lei ricordi chi sia. Deve avere un certo ruolo in questo regno per ricorrere a tanto.-          ipotizza Sesshomaru pensieroso
-E quale ruolo può avere? InuYasha governa tutto lo Yōkai no Sekai adesso. Non esistono più altri capi clan come un tempo. Anche ipotizzando che l’assassino fosse uno dei sovrani delle terre del sud o dell’ovest adesso non esistono più. Dopo la morte di Himeyasha abbiamo messo tutto a ferro e fuoco.-         spiega Mirei
-E’ vero anche quello. Ma di sicuro era qualcuno che ha molto da perdere.-      ripete Sesshomaru
-InuYasha, mi sento stanca.-         mi dice debolmente Kagome
Ha il viso pallido. Tutte queste scoperte di certo non le fanno bene.
-Ti accompagno nella nostra camera.-
-No. Preferisco tornare a casa mia.-
-A casa tua? Ma Kagome…può essere pericoloso.-
-Non me la sento di stare qui InuYasha. Ti prego accompagnami.-     insiste lei
-Va bene.-      cedo infine
 
Se non vuole rimanere non posso certo costringerla. Anche se avrei preferito averla al mio fianco. Magari avrebbe potuto ricordare qualcosa. O forse lei non vuole avermi accanto.
Questa possibilità fa male.
La vedo salutare affettuosamente Mirei, Sesshomaru lo saluta appena dato che neppure la guarda e Hoshimaru invece…gli dice un semplice ciao sbrigativo, che lui neppure ricambia. È forse successo qualcosa tra quei due?
Quando ritorno ne parlerò con mio fratello.
Appena usciamo dal castello faccio per prendere Kagome tra le braccia per raggiungere in volo il passaggio ma lei non vuole.
-Non vorrai mica raggiungerlo a piedi?-
-No, non ci penso nemmeno a farmi tutta quella strada via terra! So come volare tutto qui.-      mi spiega spiccando il volo sotto il mio sguardo perplesso e sbalordito allo stesso tempo
Come fa a sapere che il passaggio è lontano? E soprattutto come si ricorda il modo in cui volare? Istinto?
La seguo silenziosamente osservando ogni sua minima mossa.
Non me la racconta giusta. La conosco meglio delle mie tasche e qualcosa non mi torna.
Già da prima ho il presentimento che ci sia qualcosa di strano. L’ho osservata bene da quando si è risvegliata.
È da quando ha visto mio fratello che si comporta in modo strano.
Senza contare che quando Mirei le ha dato quel carillon il suo carattere sembra leggermente mutato.
Kagome non è mai stata a suo agio coi kimono. È bella sì, ma leggermente maschiaccio in alcuni modi di fare.
Invece è da un po’ che si muove fluidamente col kimono, come se vi fosse abituata. Anche la sua postura è cambiata. E’ più aggraziata.
 
Raggiungiamo il Ningen no Sekai in un attimo. Sembra perfino conoscere perfettamente la strada da fare per arrivare al tempio.
L’accompagno fino alla porta di casa sua aspettando che entri.
Improvvisamente la porta si spalanca e la madre le corre incontro.
-Kagome! Stai bene? Siano ringraziati i Kami, sei ritornata!-      esclama abbracciandola
Come ha fatto a riconoscerla conciata così e con quest’aspetto? Beh che non ci vuole un genio per capirlo essendo in mia compagnia.
-Mamma…sto bene tranquilla.-     la rassicura lei
-Sorellina! Wow, cavolo sei davvero tu? Come sei bella!!!-
-Grazie Sota. Entriamo, dobbiamo parlare.-        dice lei avviandosi verso l’entrata
E io? Che devo fare? Seguirla o andare via?
-Che fai li impalato Inu-chan? Entra!-     mi chiama lei come se avesse letto i miei pensieri
Annuisco e la seguo in casa. Ci accomodiamo tutti nel soggiorno dove incontriamo il nonno che inizia la sua solita solfa coi demoni. Fortunatamente la madre di Kagome lo fa tacere.
-Mamma, perché non me l’hai mai detto?-      chiede Kagome rattristandosi
-Io…non credevo lo avresti mai scoperto. Sei mia figlia anche se non ti ho partorita io. Quel giorno quando ti trovai davanti le scale del tempio pensai che ti avessero mandato i Kami. Avevo perso da poco il bambino che portavo in grembo e mi ero convinta che fossi un regalo del cielo. Non avrei certo mai immaginato che dentro di te ci fosse altro. Qualche dubbio ho cominciato ad averlo quando avevi un anno. Eri molto forte per essere una bambina. Spostavi oggetti pesanti perfino per me. A volte saltavi da una parte all’altra come se volessi volare. Cercavo di non badarci pensando solamente che fossi molto vivace e piena di energia.-
-Invece sei un demone. Incredibile che per tutti questi anni io non me ne sia accorto.-     risponde avvilito quello stupido vecchio
Tzs…è talmente bravo come sacerdote che non ha sentito che sotto al suo tetto vi fossero non uno ma ben due yōkai, Hime ed io.
 
Kagome spiega tutto quello di cui è venuta a conoscenza alla sua famiglia, che ci guarda allibiti. In effetti io stesso, se non vivessi questa storia non ci crederei.
-Quindi voi due siete sposati? Wow! Forte! Allora sei il mio fratellone!-       esclama suo fratello Sota
-Eh già.-     risponde lei tranquillamente
È strano, ma sembra non turbarla più tanto questa faccenda. La vedo fin troppo calma.
Prima invece era agitata, confusa…ora è tutto il contrario.
Dopo ore di domande e spiegazioni finalmente siamo liberi di parlare un po’ solo noi due.
Abbiamo appena cenato e gli altri si sono ritirati nelle proprie stanze lasciandoci soli.
-Kagome, prima di andarmene vorrei parlarti.-
-Vuoi andartene?-     mi chiede dispiaciuta
-Beh, non credo che a tua madre e tuo nonno farebbe piacere se mi fermassi qui per la notte.-
-A me invece non importa. Saliamo in camera mia.-         dice prendendomi la mano e trascinandomi su per le scale
E’ una mia impressione o era un invito a fermarmi? Nella sua stanza?
Da quando è tanto intraprendente? O sono io che come mio solito non capisco nulla di donne?
-Di cosa vuoi parlarmi?-       mi dice togliendosi il pesante kimono decorato che indossa, sedendosi sul letto
-Kagome, ecco, non è facile ciò che voglio chiederti però…prima hai seguito tranquillamente la strada per il mondo degli umani senza conoscerla. Ora ti vedo distesa, più tranquilla di prima. Mi chiedevo…io ho come l’impressione che tu…-    blatero quasi parole senza senso ma non so come chiederglielo
-“Perso nell'oscurità, spero in un segno. Invece c'è solo silenzio. Non riesci a sentire le mie urla? Mai smettere di sperare. Ho bisogno di sapere dove sei. Ma una cosa è certa…Sei sempre nel mio cuore.”-       sussurra lei abbassando la testa
 
Quelle parole. Io le ricordo! Sono le stesse che pronunciai tenendo il suo corpo esanime tra le braccia.
E allora finalmente capisco…
-Hime?-      la chiamo io fiducioso
Lei solleva il volto, rigato di lacrime e annuisce sorridendomi.
È un secondo e la stringo già tra le mie braccia. Ora sono i miei occhi a piangere.
-Himeyasha!-
-Ehi! Ma come, il grande e potente demone maggiore InuYasha sta piangendo?-       mi sbeffeggia lei con voce rotta dal pianto
-La grande e testarda Himeyasha sta facendo la stessa cosa!-      ribatto io staccandomi dall’abbraccio e prendendole il viso tra le mani
-Quanto ho aspettato questo momento amore mio! Quanto!-     le confesso baciandola finalmente dopo 5 secoli
Baciare Kagome non era la stessa cosa perché mia moglie è sempre mia moglie. Il mio cuore è solo suo.
-InuYasha, come hai potuto anche solo credere che io mi sarei uccisa con nostro figlio?-      mi chiede improvvisamente, rattristandosi
-Dopo il falso messaggio che hai letto abbiamo tutti pensato che lo avessi fatto credendomi morto.-      le spiego colpevole per averlo davvero creduto
-Messaggio? Quale messaggio?-    mi chiede lei confusa
Vorrei approfondire quella domanda ma una cosa mi preme maggiormente adesso.
-Chi ti ha ucciso Hime? Dimmelo! E’ stato Seigetsu?-
Lei mi guarda stupita, poi in modo quasi amareggiato mi risponde.
-Mi spiace ma questo non lo ricordo. I miei ricordi si fermano al giorno in cui tu partisti per andare a combattere contro di lui. Ma qualcosa mi dice che lui non sia stato. Mi voleva viva. Mi voleva per sé.-      mi spiega abbassando lo sguardo colpevole
-Ehi, te l’ho già detto, non è colpa tua se tuo fratello era un mezzo pazzo e hai dovuto ucciderlo. Se l’è meritato!-
-Lo so. Però era pur sempre mio amico…e fratello a quanto pare. È incredibile quanto sia stato ignobile mio padre a non riconoscerlo come suo figlio. Non è stato corretto. Se solo Seigetsu me ne avesse parlato avrei intercesso con nostro padre invece di giungere a tanto.-
-Inutile rivangare ciò che è stato. L’importante è che finalmente sei ritornata te stessa.-
-Guarda che sono sempre stata me stessa! Solo che non ricordavo il passato! Io sono sempre io anche se con un nome diverso, che sinceramente preferisco al mio.-
-Che ha il nome Himeyasha che non va?-
-Non mi è mai piaciuto lo sai. Nome troppo altisonante “principessa dei demoni!”. Kagome lo trovo più bello. Mi ci sento più a mio agio.-
-Ok. Allora se preferisci ti chiamerò Kagome. Per me non fa differenza. Mi basta sapere che sei ancora mia moglie.-
-Grazie tesoro.-        mi dice baciandomi a fior di labbra, ma io ne approfitto approfondendo questo bacio tanto atteso
Non riesco a credere di essere davvero riuscito a riavere con me la mia Hime, anche se adesso vuole che la chiami Kagome.
 
Baciarla tanto però risveglia in me l’istinto di possessione verso il suo corpo, represso per così tanto tempo da avere quasi dimenticato cosa sia la passione dell’unirsi alla persona che si ama.
Quando capisco che una mia mano sta avanzando senza controllo verso il suo seno mi fermo allontanandomi come se mi fossi ustionato.
-Scusami Himeya…ehm Kagome. Non volevo.-       mi scuso rammaricato
Non voglio pensi che neanche il tempo di riabbracciarla che subito le voglio saltare addosso.
Lei in tutta risposta mi sorride, prendendo la mia mano tra le sue per poi posarvi un dolce bacio sopra.
-Sbaglio o sei mio marito InuYasha? Da quando un marito si scusa con la moglie perché ha voglia di lei?-         sussurra dolcemente prendendo le mie mani e posandole sopra il fiocco dell’obi che chiude il suo kimono, con il preciso intento di farmi capire di aprirlo
-Kagome ma sei sicura? Di là ce la tua famiglia e…-
-E tu sei mio marito, da cui sono stata lontana per 500 anni. Non c’è nulla a cui debba pensare. Solo che, ecco… ricorda che questo corpo non ha mai avuto un uomo…sarà un po’ come se fosse la prima volta per me.-       mi spiega leggermente imbarazzata
-Sarò il più delicato possibile.-         le prometto iniziando a toglierle i kimono e le sottovesti
Finalmente dopo tutti questi anni risento su di me le mani della donna che amo più di me stesso.
I suoi sospiri mi sono mancati come se fossero l’aria che mi riempie polmoni.
I suoi baci sono ritornati ad essere la fonte della vita dalla quale mi abbevero per esistere in questo mondo.
Solo lei…è ciò di cui ho bisogno in questa vita.
 
Vederla dormire tra le mie braccia, così serena, tranquilla e felice, mi da pace.
Una pace interiore che avevo cancellato dalla mia mente.
La mia principessa è ritornata ed io mi sento l’uomo più felice di questo pianeta.
Stringendola con più forza al mio petto mi lascio andare anche io ad un sonno ristoratore, sgombro per la prima volta da rimpianti e pensieri devastanti, iniziando a sognare la mia vita futura insieme alla mia compagna.
Stavolta nessuno me la porterà via. Resterò sempre al suo fianco per proteggerla e se chi ci ha fatto tutto questo è ancora vivo giuro che me la pagherà cara!
 
 


                                                                              ********************
 


 
“Il sole ferisce i miei occhi, così sono costretta a girarmi dal lato opposto del letto. La testa mi fa male, così come gli occhi che sento così gonfi da non riuscire a tenerli aperti.
-Himeyasha, come ti senti oggi cara?-     mi chiede Mirei entrando in camera mia e trovandomi stretta al cuscino di mio marito totalmente bagnato dalle mie lacrime di sangue
-Male Mirei. Sto malissimo.-      le rispondo con un tono così flebile che non credo neppure mi abbia sentita
-Hime ti prego…lo so che la morte di InuYasha è stata una notizia terribile per te. Lo è anche per noi. Ma devi pensare che sta crescendo suo figlio dentro te. Sono tre giorni che non tocchi cibo e non esci da questo letto. Lui non vorrebbe vederti così.-
-Non ci riesco Mirei. Io non riesco a pensare una vita senza InuYasha. Mi sento morire.-       le dico ricominciando a piangere lacrime scarlatte
-Sorellina per favore, se vai avanti così morirai. E InuYasha non me lo perdonerebbe mai. Fallo almeno per quella creatura che porti in grembo e che ha il suo sangue, unica cosa che ci rimane di lui.-      mi prega iniziando a piangere anche lei, ma le sue non sono lacrime di sangue come le mie
Il mio dolore è superiore al suo. Amavo mio marito più di ogni altra cosa al mondo, però devo darle ragione. Questo bambino è l’unica cosa che mi resta di InuYasha e non posso rischiare di perderlo. Nei suoi occhi magari ne rivedrò il padre, così come nell’aspetto.
Devo farmi coraggio e provare a vivere per lui, solo per il mio bambino.
-Hai ragione Mirei. Ti prego aiutami a sistemarmi.-     le chiedo cercando di alzarmi, ma con l’ingombro della pancia tutto mi è difficile
Ormai sono quasi allo scadere del tempo. Tra qualche settimana potrò abbracciare il mio bambino. Devo rimettermi in sesto per lui.
 
-Il bagno è pronto. Vieni che ti accompagno mentre le cameriere cambiano queste lenzuola.-       mi avverte Mirei accompagnandomi a fare un bagno ristoratore per le mie povere membra
Quando ritorno in camera è tutto pulito e fresco. Dopo aver messo qualcosa di più comodo dei soliti pesantissimi kimono ricamati Mirei mi porta qualcosa da mettere sotto i denti, che mando però giù a fatica. Per il mio piccolo devo farlo.
-Grazie sorellina.-         le dico prendendole la mano
-Hime, non ringraziarmi. Ti voglio bene e lo faccio volentieri.-
-Ti ringrazio lo stesso però. Hai già il tuo di dolore per aver perso tuo fratello e sei anche costretta a occuparti di noi due.-
-Ti ricordo che presto mi darai il mio primo nipotino, sangue del mio sangue. Senza contare che ti amo più di una sorella. Mi preme solo la tua salute al momento. Avrò tempo per piangere InuYasha quando vi saprò in ottima salute entrambi.-        mi dice poggiando una mano sulla mia pancia
Le sorrido per ringraziarla nuovamente e mi ristendo per riposare.
Verso sera Mirei però mi sveglia per avvertirmi che esce.
-Dove devi andare?-
-C’è l’incontro con il resto della famiglia ricordi?  Dovremo discutere su chi prenderà il controllo del casato di nostro padre adesso.-
-Ma ci sono Hoshimaru e Sesshomaru come maschi.-
-Nessuno dei due vuole il comando lo sai. Io purtroppo non posso in quanto donna.-
-Ma io ho il controllo del casato di mio padre.-
-E’ diverso. È stato tuo padre a lasciartelo mentre era ancora in vita. Noi donne non ereditiamo Hime. Nemmeno tu anche se sei moglie di InuYasha puoi ereditare il controllo del nostro casato. Può pretenderlo tuo figlio se nasce maschio.-      mi ricorda tristemente
Stupide leggi maschiliste!
-Voglio venire anche io allora!-      rispondo facendo per alzarmi
-Assolutamente no! Tu rimani a letto a riposare. Ci pensiamo io e Sesshomaru tranquilla. Convinceremo i membri della famiglia ad aspettare che nasca tuo figlio in modo da lasciare a lui il controllo. Fin quando non sarà adulto sarai tu ad occupartene come reggente.-
 -Ok Mirei, però quando torni svegliami e raccontami cosa è successo ok?-
-Certo cara. Hoshimaru rimarrà qui così se avessi bisogno c’è lui. A dopo Hime.-      mi dice salutandomi con un bacio sulla fronte e uscendo
Si come no! Figurati se chiamo quello lì. Piuttosto me ne vado nel Ningen no Sekai se ho bisogno d’aiuto.
Sto per riprendere sonno quando qualcuno bussa alla porta. Il fiuto mi dice già chi è. Avrei fatto volentieri a meno di stare in casa con lui. Questo ragazzo non è tra le mie maggiori simpatie.
-Avanti.-    lo invito ad entrare
-Ciao Himeyasha. Come ti senti?-     chiede sorridendo forzatamente
-Meglio. Tua sorella si sta prendendo cura di me.-     rispondo atona
-Lo vedo. Anche lei come mio fratello ti sta sempre attaccata.-        dice con un tono che non mi piace per niente
-Che intendi dire?-    
-Che ti corrono tutti dietro come i cani che sono! Come se esistessi solo tu!-        spiega mutando in sdegno il finto sorriso mostrato prima
Decido di alzarmi dal letto. Non mi piace discutere in questa posizione. Voglio farlo faccia a faccia.
-Mi spieghi qual è il tuo problema con me Hoshimaru? E’ da quando sono sposata con tuo fratello che ce l’hai con me. Lo sento ogni volta che mi parli e lo vedo da come mi guardi. Sembra mi consideri un nemico. Perché?-
-Tu sei un nemico per me!-    esclama lasciandomi senza parole
Io un nemico?
-Perché lo pensi? Credi forse mi prenda gioco di tuo fratello?-
-Sapessi quanto mi importa di quello! Non è affar mio la sua vita amorosa. Tanto meno lo è la tua.-
-E allora spiegati perché io non capisco davvero che problemi hai!-
-Il mio unico problema sei tu! Da quando sei ritornata InuYasha è cambiato! È diventato un pappamolle. Non vi è più stata una guerra, una spedizione, un assalto ai nemici per ampliare i nostri possedimenti! Io comando il nostro esercito, ma da quando ci sei tu è come se non esistesse più. Sembra di vivere in un mondo di stupide favolette! E tutto questo per colpa tua! Il tuo maledetto amore per gli umani mi ha perfino impedito di cibarmene. Il tutto solo perché a te piacciono. Ciò che Hime vuole si fa! Mi hai stancato “cognata”!-         mi sputa in faccia velenoso lasciandomi interdetta
-Ovvero, fammi capire se ho ben compreso…Tu mi odi perché ti senti privato del tuo ruolo di comandate e di guerriero? Non mi sopporti solo per questo stupido motivo?-
-Per me non è stupido! Per un demone la caccia agli umani e le lotte per il potere verso altri yōkai è tutto! Tu invece mi hai tolto tutto questo con le tue stupide richieste a mio fratello di mantenere la pace. Mi viene lo schifo anche solo a pensare a tutti questi anni sprecati!-
-Tu sei un folle Hoshimaru! Non ho mai costretto tuo fratello a far cose che non volesse. Era d’accordo con me anche lui. Perché te ne esci ora con questa novità proprio adesso che è morto? Avresti dovuto parlarne con lui!-
-Non mi avrebbe mai ascoltato. E’ troppo innamorato di te per farlo.-
-Non è un mio problema sai? Avresti comunque dovuto parlare con lui. Ora scusami ma sono stanca e voglio ritornare a letto. Buona notte!-        esclamo infuriata dandogli le spalle per ritornare a letto
Mi ha davvero stancato con le sue manie per la guerra!
-Ti farò riposare tranquilla!-          afferma prendendomi da dietro per il collo con un braccio e iniziando a stringere
-Ma per l’eternità!-      continua mentre cerco di liberarmi
Riesco a dargli una gomitata e a liberarmi, ritornando a respirare normalmente.
 -Maledetto! Vuoi uccidermi?-        chiedo massaggiandomi la gola
-Oh che perspicacia! Indovinato! Così non sarò più costretto a subire la tua presenza!-        esclama prendendo la sua lancia
-Shi!-       la chiamo e appare appena in tempo per bloccare il suo colpo
Subito dopo il primo seguono altri colpi che riesco a parare appena.
-E’ Inutile che provi a difenderti! Non ci riuscirai. Non sei nel pieno delle tue forze Himeyasha!-
Dannazione è vero! Questa pancia mi rallenta i movimenti, senza contare che sono debilitata dal non aver toccato cibo per giorni. Ma devo resistere.
-Smettila di farmi perdere tempo e muori!-     esclama colpendomi il braccio con un calcio e prendendomi Shi dalle mani
Sono disarmata! Jinsei è con Mirei. Come faccio adesso?
-Dannazione!-
-Ora sei disarmata, mammina!-        aggiunge ridendo e puntandomi la spada sull’addome
-E’ tuo nipote quello che porto in grembo. Possibile non ti importi? E’ l’unico legame che resta con tuo fratello!-        cerco di convincerlo
-Non me ne importa nulla di quel moccioso. Per quanto riguarda InuYasha mi basta già la sua presenza. Una sua copia in miniatura non mi serve.-
-Ma quale presenza? Tuo fratello è morto purtroppo!-       gli ricordo con le lacrime agli occhi
L’unica cosa buona di questa storia è che almeno raggiungerò il mio amore nel regno dei morti.
-Oh ma lui…-          pronuncia alzando la spada
-…non è morto! E’ stato uno scherzo, cognatina!-          prosegue colpendomi senza pietà con Shi
Sento il sangue sgorgare dal mio addome insieme a quello del mio bambino.
Non sento neppure il dolore, sono troppo impegnata a comprendere le parole che ha pronunciato.
InuYasha non è morto?
Il vero dolore arriva quando comprendo che era un inganno, una bugia. InuYasha non è morto e io sto morendo per nulla. Io e mio figlio stiamo morendo per  nulla!
-Ma che faccia sconvolta mia cara. Complimenti non hai neppure urlato per il dolore. Ora la parte finale.-        dice prendendomi in braccio e avvicinandosi alla finestra
-Inu…Yasha…te la farà…pagare!-        lo avverto mentre sento il sapore metallico del sangue risalirmi in bocca
-Lui non saprà certo che sei stata uccisa. Penseranno tutti ad un suicidio. Addio, Himeyasha!-        sussurra lasciandomi cadere giù
InuYasha…InuYasha…perdonami! Non ho difeso ciò che amavi.”
 

 
 
-Kagome! Kagome svegliati!-      mi sento scuotere appena e chiamare dalla voce di InuYasha
Apro gli occhi e vengo inghiottita dall’oscurità, anche se subito dopo riesco a vedere tutto nitidamente. Devo ancora rifarci l’abitudine alla vista notturna.
-Kagome che succede? Stai bene?-             mi domanda InuYasha preoccupato
-InuYasha…che è successo?-       chiedo confusa girandomi a guardarlo
-Urlavi il mio nome e ti agitavi nel sonno. Hai avuto un incubo?-  
-Un incubo? Beh una specie.-       rispondo ricordando ciò che ho sognato
Peccato che sogno non fosse considerato che è accaduto veramente.
-Che hai sognato?-      domanda ancora, ma io resto in silenzio non sapendo come la prenderà
-Kagome, rispondimi!-      insiste
-Ho sognato il giorno in cui…sono morta.-         spiego in un sussurro
-Cosa? Anche il volto di chi ti ha ucciso?-        chiede e io rispondo sì con la testa senza avere il coraggio di guardarlo in faccia
-Chi è stato? Chi ha osato uccidere te e mio figlio? Dimmelo!-
-Non la prenderai bene.-
-Cosa? Perché?-
-Perché lo conosci.-
-Chi è? Ti decidi a dirmelo?-      domanda ringhiando spazientito, così mi decido a dirglielo
-Hoshimaru.-        rispondo solamente
Silenzio. Un lungo e muto silenzio.
-Hoshi…maru? Mi stai dicendo che è stato lui ad ucciderti?-        chiede incredulo dopo un pò
-Sì.-
-Sei sicura? Non è che forse lo hai sognato perché non andavate molto d’accordo?-
-Credi non ricordi chi mi ha trafitto senza pietà con la mia spada uccidendo il nostro bambino? Non è stato un sogno ma un ricordo InuYasha! E’ stato tuo fratello.-            ripeto con le lacrime agli occhi ricordando perfettamente tutto
-Kagome…-        sussurra prendendomi tra le braccia per consolarmi dato che le lacrime sono diventate un pianto convulso
Quando finalmente mi calmo InuYasha si alza e si veste.
-Che fai?-      gli chiedo preoccupata
-Vado ad uccidere mio fratello!-
 
 

 
                                                                          **********************
 


 
Non riesco a credere a ciò che mi ha detto Himeyasha.
E’ stato mio fratello? Il mio stesso sangue mi ha tradito?
Ecco perché Shi diceva di diffidare da chi mi circonda!
-InuYasha ti prego aspetta. Non fare pazzie!-       prova a fermarmi mentre assicuro Tessaiga alla cintura
-Pazzie? E chi ti dice io voglia fare pazzie Kagome? Voglio solo farla pagare a quel bastardo per aver ucciso mia moglie e mio figlio!-
-Ma adesso sono qua! Ti prego non sopporterei di perderti per davvero in un’altra battaglia!-
-Non mi perderai! Chi morirà sarà soltanto Hoshimaru!-       rispondo uscendo dalla finestra e raggiungendo velocemente lo Yōkai no Sekai in cerca di vendetta
 
Arrivato lì trovo mio fratello seduto tranquillamente in giardino a parlare con Mirei.
-Oh fratello! Sei ritornato. Come sta Hime?-       domanda Mirei venendomi incontro
La ignoro dirigendomi  spedito verso nostro fratello, puntandogli la mia spada alla gola.
Lui non si scompone ma sorride spavaldo.
-InuYasha che fai?-     chiede Mirei sorpresa
-Alzati!-      gli ordino non spostando la lama dal suo collo
-Te l’ha detto, non è così?-       chiede alzandosi
-Già!-     rispondo atono
-Ma di che parlate?-      domanda Mirei confusa
-Prima che ti tagli la testa dimmi perché Hoshimaru!-
-Tu non tagli niente a nessuno idiota!-         risponde lui estraendo la sua spada e scostando la mia
-Ma che succede? Volete spiegarmi perché state litigando?-
-Oh nulla sorellina! Ha solo scoperto che sono stato io ad uccidere quella cagna inutile di Himeyasha!-           le spiega ghignando
-Cosa?-
-Grrrr bastardo!-        ringhio lanciandogli contro un di Kaze no Kizu, che lui evita grazie alla sua lancia
-Ma…non può essere vero quello che ha detto. InuYasha!-     
-Taci Mirei! Fatti da parte se non vuoi restare ferita.-       l’avverto furioso attaccando nuovamente Hoshimaru
Ora come ora temo di perdere il controllo. E se accadesse non riconoscerei neppure mia sorella.
C’è un motivo se dopo la morte di Hime ho messo il nostro mondo sottosopra e ne sono diventato il sovrano.
Dopo la morte di Himeyasha tutti hanno iniziato a temermi. E fanno bene!
-Oh ma guarda…il fratellino inizia ad arrabbiarsi! La tua aura demoniaca aumenta ogni secondo di più. Vuoi trasformarti?-
-Vedo che la cosa ti diverte Hoshimaru. Inizio a credere che tu sia fuori di testa se non mi temi. Sai di cosa sono capace se perdo il controllo.-
-Non ti temo InuYasha! Sono diventato forte anche io. Anche più di te! Anzi direi che è ora di cambiare sovrano a questo mondo. Tu sei un rammollito! Ho aspettando sperando che cambiassi senza quella femmina tra i piedi, invece niente! Sei anche peggiorato!-
-Rammollito?-      chiedo inarcando un sopracciglio
Che intende?
-Si rammollito! Noi yōkai viviamo per uccidere, non per fare collane di fiori come dei bambocci! Invece da quando ti sei innamorato hai deposto le armi! Ho pensato che uccidendo tua moglie sarebbe cambiato qualcosa, invece niente! Hai solo dato sfogo alla tua rabbia recondita uccidendo chiunque ti capitasse a tiro solo per cercare Seigetsu. Io invece cercavo le battaglie per ingrandire il nostro casato. Non ho ucciso te perché ti stimavo in quanto fratello maggiore. Ti ho sempre visto come un esempio. Ma sbagliavo! Avrei dovuto uccidere anche te e prendere possesso del casato di nostro padre personalmente. Ma ho intenzione di rimediare adesso!-         spiega lanciandomi contro delle lame di energia nera
Le evito tutte con la mia spada e contrattacco lanciando un Bakuryūha e rispendendogli le lame, che lui ovviamente evita abilmente.
-Tzs! Pensi di battermi con quei giocattoli taglienti?-       chiedo preparandomi ad attaccarlo nuovamente
-No ovvio! Lo so che non hanno effetto contro Tessaiga. Ma questo sì!-     risponde alzando la lancia e creando una strana sfera nera che manda verso di me
Contrattacco un Kaze no Kizu ma rimango sorpreso nel vedere che viene assorbito dalla sua sfera.
-Un buco nero? Bastardo!-
-Ahahahah esatto fratello! Ho acquisito quel potere da poco. Il mio buco nero è in grado di risucchiare di tutto. Anche te!-        mi informa dirigendolo nuovamente nella mia direzione
Lo evito saltando e lo osservo inghiottire una parte del castello.
-Ma che diamine sta succedendo qui?-     interviene Sesshomaru appena arrivato da chissà dove
-Oh fratello! È stato Hoshimaru! Lui ha ucciso Himeyasha. E adesso InuYasha vuole uccidere lui!-         gli spiega Mirei agitata
-InuYasha!-       mi chiama la voce di Kagome che mi raggiunge
-Kagome che ci fai qui?-      le chiedo
-E me lo chiedi anche? Stai combattendo è ovvio che venga!-
-Ma bene! Così adesso ci siamo tutti! Meglio, così vi risucchierò tutti in un colpo solo!-
-Hoshimaru ma che ti prende? Sei impazzito all’improvviso? Adesso vuoi uccidere anche i tuoi fratelli?-   
-Adesso sono tuo fratello Mirei? Mi pare che mi ignorassi parecchio quando da piccolo venivo da te per giocare o per consigli. L’unica a cui davi retta era la tua “sorellina”! Tzs! Io ero tuo fratello, non lei!-
-Hoshimaru fai davvero pena! Hai scatenato tutto questo per della semplice gelosia? Non vali proprio nulla.-        lo rimprovera Sesshomaru
-Tu taci stupido! Sei il più inutile tra tutti loro! Sei il maggiore eppure hai acconsentito affinché nostro padre lasciasse ad InuYasha le redini di tutto! Non ti sei mai opposto. Tu vali meno di me!-
-Io non ho mai voluto le redini del casato perché non ho che farmene. Regnare degli inetti come te non è nei miei interessi.-
-Sì come no! Tu non hai affrontato InuYasha perché sai che ti batterebbe con Tessaiga, considerando che nostro padre l’ha lasciata a lui. Mentre a te ha destinato una stupida spada che riporta in vita. Ah no perdonami…a te è stata utile per riportare in vita l’umana che hai sposato e che è morta anni dopo vecchia e raggrinzita…Rin si chiamava vero? Che fratelli deboli che ho!-
-Adesso taci moscerino!-           urla Sesshomaru estraendo la sua spada e attaccandolo
-Non puoi nulla contro di me Sesshomaru!-       risponde bloccando e assorbendo con la lancia ogni singolo colpo che Sesshomaru gli scaglia contro con la sua Bakusaiga
-Gli attacchi non funzionano. Ci vuole il corpo a corpo!-       afferma Kagome e non posso che darle ragione
-E sia! Se la vedrà con me. Fatti da parte Sesshomaru!-          ordino lanciando un Kongōsōha
Sesshomaru si sposta e i dardi di diamante colpiscono in pieno la lancia di Hoshimaru.
Improvvisamente però i dardi vengono assorbiti dalla lancia, che assume un colore argenteo e luminoso.
Ne ha assorbito il potere? Può essere?
-Mossa sbagliata fratello!-         dice ridendo e puntandoci contro la punta della sua arma dalla quale escono gli stessi dardi di diamante che produce Tessaiga
Il mio primo pensiero va a Kagome dietro di me, che invece mi stupisce parando ogni singolo colpo con Shi.
Avevo dimenticato che Hime era una guerriera anche migliore di me.
Anche io evito le falci diamantate che produce l’arma di Hoshimaru, iniziando a capire adesso come sia riuscito ad ottenere il potere di replicare i colpi di Tessaiga.
-Bastardo! Hai ucciso Fukusei non è così?-           (fukusei significa duplicante nda)
-Ahahahah ma bravo hai indovinato! Ucciderlo mi ha donato il suo stesso potere di duplicare i poteri altrui. Compresi quelli di Tessaiga. Anzi, eccotene un’altra dimostrazione…Kaze no Kizu!-          pronuncia mirando verso nostra sorella, che resta impalata a guardarci combattere
-Mirei!-    urlo per risvegliarla
Per fortuna a deviare il colpo ci pensa nuovamente Hime.
 


 
                                                                                                       ************************
 
 


-Mirei stai bene?-      le chiedo mentre il Kaze no Kizu si abbatte sul giardino distruggendolo
-Himeyasha…loro…si uccideranno! Io…non voglio…-
-Mirei ascoltami…capisco tu sia scossa dal fatto che Hoshimaru sia tuo fratello. Ma cerca di capire…è stato lui a cominciare tutto questo. Ha appena cercato di ucciderti lo capisci?-       lei annuisce, ma non mi sembra molto convinta
Nel frattempo anche Sesshomaru ha attaccato Hoshimaru. Cerca di disarmarlo ma non è facile. Sa difendersi bene.
-Kagome! State bene?-      ci chiede InuYasha raggiungendoci
-Sì. Dobbiamo trovare un modo per disarmarlo.-
-Lo so. Ma l’unico che conosco mi farà perdere il controllo.-
-Infatti non devi ricorrere alla trasformazione. Ci proverò io.-      affermo stringendo Shi
-Cosa? Tu sei impazzita! Non te lo permetterò mai!-
-Non puoi impedirmelo!-      gli rispondo scansandolo e raggiungendo con un balzo Hoshimaru che ha appena atterrato Sesshomaru
-Cognatina…vuoi batterti anche tu?-    
-Certamente. Tu e io abbiamo un conto in sospeso!-
-Allora fatti sotto!-
 
Non me lo faccio ripetere due volte e lo attacco con Shi, senza però usarne i poteri.
Con lui non servirebbero.
Cerco di mantenere il tutto ad un corpo a corpo con le armi anche se non è facile. Ogni volta che le lame si allontano l’una dall’altra lui prova ad usare un attacco.
-Prima o poi ti distrarrai e quella sarà la tua fine Himeyasha!-        mi avvisa avvicinando la lama di Shi al mio viso mentre gli blocco la lancia
-Non credo proprio! Jinsei vieni!-     la chiamo alzando la mano e lei appare immediatamente abbandonando Mirei
Con Shi nella mano destra e Jinsei nella sinistra allontano Hoshimaru senza difficoltà, respingendolo e lanciandolo ad alcuni metri di distanza.
Con in mano le mie due spade non mi batte nessuno!
-Maledetta!-       esclama rimettendosi in piedi
Senza perder tempo lo raggiungo subito dato che ha già alzato la lancia per creare un altro dei suoi buchi neri, che distruggo sul nascere con un colpo incrociato delle spade.
-Quella volta mi hai presa alle spalle. Ero debole e impossibilitata a difendermi, ma non stavolta Hoshimaru! Dì le tue preghiere perché non avrò pietà!-         lo avverto scontrando ancora le nostre lame
Finalmente la sua lancia sembra incrinarsi e sotto il peso delle mie spade finisce col frantumarsi, facendolo finire spalle al muro con una profonda ferita al braccio destro.
-E’ la tua fine!-    
-No Hime!-      interviene Mirei parandosi di fronte al fratello bloccandomi
-Mirei ma che accidenti fai?-
-Hime ti prego…è comunque mio fratello! Non ucciderlo!-      mi prega disperata
-Mirei…mi ha uccisa! Ha cercato di uccidere anche te prima. Come puoi difenderlo?-
-Lo so. Merita di pagare per quello che ha fatto. Ma non con la vita ti prego!-     supplica nuovamente
La guardo in lacrime pregarmi di risparmiare il fratello e anche se vorrei vederlo morto non posso negare alla mia amica questa richiesta.
-Va bene come vuoi. Passerà il resto della sua vita nelle prigioni del castello.-         sospiro infine abbassando le armi
-Ti ringrazio Himeyas…-      le sue parole vengono interrotte da un dardo che esce dal suo stomaco e che finisce col ferire anche me che le sto davanti
Si svolge tutto molto velocemente. Quasi non mi accorgo di ciò che accade attorno a me.
Mirei mi cade addosso mentre mi sento schiacciare da un peso allo stomaco. Sicuramente il dardo che ha colpito anche me.
Le urla di InuYasha. Hoshimaru che ride malvagiamente chiamando stupida la sorella. Qualcosa di rosso passarmi veloce sulla testa e poi…poi il buio.
 

 
                                                                                                   *********************
 


 
 
Si svolge tutto troppo velocemente.
Mirei che ringrazia Kagome per non aver ucciso Hoshimaru. Lui che si rialza e le colpisce con uno dei dardi di diamanti. Loro che cadono a terra, senza muoversi.
Il mio udito non percepisce più il pulsare dei loro cuori.
No! Himeyasha non può morire un’altra volta! Non posso sopportarlo ancora!
-Tzs! Che stupida che sei stata sorella. Mai dare le spalle ai propri avversari! Ahahahaha!-     sghignazza divertito
La mia vista inizia a cambiare. Vedo rosso. Sta accadendo di nuovo!
 
-Kagomeeeee!-        urlo furioso perdendo il controllo del mio corpo e scagliandomi contro Hoshimaru
Lo afferro per il collo senza lasciargli tempo per difendersi, iniziando a stringere forte, fino a far penetrare gli artigli nella sua carne.
-Bastardo!-       ringhio con una voce diversa dalla mia
E’ più animale. Quella del demone cane senza controllo che prende il sopravvento del mio corpo quando non ragiono più.
-Alla fine…hai ceduto.-         sussurra cercando di liberarsi
-Dannato! Muori!-          pronuncio digrignando i denti dalla rabbia, che feriscono perfino me
Con l’altra mano libera affondo gli artigli nel suo petto afferrandogli il cuore, stringendolo e riducendolo in poltiglia.
Lascio la presa dal suo corpo lanciandolo lontano e leccando il sangue che ricopre la mia mano. Ne voglio ancora. Voglio fiumi di sangue!
Annusando l’aria sento il fetore dei demoni servitori del castello. Sorrido pregustandomi già la carneficina che sto per fare.
Con un balzo raggiungo l’entrata del castello iniziando la caccia.
Himeyasha è morta di nuovo. Non mi resta più niente un’altra volta, quindi tutto questo può anche sparire!
Uccido chiunque mi capiti di fronte ridendo.
Mi reco nella nostra camera e distruggo tutto. Non deve restare più niente.
-Mio signore che fa!-       mi chiama la yasha che si occupava di tenere pulita la nostra camera da letto
La guardo sorridendo e con un unico colpo la decapito con le mie mani. La stessa sorte tocca a tutta la servitù.
Troppo preso dall’odore del sangue che mi circonda che non mi accorgo del buon profumo che mi arriva alle narici poco dopo.
-Inu…Yasha…fermati!-
Al suono di quella voce mi volto e la vedo aggrappata al telaio della porta.
-Kagome…-
 


 
                                                                                        ***************
 


 
-Hime! Himeyasha!-       mi sento chiamare
Apro gli occhi e sento lo stomaco bruciare.
-Hime come ti senti?-      mi chiede Mirei preoccupata
Aspetta…Mirei???
-Mirei ma tu…-
-Sesshomaru mi ha riportata in vita con Tenseiga. Tu invece sei solo ferita. Diciamo che il mio corpo ha attutito il colpo.-       mi spiega lei
-Hoshimaru?-      chiedo sollevandomi con fatica
-E’ morto. InuYasha lo ha ucciso però adesso…è impazzito e sta distruggendo tutto!-
-Quello stupido!-      esclamo alzandomi per andare a cercarlo
Quando perde il controllo combina un guaio dietro l’altro!
 
Entrata nel castello trovo tutto distrutto. Ovviamente doveva fare tutto e tutti in mille pezzettini quell’idiota!
È un vero disastro! Ha distrutto anche la mia camera!! I miei kimono!
Ah ma quando lo trovo mi sentirà!
Finalmente lo trovo nelle cucine ad uccidere gli ultimi servi rimasti.
-Inu…Yasha…fermati!-       lo chiamo appoggiandomi alla porta
Non riesco più a tenermi in piedi. Mi sento debole.
-Kagome…-       risponde incredulo voltandosi verso di me
Ha gli occhi rossi, gli artigli lunghissimi e le zanne sporgenti.
-Idiota! Ritorna in te!-       gli dico prima di perdere l’ultimo briciolo di forza e lasciarmi scivolare a terra
Lui si precipita ad afferrarmi prima di toccare il pavimento.
-Kagome! Kagome sei viva!-
-Certo…stupido. Guarda che hai combinato!-       mi lamento
-Ti credevo morta. Io…mi dispiace.-
-Sei il solito idiota InuYasha!-       esclama Sesshomaru entrando insieme a Mirei e riportando in vita i servi morti nelle cucine
Suppongo abbia riportato in vita anche tutti gli altri.
-Come ti permetti di dare dell’idiota a me?-
-Mi permetto eccome! Guarda che hai combinato!-
-E allora? Tanto una rimodernata al castello serviva!-
-Qui bisogna ricostruire tutto! Altro che rimodernare!-     interviene anche Mirei
-Grrr…non ti ci mettere anche tu Mirei!-
Mentre loro iniziano a battibeccare io mi lascio andare ad un piccolo riposino. Credo di meritarmelo in fondo no?
 
Un paio di giorni dopo sono ritornata come nuova. Cosa che non si può dire del castello.
Una parte si era volatilizzata per colpa dell’attacco di Hoshimaru. Il resto lo ha distrutto InuYasha.
Da circa due settimane ci siamo trasferiti in quello dei miei genitori. Ne faremo costruire uno nuovo.
Adesso mi trovo in giardino ad occuparmi dei roseti di mia madre, quella vara.
-Kagome come ti senti?-      mi chiede una voce alle mie spalle
-Benissimo InuYasha. Smetti di preoccuparti per quel taglietto di due settimane fa!-
-Tzs! Ti ricordo che l’ultimo “taglietto” che ti ha fatto Hoshimaru ti è costato la vita!-
-Era diverso. In quel caso mi aveva ferita con Shi. Stavo male perché non mangiavo ed ero incinta, quindi parecchio appesantita. Stavolta no.-        
-Comunque sia non voglio che ti affatichi .-
-Ok  tranquillo.-
-Kagome…sei sicura di voler tornare nel Ningen no Sekai?-
-Certo che sì. Non posso abbandonare la mia famiglia così. Assumerò lo stesso aspetto umano di sempre e rimarrò là fino alla loro morte. E tu?-       gli chiedo sperando che dica che rimarrà con me
-Io? Mi sa che mi toccherà subirmi altri noiosissimi e inutili anni di studio.-       risponde facendo spallucce
-Quindi ritorni con me?-
-Ovvio che sì amore! Non ho intenzione di passare lontano da te un giorno in più.-       risponde abbracciandomi
-Ti ringrazio!-
-Non devi farlo. E poi ad essere sincero non è così male stare con gli umani.-     
-Davvero? Ma se non li hai mai sopportati!-
-Non posso cambiare idea?-
-Chi è che parla di umani?-      interviene Mirei unendosi a noi
-Io e InuYasha torneremo nel Ningen no Sekai per qualche altro anno.-    le spiego io
-Davvero? Continuerete ad andare anche a scuola?-
-Certo perché?-    le chiedo
-Perché voglio venire anche io! Mi divertivo tantissimo! Qui nel nostro mondo mi annoio! E poi voglio stare insieme alla mia sorellina Hime!-     risponde tutta sorridente, sembra tornata la solita Mirei
-Ok come vuoi. E tu Sesshomaru? Ti unisci a noi?-          gli domando beccandomi uno sguardo gelido
-Magari incontri anche tu la reincarnazione di Rin.-        gli dice Mirei per prenderlo in giro
Quelle parole però sembrano attrarlo perché ci guarda con uno sguardo meno distaccato del solito.
Qualcosa mi dice che ci sarà un nuovo studente alle superiori!
 
Mi sa che questi anni di permanenza sulla Terra saranno davvero divertenti.
Una nuova vita sembra si prospetti per tutti.
E tu piccolo mio? Quando credi dovremmo dire al tuo papà che insieme a me sei ritornato anche tu esattamente come ho chiesto a Shi prima di morire?
Mmmh…per ora forse è meglio non dirglielo o è capace di legarmi al letto per tenermi a riposo.
Certo andare a scuola col pancione non sarà il massimo, ma in fondo chi se ne frega!
Il mondo degli umani è pieno di giovani ragazze incinte al liceo. Certo loro non sanno che in realtà non ho 16 anni ma bensì 726 e che sono sposata col padre del mio bambino.
Saranno anni bellissimi me lo sento…avrò tutta la mia famiglia al completo. Quella demoniaca e quella umana.
Adesso non ho più bisogno di nulla!
 
 














 
 
 
Anche questa è terminata. Ci ho messo davvero un’infinità di tempo ma ce l’ho fatta ^_^
Come sempre tutto è bene ciò che finisce bene no?
Vi ricordo che anche InuYasha vs InuYasha è al termine e che ho pubblicato una nuova ff dal titolo “Welcome to my life” in cui ci sarà per la prima volta un triangolo con Sesshomaru e Inu ^_^ chi sceglierà Kagome?
Baci baci Faby e Buon Natale <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3
   
 
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