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Autore: rainicornsan    26/12/2013    2 recensioni
"Ma perchè 'Say love'? Cioè, suona bene, ma non penso...".
"Mettilo e basta, Max!".
E' la mia prima ff su Mika! Siate clementi!
Genere: Fantasy, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'When Michael met Mark'
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Salve a tutti... Visto che ci sono le vacanze e non ho praticamente niente da fare, vi posto subito un altro capitolo :)

La Nonna aprì la porta, ora liberata da comodino.
Nel corridoio non c'era nessuno.
Prima che la Nonna potesse fermarla, Emily uscì e fece alcuni passi.
Da un corridoio uscì di scatto la zia.
I secondi parevano eterni.
La zia prese la siringa e appoggiò l'ago al braccio di Emily.
La Nonna puntò la Winchester verso di lei.
Lentamente sibilò: "Togli l'ago, immediatamente, e non darle quella merda.".
Michael, con la sua solita faccia da coniglietto, sembrava ancora più spaventato di quello che era.
La zia sospirò: "Mi dispiace davvero.".
"Tu sei pazza!" protestò la ragazza, per quanto glielo consentisse il braccio della donna sotto al suo collo che la bloccava.
"No, sono realista.", mormorò l'altra spingendo leggermente più a fondo nel suo braccio.
"Porca t-" borbottò lei, respirando appena più forte dal naso, prima che le si mozzasse il respiro.
Qualcosa negli occhi di Emily, benchè Clara non avesse iniettato completamente la sostanza, cominciò a cambiare.
Le grandi iridi marroni sembrarono seccarsi, aridi, e le pupille, per contrasto, farsi liquide di pianto e allargarsi.
Forse provava dolore. Forse tristezza. Forse troppa gioia, non era dato saperlo.
A Michael si strinse il cuore al solo guardarla.
Ora si capiva che provasse un dolore indefinibile, figurarsi se avesse avuto quel liquido nelle vene.
La Nonna premette il grilletto.
La piccola siringa partì, e, dopo aver tracciato una linea nell'aria, si conficcò nel collo di Clara.
Lei cadde di botto per terra, mentre Emily vacillò leggermente.
Si staccò dall'arto con un gesto secco la siringa.
"Merda. Merda. Merda. Merda." continuò a borbottare anche quando fu al sicuro, sollevata sotto le ascelle dagli altri due.
"Come ti senti? Sei innamorata o no?" chiese senza alcun pudore la Nonna, portandola sul divano.
"No. Mi sento solo... Leggermente infatuata, ma credo che passerà." borbottò lei arrossendo, evitando di nominare e guardare Michael.
"Dovrei avere un libro di medicina, qui da qualche parte.
Una volta ero un'inferm... Oh, niente." scosse il capo la Nonna.
"Dov'è? Ti aiuto a cercarlo." disse Michael.
"Sgabuzzino. Gira a destra. Io arrivo dopo aver sistemato Emily vengo a cercare anch'io.
E' un grosso quadernone ad anelle, con la copertina di plastica rossa.
Cerca nella sezione 'antidoti'.".

Michael lo estrasse da uno schedario.
Era il quadernone.
Lo aprì. 
Alcune foto in bianco e nero scivolarono fuori dalle pagine.
'Karen G.' c'era scritto in un angolo.
Era una scrittura ordinata e tondeggiante.
'Karen'. Doveva essere il nome della Nonna.
Chissà perchè non voleva farlo sapere.
Osservò le foto.
La prima raffigurava una piccola bambina con molti riccioli scuri che giocava a palla.
La seconda era ancora lei, doveva avere non più di una ventina d'anni.
Era bella, molto.
Bassa, sottile e sorridente. Con i capelli lunghi fino alle spalle, circondata da amiche.
La terza foto fece rabbrividire Michael.
Karen e un ragazzo biondo dall'aria sgradevole erano seduti ad un tavolo, di fronte a due donne.
Avevano in mano due siringhe. Doveva essere prima che si sposasse con il marito.
Karen non sorrideva. Solo il giovane uomo sembrava essere felice.
Karen aveva l'aria di chi ha pianto, ma non rassegnata. Sembrava ci fosse una scintilla nei suoi occhi.
Un piccolo taccuino cadde per terra dopo.
Michael lo raccolse e lo aprì.
La stessa scrittura.
'Stavano per infilarci l'ago... E io... Io sono scattata in piedi.
Sono corsa fuori, lontano. Lontano dalle infermiere e da John.
Ho oltrepassato la sala d'aspetto. I fratelli di John, che aspettavano che ci dichiarassimo l'un l'altro, mi hanno provato a fermare.
Non ci sono riusciti.
Sono corsa via come un fulmine. E alla fine mi sono ritrovata da sola, nel bosco, con il fiato corto.
Ho camminato, e ora eccomi qui.
Non ci posso credere.
La casa è davanti a me. Dopo tutte le persone che l'hanno cercata.
Persino il corpo di polizia. Per ore.
E io sono la sola che l'ho trovata.
Vivrò qui. E non morirò.
Accoglierò le persone che trovano questo posto, spargerò in giro la voce.
Ho pianto, anche dopo che sono entrata.
Ho pianto non per John o per le mie amiche.
Ho pianto per lei, l'unica persona che io abbia mai amato.
Ho pianto per Johanna, e questa volta non mi sono vergognata neanche un pò di essermi innamorata di una donna.
Aveva ragione, alla fine. Impari ad amare quello che avevi solo quando non ce l'hai più.
Non la rivedrò più. Tanto vale che mi metta il cuore in pace.
Eppure la amavo. Tanto. CI amavamo tanto
.'.
Appoggiò la Winchester sul mobile, vacillando scioccato.
Il testo finiva lì.
Non poteva crederci. Non era omofobo, Michael. Lui stesso era gay.
Ma non poteva pensare anche solo a quella signora anziana a scambiarsi effusioni con una donna...
Decise di lasciar perdere.
Molto più saggio non immischiarsi in cose altrui, nonostante la sua natura da bambino glielo suggerisse.
Aprì la sezione 'antidoti' come gli era stato indicato, scorse l'elenco e sorrise. L'aveva trovata.

"Karen? Sarà questo il titolo della prossima canzone che hai in mente?" chiese ancora il ragazzo.
"Sì, ma prima ci vanno Emily e Lola.".
   
 
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