Capitolo 4 – Gelosia
-Ma che cavolo sta facendo?!-
Ryo aveva ascoltato ogni parola pronunciata dalla
socia e la piega che stava prendendo la situazione non gli piaceva per niente.
Quel viscido criminale ci stava provando con la sua donna!
-Lo sta distraendo mentre noi finiamo il lavoro-
rispose secco Umibozu, mentre finiva di scassinare la porta della camera di
Hirayama
Si erano già occupati di quella di Hara, piazzando
varie cimici in punti strategici, e, mentre si avviavano verso quella
dell’altro, Miki li aveva avvertiti del fatto che il proprietario stava tornando
in cabina. Se non fosse stato per Kaori avrebbero dovuto lasciar perdere tutto.
Ryo e Umibozu piazzarono le cimici nella camera senza
alcun problema, mentre Kaori intratteneva Hirayama.
-E mi dica, signor Hirayama, che lavoro fa?- gli
chiese lei
-Sono un commerciante di pietre preziose, ma la prego,
signorina, mi dia pure del tu e mi chiami Toshio- le rispose lui
-Solo se lei mi chiama Kaori-
-Kaori…Un bellissimo nome per una splendida ragazza.
Dimmi, Kaori, sei in vacanza da sola?-
-Veramente sono in vacanza con il mio fidanzato, il
suo socio e sua moglie, ma lui non pensa altro che al lavoro…- Kaori assunse
un’espressione seccata -Pensi che anche adesso è chiuso nella nostra cabina con
il suo socio e io e la mia amica siamo tutte sole-
-Se fossi io il tuo accompagnatore, non ti lascerei
sola nemmeno un secondo per paura che qualcuno ti porti via da me- le sorrise
Toshio malizioso
-Sei troppo gentile…-
Dall’altra parte, Ryo avrebbe volentieri raggiunto
quella specie di viscido verme per cambiargli i connotati. Quella storia lo
stava veramente facendo incazzare e la frase che udì subito dopo non servì di
certo a calmarlo:
-Kaori, so che sei qui con il tuo fidanzato e forse mi
troverai troppo sfacciato, ma vorrei chiederti di cenare con me questa sera- le
propose Hirayama
-Non sei per niente sfacciato e io sarei molto felice
di cenare con te- rispose lei –Sono stanca di accettare che quello stupido trovi
un attimo per me-
-Benissimo, allora. Ti aspetto alle otto al mio
tavolo, è il numero 305, vicino alle vetrate-
-Ci sarò-
-Ma che diavolo ti è saltato in mente?!- sbraitò Ryo
non appena lei e Miki raggiunsero i due uomini nella loro cabina
-Ho distratto Hirayama prima che vi scoprisse, ecco
cosa mi è saltato in mente- rispose irritata Kaori –Avresti preferito forse che
andasse tutto a monte?-
-Non è questo il punto! Tutto ciò non era nei piani,
ti sei avvicinata troppo a lui e hai corso il rischio di far saltare la nostra
copertura!-
-Non mi sembra proprio. E poi lo sai meglio di me che
a volte gli imprevisti fanno sì che i piani vadano cambiati!-
-Ha ragione lei, Saeba- intervenne Miki –Kaori è stata
brava e ci ha evitato un sacco di problemi, perciò non vedo perché tu debba
essere arrabbiato…O forse sei geloso perché Hirayama si è invaghito di Kaori?-
Mentre Umibozu ridacchiava, Ryo si voltò verso di lei,
lanciandole un’occhiataccia.
-Potreste lasciarci soli, per favore?- sibilò
Scuotendo la testa, Miki e Umibozu si diressero verso
la porta, ma, prima di uscire, la donna guardò Kaori e le fece l’occhiolino, poi
le sussurrò:
-È cotto a puntino!-
Dopo di che, sparì velocemente chiudendosi la porta
alle spalle, per paura che Ryo le lanciasse dietro qualcosa. Quando rimasero
soli, Kaori si incamminò verso il bagno senza dire una parola.
-Dove stai andando? La discussione non è ancora
conclusa- la fermò Ryo
-In realtà non dovrebbe essere nemmeno cominciata-
replicò lei –Ho agito nel modo giusto e lo sappiamo entrambi, se hai bisogno di
sfogare la tua rabbia, o meglio, la tua gelosia trovati qualcun altro con
cui farlo!-
Detto ciò, si sbatté la porta del bagno alle spalle.
Ryo, nervoso, si passò una mano tra i capelli e cominciò a camminare avanti e
indietro per la stanza. Odiava ammetterlo, ma Kaori aveva maledettamente
ragione. Lei era stata brava, aveva evitato a lui e a Umibozu un sacco di grane
e lui non aveva motivo di rimproverarla… Solo che era geloso. Geloso marcio.
Pensare che Hirayama avesse parlato con lei, l’avesse guardata vestita solo di
quel minuscolo costume marrone gli faceva venire il sangue alla testa. Non aveva
mai sperimentato una sensazione simile. Non era mai stato geloso delle altre
donne che aveva avuto, ma con Kaori era diverso. Si era scoperto possessivo
verso di lei. Non tollerava che gli altri uomini la guardassero con malizia, o
peggio ancora, cercassero di abbordarla. Lei era sua.
Guardò la porta dietro alla quale si trovava Kaori.
Sentirla flirtare con Hirayama e il desiderio che da anni covava per lei gli
avevano fatto perdere la testa. Sapeva che se glielo avesse spiegato, che se si
fosse scusato, lei avrebbe capito e lo avrebbe perdonato, ma prima aveva bisogno
di calmarsi, altrimenti avrebbe detto qualcosa di stupido e avrebbero
ricominciato a litigare. Perciò, si diresse verso la porta e uscì dalla stanza,
afferrando nel tragitto il suo pacchetto di sigarette. Di solito, quando era
arrabbiato o nervoso, il metodo migliore per farlo calmare era il sorriso di
Kaori. Tuttavia, vista la situazione, si sarebbe dovuto accontentare di una
sigaretta e un po’ d’aria fresca.
Quando Kaori si decise a uscire dal bagno, Ryo non
c’era più. Si era concessa un lungo bagno, armata di lettore mp3 alle orecchie,
e ora si sentiva più calma. Il comportamento del partner l’aveva veramente
irritata. Erano anni che si sentiva muovere rimproveri a causa del suo lavoro e
decisamente ne aveva abbastanza. Soprattutto perché stavolta non aveva nessuna
colpa e lo sapeva. Ryo si era comportato così solo per stupida gelosia. Cavolo,
ma stava solo recitando! Cosa credeva, che le avesse fatto piacere essere carina
con quel criminale? Tuttavia, conosceva bene Ryo e sapeva che, oltre a essere
possessivo oltre ogni dire, era anche molto protettivo e non gli piaceva per
niente saperla vicina ad un potenziale pericolo. Sospirò. Quanta pazienza ci
voleva con quell’uomo! Con un leggero sorriso, decise di uscire e andare a
cercarlo.
Lo trovò a poppa, appoggiato alla ringhiera e intento
a fissare il rimescolio di acque causato dai motori della nave sotto di lui, una
sigaretta ormai finita tra le labbra. Si mise accanto a lui, guardando l’azzurra
distesa dell’oceano che all’orizzonte si fondeva con il cielo. Per qualche
minuto rimasero in silenzio, alla fine fu Ryo a romperlo:
-Mi
dispiace per prima- mormorò lasciando cadere la sigaretta in mare, senza però
voltarsi verso di lei
Kaori
guardò il suo profilo, stagliato nel blu.
-Ryo,
quando ti deciderai a capire che ormai faccio parte di questo mondo quanto te?-
gli disse –So bene che il tuo comportamento deriva dalla preoccupazione per me,
ma City Hunter siamo noi due, insieme, non puoi pretendere che io me ne resti in
disparte a guardare-
Lui si
voltò verso di lei.
-Tu hai
ragione, è solo che…Saperti in pericolo mi fa andare fuori di testa. Se ti
succedesse qualcosa…-
Lei gli
premette due dita sulle labbra.
-Lo so.
Anch’io morirei se ti perdessi- sussurrò poi
Ryo le
prese la mano e ne baciò il palmo. Poi l’attirò a se e la baciò.