Different Life
-I can only see your
shoulders, now, Ino-chan-
Mimi18 ©
Masashi Kishimoto ©
Sakura Haruno,
all’età di quattro anni, viveva in una casetta nel quartiere più bello del
paese.
Quando era piccola,
Sakura giocava sempre con i bambini del quartiere, ed era amica di ognuno di
loro.
Sakura, all’asilo,
aveva tanti amici.
C’era il suo
preferito, biondo come il sole, che le stava sempre appiccicato. Forse, un po’
la seccavano tutte quelle attenzioni, ma infondo le facevano tanto piacere.
All’ultimo anno di
scuola materna, Sakura ha conosciuto Ino.
Ino era una bella
bambina. Aveva un carattere solare e aperto, tanto simile a quello di Naruto.
Pian piano, Ino ha
iniziato ad avere troppi amici. Più di Sakura.
Ma Ino le è sempre
stata vicina, fino secondo anno delle
medie.
Erano sotto il
ciliegio in fiore a pranzare, quando Naruto presentò loro, per la prima volta,
Sasuke Uchiha.
Sasuke era bel
ragazzo, un po’ freddo e indifferente alla bellezza spudorata di Ino e a quella
timida di Sakura.
Si erano scambiate
uno sguardo eloquente, prima di presentarsi.
Sakura non aveva
fatto nemmeno caso al sorriso incrinato di Naruto e agli occhi attenti di Ino.
Your smiles are hurts, for me, now.
Sakura passò uno strato leggero di gloss sulle labbra
sottili, quel tanto che bastava a renderle appena più carnose.
Fissò la sua immagine riflessa nello specchio, stendendo
le labbra in quello che, secondo lei, poteva essere un sorriso.
Tuttavia, nessuna luce particolarmente allegra arrivava ai
suoi occhi, quella sera.
Sbuffò seccata, afferrando il fondotinta scuro e aprendolo
di scatto; con stizza si passò una pennellata abbondante sulle guance, troppo
rosate e paffute per i suoi gusti, nascondendo i piccoli difetti
dell’adolescenza.
Schioccò le labbra, riponendo con cura i trucchi in un
astuccio rosa, chiudendolo poi nell’armadietto biancastro sopra il lavandino.
Lanciò un’ultima immagine al suo corpo, prima di uscire
dal bagno, leggermente traballante.
Era decisamente poco esperta in fatto di camminate sexy e
seducenti. Nonostante avesse diciotto anni, aveva sempre preferito scarpe
comode e sneackers, anche per le uscite più eleganti.
Poi, non che fossero vere uscite quelle. Per la maggior
parte delle volte, erano solamente lei e Naruto, qualche volte li raggiungeva
anche Sai. Non aveva bisogno di tacchi, gonne o trucchi con loro; la
conoscevano da troppo tempo, avrebbero potuto pensare che volesse somigliare a lei, se si fosse agghindata come una
puttana.
Eppure, quella sera aveva dato il meglio di sé. Non era
mai stata invitata alle feste degli universitari, nonostante fosse al suo primo
anno.
Ne aveva sentito spesso parlare dalle ragazze dei suoi
corsi; alcool, musica, uomini, sesso.
Non era certo tipo per quelle feste, ma non voleva
continuare a fare la parte della sfigata, in quell’università.
Sicuramente non avrebbe avuto problemi ad ambientarsi.
Nessuno avrebbe fatto caso al suo look con il corpo di Ino Yamanaka che
gironzolava per la festa.
Sorrise amaramente, sentendo il campanello squillare.
Con un gesto secco afferrò il cappottino
dall’appendiabiti, facendo cadere un paio di borsette. Non si curò di
raccoglierle, era in ritardo.
Salì in macchina, sbattendo con forza la portiera. Lanciò
un sorriso al guidatore, sporgendosi poi per dargli un bacio casto sulla
guancia.
“Ciao, Sakura-chan. Sei bellissima”.
Lei chinò il capo, osservando il fisico del suo migliore
amico.
Da atleta che era, faceva un’ottima figura nei suoi jeans
abbinati alla camicia azzurra, leggermente sbottonata.
“Anche tu stai bene, baka. Ti sei impegnato per fare colpo
su di me?”, domandò ridendo, allacciandosi la cintura di sicurezza, ben attenta
che la maglietta rossa che indossava non venisse stropicciata.
Naruto cacciò una risatina nervosa, coprendola poi con un
colpo di tosse, quando si accorse dell’occhiata indagatrice di Sakura.
“Uhm. Andiamo?”, domanda retorica. Naruto aveva già messo
in moto l’auto e stava facendo manovra.
Sakura appoggiò il gomito accanto al finestrino, stendendo
il braccio.
Le luci formavano macchie indistinte a causa della
velocità con cui Naruto stava guidando.
Fu ben attenta a non leccarsi le labbra nemmeno una volta,
tipico gesto che compiva quando era in agitazione; non avrebbe potuto sbavare
il lucidalabbra, dopo le ore che
aveva impiegato per risultare decente.
Tamburellò le dita seccata, battendo il piede a tempo.
Naruto, li accanto, sterzò a sinistra, lanciandole
un’occhiata di sbieco, arrossendo lievemente, quando incrociò gli occhi verdi
di Sakura.
“Guarda avanti, baka!”, strillò lei, alla vista di una
Volvo grigia che arrivava dalla parte opposta alla loro.
La ragazza afferrò i bordi del sedile con le unghie,
spaventata.
“Scusa”, sussurrò Naruto, cambiando marcia.
“Hai trovato la patente nelle patatine, Naruto?”
Lui le sorrise divertito, ripresa la sua solita
tranquillità e pacatezza.
“No, ma aiuta avere la ragazza di tuo fratello come
esaminatrice”.
Sakura storse il naso, stizzita; riportò lo sguardo fuori
dal finestrino, deglutendo quando si accorse dell’edificio che si stagliava di
fronte a loro.
Naruto curvò, entrando nel parcheggio riservato agli
studenti. Spense il motore, scese veloce e si portò alla portiera dell’amica.
L’aprì sotto lo sguardo divertito di lei, che scese
mostrando le gambe e allungando una mano in cerca di un aiuto.
Lui rise, afferrandola. Sakura si sollevò, attaccandosi al
braccio muscoloso di Naruto, rimanendo in piedi solo grazie al modo in cui
l’amico la stava stringendo.
Deglutì a fatica, sentendo il profumo di Naruto a pochi
millimetri da lei.
Appoggiò le mani al petto del giovane, allontanandolo con
decisione.
Naruto la osservò incuriosito, riafferrandola subito,
prima che cadesse a terra.
Tirandola, la condusse all’entrata della palestra.
Sakura, cercando di ignorare il calore che sentiva
provenire dalla sua mano, occhieggiò gli altri studenti.
E, in mezzo ad una massa di capelli, fu sicura di aver
trovato un elegante coda bionda diretta agli spogliatoi.
Storse il naso, seguendo Naruto, facendosi più vicina a lui.
“Sakura!”, la voce di Naruto le giunse ovattata alle
orecchie.
La musica decisamente troppo alta le inondava i timpani,
tanto che avrebbe voluto coprirsi le orecchie con le mani.
Naruto la trascinò più vicino a sé, nonostante fossero già
a pochi passi l’uno dall’altra.
Nel giro di dieci minuti, Sakura si era ritrovata per ben
due volte fra le braccia del suo migliore amico, sentendo il cuore accelerare i
battiti.
Si morse le labbra, tentando nuovamente di allontanarsi da
lui.
“Naruto! Ho sete!”
“Come?”
“HO SETE!”, strillò all’orecchio del giovane che annuì.
Con suo sollievo, si allontanò, probabilmente diretto al
tavolo delle bevande.
Sakura tirò un sospiro; gettò un’occhiata alla marmaglia
di gente che pullulava in palestra, incrociando gli occhi albini di una sua
compagna di corso, Hinata Hyuuga, che la salutò sventolando una mano.
Sakura osservò incuriosita il ragazzo castano in piedi
accanto a lei; Neji Hyuuga, facoltà di ingegneria, un anno più grande di loro.
A quanto ne sapeva, quei due erano solo cugini, quindi non si spiegava del
perché della mano bianca di lui stretta intorno alla spalla minuta di Hinata.
Scostò lo sguardo, incontrando un paio di occhi scuri e
freddi che la scrutavano.
“Sasuke...”
Il giovane le si avvicinò, trascinando con sé Karin e
Suigetsu, i membri del suo nuovo giro.
La salutò con un cenno del capo, sorpassandola senza
fermarsi.
Sakura sentì i battiti del cuore accelerare, quando si
accorse di Naruto in piedi accanto a lei.
Gli sorrise incerta, afferrando il bicchiere che gli
porgeva.
“Grazie”, sussurrò con voce roca.
Lui scrollò le spalle indifferente, bevendo un sorso dalla
bottiglia di birra che teneva fra le mani.
“Era Sasuke, quello?”, domandò come se non sapesse la
risposta.
Sakura annuì, rubando un po’ del liquido rosato dal
bicchiere, per poi fare una smorfia disgustata.
“Naruto! Questa è vodka!”,
sbraitò, allontanando il bicchiere dal suo viso.
Il biondo le sorrise ammiccante, scusandosi con gli occhi.
“Mi dispiace, Sakura-chan, ma non c’è nulla di
analcolico.”
Sakura spalancò la bocca inorridita, guardandolo come se
non potesse crederci. Lui trangugiò un nuovo sorso di birra, per poi afferrarla
per le spalle.
“Andiamo, Sakura, divertiti!”
E scomparve dalla sua vista, lasciandola sola.
Lo chiamò inutilmente un paio di volte, prima di
rinunciarci. Osservò seccata a arrabbiata il luogo in cui l’amico era
scomparso.
Che era saltato in mente a quell’idiota?
Si lasciò cadere su un divanetto con aria esausta,
nonostante fossero passati solamente cinque minuti da quando era arrivata.
Si scostò i capelli rosa dalla fronte, sudata, nonostante
non avesse nemmeno cominciato a ballare-non che avesse intenzione di farlo,
ovviamente.
Sbuffò, appoggiandosi senza grazia allo schienale morbido
e sprofondandovi.
Senza sapere cosa fare, osservò la gente [di nuovo],
individuando Temari Sabaku, sua amica del liceo, impegnata in una discussione
accesa con un ragazzo, i cui capelli biondo platino erano fissati all’indietro
con, probabilmente, un tubetto di gel.
La mano di lui era stretta saldamente attorno al fianco di
Temari e, da quanto ne poteva capire Sakura, stava tentando di rubarle un
bacio.
Rimase ad osservarli per una manciata di secondi, quando
il biondo si girò, forse chiamato da qualcuno che conosceva, e inorridì,
riconoscendolo.
Hidan, un tipo assurdo che frequentava la compagnia del
fratello di Sasuke e, di conseguenza, quella di Ino.
Non era stata un allucinazione quella della coda bionda
che si dirigeva agli spogliatoi.
Si alzò di scatto, all’improvviso vogliosa di avere Naruto
accanto a sé.
Fece scorrere lo sguardo lungo tutta la palestra,
incrociando più volte sguardi e occhi conosciuti; ma nessuno di loro era
Naruto.
Avanzò di qualche metro, ritrovandosi imprigionata fra
milioni di corpi scatenati nelle danze.
Tentò di uscire dalla ressa, ma qualcuno pensò bene di
rovesciarle il contenuto di un bicchiere addosso.
Ringhiò inorridita, mentre le lacrime per l’agitazione le
salivano agli occhi, appannandole la vista.
A spintoni si fece largo nella folla, riuscendo ad uscire
dalla ressa.
Con passo veloce, per quanto i tacchi le permettessero di
esserlo, si diresse verso i bagni.
Spalancò la porta di colpo, stupendosi.
Non c’era anima viva nel bagno.
Stette in silenzio per un attimo, poi avanzò verso i
lavandini.
Girò il rubinetto, facendo scorrere l’acqua, per poi
estrarre un fazzoletto dalla borsa.
S’immobilizzò con il pezzo di stoffa sotto il getto gelato
dell’acqua, fissando il suo viso sconvolto allo specchio.
Gemiti soffocati provenivano dalle sue spalle, proprio
dall’unica porta chiusa del bagno.
Rimase in silenzio, capendo il perché del vuoto in quel
bagno.
Si morse il labbro inferiore, mentre la voce della ragazza
aumentava di livello.
Chiuse veloce il rubinetto dell’acqua, rinunciando
all’intento di pulire la macchia. Doveva trovare Naruto ed andarsene da quella
maledetta festa.
Avrebbe dovuto sapere già dagli alcolici che quello non
era posto per lei; non era il tipo per quel genere di cose.
Si diresse a grandi falcate verso la porta di uscita,
quando con orrore sentì la serratura scattare.
Si girò intimidita, sentendo il cigolio della porta.
Le sembrò che il tutto si svolgesse con eterna lentezza.
La porta che si apriva, la mano nuova di manicure che la spingeva, un
abbondante scollatura e un paio di occhi azzurri che la studiavano con
sarcasmo, mentre con la mano libera si sistemava la gonna.
“Tu guarda, Sakura Haruno ad una festa.”
Sul volto perfetto di Ino Yamanaka comparve un sorriso
divertito, mentre Itachi dietro di lei si sistemava la cintura dei pantaloni,
lasciando cadere la cenere della sigaretta a terra.
Sakura Haruno,
all’età di sedici anni, non viveva più
in un bel quartiere, ma in una zona sgangherata del paese.
Non aveva più tempo
di giocare con nessuno, troppo presa dai libri e a passare inosservata.
Sakura nel pieno
della sua adolescenza aveva tanti amici quante erano le dita di una mano.
La sua migliore
amica, Ino Yamanaka, era la ragazza più popolare del liceo e, probabilmente,
non si ricordava nemmeno di lei.
L’ultima volta che
aveva parlato con lei, Sakura aveva tredici anni e mezzo.
Ino le aveva posto
una domanda, a cui aveva dato la risposta sbagliata.
Ammettendo di essere
innamorata di Sasuke, Ino si era allontanata da lei, lanciandole un’occhiata
impietosita e schioccando la lingua sul palato.
Il suo “Uhm” seccato
era stata l’ultima cosa che aveva sentito uscire dalle sue labbra.
Da quel momento,
l’avrebbe solamente potuta osservare da lontano, abbracciata a mille ragazzi
differenti, con nuove amiche.
Perfino Sasuke era
stato con lei, una volta.
Totalmente incurante delle regole, Itachi porse la
sigaretta anche alla bionda davanti a sé, permettendole di tirare l’ultima
boccata.
Ino l’afferrò, portandola alle labbra piene e rosse, aspirando.
Nonostante le labbra di Itachi l’avessero baciata fameliche solo pochi minuti
prima, nulla in lei era fuori posto.
I capelli ancora in ordine, la maglietta senza pieghe, il
trucco senza sbavature.
Sakura giocherellò nervosa con la cinghia della borsetta
che Naruto le aveva regalato un anno prima al compleanno, probabilmente l’aveva
acquistata ad un mercatino dell’usato, ma a lei piaceva davvero tanto.
“Hai deciso di uscire dalla tua stanza, Haruno?”, chiese
la voce beffarda di Ino, mentre si fissava allo specchio.
La rosa deglutì, cercando di risponderle a tono. Nessun
suono uscì dalle sue labbra bianche che, ormai, avevano perso la lucidità del
gloss.
Ino stese le labbra in un sorriso più ampio, lanciando
un’occhiata languida ad Itachi.
“Hai visto, amore,
questa ragazza ha deciso di lasciare perdere i libri, per una sera”, disse
divertita, facendo si che lo sguardo del ragazzo scorresse lungo il corpo teso
di Sakura.
Ino scostò un ciuffo di capelli biondi dagli occhi,
leccandosi il labbro superiore con la lingua.
“Cosa speravi di trovare qui, Haruno? Le feste come questa
non sono adatte ad una sfigata come te.”
Sakura trattenne a stento le lacrime, quando Ino pronunciò
senza alcuna sfumatura sul suo viso quelle parole.
Itachi si limitò ad accendere una seconda sigaretta, senza
scomporsi minimamente davanti alle parole perfide della compagna.
“Ti conviene tornartene a casa, altrimenti quella macchia
non sarà che il danno minore che avrai alla fine di questa festa. Per le
ragazzine inesperte come te non è prudente girare sole senza conoscere la
gente.”
Detto ciò la superò con una camminata seducente ed
ancheggiante, nonostante i tacchi di dodici centimetri, sottilissimi.
Sakura deglutì, quando le passò accanto. Incrociò gli
occhi azzurri di Ino, prima che la bionda si chiudesse la porta alle spalle.
La ragazza dai capelli color caramella tirò un sospiro di
sollievo quando anche Itachi scomparve dal bagno.
Si accasciò a terra, stringendosi la borsetta al petto.
Quando uscì dal bagno, Sakura lanciò occhiate preoccupate
al corridoio. Le parole di Ino l’avevano colpita. Che intendeva dire che non
era prudente andare in giro da sola?
Non sapeva perché, ma sentiva di dovere seguire il
consiglio della vecchia amica e scomparire al più presto da quella festa.
Corse veloce lungo il corridoio deserto, rischiando più
volte di inciampare. Lanciò un’occhiata frettolosa all’interno della palestra,
incrociando gli occhi chiari di Ino, seduta a gambe aperte sulle ginocchia di
Itachi.
Aveva deciso di rendere pubblica la notizia della loro
relazione, a quanto pareva, pensò Sakura senza nemmeno cercare Naruto.
Quel baka, probabilmente, si era imboscato con qualche
puttanella del primo anno. Se fosse stato davvero così, Sakura non gli avrebbe
davvero più rivolto la parola.
Girò a destra, svoltando l’angolo che l’avrebbe portata al
di fuori di quell’incubo.
Con Naruto, al suo arrivo, la strada non le era sembrata
così lunga.
Senza accorgersene, Sakura sbatté contro il petto
muscoloso di un ragazzo.
Cadde all’indietro, a causa della forza che l’impatto
aveva creato.
Il sedere sbatté forte sul pavimento in marmo e gemette.
“Scusami, non ti avevo visto.”
Sollevò gli occhi verdi, incrociando quelli scuri di Kiba
Inuzuka, ex fidanzato di Temari. L’aveva visto solo una volta e, sicuramente,
mai in quell’università.
Lui le sorrise mellifluo, allungando una mano per aiutarla
ad alzarsi e tirandola su con forza.
Prima che lei potesse allontanarsi, le dita di Kiba le
avevano già sollevato il mento, per scrutarla più attentamente.
“Uhm. Carina.”, proclamò soddisfatto.
Sakura strinse con forza la mano intorno al polso del
ragazzo, tentando di allontanarlo da sé con decisione. Kiba, però, oltre ad
essere un ragazzo era anche dal fisico troppo muscoloso. Una minuta come lei
non avrebbe potuto fare nulla.
“Adesso stai buona e zitta, tesoro, che ci divertiamo”.
Sakura spalancò gli occhi, mentre la mano libera di Kiba
andava a serrarle la bocca, in modo che non potesse urlare o fare qualsiasi
cosa.
Lasciò andare il suo mento, spingendola con forza contro
il muro, baciandole il collo.
Con orrore, Sakura si rese conto che la mano con cui pochi
istanti prima le teneva il mento era andata ad infilarsi sotto la gonna.
Sentì le dita sudate di Kiba scorrere la sua coscia
audaci, senza che si curasse degli occhi verdi di lei che si appannavano a
causa delle lacrime.
Sakura chiuse gli occhi, quando la mano di lui le sfiorò
l’interno coscia.
“Inuzuka, levati dai coglioni”.
Sbarrò gli occhi, quando sentì la voce autoritaria
comparire dal nulla e fermare il ragazzo.
Kiba allentò la presa e Sakura riuscì a spingerlo via.
Ansimò, tenendosi le braccia al petto, che si alzava ed abbassava velocemente.
Sollevò lo sguardo, facendo scorrere gli occhi sulle
gambe, la gonna, il petto e, infine, il volto di Ino.
La ragazza se ne stava a braccia conserte con sguardo
scocciato di fronte a lei; al suo seguito, Deidara e Sasori avevano afferrato
per il bavero del colletto della camicia Kiba Inuzuka, e l’avevano gettato
dentro ad uno sgabuzzino.
“Te l’avevo detto di stare attenta, cretina.”, sbottò,
dandole le spalle ed avviandosi verso Itachi, appoggiato con nonchalance allo
stipite di una porta blu.
L’Haruno ingoiò un boccone amaro, mentre le mani che
stringevano la borsetta tremavano.
“Grazie!”, Sakura urlò, per quanto il fiato corto le
permettesse.
Vide la figura di Ino girarsi appena, lanciarle uno
sguardo freddo e distaccato.
“Mi devi un favore, Haruno. Ed ora andiamo da qualche
altra parte, noi”, proclamò, afferrando la mano di Itachi, mentre lui spegneva
l’ennesima sigaretta.
Deidara e Sasori li seguirono, salutandola ammiccanti.
Una volta sola, Sakura cacciò una risatina isterica,
lasciando sgorgare le lacrime dagli occhi verdi e bagnando le guance, rovinando
una volta per tutte il trucco.
“Sakura-chan!”
Naruto corse verso di lei, sventolando una mano.
Se ne stava seduta sul cofano della sua Opel da quasi
mezz’ora, nell’attesa che lui arrivasse.
Gli aveva mandato una decina di messaggi, in quei minuti,
facendo si che con lo sguardo continuasse a guardarsi intorno circospetto.
Gli unici rumori, però, erano quelli di ragazzi imboscati
qua e là, nelle auto o lungo la strada.
Lo guardò male, quando la raggiunse.
“Dove cavolo ti eri cacciata?”
“Dove MALEDIZIONE ti eri cacciato tu, baka!”, strillò,
mentre le lacrime le salivano nuovamente agli occhi.
Lui ingoiò rumorosamente, grattandosi il capo imbarazzato.
Sakura saltò giù dal cofano, arrivando a pochi millimetri
dal volto di Naruto; vide le gote del ragazzo arrossarsi, mentre ringhiava
vicinissima alle sue labbra.
“Si da il caso, deficiente, che sia stata umiliata da Ino
Yamanaka, quasi violentata da Kiba Inuzuka e viva per miracolo!”.
Gli occhi azzurri dell’amico si erano spalancati
inorriditi alla parola “violentata” in una maniera impressionante.
Se non fosse stata così arrabbiata, Sakura si sarebbe
messa a ridere.
Tuttavia, l’unica cosa che voleva in quel momento era
stare lontana da lui, dimenticarsi di quello che era successo e dormire.
“Portami a casa, Naruto.”, sussurrò, raggiungendo la
portiera del passeggero.
Naruto annuì silenzioso, aprendo con il telecomando
l’auto, salendo poi al suo posto e osservando di sottecchi Sakura.
Rimasero silenziosi per tutto il tragitto. L’unico rumore
erano le dita di Sakura che tamburellavano sul cruscotto, i clacson delle
macchine fuori dal finestrino e le maledizioni che, di tanto in tanto, Naruto
lanciava contro Kiba.
Parcheggiò proprio davanti al portone di casa sua. La
ragazza scese silenziosa, senza nemmeno salutarlo.
Probabilmente, pensò, quella era la fine della loro
amicizia.
Mentre cercava le chiavi, ragionava sul fatto che si, le
sarebbe piaciuto rompere la loro amicizia, ma per motivi più...felici. Non per
un litigio.
Odiava con tutta sé stessa quella maledetta festa. Non ci
avrebbe messo più piede, lo giurò.
Girò la chiave nella toppa, asciugandosi l’ennesima
lacrima che era caduta dal suo viso.
“Ehi, SAKURA!”
Si girò di scatto, sentendo Naruto chiamarla.
Lo vide correre fuori dall’auto e andare da lei. Saltò
grazie alle gambe lunghe tutti e tre i gradini, raggiungendola.
Sakura sentiva il respiro affannoso di Naruto ad un
centimetro dalle sue labbra.
Prima che potesse dire qualcosa, Naruto l’afferrò per le
spalle e la baciò con prepotenza.
Non tentò nemmeno di approfondire, il ragazzo. Si staccò
da lei e la osservò con occhi fiammeggianti.
Sakura sentì la testa girare paurosamente.
“Per questo non sono stato con te. Avevo paura di saltarti
addosso, Sakura. Avrei rovinato la nostra amicizia se fossi stato con te. Sei
sempre maledettamente fantastica, ma sta sera...stasera eri troppi sexy! Non potevo resistere...”, sussurrò
con il fiato spezzato, mentre chinava il capo in segno di scuse.
Lei, nel frattempo, si era portata le mani alla bocca,
stupita.
Si era scrollata di dosso le mani grandi di Naruto,
avvicinandosi a lui e sollevandosi sulle punte.
“Scemo”, mormorò baciandolo. “Baka, stupido, deficiente.”,
continuò a baciarlo imperterrita, mentre lui tentava di stare dietro alla sua
passione.
Sakura lasciò cadere a terra la borsa, allacciando le
braccia intorno al collo di Naruto.
“Non hai mai pensato che anche io ti considerassi dannatamente sexy, baka?”, chiese
scocciata, baciandolo di nuovo.
Naruto riuscì per un attimo a concentrarsi e l’allontanò
da sé.
“Scherzi?”
“Starei qui a baciarti se scherzassi, baka? La verità è
che ero maledettamente gelosa”, proclamò, tentando di baciarlo di nuovo. Lui,
però, attendeva una spiegazione.
“Pensavo che fossi con qualcun’altra”, spiegò scocciata,
arrossendo leggermente.
Naruto rise, allegro, afferrandola per la vita a
prendendola in braccio.
La fece girare due volte, prima di poggiarla a terra e
ribaciarla.
Sakura, divertita, ricambiò il bacio, giocherellando con
la lingua di Naruto, ridendo e mordendolo.
Quando pochi minuti dopo si staccarono, l’unica cosa che
riuscì a dire fu: “Saliamo?”.
“Possiamo andare, ora?”.
Ino sorrise soddisfatta, vedendo le figure appiccicate di
Naruto e Sakura scomparire.
Girò il viso verso Itachi che, con sguardo indecifrabile,
teneva le braccia conserte sul volante, la testa appoggiata su di esse e la
osservava in attesa.
La bionda gli rubò la sigaretta dalle labbra,
sostituendola con la sua bocca carnosa.
Itachi giocherellò per un attimo con i suoi capelli,
allontanandola poi.
“Che c’è?”, chiese Ino interdetta, riavvicinandosi.
“Perché?”
“Nh?”
“Perché hai controllato la tizia con i capelli
caramella?”, domandò, riafferrando la sigaretta.
Ino mise il broncio, corrugando la fronte stizzita.
Itachi, nella sue indifferenza, riuscì a far nascere un
sorriso divertito sul suo viso.
“Non lo so. Mi andava.”
L’Uchiha si riavvicinò, baciandola, spingendola sul sedile
del passeggero, abbassando lo schienale con una manopola.
Ino incrociò le braccia intorno al suo collo, sorridendo
maliziosa.
“Vuoi la ricompensa?”, domandò slacciandogli la camicia.
Itachi buttò la sigaretta dal finestrino, tuffandosi sul
suo collo.
Ino piegò lo sguardo verso destra, vedendo la luce della
casa di Sakura accesa.
Sorrise, baciando Itachi a sua volta.
Sakura Haruno,
all’età di trent’anni, viveva in una casetta nel
piccolo quartiere di Konoha.
Giocava spesso con
suo figlio, durante i pomeriggi soleggiati, mentre attendeva il ritorno di suo
marito con impazienza.
Tutti i vicini di
casa la salutavano con un sorriso, quando le passavano accanto, mano nella mano
con i loro figli.
Lei ricambiava
sempre con un sorriso, sventolando la mano del piccolo Yuki.
Quando poi il
piccolo vedeva arrivare un affascinante signore con i capelli biondi strillava
di gioia e correva da lui, che lo prendeva in braccio per lasciargli poi un
bacio sulla fronte.
In uno di quei
giorni, Sakura avrebbe aperto la cassetta della posta e, con un grido, avrebbe afferrato una
lettera indirizzata a lei.
Naruto le sarebbe
corso accanto, con Yuki ancora fra le braccia,
avrebbe guardato la lettera e le avrebbe sorriso.
“Perché non le
telefoni? Sono sicuro che anche lei ha molte cose da dirti”.
E allora sarebbe
corsa in casa,avrebbe cercato il numero
sulla guida e atteso solo pochi secondi con la cornetta appiccicata
all’orecchio, in attesa.
La voce squillante
all’altro capo del telefono l’avrebbe fatta sobbalzare.
“Pronto?”
“Ino, sono Sakura”.
N/a
Che fatica. Vi giuro, non ho mai fatto così fatica a
scrivere una FF...per fortuna che ho colto l’ispirazione, perché se avessi
atteso non so cosa ne sarebbe uscito fuori.
La mia primissima NaruSaku. Non so come sia uscita, anche
perché non è concentrata tanto sulla coppia, quanto sul rapporto di amicizia
tra Ino e Sakura. Non so come sia, a dire il vero. ^-^
Spero che sia leggibile! ò_ò
La parte di Ino stronza era da una vita che volevo
scriverla! Però, come avete visto, Ino è sempre l’amica perfetta. Diciamo che
nelle AU lei ed Itachi mi stuzzicano una cifra. Se il genere di situazioni sono
queste, poi!xD
Hidan/Temari, la verità: ho letto una Fic di Bambi88, ed è
stato per quello che mi sono sentita di doverli aggiungere. Sono troppi fiQuosi! *___*
Infine il minuscolo accenno a NejiHina...davvero, quello
potevo risparmiarmelo!
Gecchan, spero che un po’ ti piaccia. Sto facendo il
possibile per tenere il mio rosa, nonostante il blu sia moooolto chic come
colore. ç_ç
Si ringraziano i Sonohra per la
compagnia: se non fosse per la loro canzone [che non centra nulla con la
storia] non avrei scritto un ananas. Grazie a Francy, Racchan,
Luce e Hilly, perché insieme c’abbiamo messo un’ora a cercare una parola!xD
Poi specialissimo grazie a Ladykiki [colei che mi porta
verso il BLU] e Francy per averla letta. ^-^
Un bacio a chi lascerà un commento o leggerà. Adesso vado
a cercare immagini KibaHina, il mio spirito ne ha bisogno.
Un premio a chi indovina l’identità della ragazza di Yo!xD
Mimi