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Autore: beat    19/05/2008    6 recensioni
No...Non poteva averlo fatto davvero!
Non ci credeva...
Era di certo uno scherzo!
Non poteva davvero aver scritto il rapporto sul foglio su cui aveva disegnato quei cuoricini!!!
(la mia prima edxroy! spero che vi piaccia!)
raiting giallo per il linguaggio
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quadrilogia delle Stagioni'
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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Avviso: so che avevo detto che questo era l'ultimo capitolo, ma nello scriverlo mi è venuto un pò troppo lungo.
Per cui l'ho tagliato e la conclusione sarà nel prossimo (se tutto va bene lo posterò domani).


CAPITOLO III



“Fratellone! Fratellone, ti prego, aprimi!”

Alphonse stava battendo insistentemente sulla porta della stanza del fratello.
Edward era ritornato dopo essere stato fuori tutto il giorno.
Era entrato come una furia, sbattendo la porta e correndo nella sua stanza. Non si era nemmeno fermato a salutarlo.
E questo non era mai successo.
Si era chiuso in camera e a nulla stavano servendo le suppliche di Al perché Edward aprisse la porta.

“Fratellone!”

“Lasciamo stare Al, dannazione!” disse alla fine Ed, esasperato dall'insistenza del fratello.

Al non si rattristò per quelle parole. Al contrario si preoccupò molto.
Non aveva mai sentito quel tono di voce al fratello.
Era triste e arrabbiato.
Era lo stesso tono che di solito Ed usava quando toccavano l'argomento “trasmutazione umana”, riguardo la loro mamma. Solo che adesso coglieva una nota di disperazione che davvero, non gli aveva mai sentito.
I singhiozzi, nonostante fossero soffocati dal cuscino che Ed si teneva premuto sul volto, erano talmente forti che passavano attraverso la porta.
Al riusciva a sentire ogni singolo singulto, e non poteva lo stesso fare niente per suo fratello.
Certo, avrebbe potuto trasmutare la porta per entrare, ma una volta dentro non sapeva che cosa avrebbe potuto fare per risollevare il morale a Ed.
E sinceramente non voleva vedere il suo fratellone nello stato pietoso in cui era certo che fosse.

“Se...sei hai bisogno di qualcosa...io sono qui fuori, fratellone!” disse alla fine, nel tono più gentile che gli riusciva.

Alphonse si sedette a terra, appoggiato alla parete opposta della stanza del fratello.
Voleva stargli il più vicino possibile, ma allo stesso tempo non voleva intromettersi nella sua privacy.
Probabilmente Ed voleva stare solo per potersi sfogare meglio, e Al non si sarebbe mai permesso di ascoltare tutte le imprecazioni e gli sfoghi di dolore che al momento Ed stava lasciando fuoriuscire, come un fiume in piena.
Nonostante il suo corpo ad armatura, Al si rannicchiò su se stesso.



Nella stanza di fronte, Ed era sdraiato sul letto, la faccia affondata nel cuscino, ormai quasi zuppo da tutte le lacrime che aveva versato.

Maledetto, maledetto Colonnello!

Come aveva potuto?!
Non era bastato averlo cacciato in quel modo dal suo ufficio, senza nemmeno una spiegazione.
No, certo!
Doveva anche umiliarlo come aveva appena fatto!
Non aveva nemmeno una minuto da spendere a parlare con lui, però non aveva avuto il minimo problema a trovare il tempo di puttaneggiare con la prima donnicciola che fosse passata!

Cazzo, cazzo, cazzo!

Perché era stato così idiota da dire al Colonnello che si era innamorato di lui?!
E, cazzo di nuovo, perché proprio di lui si era dovuto innamorare?!

Ed lanciò di nuovo un grido di frustrazione, che fortunatamente il cuscino riuscì a soffocare in buona misura.
Dio, come avrebbe voluto spaccare qualche cosa!
Ma non ne aveva la forza.

Perché non riusciva nemmeno a trovare un briciolo di energia per alzarsi da quel letto?

Perché il suo unico desiderio al momento era di rimanere sdraiato lì, immobile, a continuare a piangere finché non avesse esaurito tutti i liquidi nel suo corpo?!

Dannazione!

In quel momento, se fosse stato abbastanza pazzo da farlo, avrebbe di nuovo tentato una trasmutazione umana: avrebbe ridato il corpo ad Al, e non si sarebbe dovuto nemmeno preoccupare del prezzo da pagare.


Prendi anche il mio cuore.



Sì, strappami via questo maledetto cuore dal petto!
Non voglio più sentirlo battere!
Dannazione, rimbomba come una campana nella mia testa.
Lo odio.
Odio sentirlo battere!
Se non avessi il cuore, non sentirei più niente.
Non sentirei questo maledettissimo dolore che mi sta lacerando dentro!

Maledetto Colonnello e maledetto cuore umano!


***

Erano passate non sapeva nemmeno più quante ore, da quando Ed si era chiuso là dentro.
Al era rimasto fedelmente a fare la guardia, per qualunque evenienza.
Il sole era spuntato timidamente da dietro gli alti edifici della città, e il cielo si era tinto di un rosa pallido.
Alphonse sospirò, sollevato che alla fine suo fratello avesse smesso di singhiozzare. Non poteva dire se fosse riuscito ad addormentarsi, ma almeno non lo sentiva più disperarsi furiosamente come la sera prima.
Era stato straziante anche per Alphonse, rimanere fuori senza potere far niente per aiutare il suo povero fratello. Ma confidava che il nuovo giorno avrebbe portato nuova luce, anche nell'animo afflitto di Edward.

E costi quel che costi, oggi si sarebbe fatto dire dal fratello che cosa era successo. Non poteva più permettere che Ed soffrisse da solo.
Era suo compito aiutarlo!

Ma mentre Al stava predisponendo i suoi piani, sentì il telefono squillare.
Al si alzò dal pavimento e si diresse in fretta verso il ricevitore.
Alzò la cornetta e rispose.

“Qui casa Elric, chi parla?!”

“Sei tu, Alphonse?”

“Oh, Colonnello, buongiorno! Come mai chiama così presto?!”

“Presto? Sono già le nove e mezza Al!”

“Oh...non me ne ero accorto!”

“Lascia perdere. Piuttosto, dove diavolo è tuo fratello?!”

Al sobbalzò.
Si era totalmente dimenticato che quella mattina Ed aveva una riunione importante per non sapeva che incarico in un qualche ufficio del Comando.

“Co...Colonnello! Sono mortificato! Ma Ed è ancora a letto! Mi sono dimenticato di svegliarlo!”

Al sentì Mustang sospirare dall'altro capo del filo.

“Non ti angosciare Al. Se ti stai preoccupando per la riunione, quella è stata cancellata!”

“Oh, meno male!”

“Ma non di meno, Acciaio avrebbe dovuto essere qui mezz'ora fa!”

“Mi scusi di nuovo!”

“Smettila di prenderti la colpa per le mancanze di tuo fratello Al!”

“Ma...”

“Senti, lasciamo perdere questa storia. Acciaio dovrebbe venire qui, il prima possibile! C'è una questione che necessita la sua presenza”

Al guardò preoccupato verso la porta della stanza del fratello.
Valutò velocemente le opzioni che aveva.

“Al, sei ancora lì?!”

“Sì, Colonnello. Mi scusi...ma è davvero necessario che il fratellone venga oggi? Ecco...lui...non è stato molto bene questa notte. Mi sa che si è preso...sì, mi sa che si è preso una brutta influenza!”

Dall'altro capo del ricevitore, Mustang rimase zitto qualche attimo.

“Alphonse?”

“Sì?!”

“Non sei bravo con le bugie, ormai dovresti saperlo!”

“Mi scusi Colonnello!”

“Sveglia quel pigrone di tuo fratello e fallo venire subito qui.”

“Signor Colonnello...Ed davvero non sta molto bene!”

“Costringilo anche a calci se occorre!”

“Ma signore...!”

“Conto su di te Alphonse” e detto questo chiuse la conversazione.



Al riappese il ricevitore, sospirando mestamente.
Ci mancava solo questa!
Ed non sarebbe certo stato felice di essere svegliato, e di certo ancora meno se il motivo era il Colonnello.
Ma d'altra parte, realizzò Al mentre con cautela apriva la porta della stanza di Ed, era pur vero che quando aveva a che fare con Mustang, suo fratello acquisiva una vitalità anche superiore a quella che aveva di solito.
Forse era proprio quello che gli serviva per distrarsi dai suoi problemi: una bella litigata con il Colonnello!

“Fratellone!”

Al posò una mano sulla spalla di Ed, scuotendolo leggermente.
Ed mugugnò qualche cosa nel sonno, e si voltò dall'altra parte.
Per l'ennesima volta Al sospirò.
Scosse suo fratello con più energia questa volta.

“Fratellone, svegliati! Mustang vuole vederti!”

Ed scattò in piedi come una molla, spaventando a morte Alphonse.
Aveva lo sguardo come spiritato e per qualche attimo si guardò attorno forsennato.
Quando si rese conto di dove e con chi era, sembrò rilassarsi.

“Oh...ciao Al!”

“Fratellone” disse lui titubante “Come...come stai?!”

Ed distolse lo sguardo, sorridendo appena.

Ma il suo sorriso era infinitamente, infinitamente triste.

“Un pochino meglio Al”

Al notò solo ora che aveva una brutta cera.
Era pallido, molto pallido, e gli occhi erano rossi e gonfi.

“Fratellone...”

“Al...scusami...non me la sento ancora di parlarne...!”

“Ma certo...non ti preoccupare, fratellone!”

“Che..che stavi dicendo di...Mustang?!”

Al cominciò a spiegare in fretta della conversazione telefonica con il Colonnello.
Era talmente impegnato ad assicurare al fratello che aveva fatto di tutto per convincere il Colonnello che non era il caso che lui andasse a lavoro quell'oggi, che non si accorse di come Ed arrossiva leggermente ogni volta che sentiva nominare Mustang. E che allo stesso tempo Ed stava facendo di tutto per impedirsi di scoppiare a piangere di nuovo.

“Ho capito, grazie Al”

“Ma, fratellone, sei sicuro di riuscire ad andare al lavoro?!”

“Non ti preoccupare fratellino. Vado a sentire che diavolo vuole quel maledetto Colonnello di merda – strinse convulsamente le lenzuola – e poi torno subito a casa!”

“Vuoi che ti accompagni?!”

“No, me la sbrigo in poco, fidati!”

“E poi mi dici che cosa ti è preso ieri?!”

Di nuovo quel sorriso triste.

“Sì Al. Poi ti racconto tutto. Promesso!”




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Angolo dell'Autrice:

Eccomi di nuovo tra voi! ^_^

Sono veramente felice di vedere che avete apprezzato la continuazione.
Eh, sì! Povero fagiolino, anche se sono cattiva non potevo certo lasciarlo lì così! Eheh!

Comunque, so che questo capitolo è un pò corto.
Consideratelo un intremezzo prima del grande finale del prossimo!
Perché, sì, ne vedrete delle belle! ^__^

Prima delle risposte alle vostre recensioni (inchino per ogni recensione), faccio una precisazione generale, visto che un pò tutti sono rimasti perplessi per la storia del latte.
Visto che Ed è depresso, cerca di sfogare la sua frustrazione.
Ma visto che non è masochista come l'Autrice (che prende a pugni i muri dei bagni...lo so, sono pazza) e visto che da una parte ha gli automail e dall'altra ci tiene a pochi arti che gli rimangono, si sfoga con il latte.
Per lui bere il "maledetto liquido biancastro spremuto da una mucca" è fare violenza alla sua stessa persona.
Così si concentra su quello e non su ciò che lo fa soffrire nel cuore.
Spero di essere stata esauriente.

Passiamo ora alle recensioni! ^^

- FeEChAn: In realtà è il nostro povero Fagiolino sfigato che con tutti i bar di East City è andato a becchare quello preferito del Colonnello! Grazie della recensione! ^^

- Red Robin: Grazie mille! (anche se non so se erano tutti complementi...!) Comunque grazie! Dai, resisti ancora un capitolo! ^_^

- nemesi06: Grazie mille! Che entusiasmo! Sì, in effetti Roy è parecchio idiota...ma ha le sue ragioni! Eheh!

- Liris: Grazie mille! (ringrazia anche Ed per le pacche d'incoraggiamento!)

- Betta90: Grazie della recensione! ^^



Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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