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Autore: Swaggg    25/12/2013    6 recensioni
Tutte le mattine salivo su quel bus che mi avrebbe portato a scuola.
Tutte le mattine guardavo, dai posti più nascosti del bus, il ragazzo dai capelli d'oro, il ragazzo che era sempre da solo se non accompagnato dalla sua musica. Sono Lara Stuart e lui è... non conoscevo ancora il suo nome, troppo irraggiungibile ma incredibilmente vicino.
Amore, dolore, sorprese e mistero ma soprattutto passione, saranno in questa storia. Due anime sole, incomprese dal mondo che affronteranno la vita insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Prologo.


 


Circondata da mura bianche, da mura che avevano visto e sentito grida e persone morire quasi tutti i giorni.
Quelle mura avevano visto me tutte le mattine, allo stesso orario prima di andare a scuola.
Ed io le osservavo con disprezzo per il loro potere di farmi sentire oppressa e senza vita.
Percorsi quei corridoi con la stessa lentezza di sempre per paura di entrare nella stanza ‘208’ e trovarci quello che ormai è il mio incubo tutte le notti. Salutai Carly, la ragazza alla reception, che ricambiò al mio saluto con un sorriso. Il suo sorriso, lo odiavo.
Era come un’illusione, che mi diceva che tutto stava andando bene. Scossi la testa, impendendo alle mie lacrime di scorrere,
prepotenti sulle mie gote ancora una volta. Dovevo essere forte, per me, per lui, per entrambi.
Stanza ‘207’, ero vicina e il mio cuore mi martellava dentro alla velocità della luce. Dentro di me ripetevo ‘sta bene, non è cambiato niente da ieri’, come una preghiera, come per darmi forza e non essere così debole come, invece ero.
Ed eccomi lì, sulla soglia della porta della sua stanza, mentre prendevo respiri profondi e bloccavo dentro di me l’impulso di voler piangere ripetendomi ‘che l’avrei fatto dopo, ma adesso devo controllarmi’. Presi un altro respiro, poggiai la mano sulla maniglia, la abbassai e spinsi la porta per poter entrare.
Eccolo, diventato minuto per i suoi anni avanzati, quel letto d’ospedale sembrava troppo grande. Il suo berretto sul capo, diceva ‘ mi fa sembrare più giovane e le donne mi guardano’ ed io risi, risi come non avevo mai fatto dal giorno del suo incidente.
Guardava alla finestra e quando si accorse di una presenza nella stanza, girò il capo lentamente verso la mia direzione, si accorse di una figura familiare e mi sorrise. Il sorriso che aveva portato luce ai miei giorni da quando ero piccola. Con quella luce che non è andata mai a sfumarsi ma è rimasta lì, anche quando era sulla barella, che l’avrebbe portato dove adesso è, mi sorrise come per dire ‘sto bene, piccola. Andrà tutto bene’. Quel giorno ci ho creduto che sarebbe andato tutto bene, e invece è svanito tutto. Il suo tumore stava crescendo finchè un giorno, non me l’avrebbe portato via.
“Vieni qui, piccolina” mi fece spazio di fianco a lui. Lasciai la borsa per la scuola ai piedi del letto, e non ci pensai due volte per stendermi insieme a lui, tra le sue braccia.
“Come stai, nonno?” gli chiesi, assaporando il suo profumo di dopobarba, mischiato al profumo acre delle coperte dell’ospedale.
“Sto una meraviglia, perché non mi vedi meglio?” mi strinse a se, così forte da farmi soffocare.
“Nonno, piano così mi uccidi” e lui allentò la presa, lasciandomi un bacio sulla fronte. Mi pizzicò con la barbetta che stava crescendo, e così gli passai una mano sulla guancia. Amavo sentire il ruvido della barba non fatta sulla mia mano.
“Dovrei farmi la barba” disse, toccandosi la guancia a sua volta.
“No, ti prego. Ti fa sembrare sexy e bello alle donne dell’ospedale”
“Dovresti vedere l’infermiera che è venuta questa mattina a cambiarmi le lenzuola. Piccola mia, non ho mai visto una donna così.” disse, guardando un punto impreciso della stanza per poter ricordare l’immagine dell’infermiera di questa mattina. Gli diedi un buffetto sul braccio “Sei un porco” dissi ridendo, e coinvolsi anche lui. Una risata roca e soave, la stessa risata che accompagnava le sue storie, che ricevevo prima di andare a dormire da piccola.
Ci riprendemmo dal momento e parlò per primo “è ora di andare, piccola” mi fece notare l’orario sull’orologio posto sul mobiletto di fianco al suo letto, e notai che era davvero tardi. Ma non mi sorpresi, tutte le mattine rimanevo con lui più a lungo per paura che il pomeriggio non l’avrei più rivisto per un attacco causato dalla sua malattia. Mi alzai di malavoglia, raccolsi la borsa e lascia un bacio leggero sulla sua guancia.
“Ti voglio bene, nonno”
“ti voglio bene anche io, piccola mia”
Uscii dalla stanza, respirando a fondo e rendendomi conto di aver trattenuto il respiro fino adesso.
Ripercorsi di nuovo i corridoi, scesi le scale e ucii fuori. Feci qualche passo ma mi fermai girandomi verso l’enorme edificio che avevo appena lasciato. Un possente edificio bianco, con finestre chiuse e alcune aperte. Odiavo quel posto.
Ripresi a camminare, dirigendomi  alla fermata dell’autobus che avrei preso per andare a scuola. Non ci mise molto ad arrivare, e quando salii mi diressi verso i posti in fondo, quelli nascosti, quelli emarginati dagli altri. Quando l’autobus partì, misi le cuffie nelle orecchie e feci partire la musica, l’unica che in quel periodo riuscisse a darmi un po’ di conforto. Nemmeno mia mamma e mio padre si erano preoccupati di chiedere come stavo, amici non ne avevo. Nessuno con cui condividere il mio dolore, il dolore che mi abbatteva tutti i giorni. Avevo, anche smesso di coprirmi le occhiaie col correttore, mi limitavo ad indossare felpe, più grandi della mia taglia, e coprire il mio viso con il cappuccio.
Non mi accorsi che l’autobus si era fermato, fino a quando un ragazzo non era salito. Testa china sulle sue scarpe, cappuccio sul capo, dal quale si intravedeva solo un ciuffo di capelli biondi. Si sedette qualche posto più in là, e per la prima volta mi capitò di non ascoltare la musica, le parole specifiche di un testo, perché ero troppo concentrata ad osservare il ragazzo dell’autobus.



 
My Space.
Salve a tutti. Non sono nuova, ho già scritto su questo sito.
Oggi mi è venuta la capata di scrivere una nuova storia basata, un pò su come mi sento in questo periodo.
Poi vabbe ho aggiunto la presenza di un ragazzo che sarebbe il nostro Giustino lol.
Con questa storia ho voglia di impegnarmi quindi vorrei davvero sapere cosa ne pensate così posso aggiornare gia il secondo capitolo.
Se clicclate sul nome dei personaggi vi uscirà il volto di come io mi immagino che siano i personaggi della storia lol.
Spero alla prossima :)

Much love
Giuls <3
   
 
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