Titolo: Old
Habit
Personaggi: Rivaille, child!Rivaille
(accenni), Eren Jeager, Hanji Zoe
Prompt: chibi
Rivaille, Day 5; (leviweek)
Note: posso farcela a scrivere
qualcosa di vagamente felice ;_;
Terzo e ultimo prompt di mia competenza per la leviweek. AU dove Eren (vicino di casa di Rivaille) scopre
l’increscioso passato di lui attraverso i racconti di Hanji e un terribile
album di fotografie.
Rivaille non può vantare
di aver mantenuto così tante amicizie dal liceo – in realtà si vanta di non averne mantenute –, né ora in
università. L’unica eccezione di cui può effettivamente parlare è Hanji, anche
se non definirebbe la cosa una propria scelta, quanto la fastidiosa e rumorosa
imposizione di lei nel tempo. Soprassiede spesso e volentieri sul fatto che,
comunque, è stato lui a permetterglielo.
Al momento, però, sente di essere in uno di quei momenti nella sua vita in cui
prova per lei ciò che ha provato spesso per altri: un istinto omicida non
indifferente.
Quando ha acconsentito ad averla in casa per la sessione di studio (gli sfugge
ancora perché dovrebbero studiare insieme per gli esami quando sono di due
facoltà diverse, ma ha smesso di fare domande ad Hanji anni fa), non aveva mai
messo in conto di farle incontrare Eren. Soprattutto, non aveva mai
psicologicamente accettato o preparato se stesso ad una loro alleanza che
prevedesse lei che mostrava a lui un album risalente ad almeno quindici anni
prima.
«E qui» dice la donna indicando l’ennesima foto imbarazzante di un Rivaille
bambino e imbronciato: «…oh, qui! Rivaille aveva otto anni»
«Smettila.»
«ed eravamo in classe insieme, sai, perché siamo amici d’infanzia»
«Hanji.»
«e sai che aveva l’abitudine di imbronciarsi ogni volta che gli facevano una
foto? Ah, ma la cosa migliore era questa!» e va ad indicare una foto. A
Rivaille basta guardare l’entusiasmo e la curiosità sul volto di Eren e il
malsano divertimento negli occhi di Hanji per capire che l’unica possibilità
sarebbe ucciderla.
Magari può soffocarla con il cuscino. Sarebbe una perdita intellettuale non
indifferente per la facoltà, ma un grande miglioramento nella sua vita, ne è
sicuro.
«Aveva l’abitudine di attaccarsi alla manica delle persone che gli piacevano.»
confessa Hanji, spostando lo sguardo sul diretto interessato, seguita
istintivamente da Eren.
È un lungo momento quello in cui i tre si guardano; poi, il più giovane
pronuncia proprio ciò che lei sperava e che Rivaille credeva non sarebbe mai
stato così stupido da dire ad alta
voce.
«Era un bambino timido, allora.»
Timido.
La ucciderà. Eren capirà, ne è certo – o può ucciderli entrambi, se non la
smettono di ridere.
Rivaille ricorda il
momento in cui è stata fatta quella foto, nonostante fosse un bambino.
I nuovi vicini di casa gli avevano presentato il loro figlio, di appena tre
anni – quel piccolo Eren lo aveva guardato incuriosito e poi, nonostante il
broncio di Rivaille, gli aveva rivolto uno dei sorrisi più belli che avesse mai
visto. Lui aveva preso la sua manica, per paura di fargli male prendendo una
mano così piccola nella propria.