Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: anqis    26/12/2013    5 recensioni
Fu uno scatto solo che bastò a Jasmine per inspirare forte un profumo di cui non si sarebbe dimenticata facilmente.
1/4 della serie Skinny Love [Harry/Birdy]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Skinny Love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 
stesso profumo

(01) Stesso profumo.
 
 
 
«Jas» la chiamano. La ragazza solleva lo sguardo dal libro che tiene in grembo, i capelli chiari che le hanno fatto da separé le scivolano lungo le guance ancora più pallide in inverno. «Dieci minuti ed arriva l’auto. Tieniti pronta.»
Jasmine annuisce con un piccolo sorriso e si dice che forse è meglio lasciare a dopo Daniel Pennac e concentrarsi su ciò che prevede la serata Si stiracchia appena allungando le braccia in alto e muovendo appena il collo, per poi lasciarsi cadere contro lo schienale morbido della poltrona dove le hanno indicato di sedersi, il cappotto e la sciarpa appoggiati sul bracciolo destro pronti per essere indossati o afferrati nella fretta. Fa per sbloccare il cellulare quando sente delle urla provenire dall’esterno e la porta d’ingresso della hall aprirsi: compaiono delle figure alte e vestite di nero, che deduce essere bodyguard, e subito dopo loro, altre più esili e basse.
Aggrotta le sopracciglia sottili e «Oh» mormora quando li riconosce.
«Ora si spiega tutto il casino lì fuori» sbuffa una signora in tailleur blu perla con le braccia incrociate sotto il seno e gli occhiali che le scivolano appena sulla punta del naso. Poi si rivolge a Jasmine e con un sorriso divertito aggiunge: «Sarà difficile andare a dormire ad un orario decente. Sono capaci di rimanere fuori fino a tarda notte.»
Jasmine capisce che si sta riferendo alle fans – ecco chi erano quelle ragazze che le hanno gridato in un orecchio quando è passata loro vicino – e abbozza un semplice sorriso stringendo le labbra sottili che per il concerto di quella sera ha colorato di un leggero rosa ciliegia. 
Vaga con lo sguardo fino al bancone principale dove l’uomo che riconosce come Paul sta parlando al cellulare e allo stesso tempo al receptionist. I ragazzi non sono lontani: il biondo – Niall, se non sbaglia – sta giocando con un pallone da calcio con il ragazzo più basso, Louis, mentre Liam – se lo ricorda per la rasata e i soldi donati in beneficienza – cerca di persuaderli a smettere, ma alla fine si unisce anche lui. Jasmine sorride divertita, come hanno detto di definirsi nel film di cui ha visto il trailer ogni tanto? «Siamo come cinque ragazzacci in una classe normale», ecco.  
Inclina appena il viso quando nota gli altri due ragazzi un po’ più in disparte. Zayn, con una grossa felpa, una manica alzata e il braccio tatuato in mostra, dondola da un piede all’altro, il volto smunto e stanco coperto da un berretto di lana blu scuro. E a pochi passi da lui, c’è Harry. Jasmine si morde le labbra studiando la figura alta e slanciata, appena ricurva del ragazzo. Ha i capelli scuri che scivolano appena sulla fronte nonostante la bandana che cerca inutilmente di domarli, un cappotto beige su una camicia a quadri marrone che intravede appena in contrasto con la maglietta leggera e nera che indossa sotto. Le gambe lunghe, più di quanto si ricordasse, strette in un paio di jeans skinny e ai piedi i soliti stivaletti bassi. È alto e bello, e Jasmine non se lo ricordava così.
«Jas» la chiamano di nuovo, ma questo volta non li sente. «Dobbiamo andare.»
Nessuna risposta. «Jasmine, la macchina. Il concerto comincia tra meno di un’ora e tu devi ancora prepararti.»
Alla parola concerto, si risveglia e si decide a spostare lo sguardo altrove, sulle dita delle mani strette alla copertina un po’ sgualcita del libro. Tutta la tranquillità iniziale scema in un attimo e c’è l’agitazione e l’emozione del prima concerto che si insinua sotto la leggera camicia a fantasia floreale che indossa. Si alza stringendo il cappottino e li segue, gli occhi bassi che anticipano ogni suo passo, perché la timidezza, quella che l’ha sempre bloccata sin da piccola, non è ancora riuscita a superarla nonostante tutti i concerti e le interviste alla radio. Solo quando è vicino al reception azzarda uno sguardo veloce, di cui però si pente.
Harry Styles, appoggiato ad una colonna, la sta guardando, le sopracciglia aggrottate. C’è sorpresa negli occhi belli e quella sera più verdi. I loro sguardi si incrociano, ma prima che Harry possa anche solo aprire bocca, Jasmine si concentra su altro e cammina verso l’uscita, continuando a ripetersi che davvero, non se lo ricordava così dall’ultima e anche prima ed unica volta che lo aveva visto.
 
 

La prima volta che Jasmine incontrò Harry Styles fu ad uno dei suoi primi concerti.
Si trovava nel backstage, con il vestito leggero, che ad un tratto le pareva troppo scuro e triste, e l’apparecchio ai denti che le faceva male. Alla notizia che tra il pubblico ci sarebbe stato anche Harry Styles, di cui non era davvero una fan, ma ne apprezzava la musica, le aveva strappato dai polmoni quel poco di aria che era riuscita ad inspirare. Sarebbe andata in iperventilazione se solo non le avessero messo nelle mani il microfono e subito, senza preludi, non l’avessero direttamente buttata – gentilmente, ovvio – sul palco. E l’agitazione era scomparsa non appena le dita avevano accarezzato i tasti lucidi e lisci del pianoforte, così come l’insicurezza, il dubbio sul vestito, il male ai denti e il pensiero di Harry Styles tra il pubblico.
Se ne ricordò solo circa un’ora e mezza dopo, quando all’uscita i suoi occhi incrociarono due iridi grigie ad attenderla: Harry Styles con il cellulare tra le dita lunghe per cui provava una sorta di ammirazione, e i jeans – un tempo – appena larghi sulle gambe lunghe e magre.
Nessun ciao, nessun hey, un semplice «Woah, sei stata assolutamente incredibile!» ed un abbraccio veloce. Jasmine, stretta tra quelle braccia forti, si era sentita tremendamente piccola.
Lo ringraziò per essere venuto e si intrattennero per qualche silenzio, molti uhm di Harry e tanti suoi sorrisi imbarazzati. Fino a quando da una Range Rover spuntò una ragazza alta e bella che richiamò l’attenzione del cantante. E Jasmine era pronta a salutarlo con una mano alzata, ma lui non fu della stessa idea perché la strinse a sé e «Una foto» mormorò poggiando la guancia contro la tempia della ragazza che sussultò appena, ma poi ricambiò la stretta, le dita delicate sul suo fianco. Fu uno scatto solo che bastò a Jasmine per inspirare forte un profumo di cui non si sarebbe dimenticata facilmente.
 
 

Da quella volta, Jasmine non lo rivide mai più.
Vi furono le occasioni, come agli NRJ Music Awards in Francia, ma in nessuna di queste, i loro occhi si incrociarono di nuovo. Non fu sicuramente l’ultima volta di cui ne sentì parlare, perché dopo quella foto scattata e pubblicata su twitter dal cantante stesso, le voci girarono e la fama da donnaiolo di cui sembrava esser vestito Harry Styles, contribuirono all’aumentare dei tweets e delle domande su di lui alle sue interviste.
Si ricorda ancora di come ad una radio, l’intervistatore aveva astutamente deviato il discorso sui suoi gusti musicali e così sugli One Direction. Due domande in cui aveva ammesso senza un minimo di indugio di amare la loro musica e che il suo preferito fosse Harry semplicemente perché lo aveva conosciuto. Si era poi ritrovata a sorridere con le guance arrossate alla domanda: «Harry Styles ha cercato di avere il tuo numero di cellulare?»
Scuotendo la testa aveva ascoltato l’intervistatore ammiccare alla telecamera e aggiungere «Perché quando Harry è venuto qua, la prima cosa che ha cercato è stata la receptionist.»
Era stato un po’ difficile riuscire a nascondere la delusione. Aveva visto la bella donna seduta dietro il bancone e non aveva potuto fare a meno di sentirsi, come quella volta al concerto con la bellissima ragazza dell’auto, inferiore. Inferiore nei suoi vestiti semplici, nei capelli sempre un po’ crespi e l’apparecchio di cui a volte sentiva la mancanza. Ma si era stretta nelle spalle e «No, non me l’ha chiesto» aveva ammesso, le dita strette attorno alla stoffa del maglione beige.
 
 

Non sa Jasmine, però, che Harry invece l’aveva vista agli NJR Musica Awards in Francia.
Seduto sugli spalti nel completo elegante, la camicia bianca nei pantaloni e il giaccone ampio e fastidioso che l’avevano costretto a indossare, l’aveva notata qualche posto più avanti: nel vestito corto e dorato e i capelli ramati che le carezzavano le spalle minute e tremanti, perché l’ultima ad esibirsi doveva essere lei in un duetto con James Blunt dedicato a Nelson Mandela. E Harry, al solo pensiero di trovarsi al suo posto, aveva sentito le proprie spalle tremare sotto il peso delle aspettative.
Ma Jasmine –  Birdy per il mondo –  aveva raddrizzato la schiena e Harry aveva costretto i ragazzi a rimanere fino alla fine, ignorando le proteste di Louis e gli sbadigli di Zayn.
«Si esibisce Birdy» gli era andato incontro Niall che dei nuovi artisti in circolazione era quello più interessato. «Un fenomeno, quella ragazza.»
Poi gli aveva tirato una gomitata e con il solito sopracciglio alzato, «Strano che tu non le abbia chiesto il numero di cellulare, Harold» aveva aggiunto facendo ridacchiare Liam seduto al suo fianco.
Harry aveva scosso la testa, i riccioli che perdevano la forma perfetta e tornavano sciolti e disordinati. «Per quello che ne sai tu» aveva replicato.
Niall, ingenuo e irlandese, aveva sgranato gli occhi. «Ti prego, dimmi che non ci hai provato anche con lei!» aveva esclamato attirando l’attenzione di qualche artista francese a loro sconosciuto ed un’occhiata di rimprovero di Paul, il quale in giacca e cravatta sembrava ancora più rosso e minaccioso del solito.
«Abbassa la voce, idiota» lo aveva ammonito con una spallata decisa, ma amichevole. «Comunque, no, non gliel’ho chiesto. Cosa ci sarebbe poi di così strano?»
Niall si era sfregato una mano sulla coscia, gesto abituale, e con lo sguardo puntato sulla figura della ragazza seduta al pianoforte, aveva sussurrato: «È che.. lei mi sembra troppo per..»
«Per me?»
«No, per tutto questo.»
Harry, con gli occhi chiusi e la mente piena delle voce di Birdy e solo le note del piano da sottofondo, non aveva potuto fare a meno di dargli ragione: Jasmine era troppo per solo questo.
Ed è forse per quel motivo che Harry aveva deciso di trattenersi, perché Jasmine era esattamente ciò che il suo pseudonimo Birdy voleva significare: un uccellino pronto a spiccare al volo, dalle ali forti e ampie impossibili da fermare e un cinguettio che Harry avrebbe ascoltato ancora e ancora. Tuttavia allo stesso tempo, di quello pseudonimo aveva anche la debolezza e la fragilità di una ragazza che da un mondo di falsi sorrisi, scatti compromettenti e persone senza scrupolo, doveva essere protetta e in qualche modo conservata. Non sapeva Harry, quel giorno del concerto mentre il suo braccio stringeva la vita minuta di lei, quanto quelle spalle piccole fossero forti. Fino a quel momento, quando si rese conto della forza con cui lei era capace di reggere gli sguardi che in quel momento la apprezzavano e insieme giudicavano, tra cui anche il suo.
 
 

Jasmine non sa, quindi, di come Harry si sia innamorato della sua voce, dei due album scaricati – e pure pagati – da iTunes e di come dopo aver buttato la borsa da viaggio nella sua camera d’albergo uscirà con solo il cappotto aperto e le chiavi dell’auto. Così come non sa del biglietto che è riuscito a procurarsi per il concerto di quella sera e di come l’aspetterà all’uscita, diverso forse dall’ultima volta, ma con lo stesso profumo e le braccia calde e forti.



 
Ecco a voi il mio regalo di Natale anche se in ritardo.
Chiedo scusa per avervi fatto aspettare, ma pensavo che dalla nonna avrei potuto aggiornare ed invece la chiavetta era rotta!
Niente, ringrazio Jas per il bellissimo banner che mi ha creato (il primo che mi faccio fare su richiesta!) e soprattutto voi che mi seguite e leggete tutte le cavolate che scrivo. Non è nulla di che questa one shot, me ne rende conto, ero in preda a uno ship convulsivo e.. spero solo che abbiate apprezzato questo mio pensiero (e questa coppia che shippo da morire e non è assolutamente normale parlando di Harry). Ancora grazie e vi auguro di trascorrere delle fantastiche vacanze di Natale e un fine, inizio anno stupendo!

Ho altre cose in serbo per voi e spero di riuscire a pubblicarle prima della fine :)
Grazie, a presto,


Anqi.


 

 
 
 

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: anqis