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Autore: adria    26/12/2013    2 recensioni
Se Harry non fosse tornato ad Hogwarts per il quinto anno? Se Silente avesse ritenuto più opportuno mandarlo in un'altra scuola dopo l'udienza? Se ad accompagnarlo ci fossero il ricercato pluriomicida Sirius Black e i gemelli Weasley? Se anche Piton fosse costretto ad unirsi alla spedizione?
E se vi ho incuriositi un pochino, non vi resta che leggere!
p.s: abbiate pietà, è la prima fanfiction del genere che creo!
Genere: Avventura, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Harry, Potter, Nuovo, personaggio, Severus, Piton, Sirius, Black
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Non mi pare sia d'accordo...

A qualche metro dal numero dodici di Grimmauld Place, con disinvoltura, Harry e la sua scorta composta da Tonks e Moody, attendevano Lupin con il responso di Molly.
Moody con la bombetta calata a celare l’occhio magico immobile al bordo del marciapiede, ma vigile. Tonks, invece, si guardava intorno nervosa, non si era neanche travestita, aveva il suo aspetto reale. Harry si era seduto sul baule e guardava con insolito interesse i lacci delle scarpe da ginnastica che portava.
Sapeva perfettamente che la signora Weasley non avrebbe mai permesso ai gemelli di partire, non avrebbe permesso neanche a lui di partire se non fosse stato un ordine di Silente, ma in cuor suo sperava ardentemente di vedere uscire allegramente i gemelli e il suo padrino.
Improvvisamente un pensiero lo colpì, come mai non ci aveva pensato prima?
- Silente è al corrente dell’idea che gli è venuta? – chiese ad alta voce, non aveva bisogno di dire il nome, sapevano perfettamente di chi stava parlando.
Moody gli lanciò un’occhiata di traverso e sbuffò
- No. – rispose la giovane Auror cambiando il colore dei capelli da magenta all’indaco – Penso che non abbia voluto chiederglielo pensando che avrebbe detto di no. Come per l’udienza. –
Si voltò a guardarlo, negli occhi si poteva leggere la sua preoccupazione.
Le sorrise, un sorriso stirato, debole, ma che  parve rincuorarla un pochino.
- Non preoccuparti ragazzo. – abbaiò Moody
Era una parola! Si disse.
Ad un tratto il rumore di una porta aperta con violenza attirò la loro attenzione.
I due Auror si disposero in assetto da difesa, Harry scese dal baule e strinse le dita attorno alla bacchetta che aveva messo nei pantaloni, nonostante l’avvertimento di Moody.
Fortunatamente era la porta di Grimmauld Place.
Si rilassarono.
Per poco dato che due teste rosse sfrecciarono fuori gridando – Correte! –
Senza farselo ripetere Harry si mise a correre nella direzione opposta a quella della quale arrivavano i gemelli.
Sorrideva.
Sapeva che cosa significava quello, ma non poteva impedirsi di sorridere, era felice.
Non era solo.
Fred e George lo affiancarono in fretta e senza controllare che la scorta li seguisse arrivarono davanti alla stazione di King’s Cross.
Imboccarono un viottolo laterale per riprendere fiato.
Il cuore batteva all’impazzata, ma Harry si sentiva sereno, più di quanto gli fosse capitato da un po’ di tempo a quella parte.
Con il fiatone si affacciarono tutti insieme per vedere se Tonks e Moody stavano arrivando senza la signora Weasley.
Nessuno in vista.
Lasciarono il loro “nascondiglio” e si misero in attesa.
Non che potessero fare altro, non sapevano la strada.
- Mamma ha detto che non possiamo venire con te. – comunicò solenne Fred ad un tratto.
Gli altri due lo guardarono e poi scoppiarono a ridere.
Si reggevano la pancia con la mano quando un grosso cane nero caricò verso di loro abbaiando come un forsennato.
Si voltarono a guardarlo.
Era Sirius Black che si portava dietro l’inferno.
Anche a quella distanza potevano vedere che era inseguito da una furiosa Molly Weasley, la bacchetta sfoderata, che gridava chissà cosa, dietro di lei veniva mezzo Ordine della Fenice che tentava di fermarla senza provocare danni compreso il pacato signor Weasley che praticamente era incollato al braccio della moglie come una cozza senza, tuttavia, riuscire a fermare la sua folle marcia.
Harry non aveva mai visto una cosa del genere, il che era tutto dire dato che lui ne aveva viste parecchie, di cose.
Come una sol cosa si misero a correre verso l’entrata della stazione.
Una volta dentro vennero avvolti dalla confusione della folla.
- Ragazzi. – attirò la loro attenzione Sirius, ritornato umano, dalla porta del bagno degli uomini.
I tre lo raggiunsero per poi scoprire che dovevano uscire dalla finestra.
Una volta fuori ripresero la corsa per fermarsi a cinque isolati di distanza.
Harry fu grato a tutti gli allenamenti di Quidditch e alle corse da cardiopalma che aveva fatto.
Vide il suo padrino tirare fuori il braccio con la bacchetta per chiamare il Nottetempo, il famoso mezzo di trasporto per streghe e maghi in difficoltà. E loro erano decisamente in difficoltà.
BANG
E il loro mezzo di salvezza era arrivato.
Si affacciò Stan Picchetto, il bigliettaio, ad accoglierli, ma prima che potesse dire qualcosa il gruppo si era già fiondato dentro.
Sirius fece cenno ai ragazzi di andare a sedersi, pagò i biglietti e li raggiunse in fondo.
Aveva sul volto un’espressione ghignante - Penso che Molly si sia un pelo infastidita. –
- E da cosa l’avresti capito? – chiese George tutto interessato con un’espressione fintamente curiosa sul volto
- Ehi, dove dovete andare? – strillò Stan nella loro direzione interrompendo la conversazione.
Il  quartetto si scambiò delle occhiate confuse. In mezzo a tutta quella confusione si erano dimenticati che LORO non sapevano la destinazione esatta.
E adesso?
  
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