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Autore: Marzio17    26/12/2013    1 recensioni
Un ragazzo si appresta a passare il natale con la sua disgregata famiglia. Riuscirà ad abituarsi a vivere tra odio, stranezze e malinconia?
Tratta da una recente storia vera.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non esiste momento migliore del natale per esternare i tuoi sentimenti nei confronti dei tuoi cari. 

Tutto comincia con la vigilia, pieno di regali sali le scale che portano all'appartamento di tua nonna e la trovi lì, con in mano la solita busta, "metti via!" dice, quasi fosse un regalo da farsi di nascosto. Qualunque sia la somma contenuta non potrà mai essere peggio di quando ti aveva regalato gli orologi di tuo nonno dicendoti che era stato lui in punto di morte a volerlo. Solo che lei aveva aspettato due anni per darteli e dei tanti ti aveva lasciato solo quelli talmente scassati che non avrebbe mai potuto regalarli a nessun altro. 
Poi è il turno di tuo padre, stessa miserabile scena. "Quest'anno è un natale un po' magro" ti dice, "Lo vedo" vorresti rispondere, e lo fai, ma dimentichi di dire che sono cinque gli anni di magra e che essa non dipende dal fatto che quest'anno i soliti soldi si sono dimezzati ma dal fatto che manca ben altro. Mentre ti togli la giacca saluti la nuova compagna di tuo padre, tua coetanea ovviamente, guardi i lineamenti di suo figlio chiedendoti se sia o meno tuo fratello. Ha uno sguardo triste. 
Si va a tavola, ed eccoli che arrivano, i ravioli conditi con i peli dei cani. Tua nonna nota che li stai sezionando, e ti dice, "non è un pelo, è la zucca!" Strano ma vero, quest'anno deve aver prestato più attenzione. E poi arriva lui, il baccalà, messo a bagno la settimana scorsa perchè si "ammorbidisse", non sei sicuro che sia ancora commestibile ma lo mangi e sopravvivi. E' anche buono in realtà. Cerchi in ogni modo di evitare che lei ti riempia il piatto ma ovviamente una nonna deve riuscirci: "altri tortelli ai peli?" "Si, grazie" rispondi. 
Nel mentre tua zia fa cadere una forchetta di portata su un tappeto sul quale stanno "pascolando" da un po' un trio di bassotti, quando tuo padre glielo fa notare lei dice che non le sembra il caso di lavarla ma si avvia comunque verso la cucina. Così la cena prosegue in allegria e tua nonna regala al figlio della tua coetanea un regalo che nemmeno tre dei tuoi sarebbero riusciti a comprare, temi nuovamente che si tratti di tuo fratello. Sembra ancora triste. Probabilmente la madre lo ha sgridato da poco per un qualche motivo assurdo, o forse ha appena assistito ad una lite. Ecco che arriva una seconda coppia di zii, i più intelligenti che fingendo di star male hanno evitato la cena, loro sono persone deliziose come "delizioso!" è la parola che senti usare a lei più di frequente, con il loro modo di essere ti fanno tornare il buon umore. Poi senti tua nonna dire "non me l'aspettavo" riferendosi al regalo che ovviamente le hanno fatto gli zii, ed eccola che si allontana in cerca di qualcosa da riciclare. E lo trova, una bottiglia di liquore fatto da lei, mi scappa da ridere al pensiero della loro "gioia" nel ricevere quella deliziosa bottiglia. Tra l'altro impacchettata così bene nel sacchetto nel quale tu avevi appena portato i tuoi regali. "Smile at those who never smile at you" c'è scritto sopra. Vedendolo ti accorgi che tua nonna non ha ancora aperto il tuo regalo, forse perchè voleva risparmiarsi il disturbo di incartarlo ancora per qualcun altro. Glielo fai notare, "hai scartato il regalo?", ma lei finge di non sentirti, "scarta il regalo!" a quel punto non può più fingere. Lo apre, ed ecco che esce la coperta con le maniche che le hai preso perchè avevi notato che faceva fatica a tenere il telecomando in mano: era scomoda quell'altra. 
Ti senti un po' stupido, saluti tutti e te ne vai. "Buon Natale". 

Cavolo, hai dimenticato di salutare tua zia, la cerchi: se ne sta da sola davanti alla televisione. "Buon natale", "...".


E' Natale finalmente!
Al risveglio sai già che a pranzo sarà il turno della famiglia di tua madre, a detta loro lì pare che i sentmenti regnino sovrani.Sono diversi dagli altri parenti.
Entri e saluti tutti, il pranzo è buono e preparato con attenzione, giunge rapido il momento dei regali. "Uh, una sciarpa, grazie!", "Anche io te ne ho fatta una!", "Ma dai, davvero? Anche io!". Come ci leggiamo nella mente noi non lo fa nessuno. Sciarpa, felpa, maglione, jeans e cappello, mi sorprendo a pensare che forse avrei dovuto presentarmi nudo. "è così difficile fare un regalo a voi uomini", sento queste parole da anni. Che noia. Comunque il pomeriggio passa in modo indolore, a tratti piacevole, e anche se sembra che ogni argomento sia meno interessante di quello che lo ha preceduto si fa subito sera.
In effetti non ho nulla di cui lamentarmi, ma mi sento solo.
Dai, coraggio, ora arriva L, il mio amico...
Mentre passeggiamo per il centro gli racconto tutto e ci ridiamo su.
Finalmente mi sento libero. Mi torna di nuovo in mente la frase scritta sul sacchetto: "Smile at those who never smile at you". Una frase azzeccata al momento, però ricordo ancora quando le persone mi sorridevano, ero un bambino quando andavo a pescare con mio padre, quando mia nonna al mare mi preparava "le peschine con lo zucchero", quando mia zia mi mostrava il suo negozio di animali: gli uccelli, i pesci, le iguane. Non riesco a non chiedermi, non capisco, cosa posso fare. Giorno dopo giorno mi sembra di vivere in un'altra realtà. Non mi ci abituo, anzi va sempre peggio. Mi sento in colpa e non ho modo di rimediare. La mia vita mi sembra come un masso che rotola da una montagna, io magari ho dato solo una piccola spinta ma non lo posso più fermare. Chissà come sarebbero andate le cose se fossi stato la persona che i miei genitori si aspettavano che fossi. So che non ha senso ma non posso non chiedermelo. Poi la rabbia riprende il controllo. L'anno prossimo passerò il natale da qualche altra parte. Anzi no, non me lo perdonerei. Cavolo. Non me lo perdonerebbero

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