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Autore: Shichan    26/12/2013    5 recensioni
A Rivaille basta guardare l’entusiasmo e la curiosità sul volto di Eren e il malsano divertimento negli occhi di Hanji per capire che l’unica possibilità sarebbe ucciderla.
[Leviweek]
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren, Jaeger, Hanji, Zoe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Old Habit
Personaggi:
Rivaille, child!Rivaille (accenni), Eren Jeager, Hanji Zoe
Prompt: chibi Rivaille, Day 5; (leviweek)
Note: posso farcela a scrivere qualcosa di vagamente felice ;_;
Terzo e ultimo prompt di mia competenza per la leviweek. AU dove Eren (vicino di casa di Rivaille) scopre l’increscioso passato di lui attraverso i racconti di Hanji e un terribile album di fotografie.

 

Rivaille non può vantare di aver mantenuto così tante amicizie dal liceo – in realtà si vanta di non averne mantenute –, né ora in università. L’unica eccezione di cui può effettivamente parlare è Hanji, anche se non definirebbe la cosa una propria scelta, quanto la fastidiosa e rumorosa imposizione di lei nel tempo. Soprassiede spesso e volentieri sul fatto che, comunque, è stato lui a permetterglielo.
Al momento, però, sente di essere in uno di quei momenti nella sua vita in cui prova per lei ciò che ha provato spesso per altri: un istinto omicida non indifferente.
Quando ha acconsentito ad averla in casa per la sessione di studio (gli sfugge ancora perché dovrebbero studiare insieme per gli esami quando sono di due facoltà diverse, ma ha smesso di fare domande ad Hanji anni fa), non aveva mai messo in conto di farle incontrare Eren. Soprattutto, non aveva mai psicologicamente accettato o preparato se stesso ad una loro alleanza che prevedesse lei che mostrava a lui un album risalente ad almeno quindici anni prima.
«E qui» dice la donna indicando l’ennesima foto imbarazzante di un Rivaille bambino e imbronciato: «…oh, qui! Rivaille aveva otto anni»
«Smettila.»
«ed eravamo in classe insieme, sai, perché siamo amici d’infanzia»
«Hanji.»
«e sai che aveva l’abitudine di imbronciarsi ogni volta che gli facevano una foto? Ah, ma la cosa migliore era questa!» e va ad indicare una foto. A Rivaille basta guardare l’entusiasmo e la curiosità sul volto di Eren e il malsano divertimento negli occhi di Hanji per capire che l’unica possibilità sarebbe ucciderla.
Magari può soffocarla con il cuscino. Sarebbe una perdita intellettuale non indifferente per la facoltà, ma un grande miglioramento nella sua vita, ne è sicuro.
«Aveva l’abitudine di attaccarsi alla manica delle persone che gli piacevano.» confessa Hanji, spostando lo sguardo sul diretto interessato, seguita istintivamente da Eren.
È un lungo momento quello in cui i tre si guardano; poi, il più giovane pronuncia proprio ciò che lei sperava e che Rivaille credeva non sarebbe mai stato così stupido da dire ad alta voce.
«Era un bambino timido, allora.»
Timido.
La ucciderà. Eren capirà, ne è certo – o può ucciderli entrambi, se non la smettono di ridere.

Rivaille ricorda il momento in cui è stata fatta quella foto, nonostante fosse un bambino.
I nuovi vicini di casa gli avevano presentato il loro figlio, di appena tre anni – quel piccolo Eren lo aveva guardato incuriosito e poi, nonostante il broncio di Rivaille, gli aveva rivolto uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto. Lui aveva preso la sua manica, per paura di fargli male prendendo una mano così piccola nella propria.   

   
 
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