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Autore: sohappily    26/12/2013    2 recensioni
Harry è un normale ragazzo di quindici anni che tiene un diario segreto in cui scrive tutto quello che gli passa per la testa e si sfoga raccontando di un certo Louis che frequenta la sua scuola e si diverte a dargli il tormento.
Dalla storia:
«Quando è arrivato il mio turno ho tenuto gli occhi bassi e non ho fatto altro che ripetere fra me e me 'Non lui, ti prego non lui, tutti ma non lui' finché la bottiglia non ha smesso di roteare fermandosi davanti alle inconfondibili Vans nere di Louis Tomlinson.»
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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27 Dicembre

Caro diario,
forse non te l'ho mai detto, ma ho sempre odiato festeggiare Capodanno. Da quando sono abbastanza grande da poter saltare il cenone con i parenti e gli amici di famiglia, ho sempre trascorso la serata da Niall giocando alla playstation con lui e Liam. Quest'anno però le cose andranno diversamente.

Negli ultimi mesi mia sorella Gemma non solo ha smesso di ignorarmi, ma ha addirittura deciso di trascinarmi con lei quando esce. Ieri, infatti, è entrata in camera mia e con un tono che non ammetteva repliche, mi ha annunciato che trascorreremo il Capodanno insieme.
«Il 31 Zayn dà una festa. Vieni anche tu, okay?»
«Posso chiamare anche gli altri?»
«Chi? Quegli sfigati di Niall e Liam?»
«Non sono sfig...»
«Puoi portare anche loro.»
E senza neanche darmi il tempo di rispondere è uscita dalla camera sbattendo la porta.
E' impossibile discutere con Gemma perché tanto mi ascolta solo quando le fa comodo, quindi mi è sembrato inutile cercare di controbattere.
In realtà un po' mi emoziona l'idea di andare alla mia prima festa, anche se credo che mi abbia invitato solo perché se usciamo insieme mamma è più tranquilla e non rimane sveglia ad aspettare che torni. Da quel poco che mi ha detto, Zayn Malik è a casa da solo per una settimana e ha deciso di organizzare una festa all'insegna di alcol e buona musica.
Io non bevo e ho un concetto di 'buona musica' diverso rispetto alla maggior parte dei ragazzi della mia età, quindi non so cosa aspettarmi.
Sono preoccupato anche perché sicuramente ci sarà il migliore amico di Zayn, quell'imbecille di cui ti ho già parlato e che si diverte a definire me e i miei amici una patetica banda di frocetti. Sì, sto parlando di Louis Tomlinson.
E' in classe con Gemma ed è uno dei ragazzi più popolari a scuola. Cambia fidanzata con la stessa velocità con cui mia sorella cambia colore ai capelli, quindi almeno una volta al mese.
E' il classico ragazzo strafottente che si credere superiore a tutto e a tutti. Se ne va in giro per i corridoi spintonando chiunque e mettendo in mostra i suoi nuovi tatuaggi (anche quelli aumentano almeno una volta al mese).
Da quando mia sorella ha iniziato a calcolarmi, o almeno a riconoscere che sono suo fratello e non uno sconosciuto, a volte in mensa pranzo con lei e Louis continua a infastidirmi con commenti acidi che mettono a dura prova la mia pazienza.
Gemma dice che è fatto così e che all'inizio tratta male le persone che non conosce perché non si fida di loro, ma io non riesco proprio a sopportarlo. Soprattutto perché fa male sentirsi chiamare 'frocetto' o 'finocchio' quando sai che la maggior parte delle persone a scuola ti conosce e ti giudica solo per quello.
E, se proprio devo essere sincero, credo che il mio essere gay sia una delle cause principali per cui Gemma si vergogna di me.
Come ho già detto però, le cose ultimamente stanno migliorando. Ieri sera ho sentito che parlava con mamma e le diceva che sono maturo per i miei quindici anni e che, nonostante ci abbia messo un po' per capirlo, lei mi vuole bene a prescindere da chi mi piace, perché è mia sorella e ci sarà sempre per me.
Vorrei che queste cose le dicesse guardandomi negli occhi, ma per ora mi accontento di ascoltarle stando nascosto dietro la porta della cucina.
Adesso ti saluto perché, come ogni venerdì, papà passerà a prendermi e andremo a vedere la partita insieme. Dall'ultima litigata con mamma non entra più in casa, così devo farmi trovare all'inizio del vialetto alle otto in punto se no inizia a suonare il clacson e i vicini si lamentano.
Mi chiedo se prima o poi avrò il coraggio di dirgli che a me il football interessa solo per i giocatori alti e palestrati.
A presto
Harry

 

29 Dicembre

Caro diario,
in questi giorni non succede nulla di che. Mamma è sempre fuori casa e credo che stia facendo i turni doppi in ospedale anche se non me lo vuole dire per non farmi preoccupare. Quando torna a casa è stanchissima, così preferisco lasciarla riposare invece che annoiarla con le mie storie.

Anche Gemma non c'è mai perché è impegnata ad aiutare Zayn ad organizzare la festa. Ha tentato di coinvolgermi nei preparativi, ma finché riesco, cerco di rimanerne fuori perché so che sarei un peso più che un aiuto.
In realtà, più martedì si avvicina, più la mia ansia aumenta. Lo so che devo stare tranquillo perché ho quindici anni e alla mia età è normale andare alle feste, ubriacarsi, ballare e divertirsi, ma non penso di essere fatto per queste cose.
Per fortuna ci sono Niall e Liam a farmi ridere e ad essere euforici al posto mio. E' da due giorni che non fanno altro che parlare del party a casa Malik e del fatto che, a quanto pare, saremo gli unici del secondo anno a partecipare.
Per loro è un vanto essere gli unici piccoli ammessi alla festa, mentre io ho la netta sensazione che sarà solo l'ennesima scusa per essere presi in giro da Tomlinson e dal branco di idioti che lo idolatra.
Non so davvero cosa aspettarmi. Perfino Gemma si è accorta che sono preoccupato e sta cercando di tranquillizzarmi. Ha detto che se mi annoio basta che glielo dico e mi porterà a casa. E' stata gentile a promettermelo, ma ieri era al telefono con una sua amica e ho sentito che ha in programma di ubriacarsi fino a dimenticare come si chiama, perciò dubito che sarà in grado di riportarmi a casa.
Se me la vedo brutta penso che farò come nei film e mi nasconderò in una stanza, sperando che non sia già occupata da qualcuno intento a fare dell'altro.
Gemma mi ha appena chiamato per farmi notare che, andando a una festa di quelli dell'ultimo anno, non possiamo vestirci da sfigati come al solito e che per una sera dovremmo abbandonare le nostre magliette con i personaggi dei fumetti e i pantaloni larghi.
A quanto pare anche Liam è d'accordo con lei e oggi ha deciso di trascinare me e Niall ai magazzini alla ricerca di vestiti che ci facciano sembrare, giuro che ha detto così, 'quasi uomini' e non 'quasi bambini'.
Dubito che con un budget di quaranta dollari riusciremo nell'intento, ma non so dire di no ai miei amici. Anzi, in realtà non so dire di no a nessuno.
Harry

 

31 Dicembre

Caro diario,
il gran giorno è arrivato. Non sembro abbastanza entusiasta? Effettivamente non lo sono.
Ho seriamente preso in considerazione l'ipotesi di fingermi malato, ma so che senza di me gli altri non andrebbero e non voglio rovinare loro la serata. Ancora una volta mi trovo a fare qualcosa che non mi va solo per non deludere qualcuno a cui voglio bene.

Oggi ho pranzato con Gemma e mamma che, prima di andare a lavorare, si è raccomandata di essere responsabili e non ubriacarci o, almeno, saperci regolare. Ha incluso anche me nel discorso, ma ha tenuto per tutto il tempo gli occhi puntati su Gemma che non penso l'abbia ascoltata più di tanto, impegnata com'era a inviare messaggi alle sue amiche.
Alle sette Zayn passerà a prenderci, andremo prima al discount a comprare le ultime cose che mancano e poi a casa sua a finire i preparativi.
Liam e Niall arriveranno più tardi perché hanno entrambi una cena con le loro famiglie.
A me dispiace per mamma che, essendo un'infermiera, è costretta a lavorare anche nei giorni di festa ma almeno non mi sentirò in colpa per averla lasciata a casa da sola.
Ora vado a farmi una doccia e poi mi preparo, se riesco scrivo prima di uscire perché, come ogni anno, devo fare la lista di buoni propositi.

Eccomi ancora qua.
Manca mezz'ora alle sette e mi è già passata la voglia di uscire. Dopo essermi lavato, ho iniziato a prepararmi e, non avevo ancora infilato i pantaloni, che Gemma ha fatto irruzione in camera e ha guardato con orrore i vestiti che avevo disposto sul letto.
«Ti prego dimmi che non ti metti quelli stasera.»
«Cosa c'è di sbagliato nei miei vestiti?»
«Hai davvero intenzione di abbinare dei pantaloni beige con una maglia azzurra e una felpa verde?»
«Dai Gemma, tanto nessuno mi noterà.»
«Tutti ti noteranno. Perché siete piccoli e soprattutto perché tu sei mio fratello.»
«Forse hai ragione. Cosa dovrei mettere secondo te?»
E' stata la domanda peggiore che potessi farle. Il suo volto si è aperto in un ghigno malefico, mi ha squadrato dalla testa ai piedi e, con la sua solita aria da saputella mi ha detto che ci avrebbe pensato lei. Dopo nemmeno dieci minuti mi ha scritto di andare in camera sua e di portare una maglietta bianca. Sì, abbiamo addirittura iniziato a comunicare via SMS.

«Ecco qua, ti ho trovato il look perfetto. Non ringraziarmi.» mi ha detto stringendo in mano un paio di pantaloni neri e una camicia a quadri.
«Dove hai preso quella camicia?»
«Oh non ricordo, qualcuno l'ha dimenticata qua all'ultima festa che ho fatto e da allora è diventata mia. Non è carina?»
«Ma quei pantaloni non sono tuoi?»
«Indovinato. E sono i miei preferiti, sono una sorella generosa vero?»
«A scuola tutti mi conoscono come 'il fratello gay di Gemma Styles', secondo te posso andare in giro con dei pantaloni da donna?»
«Ma dove vivi? Tutti indossano skinny jeans ormai.»
«Non m'interessa. Non li metterò mai.»
A quel punto deve aver capito che con le buone non mi avrebbe mai convinta ad entrare in quel paio di jeans che più che jeans sembravano una seconda pelle, così è tornata in camera mia e mentre ero in bagno ad asciugare i capelli, ha preso tutti i pantaloni che avevo nell'armadio e li ha nascosti chissà dove. Dopodiché è venuta da me e, sventolando di nuovo quei maledetti pantaloni neri, mi ha informato che «O ti metti questi o vieni alla festa in mutande. A te la scelta.»
Mi sembra piuttosto evidente che sono stato costretto a indossare dei jeans da donna e la camicia di uno sconosciuto. Pensavo che accontentandola l'avrei finalmente zittita e, invece no, ha voluto persino sistemarmi i capelli riempiendoli di gel e tirando indietro il mio ciuffo di ricci ribelli.
Può sembrare esagerato, ma sono serio quando sostengo di essere un burattino nelle mani di mia sorella e mi sembra comprensibile che il primo proposito per l'anno nuovo riguardi proprio lei:

  1. Non farmi più comandare da Gemma

  2. Imparare a dire di no

  3. Non farmi trattare male dagli stronzi della mia scuola (soprattutto da Louis Tomlinson)

  4. Prendere la patente

  5. Divertirmi alle feste

Adesso però devo andare perché Gemma mi ha appena scritto che Zayn sarà qui a momenti.
Tengo le dita incrociate e spero che vada tutto bene.
A presto,
Harry

 

01 Gennaio

Caro diario,
ho promesso che in questo quaderno avrei parlato di qualsiasi cosa mi passasse per la testa senza vergognarmene ed è esattamente quello che cercherò di fare raccontando di ieri sera. Spero vivamente che nessuno legga mai quello che scrivo.
Se dovessi riassumere il tutto in poche parole, direi che la festa è stato un susseguirsi di errori che avrei potuto benissimo evitare.
Il primo errore è stato quando, arrivati a casa di Zayn, ho accettato la birra che Ashton, uno degli amici di mia sorella, mi ha offerto.
Dato che ormai ce l'avevo in mano e Gemma si era appena raccomandata affinché non facessi lo sfigato, l'ho bevuta. Perché è questo quello fanno i ragazzi normale alle feste, vero? Bevono, ballano e si divertono. E io, ieri sera, ero davvero intenzionato a comportarmi come un ragazzo normale.
Verso le dieci abbiamo finito di sistemare la casa e gli ospiti sono arrivati in fretta. Di Liam e Niall però, neanche l'ombra. Intanto che li aspettavo, ho girovagato per la casa bevendo birra (ho scoperto che mi piace) e mangiando pop corn. Ogni tanto qualche amica di Gemma mi fermava per salutarmi e per dirmi che sto crescendo bene, anche se non ho ancora capito cosa intendessero.
Ho scoperto che, a differenza di quello che credevo, Zayn non è uno stronzo. E' un tipo silenzioso, ma le poche volte in cui parla dice cose interessanti e abbiamo gusti musicali simili. Ho fatto amicizia con Ashton e, da quel che ho capito, ha una cotta per Gemma da tantissimi anni ma lei non lo calcola perché è più piccolo.

Quando mancavano dieci minuti alla mezzanotte, Niall mi ha scritto che erano arrivati e mi ha chiesto se potevamo incontrarci all'ingresso.
Io ero al piano di sotto che parlavo con qualche ragazza sconosciuta e solo salendo le scale mi sono accorto di quanto mi girasse la testa. Continuare a bere è stato il secondo errore che avrei potuto evitare.
La casa si era riempita ancora di più e mentre cercavo di raggiungere l'ingresso, sono andato a sbattere contro quell'idiota di Louis Tomlinson.
«Guarda chi si vede. Ciao frocetto, dove hai lasciato i tuoi amici?»
«Non sono affari tuoi. E levati.»
«Come siamo scontrosi. Se la stanno spassando insieme e non ti hanno invitato?»
«E tu? Non avevi una nuova ragazza? Dove l'hai lasciata?»
«L'ho scaricata, però ho un nuovo tatuaggio. Ci scommetto che ti piacerebbe vederlo.»
So che stava cercando di innervosirmi, ma quelle due informazioni mi hanno fatto attorcigliare lo stomaco e ho sentito che se non fossi uscito in fretta avrei rischiato di vomitare, perciò ho deciso di ignorarlo e continuare per la mia strada, ma prima che gli avessi voltato completamente le spalle, mi ha afferrato per un braccio e tenendo quei suoi maledetti occhi di ghiaccio puntati nei miei mi ha sussurrato «Non so se lo sai, frocetto, ma la camicia che hai addosso è la mia.»
Ignorando i brividi lungo la schiena, ho scosso il braccio affinché mollasse la presa e, salutandolo con un «Vaffanculo, stronzo.», sono uscito dalla casa.
Provocare Louis Tomlinson è stato il terzo errore della serata.
Quando sono riuscito a trovare Niall e Liam, mancavano pochi secondi allo scoccare della mezzanotte, così abbiamo fatto il countdown insieme e poi ci siamo diretti nel salone dove tutti si muovevano seguendo il ritmo della musica.
Non volevo ballare, ma Gemma ci ha trascinati in mezzo alla mischia e mi sentivo così leggero che per una volta non mi sono preoccupato di quanto fossi scoordinato o di quello che potessero pensare gli altri e mi sono lasciato andare.

Verso le tre del mattino la casa ha iniziato a svuotarsi e Ashton, ammiccando verso mia sorella, ha proposto di giocare a 7 minutes in Heaven, quello stupido gioco in cui due persone a turno devono stare sette minuti in uno sgabuzzino facendo quello che vogliono.
Niall e Liam erano già tornati a casa e io non sapevo cos'altro fare, quindi ho accettato. E' stato il quarto errore della serata.
Dopo esserci disposti in cerchio e aver recuperato una bottiglia vuota, abbiamo iniziato a giocare. Eravamo in una decina, tra cui me, Gemma e le sue amiche, Ashton, Zayn e ovviamente quello stronzo di Louis.
All'inizio è stato tranquillo: Zayn è capitato con una delle ragazze, Gemma con un incredulo Ashton, Louis con Zayn e io con un'amica di Gemma, una certa Eleanor che non ha fatto altro che raccontarmi di quanto sarebbe voluta capitare con Louis e che, prima di uscire, mi ha dato un bacio a stampo.
Quando è arrivato il mio turno ho tenuto gli occhi bassi e non ho fatto altro che ripetere fra me e me 'Non lui, ti prego non lui, tutti ma non lui' finché la bottiglia non ha smesso di roteare fermandosi davanti alle inconfondibili Vans nere di Louis Tomlinson.
Quella sera il karma aveva deciso di prendersela con me, oppure ero semplicemente sfigato.
«Dai frocetto, alzati che ti porto in paradiso.»
Qualcuno è scoppiato a ridere, Gemma ha alzato le spalle e io, sforzando di ricordarmi che dopotutto ho una dignità e un orgoglio, ho sostenuto lo sguardo gelido di Louis e, con un misto di innocenza e arroganza, gli ho risposto «Ti piacerebbe.»
Non appena la porta dello sgabuzzino si è richiusa alle nostre spalle, ho capito che rimanere in uno spazio così piccolo con Louis Tomlinson non era una buona idea, ma dopotutto si trattava solo di sette minuti, settecentoventi secondi e tutto sarebbe finito.

«Devi smetterla di chiamarmi frocetto.»
«Perché? E' la verità. Lo sanno tutti a scuola.»
Eravamo così vicini che riuscivo a sentire odore di vodka mista a fumo uscire dalla sua bocca. Era ubriaco marcio, chiunque se ne sarebbe accorto, perfino io.
«Sì ma tu sei l'unico stronzo che mi chiama così.»
«E tu sei l'unico che mi dà dello stronzo. Come la mettiamo?»
«Io non ti chiamo più stronzo se tu non mi dai più del frocetto.»
Lui ha annuito appena e, dopo avermi squadrato attentamente, i suoi occhi hanno cercato i miei. Per una volta non mi è sembrato né sfacciato né scontroso, ma solo curioso. Era come se volesse leggermi dentro, come se cercasse lui solo sa cosa.
«Ci restano più o meno cinque minuti. Cosa vuoi fare?», gli ho chiesto quando la tensione è diventata così insopportabile che rischiavo di impazzire.
Penso che non mi abbia nemmeno sentito perché i suoi occhi di ghiaccio hanno continuato a scavarmi dentro e lui si è avvicinato sempre di più.
Ho cercato di fare qualche passo indietro perché non mi piace quando le persone si avvicinano troppo, ma lui mi ha preso per i fianchi impedendomi di muovermi. Siamo rimasti fermi ad osservarci ed era come se i nostri occhi stessero sostenendo una conversazione comprensibile solo a loro.
E poi è successo.
Louis si è avvicinato ancora di più, i nostri corpi uno contro l'altro, ha affondato le mani nei miei ricci e, senza neanche chiedermi il permesso, mi ha baciato.
Prepotente, si è aggrappato alle mie labbra e, senza darmi il tempo di reagire, mi sono ritrovato la sua lingua alla ricerca della mia.
Il mio corpo ha fatto quello che la mia testa si rifiutava di elaborare.
Gli ho messo le mani sul collo, mi sono stretto a lui e ho lasciato che le nostre lingue si muovessero seguendo un ritmo tutto loro.
E' stato strano, umido, confuso. E' stato il mio primo bacio.
Dopo pochi minuti, le labbra di Louis si sono spostate verso il mio collo che ora sono costretto a nascondere sotto a un maglione per evitare che mamma veda quei segni rossi.
Quando alla fine la sua bocca si è staccata dalla mia, è tornato a guardarmi negli occhi. Mi è sembrato spaventato.
«Scusami. Non dovevo. Non so cosa mi sia successo. Quando bevo...»
«E' tutto a posto. Non lo dirò a nessuno.»
Era agitato, così ho cercato di tranquillizzarlo appoggiandogli una mano sul braccio, ma lui si è trasformato all'improvviso. L'ansia è diventata rabbia, mi ha spinto contro il muro e con un tono aggressivo mi ha detto «Non lo dirai a nessuno perché non è successo niente. Niente. Hai capito?»
A quel punto la porta si è aperta e la voce di Zayn ci ha annunciato che i sette minuti erano finiti. Cercando di restare calmo, sono tornato a sedermi al mio posto tenendo lo sguardo basso. Per fortuna nessuno si è accorto che stavo tremando.
Il gioco è continuato. Eleanor ha girato la bottiglia e, per sua immensa gioia, è capitato di nuovo Louis. Quando me ne sono accorto, ho sentito una fitta all'altezza del cuore.
Gelosia? Tristezza? Rabbia? Non lo so, ma ha fatto male.
E ha fatto ancora più male, sette minuti dopo, vederli uscire abbracciati dallo sgabuzzino, sedersi vicini e continuare a baciarsi fra i fischi e le urla dei loro amici. Ho dovuto concentrarmi e respirare a lungo per trattenere le lacrime. Dopo pochi altri giri, abbiamo smesso di giocare e Gemma mi ha informato che Ashton ci avrebbe riportati a casa.
Questo è tutto quello che è successo ieri sera e ogni volta che ripenso a quel bacio, sento di nuovo una fitta al cuore. Sono stato stupido a permettergli di trattarmi così, eppure, nonostante tutti gli errori che avrei potuto evitare, se potessi tornare indietro, non cambierei niente.
Mi scoccia ammetterlo, ma mi è piaciuto baciare quello stronzo egocentrico ed esibizionista di Louis Tomlinson.
Adesso smetto di scrivere perché mi sta tornando il mal di testa.
A presto,
Harry

 

21 Gennaio

Caro diario,
la scuola è ricominciata e sono tornato alla vecchia routine, ma non per questo ho smesso di pensare alla sera di Capodanno e ogni volta torna quella strana fitta al cuore.
Non ho raccontato a nessuno del bacio, perché nessuno capirebbe e perché se si spargesse la notizia, sono sicuro che Louis mi ucciderebbe.
Da quando sono iniziate le lezioni, lo vedo quasi tutti i giorni e a volte pranziamo allo stesso tavolo, ma se prima ogni occasione era buona per prendermi in giro, ora fa come se non esistessi e non mi degna di uno sguardo. Gli altri credono che abbia smesso di punzecchiarmi perché ormai mi ha accettato nel gruppo, ma io so che lo fa perché si è pentito di avermi baciato.
Ieri l'ho visto che girava nei corridoi mano nella mano con Eleanor e Gemma mi ha detto che hanno iniziato ad uscire ufficialmente insieme. Se dicessi che la cosa non mi dà fastidio, sarei un bugiardo.
Niall e Liam si sono accorti che ultimamente sono più cupo e silenzioso, ma mi sono inventato che è perché ho paura di essere bocciato in Storia. In realtà a volte mi sembra che anche loro abbiano poco tempo per me. Dopo la festa, Niall ha iniziato ad uscire con Barbara, la sorella di un'amica di Gemma e Liam si è avvicinato a Zayn, quindi esce spesso con lui. Persino Gemma ha deciso di dare una possibilità ad Ashton.
In pratica l'anno nuovo è iniziato alla grande per tutti. Per tutti tranne che per me.
Spero che poco alla volte lo cose inizino ad andare meglio.
Harry

 

03 Febbraio

Caro diario,
due giorni fa era il mio compleanno ma, come già sai, io e le feste non andiamo d'accordo. Dopotutto sono giorni come gli altri. Sedici anni servono solo per la patente.
Gemma però la pensa diversamente e approfittando della casa libera – mamma era da zia Paula per il weekend – mi ha organizzato una festa a sorpresa.
Di pomeriggio Niall e Liam sono riusciti a trascinarmi al cinema con loro.
Quando siamo tornati a casa e ho visto le luci spente e le macchine parcheggiate in cortile, ho iniziato a sospettare che ci fosse sotto qualcosa. Appena sono entrato e ho accesso la luce del salotto ho avuto la conferma: Gemma è sbucata da dietro il tavolo reggendo una torta enorme e urlando «Tanti auguri!», accompagnata dall'applauso degli altri ragazzi.
E' stata una scena buffa perché la metà degli invitati faceva parte del gruppo di imbecilli che fino a qualche mese fa mi prendeva in giro. Louis però non c'era.
Iniziavo a sentire la mancanza di lui e dei suoi occhi ghiacciati. A scuola durante la settimana era sempre con Eleanor e l'unica volta in cui avevo provato a parlargli mi aveva fulminato con lo sguardo ed era scappato in classe.
Ero sicuro che quella sera non si sarebbe fatto vedere, ma mi sbagliavo. Dopo più di un'ora l'ho visto entrare dalla porta secondaria insieme a Zayn che si è diretto verso di me per farmi gli auguri mentre lui si è fiondato sul tavolo degli alcolici attaccandosi a una bottiglia di vodka alla menta.
Avevo bisogno di parlargli, di capire perché mi stava evitando da più di un mese, se si era pentito del bacio o se ne vergognava, ma per trovare il coraggio avevo bisogno di bere un po'.

La sera di Capodanno mi ha insegnato che l'alcool brucia la gola ma aiuta a togliere la tensione, così ho seguito l'esempio di Louis e ho iniziato a bere dalla prima bottiglia di alcol che mi è capitata a tiro. Sfortunatamente era rhum e dopo pochi sorsi sentivo già i conati di vomito, perciò sono uscito in giardino per prendere una boccata d'aria e ho trovato Louis seduto sui gradini del portico impegnato a rollare una canna. Mi sono seduto accanto a lui e ho pazientemente aspettato che si accorgesse di me.
«E quindi oggi è il tuo compleanno.»
«Così mi hanno detto. Hai deciso di non ignorarmi più?»
«Faccio quello che posso.»
«Mi spieghi cosa ti ho fatto? Sei tu che...»
«Non ne voglio parlare. Non adesso. E' la tua festa, goditela. Anzi, ti faccio un regalo, questa è per te.», mi ha detto mentre leccava la cartina per chiudere la canna.
«Non ho mai fumato.»
«Scommetto che ci sono tante cose che non hai mai fatto. Quanti anni compi?»
«Sedici.»
«Sei abbastanza grande per iniziare.»
E ancora una volta ha agito senza chiedermi il permesso. Si è allungato verso di me, mi ha infilato la canna in bocca e, avvicinando pericolosamente le mani al mio volto, l'ha accesa. Ho provato a inspirare ma la gola bruciava tantissimo e ho iniziato a tossire scatenando in Louis una risata che ancora adesso sento risuonare nelle orecchie.
«Okay, forse non è ancora il momento giusto.», mi ha detto riprendendosi la canna.
«Non mi hai neanche dato il tempo di prepararmi. Fammi riprovare.»
E così, fra un colpo di tosse e una risata, abbiamo continuato a fumare e a bere vodka alla menta.
Quando poi ci siamo alzati, Louis, dimenticando che qualcuno avrebbe potuto vederci, mi ha attirato a sé e ha appoggiato la testa sulla mia spalla. Avrei voluto abbracciarlo, ma lui si è staccato subito e senza neanche guardarmi è rientrato in casa.
Per il resto della serata non ci siamo più parlati.
Verso le quattro gli invitati hanno iniziato ad andarsene e gli amici di Gemma ci hanno aiutato a sistemare la casa che era un vero casino. Se mamma l'avesse vista in quelle condizioni avrebbe avuto una crisi di nervi.
Io ero davvero stanco, la sbornia non mi era ancora passata e non vedevo l'ora di potermi buttare nel letto, ma le sorprese non erano ancora finite.
«Ashton, Zayn e Louis sono troppo ubriachi per guidare. Stanotte restano qua, ok?», mi ha chiesto Gemma, anche se più che una domanda sembrava un ordine.
«E dove hai intenzione di farli dormire?»
«Zayn in camera mia, Louis nella camera degli ospiti e... io e Ashton nella camera di mamma.»
E' stata la prima volta in cui ho l'ho vista mostrare un briciolo di imbarazzo. Forse addolcito nel vedere le sue guance colorarsi di rosso, forse troppo stanco per ribattere, ho alzato le spalle e le ho detto che per me andava bene.
Zayn era davvero messo male, ho appena fatto in tempo ad accompagnarlo in camera che si è lanciato sul letto senza più dare segni di vita.
Gemma e Ashton si sono rinchiusi in camera e non li ho più visti fino al pomeriggio del giorno dopo.
Cercando di nascondere l'agitazione e mantenendo un certo contegno, ho fatto vedere a Louis la stanza degli ospiti che è proprio di fianco alla mia e sono sgattaiolato in camera. Ero troppo agitato dall'idea che ci fosse solo una parete a separarci per riuscire a dormire.

Mentirei se dicessi che non ho provato l'impulso di alzarmi e andare da lui, così come mentirei se dicessi che quando ho sentito la porta aprirsi e ho visto un'ombra infilarsi nel mio letto, non ho iniziato a tremare. Ero sicuro che fosse lui perché riconoscerei il suo odore fra mille altri.
Hai presente in Harry Potter, quando preparano l'Amortentia, il filtro d'amore più potente che ci sia? Credo che se lo annusassi, sentirei profumo di bucato appena steso, vodka alla menta e bagnoschiuma al muschio perché Louis Tomlinson è una combinazione di quegli odori.
«Scusa se sono uno stronzo.», mi ha detto in un soffio, stringendomi in un abbraccio.
Le nostre teste erano vicinissime e le gambe intrecciate le une alle altre. Credevo che il mio cuore non ce l'avrebbe fatta a sopportare tutto quello.
«Almeno lo ammetti. Perché mi odi?»
«Io non ti odio. Come potrei odiarti, Harry?»
«E allora perché mi eviti?»
«Perché ogni volta che ti vedo vorrei baciarti.»
E poi l'ha fatto di nuovo, ma questa volta ero pronto a sentire le sue labbra sulle mie e la sua lingua intrecciarsi con la mia. E' stato un bacio morbido, di una dolcezza che non credevo potesse appartenergli.
Le sue mani si muovevano lente, prima sulla schiena, poi sempre più in basso. Mi ha sfilato la maglietta e si è seduto a cavalcioni su di me. Il mio cuore non ha mai battuto così forte. Poi si è fermato, mi ha guardato negli occhi e «Mi piaci Harry, Dio quanto mi piaci.», ha sussurrato continuando a baciarmi prima sulla bocca e poi spostandosi verso il collo. Era come se ogni parte del mio corpo su cui si posavano le sue labbra prendesse fuoco. La bocca, il collo, il petto, gli addominali e poi sempre più giù, nel basso ventre.
Avrei potuto fermarlo e ricordargli che ha una ragazza, ma non l'ho fatto. Non l'ho fatto non perché non so dire di no ma perché solo un folle riuscirebbe a privarsi di un piacere simile.
Senza alcuna fatica, mi ha abbassato i pantaloni della tuta e i boxer e ha preso in bocca la mia eccitazione, aiutandosi con una mano a percorrerla in tutta la sua lunghezza. Pensavo che sarei morto, lì, in quel letto, ma quando sono esploso di piacere, gemendo il suo nome, ho capito che non sono mai stato così vivo.
Ci siamo addormentati stretti uno all'altro ma la mattina dopo, al mio risveglio, lui non c'era più. Non ho avuto il coraggio di uscire dalla mia stanza ed è da due giorni che mi fingo ammalato per saltare le lezioni. So che quando ci rivedremo lui mi ignorerà e io non sono pronto a provare una simile delusione.
Harry

 

27 Febbraio

Caro diario,
è strano accorgersi di quanto una persona possa influenzare il tuo umore.
Se quando vedo Louis, lui mi ignora e si comporta come se non esistessi, vorrei chiudermi in camera a piangermi addosso ascoltando canzoni tristi.
Se quando invece usciamo tutti insieme, lui mi parla e mi regala uno dei suoi sorrisi tanto belli quanto rari, sento la testa e il cuore leggeri e non riesco a trattenere i sorrisi.
La settimana scorsa mamma aveva il turno di notte e Gemma è uscita con Ashton, quindi ho chiesto a Louis se voleva venire da me a vedere un film.
Contrariamente a quanto mi aveva detto, alle nove in punto l'ho trovato fuori dalla porta con una pizza in una mano e una bottiglia di vino nell'altra.
«Harold», mi ha salutato entrando in casa.
«Pensavo avessi degli altri impegni.»
«Mi sono liberato prima del previsto e ho pensato di passare a salutarti.»
«Non è che per caso ti mancavo?», gli ho chiesto sorridendo.
Lui non ha risposto alla mia domanda, ma il bacio leggero che mi ha lasciato sulle labbra aveva il sapore di un sì. E così abbiamo passato la serata mangiando, bevendo e guardando reality show alla televisione.
E' in queste rare occasioni, quando siamo soli, che imparo a conoscere il vero Louis Tomlinson. Gli piace scherzare e non prendersi troppo sul serio, è curioso e ogni volta che mi guarda negli occhi sembra che voglia leggermi dentro. Non ha le idee chiare sul suo futuro ed è per questo che, finito il college, gli piacerebbe prendersi una pausa e fare un viaggio in Europa. Non va d'accordo con i suoi genitori ed è convinto che se dovesse fare coming out nessuno nella sua famiglia lo sosterrebbe.
Mi ha detto che ha sempre saputo di essere gay, ma non è mai riuscito ad accettarlo ed è per questo che, ogni volta che stava con un uomo, cercava di esorcizzare i sensi di colpi buttandosi fra le braccia, o forse sarebbe più opportuno dire fra le gambe, della prima ragazza che ci stava.
«Lo fai anche adesso?», non sono riuscito a trattenermi dal chiedergli.
«No, dopo la festa di Capodanno ho avuto solo una persona in mente ed è per questo che ho scaricato Eleanor quasi subito.»
«Perché?»
«Perché mi piaci Harry. E non parlo solo di attrazione fisica.»
Per una volta ero io a non sapere cosa dire, perciò ho adottato il suo metodo e ho iniziato a baciarlo. Dopo la mia festa di compleanno non eravamo rimasti da soli pochissime volte, per cui ho deciso di approfittare di quell'occasione.
L'ho fatto sdraiare sul divano e, continuando a baciarlo, mi sono seduto su di lui. Cercando di non farmi prendere dall'agitazione, gli ho tolto il maglione e sono rimasto incantato dalla bellezza di tutti i tatuaggi che adornano il suo corpo muscoloso. Li ho baciati uno ad uno scendendo lentamente fino al bacino e cercando, con scarsi risultati, di slacciargli i pantaloni. Louis è dovuto intervenire in mio aiuto ridendo della mia inesperienza, ma non ho appena la mia bocca si è posata sul suo membro, le risate si sono trasformate in gemiti di piacere. E' stata una sensazione strana sentirlo nella mia bocca e leccarlo in tutta la sua lunghezza, prima delicatamente poi sempre più forte. Non ero per nulla sicuro di quello che stessi facendo, finché lui non ha affondato le mani nei miei capelli spingendomi ancora di più sulla sua eccitazione e implorandomi di non fermarmi.
E così ho continuato, aumentando la velocità e aiutandomi con la mano finché non l'ho sentito raggiungere il culmine del piacere nella mia bocca.
Louis Tomlinson è stato il mio primo pompino.
«Sei bravo, per essere un novellino.», mi ha fatto notare dopo, quando eravamo coricati sul divano, la mia testa appoggiata sul petto ad ascoltare i battiti del suo cuore.
«Ho avuto un bravo maestro.»
Ed è vero. Lui è davvero bravo, dolce e sensuale allo stesso tempo, riesce sempre a strapparmi una risata e ogni volta che mi sfiora vibro come le foglie che in autunno cadono dagli alberi. 
Quando sono con lui sto bene e ammetterlo non è così difficile come all'inizio, ora che ho imparato a conoscerlo per quello che è in realtà.
Vorrei solo che riuscisse a liberarsi di quella maschera di arroganza e superficialità che indossa quando siamo a scuola perché io ho bisogno di lui sempre, non solo quando non c'è nessuno che possa vederci e giudicarci.
Harry

 

21 Marzo

Caro diario,
è iniziata la primavera e insieme agli alberi di ciliegio fiorisco anch'io.
Stanotte ho fatto l'amore con Louis, anche se lui probabilmente direbbe che era solo sesso. Io però ho amato sentirlo dentro di me, urlare il mio nome e graffiarmi la schiena. Ho amato raggiungere il culmine della voglia insieme a lui e poi, stanchi ma soddisfatti, accasciarsi l'uno sopra all'altro, i nostri corpi nudi fusi in un unico solo. E sì, ho amato anche il doloroso momento in cui è entrato di me frantumandomi in mille pezzi di un puzzle di cui solo lui sa il disegno esatto.
Ho amato addormentarmi sentendo il suo corpo avvinghiato al mio e le sue mani accarezzarmi dolcemente i capelli. E stamattina ho amato svegliarmi e ritrovarlo al mio fianco, con i capelli spettinati e lo sguardo assonnato.
Quando sono con lui mi sento completo, non ho bisogno di nient'altro che non siano le sue mani su di me e le sue parole che riescono sempre a farmi ridere.
Purtroppo però, so che questo non durerà per sempre perché Louis non riesce ad ammettere che stiamo insieme. E' difficile quando siamo a scuola stargli lontano. Tante volte sento l'irrefrenabile impulso di andare da lui e baciarlo davanti a tutti, senza preoccuparmi di quello che potrebbero pensare.
Spero che prima o poi Louis capisca che non abbiamo bisogno di nasconderci perché stare insieme non è sbagliato, noi non siamo sbagliati.
A presto,
Harry

 

27 Maggio

Caro diario,
non ho scritto per tanto tempo e mi dispiace, ma negli ultimi due mesi non è successo nulla di che, almeno fino ad alcuni giorni fa.
Dopo che ti ho scritto per l'ultima volta, io e Louis abbiamo continuato a vederci di nascosto, senza che nessuno si accorgesse di niente. Ogni volta che gli dicevo che avevo bisogno di qualcosa di più, lui mi rispondeva che non era pronto, che non poteva dare una delusione simile a sua mamma.
E io mi sono accontentato. Mi sono fatte bastare i baci segreti nei bagni della scuola, le sue visite serali quando mamma e Gemma non erano in casa, le uscite in compagnia e i messaggi a notte fonda. Piuttosto che stare senza di lui, ho preferito stare con lui rispettando la condizione di rimanere un segreto.
Sapevo che non sarebbe durata perché nascondere il mio essere gay va contro quello per cui ho lottato negli ultimi anni e fa più male delle prese in giro.
Ho comunque voluto dargli una possibilità perché ero convinto che ne valesse la pena, perché se in così poco tempo sono riuscito ad affezionarmi a lui un motivo ci sarà e così ho aspettato, o almeno ci ho provato, finché dieci giorni fa non ha sganciato la bomba che ha distrutto tutto.
Eravamo nel suo giardino a prendere il sole dopo esserci rinfrescati in piscina e «Vado al ballo di fine anno con Eleanor», mi ha detto con noncuranza, come se fosse una cosa di poco conto.
«Perché?», è l'unica domanda che sono riuscito a fare.
«Perché mi ha invitato e ho pensato che non fosse una brutta idea, ma questo non cambia le cose fra di noi.»
«Come può non sembrarti una brutta idea andare al ballo con una ragazza di cui non t'interessa niente? E a me ci hai pensato? Cosa dovrei fare io? Rimanere in casa aspettando che tu mi scriva? Venire al ballo e rimanere in disparte mentre lei ci prova con te?», le parole uscivano dalla mia bocca senza che riuscissi a trattenerle.
«Harry, io.. Noi.. Non possiamo andare insieme, lo sai.»
«Chi lo dice che non possiamo? Non ci sono leggi che lo vietano.»
«Non posso, mi dispiace.»
«Non puoi o non vuoi?»
Il suo silenzio è stato uno schiaffo in pieno viso. Non ho voluto sentire altro. Mi sono vestito velocemente e senza degnarlo di uno sguardo me ne sono andato.
Ho passato la notte piangendo e aspettando un suo messaggio che non è mai arrivato.

Per tutta la settimana, di mattina sono stato attento a non incontrarlo nei corridoi o durante la pausa pranzo, mentre di pomeriggio sono uscito spesso con Niall e Liam nella speranza di distrarmi e non pensare alla sua voce dolce e ai suoi occhi ghiacciati.
La sera del ballo, Gemma è andata con Ashton e mamma aveva il turno di notte, così mi sono ritrovato ancora una volta in casa da solo.
Ho spento il cellulare e ho passato la serata a guardare film comici, senza che nessuna battuta divertente riuscisse a strapparmi una risata.

A un'imprecisata ora della notte, mentre stavo sonnecchiando sul divano, sono stato svegliato da alcuni forti colpi sulla porta e da un'inconfondibile voce che urlava il mio nome.
«Harry, apri! So che ci sei.»
Non sono riuscito a dire di no neanche quella volta.
Quando ho aperto la porta, ho visto un Louis eccessivamente ubriaco lanciarsi su di me e gettarmi le braccia al collo.
«Harry, mi sei mancato così tanto.»
«Dici così solo perché hai bevuto.»
«Non è vero, lo dico perché lo penso. E' stato orribile andare al ballo senza di te. Mi dispiace.»
«Non ne voglio parlare adesso, non con te in queste condizioni.»
«Ti voglio Harry, ti voglio così tanto.»
Anche a me era mancato e non avrei voluto cedere subito, ma ascoltare quelle parole e sentire le sue mani su di me mi ha mandato il cervello in blackout e in meno di dieci minuti ci siamo trovati nel mio letto, lui a sussurrare che ero fottutamente bello, io a lottare con i bottoni della sua camicia.
E quella sera, in mezzo a tutto l'amore che avevamo soffocato per giorni, c'è stato anche e soprattutto sesso. I nostri corpi avevano l'urgenza di completarsi a vicenda. Io avevo l'urgenza di sentirlo dentro di me, Louis di entrare dentro di me sentendomi urlare il suo nome.
E dopo che le nostre voglie sono state soddisfatte, ci siamo stretti in un abbraccio pacificatore e mentre io ero perso ad ascoltare i battiti del suo cuore, tre parole sono uscite dalla bocca di Louis, tre parole che non dimenticherò mai.
«Ti amo Harry»
«Ti amo anch'io Lou.»
Ed era vero, è vero. Io e Louis ci completiamo in un modo che non tutti riuscirebbero a comprendere e che anche lui a volta fatica ad accettare.
A volte l'amore non è abbastanza, ma spero che per noi sia diverso.
Harry

 

9 Giugno

Caro diario,
venerdì ho assistito alla cerimonia dei diplomi: Gemma, Louis e Zayn hanno finito il liceo e sono ufficialmente entrati nel mondo degli adulti.
Dopo la consegna dei diplomi e il rinfresco organizzato dalla scuola, sono andato al ristorante con mamma e Gemma. Papà non è riuscito a venire e anche se mia sorella ha finto che non le importasse più di tanto, so che ci è rimasta male.
A volte vorrei che i miei genitori non avessero divorziato, ma poi penso che adesso mamma è più felice e noi non dobbiamo rimanere chiusi in camera con la musica nelle orecchie per non sentire le loro urla e capisco che la separazione era inevitabile.
Di sera i ragazzi dell'ultimo anno hanno affittato un locale e hanno organizzato una festa aperta a tutta la scuola.
Io ero piuttosto agitato perché dopo la sera del ballo non avevo più avuto occasione di parlare con Louis, ma sapevo che prima o poi avremmo dovuto decidere se continuare o no la nostra storia. Io ero risoluto e deciso a non scendere a compromessi: volevo stare con lui sempre, anche in mezzo agli altri, anche davanti ai suoi genitori. Non ce la facevo più a nascondere quello che provo, a sfiorarlo casualmente cercando di non essere visto, ad aspettare che mamma e Gemma uscissero per invitarlo a casa.
E così appena sono arrivato alla festa, ho trovato una scusa per allontanarmi da Liam e Niall e sono andato a cercare Louis. L'ho trovato quasi subito, era al bancone a bere una birra con Zayn. Dimenticandomi per un attimo delle buone maniere, l'ho afferrato per un braccio e senza neanche salutarlo «Dobbiamo parlare.», gli ho detto cercando di ignorare i brividi lungo la schiena. Zayn mi ha sorriso e, facendomi l'occhiolino, si è buttato nella pista da ballo.
«Non si saluta più Haz?»
«Lou, è bello vederti, ma dobbiamo parlare, lo sai.»
Lui ha annuito e ha aspettato che continuassi a parlare.
«Non ce la faccio più a far finta che fra di noi non ci sia niente.»
«Nemmeno io, ma è tutto così complicato.»
«Non c'è niente di complicato, Lou. Ormai hai finito la scuola, credi che il giudizio di queste persone influirà davvero sulla tua vita? Credi che i tuoi amici smetteranno di esserti amici solo perché stiamo insieme?»
«Non è per quello. Ne ho già parlato con Zayn e lui la pensa come te.»
Sapere che finalmente Louis aveva avuto il coraggio di parlarne con qualcuno ha acceso la speranza in me e mi ha dato il coraggio di avvicinarmi ancora di più a lui e provocarlo, così come lui aveva fatto con me la sera di Capodanno.
«E allora smetti di pensare e baciami.», gli ho detto prendendolo per i fianchi e avvicinandolo a me.
«Mi stai per caso provocando?», mi ha risposto senza spostarsi di un centimetro.
«Ho imparato da te.»
«Sei un idiota, ma ti amo anche per questo.»
Non pensavo che l'avrebbe fatto e ancora una volta è riuscito a sorprendermi appoggiando le sue labbra sulle mie e affondando le mani nei miei capelli.
Eravamo in mezzo a tantissima gente e sapevo che qualcuno ci avrebbe visto, ma non m'importava, non mi era mai importato di quello che pensavano gli altri. E così ho continuato a baciarlo, assaporando ancora una volta le sue labbra morbide che tante volte mi hanno fatto urlare di piacere.
Quando ci siamo staccati l'ho preso per mano e gli ho urlato «Dai, andiamo a ballare con gli altri.»
E' stato bello vederlo sorridere ed è stato ancora più bello vedere che i nostri amici, ormai mi sembra giusto considerarli anche miei amici, non hanno detto niente quando ci hanno visti arrivare mano nella mano.
Il giorno dopo Gemma mi ha spiegato che quasi tutti, lei per prima, sospettavano che ci fosse qualcosa tra me e Louis ma aspettavano che fossimo noi a dare la conferma.
Le ho chiesto se la cosa le dava fastidio e lei mi ha detto che non siamo noi a decidere di chi innamorarci e che se sono felice lei a lei sta bene. E poi, ridendo, ha aggiunto che ho scelto un bel ragazzo. 
Non so cosa succederà adesso, perché Louis deve ancora parlare con i suoi genitori e io non so come mamma prenderà la notizia, ma so che sono felice e per adesso mi basta.
Finché Louis sarà al mio fianco e potrò addormentarmi con la testa appoggiata al suo petto, finché di mattina potrò svegliarlo con un bacio, a me basta.
Harry



Non sono brava con le note, quindi cercherò di dire quello che devo dire il più brevemente possibile.
Prima di tutto vorrei ringraziare chiunque leggerà questa storia, che è la mia prima oneshot, e che è nata in una notte insonne e dalla voglia di immaginare dei Larry adolescenti.
Poi vorrei ricordare che sto scrivendo anche una long sempre sui Larry, se avete voglia di leggerla sappiate che mi fareste molto felice!
Per quanto riguarda la storia penso che non ci sia niente da dire, ma se volete chiarimenti o spiegazioni, io sono qua.
Infine, come al solito, vi invito a recensire per farmi sapere cosa ne pensate, se avete consigli, critiche ecc ecc
Grazie!
C.

  
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