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Autore: Mimi18    19/05/2008    11 recensioni
"Tu guarda, Sakura Haruno ad una festa.”
Sul volto perfetto di Ino Yamanaka comparve un sorriso divertito, mentre Itachi dietro di lei si sistemava la cintura dei pantaloni, lasciando cadere la cenere della sigaretta a terra.
[Naruto x Sakura - Itachi x Ino]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Different Life

-I can only see your shoulders, now, Ino-chan-

 

Mimi18 ©

Masashi Kishimoto ©

 

Sakura Haruno, all’età di quattro anni, viveva in una casetta nel quartiere più bello del paese.

Quando era piccola, Sakura giocava sempre con i bambini del quartiere, ed era amica di ognuno di loro.

Sakura, all’asilo, aveva tanti amici.

C’era il suo preferito, biondo come il sole, che le stava sempre appiccicato. Forse, un po’ la seccavano tutte quelle attenzioni, ma infondo le facevano tanto piacere.

All’ultimo anno di scuola materna, Sakura ha conosciuto Ino.

Ino era una bella bambina. Aveva un carattere solare e aperto, tanto simile a quello di Naruto.

Pian piano, Ino ha iniziato ad avere troppi amici. Più di Sakura.

Ma Ino le è sempre stata vicina, fino secondo anno  delle medie.

Erano sotto il ciliegio in fiore a pranzare, quando Naruto presentò loro, per la prima volta, Sasuke Uchiha.

Sasuke era bel ragazzo, un po’ freddo e indifferente alla bellezza spudorata di Ino e a quella timida di Sakura.

Si erano scambiate uno sguardo eloquente, prima di presentarsi.

Sakura non aveva fatto nemmeno caso al sorriso incrinato di Naruto e agli occhi attenti di Ino.

 

 

Your smiles are hurts, for me, now.

 

 

Sakura passò uno strato leggero di gloss sulle labbra sottili, quel tanto che bastava a renderle appena più carnose.

Fissò la sua immagine riflessa nello specchio, stendendo le labbra in quello che, secondo lei, poteva essere un sorriso.

Tuttavia, nessuna luce particolarmente allegra arrivava ai suoi occhi, quella sera.

Sbuffò seccata, afferrando il fondotinta scuro e aprendolo di scatto; con stizza si passò una pennellata abbondante sulle guance, troppo rosate e paffute per i suoi gusti, nascondendo i piccoli difetti dell’adolescenza.

Schioccò le labbra, riponendo con cura i trucchi in un astuccio rosa, chiudendolo poi nell’armadietto biancastro sopra il lavandino.

Lanciò un’ultima immagine al suo corpo, prima di uscire dal bagno, leggermente traballante.

Era decisamente poco esperta in fatto di camminate sexy e seducenti. Nonostante avesse diciotto anni, aveva sempre preferito scarpe comode e sneackers, anche per le uscite più eleganti.

Poi, non che fossero vere uscite quelle. Per la maggior parte delle volte, erano solamente lei e Naruto, qualche volte li raggiungeva anche Sai. Non aveva bisogno di tacchi, gonne o trucchi con loro; la conoscevano da troppo tempo, avrebbero potuto pensare che volesse somigliare a lei, se si fosse agghindata come una puttana.

Eppure, quella sera aveva dato il meglio di sé. Non era mai stata invitata alle feste degli universitari, nonostante fosse al suo primo anno.

Ne aveva sentito spesso parlare dalle ragazze dei suoi corsi; alcool, musica, uomini, sesso.

Non era certo tipo per quelle feste, ma non voleva continuare a fare la parte della sfigata, in quell’università.

Sicuramente non avrebbe avuto problemi ad ambientarsi. Nessuno avrebbe fatto caso al suo look con il corpo di Ino Yamanaka che gironzolava per la festa.

Sorrise amaramente, sentendo il campanello squillare.

Con un gesto secco afferrò il cappottino dall’appendiabiti, facendo cadere un paio di borsette. Non si curò di raccoglierle, era in ritardo.

 

Salì in macchina, sbattendo con forza la portiera. Lanciò un sorriso al guidatore, sporgendosi poi per dargli un bacio casto sulla guancia.

“Ciao, Sakura-chan. Sei bellissima”.

Lei chinò il capo, osservando il fisico del suo migliore amico.

Da atleta che era, faceva un’ottima figura nei suoi jeans abbinati alla camicia azzurra, leggermente sbottonata.

“Anche tu stai bene, baka. Ti sei impegnato per fare colpo su di me?”, domandò ridendo, allacciandosi la cintura di sicurezza, ben attenta che la maglietta rossa che indossava non venisse stropicciata.

Naruto cacciò una risatina nervosa, coprendola poi con un colpo di tosse, quando si accorse dell’occhiata indagatrice di Sakura.

“Uhm. Andiamo?”, domanda retorica. Naruto aveva già messo in moto l’auto e stava facendo manovra.

Sakura appoggiò il gomito accanto al finestrino, stendendo il braccio.

Le luci formavano macchie indistinte a causa della velocità con cui Naruto stava guidando.

Fu ben attenta a non leccarsi le labbra nemmeno una volta, tipico gesto che compiva quando era in agitazione; non avrebbe potuto sbavare il lucidalabbra, dopo le ore che aveva impiegato per risultare decente.

Tamburellò le dita seccata, battendo il piede a tempo.

Naruto, li accanto, sterzò a sinistra, lanciandole un’occhiata di sbieco, arrossendo lievemente, quando incrociò gli occhi verdi di Sakura.

“Guarda avanti, baka!”, strillò lei, alla vista di una Volvo grigia che arrivava dalla parte opposta alla loro.

La ragazza afferrò i bordi del sedile con le unghie, spaventata.

“Scusa”, sussurrò Naruto, cambiando marcia.

“Hai trovato la patente nelle patatine, Naruto?”

Lui le sorrise divertito, ripresa la sua solita tranquillità e pacatezza.

“No, ma aiuta avere la ragazza di tuo fratello come esaminatrice”.

Sakura storse il naso, stizzita; riportò lo sguardo fuori dal finestrino, deglutendo quando si accorse dell’edificio che si stagliava di fronte a loro.

Naruto curvò, entrando nel parcheggio riservato agli studenti. Spense il motore, scese veloce e si portò alla portiera dell’amica.

L’aprì sotto lo sguardo divertito di lei, che scese mostrando le gambe e allungando una mano in cerca di un aiuto.

Lui rise, afferrandola. Sakura si sollevò, attaccandosi al braccio muscoloso di Naruto, rimanendo in piedi solo grazie al modo in cui l’amico la stava stringendo.

Deglutì a fatica, sentendo il profumo di Naruto a pochi millimetri da lei.

Appoggiò le mani al petto del giovane, allontanandolo con decisione.

Naruto la osservò incuriosito, riafferrandola subito, prima che cadesse a terra.

Tirandola, la condusse all’entrata della palestra.

Sakura, cercando di ignorare il calore che sentiva provenire dalla sua mano, occhieggiò gli altri studenti.

E, in mezzo ad una massa di capelli, fu sicura di aver trovato un elegante coda bionda diretta agli spogliatoi.

Storse il naso, seguendo Naruto, facendosi più vicina a lui.

 

“Sakura!”, la voce di Naruto le giunse ovattata alle orecchie.

La musica decisamente troppo alta le inondava i timpani, tanto che avrebbe voluto coprirsi le orecchie con le mani.

Naruto la trascinò più vicino a sé, nonostante fossero già a pochi passi l’uno dall’altra.

Nel giro di dieci minuti, Sakura si era ritrovata per ben due volte fra le braccia del suo migliore amico, sentendo il cuore accelerare i battiti.

Si morse le labbra, tentando nuovamente di allontanarsi da lui.

“Naruto! Ho sete!”

“Come?”

“HO SETE!”, strillò all’orecchio del giovane che annuì.

Con suo sollievo, si allontanò, probabilmente diretto al tavolo delle bevande.

Sakura tirò un sospiro; gettò un’occhiata alla marmaglia di gente che pullulava in palestra, incrociando gli occhi albini di una sua compagna di corso, Hinata Hyuuga, che la salutò sventolando una mano.

Sakura osservò incuriosita il ragazzo castano in piedi accanto a lei; Neji Hyuuga, facoltà di ingegneria, un anno più grande di loro. A quanto ne sapeva, quei due erano solo cugini, quindi non si spiegava del perché della mano bianca di lui stretta intorno alla spalla minuta di Hinata.

Scostò lo sguardo, incontrando un paio di occhi scuri e freddi che la scrutavano.

“Sasuke...”

Il giovane le si avvicinò, trascinando con sé Karin e Suigetsu, i membri del suo nuovo giro.

La salutò con un cenno del capo, sorpassandola senza fermarsi.

Sakura sentì i battiti del cuore accelerare, quando si accorse di Naruto in piedi accanto a lei.

Gli sorrise incerta, afferrando il bicchiere che gli porgeva.

“Grazie”, sussurrò con voce roca.

Lui scrollò le spalle indifferente, bevendo un sorso dalla bottiglia di birra che teneva fra le mani.

“Era Sasuke, quello?”, domandò come se non sapesse la risposta.

Sakura annuì, rubando un po’ del liquido rosato dal bicchiere, per poi fare una smorfia disgustata.

“Naruto! Questa è vodka!”, sbraitò, allontanando il bicchiere dal suo viso.

Il biondo le sorrise ammiccante, scusandosi con gli occhi.

“Mi dispiace, Sakura-chan, ma non c’è nulla di analcolico.”

Sakura spalancò la bocca inorridita, guardandolo come se non potesse crederci. Lui trangugiò un nuovo sorso di birra, per poi afferrarla per le spalle.

“Andiamo, Sakura, divertiti!”

E scomparve dalla sua vista, lasciandola sola.

Lo chiamò inutilmente un paio di volte, prima di rinunciarci. Osservò seccata a arrabbiata il luogo in cui l’amico era scomparso.

Che era saltato in mente a quell’idiota?

Si lasciò cadere su un divanetto con aria esausta, nonostante fossero passati solamente cinque minuti da quando era arrivata.

Si scostò i capelli rosa dalla fronte, sudata, nonostante non avesse nemmeno cominciato a ballare-non che avesse intenzione di farlo, ovviamente.

Sbuffò, appoggiandosi senza grazia allo schienale morbido e sprofondandovi.

Senza sapere cosa fare, osservò la gente [di nuovo], individuando Temari Sabaku, sua amica del liceo, impegnata in una discussione accesa con un ragazzo, i cui capelli biondo platino erano fissati all’indietro con, probabilmente, un tubetto di gel.

La mano di lui era stretta saldamente attorno al fianco di Temari e, da quanto ne poteva capire Sakura, stava tentando di rubarle un bacio.

Rimase ad osservarli per una manciata di secondi, quando il biondo si girò, forse chiamato da qualcuno che conosceva, e inorridì, riconoscendolo.

Hidan, un tipo assurdo che frequentava la compagnia del fratello di Sasuke e, di conseguenza, quella di Ino.

Non era stata un allucinazione quella della coda bionda che si dirigeva agli spogliatoi.

Si alzò di scatto, all’improvviso vogliosa di avere Naruto accanto a sé.

Fece scorrere lo sguardo lungo tutta la palestra, incrociando più volte sguardi e occhi conosciuti; ma nessuno di loro era Naruto.

Avanzò di qualche metro, ritrovandosi imprigionata fra milioni di corpi scatenati nelle danze.

Tentò di uscire dalla ressa, ma qualcuno pensò bene di rovesciarle il contenuto di un bicchiere addosso.

Ringhiò inorridita, mentre le lacrime per l’agitazione le salivano agli occhi, appannandole la vista.

A spintoni si fece largo nella folla, riuscendo ad uscire dalla ressa.

Con passo veloce, per quanto i tacchi le permettessero di esserlo, si diresse verso i bagni.

Spalancò la porta di colpo, stupendosi.

Non c’era anima viva nel bagno.

Stette in silenzio per un attimo, poi avanzò verso i lavandini.

Girò il rubinetto, facendo scorrere l’acqua, per poi estrarre un fazzoletto dalla borsa.

S’immobilizzò con il pezzo di stoffa sotto il getto gelato dell’acqua, fissando il suo viso sconvolto allo specchio.

Gemiti soffocati provenivano dalle sue spalle, proprio dall’unica porta chiusa del bagno.

Rimase in silenzio, capendo il perché del vuoto in quel bagno.

Si morse il labbro inferiore, mentre la voce della ragazza aumentava di livello.

Chiuse veloce il rubinetto dell’acqua, rinunciando all’intento di pulire la macchia. Doveva trovare Naruto ed andarsene da quella maledetta festa.

Avrebbe dovuto sapere già dagli alcolici che quello non era posto per lei; non era il tipo per quel genere di cose.

Si diresse a grandi falcate verso la porta di uscita, quando con orrore sentì la serratura scattare.

Si girò intimidita, sentendo il cigolio della porta.

Le sembrò che il tutto si svolgesse con eterna lentezza. La porta che si apriva, la mano nuova di manicure che la spingeva, un abbondante scollatura e un paio di occhi azzurri che la studiavano con sarcasmo, mentre con la mano libera si sistemava la gonna.

“Tu guarda, Sakura Haruno ad una festa.”

Sul volto perfetto di Ino Yamanaka comparve un sorriso divertito, mentre Itachi dietro di lei si sistemava la cintura dei pantaloni, lasciando cadere la cenere della sigaretta a terra.

 

Sakura Haruno, all’età di sedici  anni, non viveva più in un bel quartiere, ma in una zona sgangherata del paese.

Non aveva più tempo di giocare con nessuno, troppo presa dai libri e a passare inosservata.

Sakura nel pieno della sua adolescenza aveva tanti amici quante erano le dita di una mano.

La sua migliore amica, Ino Yamanaka, era la ragazza più popolare del liceo e, probabilmente, non si ricordava nemmeno di lei.

L’ultima volta che aveva parlato con lei, Sakura aveva tredici anni e mezzo.

Ino le aveva posto una domanda, a cui aveva dato la risposta sbagliata.

Ammettendo di essere innamorata di Sasuke, Ino si era allontanata da lei, lanciandole un’occhiata impietosita e schioccando la lingua sul palato.

Il suo “Uhm” seccato era stata l’ultima cosa che aveva sentito uscire dalle sue labbra.

Da quel momento, l’avrebbe solamente potuta osservare da lontano, abbracciata a mille ragazzi differenti, con nuove amiche.

Perfino Sasuke era stato con lei, una volta.

 

Totalmente incurante delle regole, Itachi porse la sigaretta anche alla bionda davanti a sé, permettendole di tirare l’ultima boccata.

Ino l’afferrò, portandola alle labbra piene e rosse, aspirando. Nonostante le labbra di Itachi l’avessero baciata fameliche solo pochi minuti prima, nulla in lei era fuori posto.

I capelli ancora in ordine, la maglietta senza pieghe, il trucco senza sbavature.

Sakura giocherellò nervosa con la cinghia della borsetta che Naruto le aveva regalato un anno prima al compleanno, probabilmente l’aveva acquistata ad un mercatino dell’usato, ma a lei piaceva davvero tanto.

“Hai deciso di uscire dalla tua stanza, Haruno?”, chiese la voce beffarda di Ino, mentre si fissava allo specchio.

La rosa deglutì, cercando di risponderle a tono. Nessun suono uscì dalle sue labbra bianche che, ormai, avevano perso la lucidità del gloss.

Ino stese le labbra in un sorriso più ampio, lanciando un’occhiata languida ad Itachi.

“Hai visto, amore, questa ragazza ha deciso di lasciare perdere i libri, per una sera”, disse divertita, facendo si che lo sguardo del ragazzo scorresse lungo il corpo teso di Sakura.

Ino scostò un ciuffo di capelli biondi dagli occhi, leccandosi il labbro superiore con la lingua.

“Cosa speravi di trovare qui, Haruno? Le feste come questa non sono adatte ad una sfigata come te.”

Sakura trattenne a stento le lacrime, quando Ino pronunciò senza alcuna sfumatura sul suo viso quelle parole.

Itachi si limitò ad accendere una seconda sigaretta, senza scomporsi minimamente davanti alle parole perfide della compagna.

“Ti conviene tornartene a casa, altrimenti quella macchia non sarà che il danno minore che avrai alla fine di questa festa. Per le ragazzine inesperte come te non è prudente girare sole senza conoscere la gente.”

Detto ciò la superò con una camminata seducente ed ancheggiante, nonostante i tacchi di dodici centimetri, sottilissimi.

Sakura deglutì, quando le passò accanto. Incrociò gli occhi azzurri di Ino, prima che la bionda si chiudesse la porta alle spalle.

La ragazza dai capelli color caramella tirò un sospiro di sollievo quando anche Itachi scomparve dal bagno.

Si accasciò a terra, stringendosi la borsetta al petto.

 

Quando uscì dal bagno, Sakura lanciò occhiate preoccupate al corridoio. Le parole di Ino l’avevano colpita. Che intendeva dire che non era prudente andare in giro da sola?

Non sapeva perché, ma sentiva di dovere seguire il consiglio della vecchia amica e scomparire al più presto da quella festa.

Corse veloce lungo il corridoio deserto, rischiando più volte di inciampare. Lanciò un’occhiata frettolosa all’interno della palestra, incrociando gli occhi chiari di Ino, seduta a gambe aperte sulle ginocchia di Itachi.

Aveva deciso di rendere pubblica la notizia della loro relazione, a quanto pareva, pensò Sakura senza nemmeno cercare Naruto.

Quel baka, probabilmente, si era imboscato con qualche puttanella del primo anno. Se fosse stato davvero così, Sakura non gli avrebbe davvero più rivolto la parola.

Girò a destra, svoltando l’angolo che l’avrebbe portata al di fuori di quell’incubo.

Con Naruto, al suo arrivo, la strada non le era sembrata così lunga.

Senza accorgersene, Sakura sbatté contro il petto muscoloso di un ragazzo.

Cadde all’indietro, a causa della forza che l’impatto aveva creato.

Il sedere sbatté forte sul pavimento in marmo e gemette.

“Scusami, non ti avevo visto.”

Sollevò gli occhi verdi, incrociando quelli scuri di Kiba Inuzuka, ex fidanzato di Temari. L’aveva visto solo una volta e, sicuramente, mai in quell’università.

Lui le sorrise mellifluo, allungando una mano per aiutarla ad alzarsi e tirandola su con forza.

Prima che lei potesse allontanarsi, le dita di Kiba le avevano già sollevato il mento, per scrutarla più attentamente.

“Uhm. Carina.”, proclamò soddisfatto.

Sakura strinse con forza la mano intorno al polso del ragazzo, tentando di allontanarlo da sé con decisione. Kiba, però, oltre ad essere un ragazzo era anche dal fisico troppo muscoloso. Una minuta come lei non avrebbe potuto fare nulla.

“Adesso stai buona e zitta, tesoro, che ci divertiamo”.

Sakura spalancò gli occhi, mentre la mano libera di Kiba andava a serrarle la bocca, in modo che non potesse urlare o fare qualsiasi cosa.

Lasciò andare il suo mento, spingendola con forza contro il muro, baciandole il collo.

Con orrore, Sakura si rese conto che la mano con cui pochi istanti prima le teneva il mento era andata ad infilarsi sotto la gonna.

Sentì le dita sudate di Kiba scorrere la sua coscia audaci, senza che si curasse degli occhi verdi di lei che si appannavano a causa delle lacrime.

Sakura chiuse gli occhi, quando la mano di lui le sfiorò l’interno coscia.

“Inuzuka, levati dai coglioni”.

Sbarrò gli occhi, quando sentì la voce autoritaria comparire dal nulla e fermare il ragazzo.

Kiba allentò la presa e Sakura riuscì a spingerlo via. Ansimò, tenendosi le braccia al petto, che si alzava ed abbassava velocemente.

Sollevò lo sguardo, facendo scorrere gli occhi sulle gambe, la gonna, il petto e, infine, il volto di Ino.

La ragazza se ne stava a braccia conserte con sguardo scocciato di fronte a lei; al suo seguito, Deidara e Sasori avevano afferrato per il bavero del colletto della camicia Kiba Inuzuka, e l’avevano gettato dentro ad uno sgabuzzino.

“Te l’avevo detto di stare attenta, cretina.”, sbottò, dandole le spalle ed avviandosi verso Itachi, appoggiato con nonchalance allo stipite di una porta blu.

L’Haruno ingoiò un boccone amaro, mentre le mani che stringevano la borsetta tremavano.

“Grazie!”, Sakura urlò, per quanto il fiato corto le permettesse.

Vide la figura di Ino girarsi appena, lanciarle uno sguardo freddo e distaccato.

“Mi devi un favore, Haruno. Ed ora andiamo da qualche altra parte, noi”, proclamò, afferrando la mano di Itachi, mentre lui spegneva l’ennesima sigaretta.

Deidara e Sasori li seguirono, salutandola ammiccanti.

Una volta sola, Sakura cacciò una risatina isterica, lasciando sgorgare le lacrime dagli occhi verdi e bagnando le guance, rovinando una volta per tutte il trucco.

 

“Sakura-chan!”

Naruto corse verso di lei, sventolando una mano.

Se ne stava seduta sul cofano della sua Opel da quasi mezz’ora, nell’attesa che lui arrivasse.

Gli aveva mandato una decina di messaggi, in quei minuti, facendo si che con lo sguardo continuasse a guardarsi intorno circospetto.

Gli unici rumori, però, erano quelli di ragazzi imboscati qua e là, nelle auto o lungo la strada.

Lo guardò male, quando la raggiunse.

“Dove cavolo ti eri cacciata?”

“Dove MALEDIZIONE ti eri cacciato tu, baka!”, strillò, mentre le lacrime le salivano nuovamente agli occhi.

Lui ingoiò rumorosamente, grattandosi il capo imbarazzato.

Sakura saltò giù dal cofano, arrivando a pochi millimetri dal volto di Naruto; vide le gote del ragazzo arrossarsi, mentre ringhiava vicinissima alle sue labbra.

“Si da il caso, deficiente, che sia stata umiliata da Ino Yamanaka, quasi violentata da Kiba Inuzuka e viva per miracolo!”.

Gli occhi azzurri dell’amico si erano spalancati inorriditi alla parola “violentata” in una maniera impressionante.

Se non fosse stata così arrabbiata, Sakura si sarebbe messa a ridere.

Tuttavia, l’unica cosa che voleva in quel momento era stare lontana da lui, dimenticarsi di quello che era successo e dormire.

“Portami a casa, Naruto.”, sussurrò, raggiungendo la portiera del passeggero.

Naruto annuì silenzioso, aprendo con il telecomando l’auto, salendo poi al suo posto e osservando di sottecchi Sakura.

Rimasero silenziosi per tutto il tragitto. L’unico rumore erano le dita di Sakura che tamburellavano sul cruscotto, i clacson delle macchine fuori dal finestrino e le maledizioni che, di tanto in tanto, Naruto lanciava contro Kiba.

Parcheggiò proprio davanti al portone di casa sua. La ragazza scese silenziosa, senza nemmeno salutarlo.

Probabilmente, pensò, quella era la fine della loro amicizia.

Mentre cercava le chiavi, ragionava sul fatto che si, le sarebbe piaciuto rompere la loro amicizia, ma per motivi più...felici. Non per un litigio.

Odiava con tutta sé stessa quella maledetta festa. Non ci avrebbe messo più piede, lo giurò.

Girò la chiave nella toppa, asciugandosi l’ennesima lacrima che era caduta dal suo viso.

“Ehi, SAKURA!”

Si girò di scatto, sentendo Naruto chiamarla.

Lo vide correre fuori dall’auto e andare da lei. Saltò grazie alle gambe lunghe tutti e tre i gradini, raggiungendola.

Sakura sentiva il respiro affannoso di Naruto ad un centimetro dalle sue labbra.

Prima che potesse dire qualcosa, Naruto l’afferrò per le spalle e la baciò con prepotenza.

Non tentò nemmeno di approfondire, il ragazzo. Si staccò da lei e la osservò con occhi fiammeggianti.

Sakura sentì la testa girare paurosamente.

“Per questo non sono stato con te. Avevo paura di saltarti addosso, Sakura. Avrei rovinato la nostra amicizia se fossi stato con te. Sei sempre maledettamente fantastica, ma sta sera...stasera eri troppi sexy! Non potevo resistere...”, sussurrò con il fiato spezzato, mentre chinava il capo in segno di scuse.

Lei, nel frattempo, si era portata le mani alla bocca, stupita.

Si era scrollata di dosso le mani grandi di Naruto, avvicinandosi a lui e sollevandosi sulle punte.

“Scemo”, mormorò baciandolo. “Baka, stupido, deficiente.”, continuò a baciarlo imperterrita, mentre lui tentava di stare dietro alla sua passione.

Sakura lasciò cadere a terra la borsa, allacciando le braccia intorno al collo di Naruto.

“Non hai mai pensato che anche io ti considerassi dannatamente sexy, baka?”, chiese scocciata, baciandolo di nuovo.

Naruto riuscì per un attimo a concentrarsi e l’allontanò da sé.

“Scherzi?”

“Starei qui a baciarti se scherzassi, baka? La verità è che ero maledettamente gelosa”, proclamò, tentando di baciarlo di nuovo. Lui, però, attendeva una spiegazione.

“Pensavo che fossi con qualcun’altra”, spiegò scocciata, arrossendo leggermente.

Naruto rise, allegro, afferrandola per la vita a prendendola in braccio.

La fece girare due volte, prima di poggiarla a terra e ribaciarla.

Sakura, divertita, ricambiò il bacio, giocherellando con la lingua di Naruto, ridendo e mordendolo.

Quando pochi minuti dopo si staccarono, l’unica cosa che riuscì a dire fu: “Saliamo?”.

 

“Possiamo andare, ora?”.

Ino sorrise soddisfatta, vedendo le figure appiccicate di Naruto e Sakura scomparire.

Girò il viso verso Itachi che, con sguardo indecifrabile, teneva le braccia conserte sul volante, la testa appoggiata su di esse e la osservava in attesa.

La bionda gli rubò la sigaretta dalle labbra, sostituendola con la sua bocca carnosa.

Itachi giocherellò per un attimo con i suoi capelli, allontanandola poi.

“Che c’è?”, chiese Ino interdetta, riavvicinandosi.

“Perché?”

“Nh?”

“Perché hai controllato la tizia con i capelli caramella?”, domandò, riafferrando la sigaretta.

Ino mise il broncio, corrugando la fronte stizzita.

Itachi, nella sue indifferenza, riuscì a far nascere un sorriso divertito sul suo viso.

“Non lo so. Mi andava.”

L’Uchiha si riavvicinò, baciandola, spingendola sul sedile del passeggero, abbassando lo schienale con una manopola.

Ino incrociò le braccia intorno al suo collo, sorridendo maliziosa.

“Vuoi la ricompensa?”, domandò slacciandogli la camicia.

Itachi buttò la sigaretta dal finestrino, tuffandosi sul suo collo.

Ino piegò lo sguardo verso destra, vedendo la luce della casa di Sakura accesa.

Sorrise, baciando Itachi a sua volta.

 

Sakura Haruno, all’età di trent’anni, viveva in una casetta nel piccolo quartiere di Konoha.

Giocava spesso con suo figlio, durante i pomeriggi soleggiati, mentre attendeva il ritorno di suo marito con impazienza.

Tutti i vicini di casa la salutavano con un sorriso, quando le passavano accanto, mano nella mano con i loro figli.

Lei ricambiava sempre con un sorriso, sventolando la mano del piccolo Yuki.

Quando poi il piccolo vedeva arrivare un affascinante signore con i capelli biondi strillava di gioia e correva da lui, che lo prendeva in braccio per lasciargli poi un bacio sulla fronte.

In uno di quei giorni, Sakura avrebbe aperto la cassetta della posta  e, con un grido, avrebbe afferrato una lettera indirizzata a lei.

Naruto le sarebbe corso accanto, con Yuki ancora fra le braccia, avrebbe guardato la lettera e le avrebbe sorriso.

“Perché non le telefoni? Sono sicuro che anche lei ha molte cose da dirti”.

E allora sarebbe corsa in casa,avrebbe  cercato il numero sulla guida e atteso solo pochi secondi con la cornetta appiccicata all’orecchio, in attesa.

La voce squillante all’altro capo del telefono l’avrebbe fatta sobbalzare.

“Pronto?”

“Ino, sono Sakura”.

 

 

N/a

Che fatica. Vi giuro, non ho mai fatto così fatica a scrivere una FF...per fortuna che ho colto l’ispirazione, perché se avessi atteso non so cosa ne sarebbe uscito fuori.

La mia primissima NaruSaku. Non so come sia uscita, anche perché non è concentrata tanto sulla coppia, quanto sul rapporto di amicizia tra Ino e Sakura. Non so come sia, a dire il vero. ^-^

Spero che sia leggibile! ò_ò

La parte di Ino stronza era da una vita che volevo scriverla! Però, come avete visto, Ino è sempre l’amica perfetta. Diciamo che nelle AU lei ed Itachi mi stuzzicano una cifra. Se il genere di situazioni sono queste, poi!xD

Hidan/Temari, la verità: ho letto una Fic di Bambi88, ed è stato per quello che mi sono sentita di doverli aggiungere. Sono troppi fiQuosi! *___*

Infine il minuscolo accenno a NejiHina...davvero, quello potevo risparmiarmelo!

Gecchan, spero che un po’ ti piaccia. Sto facendo il possibile per tenere il mio rosa, nonostante il blu sia moooolto chic come colore. ç_ç

Si ringraziano i Sonohra per la compagnia: se non fosse per la loro canzone [che non centra nulla con la storia] non avrei scritto un ananas. Grazie a Francy, Racchan, Luce e Hilly, perché insieme c’abbiamo messo un’ora a cercare una parola!xD

Poi specialissimo grazie a Ladykiki [colei che mi porta verso il BLU] e Francy per averla letta. ^-^

Un bacio a chi lascerà un commento o leggerà. Adesso vado a cercare immagini KibaHina, il mio spirito ne ha bisogno.

Un premio a chi indovina l’identità della ragazza di Yo!xD

 

Mimi

 

   
 
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