Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Sacchan_    26/12/2013    4 recensioni
[Armin Arlert][Erwin Smith] - No pairing!
Dacché era bambino, Armin era sempre stato attratto dalle persone dotate di grande determinazione.
Ma mai persona gli apparve più forte, determinata o risoluta del comandante della Legione Esplorativa.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Armin, Arlart, Irvin, Smith
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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one shot snk Fandom: Shingeki no Kyojin-L'Attacco dei Giganti.
Personaggi: Erwin Smith, Armin Arlert.
Raiting: Verde
Avvertimenti: Missing Moments, What If...? e poi che altro?
Note d'Autore: Massì! Celebriamo le mie brevissime ferie con una nuova one-shot! Ok, no. Diciamo che ho solo voluto scrivere su loro due. Potete vederla come una leggerissima ErwinArmin ma -dato che non mi è comunque permesso- ho solo voluto sfogarmi un po' a trattare questi due! Tanto ormai si sa che Armin è il mio personaggio preferito! Sulla psicologia di Erwin invece non mi sono mai scervellata più di tanto...
Disclaimer: Nulla di quanto da me scritto mi appartiene in quanto è tutto di proprietà di Hajime Isayama, l'autore che oramai mi sta facendo scervellare ad ogni capitolo sempre di più! E ve lo dice una che non segue le serie quelle considerate "infinite" -prendete Bleach, Naruto o One Piece come esempio. L'unica eccezione è D.Gray-man ma quella è tutta un'altra storia-.
Commenti, suggerimenti o critiche sono sempre ben accetti! <3
Per il resto, buona lettura!


FIDUCIA RIPOSTA

Dacché era bambino, Armin era sempre stato attratto dalle persone dotate di grande determinazione.
Risolute come Mikasa o forti come Eren, Armin le seguiva convinto che, stando insieme a loro, anche un debole come lui sarebbe diventato presto di una qualche utilità.
Ma mai persona gli apparve più forte, determinata o risoluta del comandante della Legione Esplorativa: Erwin Smith, l'uomo che capeggiava le ali della libertà, simbolo dell'umanità che si opponeva alla dominazione dei Giganti.
Composto, sempre attento e con una piena consapevolezza di sé e del suo ruolo; Armin non aveva potuto fare a meno di scrutarlo attentamente durante l'interrogatorio subito da lui e Mikasa Ackerman dopo la difesa di Trost.
Difesa che aveva portato alla luce dettagli rilevanti sull'origine dei Titani o, quantomeno, un piccolo passo in più verso la verità nascosta dietro a quei mostri mangia-carne.
Mentre l'elite della Polizia Militare li sottoponeva a una raffica di domande, Erwin aveva seguito il tutto senza proferire interventi in proposito e Armin non aveva perso la piena attenzione che l'uomo aveva riservato durante l'intero processo.
Alla fine, lui e Mikasa ne erano usciti talmente stremati dove la più scossa era la ragazza stessa.
Perché, poteva nasconderlo quanto voleva, ma quando veniva a mancare Eren Jeager allora crollava anche tutto il suo mondo.
"Non importa se sono le massime cariche della Polizia Militare, se faranno del male a Eren io..." Aveva sibilato a denti stretti e pugni chiusi.
Armin aveva colto quell'occasione come chance per sfruttare al meglio la sua abilità migliore.
"Più le situazioni sono disperate, migliori sono le tue soluzioni." Ripetè nella sua mente: erano le esatte parole che aveva pronunciato il suo migliore amico, parole che d'ora in poi aveva intenzione di sfruttare al meglio.
"Aspetta Armin! Dove vai?" Aveva gridato Mikasa subito dopo averlo visto girare i tacchi e muoversi verso una direzione mirata.
"Ciò di cui Eren ora ha più bisogno è della protezione di qualcuno! Se così è allora..."
"C'è solo una persona a cui chiedere aiuto."
Ed eccolo lì; l'uomo di cui aveva bisogno si accingeva a lasciare il Tribunale accompagnato da una donna con gli occhiali e un uomo basso e rozzo nominato "l'uomo con la forza di un esercito".
"Comandante Smith!"  lo chiamò con voce grezza e un pelino tremante ma che bastò a ottenere la sua attenzione e fargli arrestare il passo.
Persino Mikasa lo aveva raggiunto e ora -che aveva lanciato il sasso- Armin non poteva assolutamente ritirare indietro il braccio.
"Ecco..." Iniziò. "C'è una cosa che durante l'interrogatorio non ho detto."
Né il comandante della Legione si era pronunciato in merito come nemmeno lo fecero i suoi due sottoposti o la stessa Mikasa.
"Cioè, in realtà si tratterebbe di una domanda che vorrei farvi..." aveva affermato in seguito Armin, con voce più esitante di poco prima.
"Dimmi, ti ascolto." Aveva risposto soltanto il Comandante.
"Ecco, ciò che volevo chiedervi è questo: Cinque anni fa, ritornando dalla ricognizione all'esterno, avevate notato la presenza di un Gigante potenzialmente pericoloso per l'Umanità?"
L'aveva chiesto, finalmente. Poteva apparire strana come domanda ma le richieste di Armin avevano sempre uno scopo mirato e Mikasa, che lo sapeva, aveva squadrato attenta il suo amico prima di spostare lo sguardo, di nuovo, sul Comandante Erwin in attesa della risposta.
"Se così fosse stato allora noi lo avremmo sicuramente avvistato."
Armin chinò il capo affermativamente.
"Sembra che là dentro siano tutti troppo presi e sconvolti dalla verità su Eren Jeager per farsi ulteriori domande. Mi chiedevo se abbiano riflettuto all'eventualità che all'interno delle nostre Mura possano nascondersi dei nemici dell'Umanità".
Sia la donna con gli occhiali che l'uomo basso conosciuto come Caporale Rivaille si erano scambiati muti un'occhiata prima di andarsene definitivamente.
"Interessante." aveva sospirato Erwin. "Quindi sostieni che all'interno dell'Umanità si stiano nascondendo dei nemici. Ma dimmi, Arlert, se sostieni questo perché venirlo a dire proprio a me?"
Armin si aspettava una domanda così diretta dal Comandante della Legione e, forse, proprio perché se l'aspettava rispose con più coraggio di quanto pensasse possedere.
"Signore, ho pensato che se non ci si potesse fidare di una persona come lei allora non ci si dovrebbe fidare di nessuno."
"Mi stai proponendo un patto? Desideri che Eren Jeager venga preso in custodia dalla Legione Esplorativa? È questo il motivo per cui sei venuto a parlarmi?"
Armin non era avanzato né era indietreggiato. Al contrario, aveva sollevato lo sguardo con genuina spontaneità.
"Individuare i nemici dell'Umanità dovrebbe essere il nostro obbiettivo primario e non eliminare chi può darci la possibilità di farlo. È questo ciò di cui sono convinto."
A seguito di quella risposta Erwin si era congedato raggiungendo i suoi due subalterni, non prima di aver rassicurato Armin che aveva percepito il messaggio.
"Avevamo comunque intenzione di parlare direttamente con Eren Jeager al suo risveglio."
Solo quando si ritrovarono nuovamente da soli Mikasa si era avvicinata ad Armin, poggiandogli una mano sulla spalla per destarlo.
"Ehi, Armin...?" lo aveva chiamato con voce fioca.
"Ora non resta che sperare che la Legione Esplorativa abbia la meglio sulla Polizia Militare."
Dopo quelle parole, Mikasa aveva mosso appena il mento e, insieme, i due se ne erano andati ben consapevoli che presto vi avrebbero fatto ritorno per ascoltare l'udienza emessa sul loro amico.


La seconda volta che Armin aveva posato il suo sguardo sul Comandante Smith era avvenuta durante il discorso di reclutamento.
Certo, riteneva giusto rendere partecipi le matricole dei rischi e delle probabilità di morte che contrassegnavano i membri della Legione Esplorativa; ancora più leale il non nascondere che non esiste possibilità di restare in vita quando si indossa il mantello con lo stemma delle ali della libertà.
Ma allora perché divulgare così tante informazioni sui progetti futuri della Legione?
"A cosa mirava?" si chiedeva Armin ancora sospetto.
Lo aveva capito soltanto dopo essere tornato vivo dalla sua prima missione di ricognizione nel mondo esterno.
Erwin aveva convocato tutti i sopravvissuti -ad eccezione di Eren Jeager e Rivaille- per un breve rapporto e li aveva poi congedati frettolosamente come se lo attendesse altre mille cose da fare.
Ma Armin non si era mosso di un passo, indeciso come era se ciò che aveva scoperto corrispondesse o meno alla verità.
Indecisione che Erwin non si era lasciato scappare.
"Arlert, che succede?"
Armin aveva sollevato lentamente il viso; nella piccola stanza dove veterani e matricole si erano radunati non erano rimasti che loro due soli.
"Comandante, perché tenere nascosta la vera posizione di Eren Jeager?"
"Di certo, non l'ho fatto con piacere." Aveva risposto laconico Erwin Smith in ricordo di tutti i caduti che avevano dato la vita per una missione fallita.
"E se le dicessi che, grazie al suo piano, ho capito alcune cose fra cui l'identità del Gigante Femmina?"
"Confidavo almeno in un risultato simile." aveva confessato con sincerità il capo della Legione.
Così Armin si era ritrovato a raccontare dello scontro ravvicinato che lui, Jean Kirschtein e Reiner Braun avevano avuto contro il Gigante Femmina; di come -ad una distanza abbastanza ravvicinata- aveva urlato delle frasi che potevano apparire sconclusionate ma che lo avevano indotto a credere che nel Gigante Femmina si nascondesse un membro del 104esimo squadrone di reclute.
"E non è tutto..." Aveva proseguito prima di finire. "Se teniamo conto del suo piano per confodere il nemico allora possiamo dire con certezza che l'informazione sulla posizione di Eren Jeager sia perpetrata all'esterno da una delle nuove matricole reclutate. Perché mi è assai difficile pensare che fra i veterani della Legione, anche fra i più giovani, possano esserci dei cospiratori."
Prima di lasciare la stanza, Erwin aveva dato un colpetto sulla spalla di Armin mormorando un "Ben fatto" e invitandolo a seguirlo.
"Chiederò al caposquadra Hanji di verificare che informazioni sono state fornite sulla posizione di Eren Jeager a tutte le reclute che facevano parte dell'ala destra. Ora, seguimi Arlert. Eren deve essere messo al corrente di ciò che hai scoperto."
"Prima, posso chiedere almeno che misure intende prendere contro le matricole del 104esimo squadrone?"
"L'unica cosa che posso fare al momento..." aveva concluso Erwin poggiando le dita sulla maniglia dell'uscita di legno, aprendola e attendendolo. "E' confinarli in un luogo isolato con il divieto assoluto di utilizzare l'attrezzatura per la manovra tridimensionale, almeno fino a che non avremo sistemato la questione con il Gigante Femmina e il caposquadra Hanji non avrà terminato le sue ricerche."


La terza volta che Armin si era ritrovato faccia a faccia con il proprio Comandante era avvenuta dopo la cattura di Annie Leonhardt.
Quella volta non era stato lui a cercarlo per primo, non si era nemmeno imposto di fargli ascoltare le sue deduzioni. Semplicemente, era stato convocato nel suo ufficio da Erwin in persona.
"La situazione è questa." aveva espresso Smith dopo aver reso partecipe Armin alla riunione assieme alla Polizia Militare e il Clero; incontro dove un informatore della Legione era tornato indietro riportando un'ipotetica caduta del Wall Rose.
"Da "quel giorno" di cinque anni fa a oggi siamo rimasti in pace e ora accadono le cose più disparate." Si era limitato a commentare il ragazzino.
"Sfortunatamente, le questioni interne qui nel Wall Sina mi impediranno di muovermi in prima persona. Per questo ho deciso che tu, il caposquadra Hanji, il caporale Rivaille e Mikasa Ackerman partirete per il Wall Rose non appena Eren si sentirà un po' meglio."
Armin annuì.
"E, ancora una cosa Arlert, te la sentiresti di prendere in mano tutte le decisioni tattiche e strategiche che vi occorranno durante il tragitto?"
Questa volta Armin era stato preso davvero alla sprovvista, incapace di rispondere per la sorpresa di una richiesta simile.
"Non devi prenderle da solo, se non te la senti. Potrai sempre consultarti con il caposquadra Hanji, se preferisci. Tuttavia, sappi che prendere decisioni di questo tipo richiede un gran sangue freddo e la consapevolezza che da queste possono dipendere le vite di altre persone." Aveva spiegato ben cosciente Erwin. "Hanji lo sa molto bene, perciò se non te la senti di farlo allora rifiuta all'istante. Altrimenti, sappi che hai tutta la mia fiducia.
Passarono pochi secondi di silenzio fra i due prima che Armin pronunciò la sua risposta in merito.
"Se questo contribuirà alla causa dell'Umanità allora, da soldato della Legione, non mi tirerò indietro.
Dopo quelle parole, Erwin si era alzato dalla sedia della sua scrivania abbozzando appena un sorriso e tendendo la mano verso il giovane ex-cadetto.
Mano che Armin non aveva esitato a stringere fra la sua.
"Ci rivedremo presto al Wall Rose, Armin Arlert".



Strano a dirsi ma Shingeki no Kyojin è quel tipo di manga che ti dice tutto e non ti dice niente. Quindi l'idea di questa fan fiction è nata da quella scenetta dove Rivaille dice ad Armin: "Confido che tu abbia capito il tuo ruolo" -o qualcosa del genere-. Ovviamente, non credo che mirasse proprio a questo ma dato che volevo scrivere una one shot con Erwin e Armin per protagonisti allora l'ho interpretata così.
Ah, questi due non li shippo insieme per la cronaca. Semmai dovessi farlo almeno prima vorrei scrivere una seconda JeanxArmin.
Oh, beh, l'ho scritta di getto in un giorno -sì, esatto, le mie ferie-  quindi se non l'avete schifata totalmente un commento come recensione sarà sempre ben gradito. In ogni caso, grazie anche solo per aver letto.
_Flowermoon_ aka Sacchan.
p.s. in ritardo ma "gigantosi (?) auguri di buon natale a tutto il fandom".
   
 
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