Non esiste momento migliore del natale per esternare i tuoi sentimenti nei confronti dei tuoi cari.
Tutto
comincia con la vigilia, pieno di regali sali le scale che portano
all'appartamento di tua nonna e la trovi lì, con in mano la solita
busta, "metti via!" dice, quasi fosse un regalo da farsi di
nascosto. Qualunque sia la somma contenuta non potrà mai essere
peggio di quando ti aveva regalato gli orologi di tuo nonno dicendoti
che era stato lui in punto di morte a volerlo. Solo che lei aveva
aspettato due anni per darteli e dei tanti ti aveva lasciato solo
quelli talmente scassati che non avrebbe mai potuto regalarli a
nessun altro.
Poi è il turno di tuo padre, stessa
miserabile scena. "Quest'anno è un natale un po' magro" ti
dice, "Lo vedo" vorresti rispondere, e lo fai, ma
dimentichi di dire che sono cinque gli anni di magra e che essa non
dipende dal fatto che quest'anno i soliti soldi si sono dimezzati ma
dal fatto che manca ben altro. Mentre ti togli la giacca saluti la
nuova compagna di tuo padre, tua coetanea ovviamente, guardi i
lineamenti di suo figlio chiedendoti se sia o meno tuo fratello. Ha
uno sguardo triste.
Si va a tavola, ed eccoli che arrivano,
i ravioli conditi con i peli dei cani. Tua nonna nota che li stai
sezionando, e ti dice, "non è un pelo, è la zucca!"
Strano ma vero, quest'anno deve aver prestato più attenzione. E poi
arriva lui, il baccalà, messo a bagno la settimana scorsa perchè si
"ammorbidisse", non sei sicuro che sia ancora commestibile
ma lo mangi e sopravvivi. E' anche buono in realtà. Cerchi in ogni
modo di evitare che lei ti riempia il piatto ma ovviamente una nonna
deve riuscirci: "altri tortelli ai peli?" "Si, grazie"
rispondi.
Nel mentre tua zia fa cadere una forchetta di
portata su un tappeto sul quale stanno "pascolando" da un
po' un trio di bassotti, quando tuo padre glielo fa notare lei dice
che non le sembra il caso di lavarla ma si avvia comunque verso la
cucina. Così la cena prosegue in allegria e tua nonna regala al
figlio della tua coetanea un regalo che nemmeno tre dei tuoi
sarebbero riusciti a comprare, temi nuovamente che si tratti di tuo
fratello. Sembra ancora triste. Probabilmente la madre lo ha sgridato
da poco per un qualche motivo assurdo, o forse ha appena assistito ad
una lite. Ecco che arriva una seconda coppia di zii, i più
intelligenti che fingendo di star male hanno evitato la cena, loro
sono persone deliziose come "delizioso!" è la parola che
senti usare a lei più di frequente, con il loro modo di essere ti
fanno tornare il buon umore. Poi senti tua nonna dire "non
me l'aspettavo" riferendosi al regalo che ovviamente le hanno
fatto gli zii, ed eccola che si allontana in cerca di qualcosa da
riciclare. E lo trova, una bottiglia di liquore fatto da lei, mi
scappa da ridere al pensiero della loro "gioia" nel
ricevere quella deliziosa bottiglia. Tra l'altro impacchettata così
bene nel sacchetto nel quale tu avevi appena portato i tuoi regali.
"Smile at those who never smile at you" c'è scritto sopra.
Vedendolo ti accorgi che tua nonna non ha ancora aperto il tuo
regalo, forse perchè voleva risparmiarsi il disturbo di incartarlo
ancora per qualcun altro. Glielo fai notare, "hai scartato il
regalo?", ma lei finge di non sentirti, "scarta il regalo!"
a quel punto non può più fingere. Lo apre, ed ecco che esce la
coperta con le maniche che le hai preso perchè avevi notato che
faceva fatica a tenere il telecomando in mano: era scomoda
quell'altra.
Ti senti un po' stupido, saluti tutti e te ne
vai. "Buon Natale".
Cavolo, hai dimenticato di salutare tua zia, la cerchi: se ne sta da sola davanti alla televisione. "Buon natale", "...".
E'
Natale finalmente!
Al risveglio sai già che a pranzo sarà il
turno della famiglia di tua madre, a detta loro lì pare che i
sentmenti regnino sovrani.Sono diversi dagli altri parenti.
Entri
e saluti tutti, il pranzo è buono e preparato con attenzione, giunge
rapido il momento dei regali. "Uh, una sciarpa, grazie!",
"Anche io te ne ho fatta una!", "Ma dai, davvero?
Anche io!". Come ci leggiamo nella mente noi non lo fa nessuno.
Sciarpa, felpa, maglione, jeans e cappello, mi sorprendo a pensare
che forse avrei dovuto presentarmi nudo. "è così difficile
fare un regalo a voi uomini", sento queste parole da anni. Che
noia. Comunque il pomeriggio passa in modo indolore, a tratti
piacevole, e anche se sembra che ogni argomento sia meno interessante
di quello che lo ha preceduto si fa subito sera. In
effetti non ho nulla di cui lamentarmi, ma mi sento solo.
Dai,
coraggio, ora arriva L, il mio amico...
Mentre passeggiamo per il
centro gli racconto tutto e ci ridiamo su. Finalmente mi
sento
libero. Mi torna di nuovo in mente la frase scritta sul sacchetto:
"Smile at those who never smile at you". Una frase
azzeccata al momento, però ricordo ancora quando le persone mi
sorridevano, ero un bambino quando andavo a pescare con mio padre,
quando mia nonna al mare mi preparava "le peschine con lo
zucchero", quando mia zia mi mostrava il suo negozio di animali:
gli uccelli, i pesci, le iguane. Non riesco a non chiedermi, non
capisco, cosa posso fare. Giorno dopo giorno mi sembra di vivere in
un'altra realtà. Non mi ci abituo, anzi va sempre peggio. Mi sento
in colpa e non ho modo di rimediare. La mia vita mi sembra come un
masso che rotola da una montagna, io magari ho dato solo una piccola
spinta ma non lo posso più fermare. Chissà come sarebbero andate le
cose se fossi stato la persona che i miei genitori si aspettavano che
fossi. So che non ha senso ma non posso non chiedermelo. Poi la
rabbia riprende il controllo. L'anno prossimo passerò il natale da
qualche altra parte. Anzi no, non me lo perdonerei. Cavolo. Non me lo
perdonerebbero