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Autore: L_H_James    26/12/2013    4 recensioni
Al centro di New York, al sicuro dagli sguardi dei semplici umani, sorge l'Accademia.
Un edificio enorme e inattaccabile, in cui convivono esseri sovrannaturali e umani che in qualche modo sono venuti a conoscenza del mondo segreto, e vogliono farne parte.
L'Accademia li acoglie tutti, tenendoli al sicuro e iniziando le "persone speciali" alla vita che le aspetta - che siano così sin dalla nascita o che siano stati appena trasformate.
Ma la sicurezza dell'Accademia sta per essere minacciata e frantumata. Un'ombra avanza lentamente su di essa, portando con se' morte e distruzione, ma anche - e soprattutto - ricordi che sono stati seppelliti.
E così gli studenti e i professori - gli unici a poter fermare la tragedia - vengono posti davanti a numerose scelte e anche a tante, tante domande: Cosa c'è negli archivi dell'Accademia? Cos'è che la Preside e molti dei professori cercano di rifiutare? Cosa si nasconde dietro la costruzione dell'Accademia, avvenuta quasi duecento anni prima?
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Hann, Dee,  Alex, Ruby, Steve e a tutti i vecchi e nuovi membri di questa speciale famiglia, a coloro che sono passati e che adesso non ci sono più, e a quelli che ancora devono arrivare.


Prologo - Così comincia la nostra storia

"Londra, 1839.

Egregio Dottor. Gauthier,
Vi scrivo, purtroppo, per darvi non buone notizie.
Come voi sapete, immagino, ieri si è riunito il Consiglio. Sono molto addolorato per la vostra recente perdita, e non vi biasimo per la vostra assenza. Mi piange il cuore a dover aggiungere un'altra sofferenza a quelle numerose che già voi avete, ma mi trovo costretto ad informarvi che, ahimè, abbiamo fallito.
Voi conoscete, come tutti noi illustri membri del Consiglio, quello sciagurato del Conte Campbell. Egli sarà la nostra rovina, ma in pochi sono abbastanza lucidi di mente da comprenderlo!

La riunione di ieri era molto importante, fondamentale, ed era il nostro ultimo tentativo di salvarci, di salvare tutti. E, per colpa di quell'americano disgraziato, non siamo riusciti nel nostro scopo.
Il progetto più grande e pericoloso del mondo vedrà la luce, illustrissimo, e ormai non c'è più nulla che siamo in grado di fare per evitarlo.
La costruzione della nostra maledizione, l'Accademia, inizierà tra poco più di un mese.

A questo punto, credo che voi sapete cosa succederà, ma non capisco perchè nessun altro se ne renda conto.
Riunire una così enorme quantità di potere in un solo luogo, angeli e demoni, lupi e vampiri. Maghi e umani! Mai si è sentita una cosa simile, ci sarà un motivo!
Voi sapete, che esiste in questo mondo chi vuole la distruzione, ma fino ad oggi non ha avuto i mezzi sufficienti per realizzarla. Ed ora, appena quei corridoi e quelle aule saranno gremite di magia, ecco che li avrà.
Il mondo cadrà, e tutto per un progetto così stupido e ambizioso. Forse non subito, forse ci vorranno anni, secoli, ma un giorno succederà.
Spero soltanto di non essere ancora qui, allora.

Con dolore,
Dottor. White."

 

New York, 2013

Era una sera particolarmente calda di fine Agosto. Il sole che aveva illuminato New York fino a nemmeno un'ora prima era scomparso tra i grattacieli, lasciando che la sua luce fosse sostituita da quella artificiale, che adesso illuminava le strade trafficate e la gente che ancora a quell'ora correva per i marciapiedi. Masse di persone anonime, tutte uguali, tutte prese dal ritmo frenetico di quella città.
Tutte, tranne una.
Sembrava quasi un'ombra, una sinuosa ombra nera che scivolava tra le persone senza che nessuno la notasse, senza che nessuno si voltasse a guardarla. Era come acqua, si muoveva con enorme velocità. Finalmente, emerse dalla folla; era sul ciglio del marciapiede adesso.
Non era un'ombra, ma un uomo.
Doveva essere sui vent'anni, era pallidissimo, alto ed estremamente magro. Il colore della sua carnagione stonava con i capelli, lunghi e scurissimi, e con i suoi occhi. Nonostante a prima vista sembrasse normale, se lo si guardava più attentamente si capiva che in lui c'era qualcosa di strano: forse era perchè dopo un po' che gli si prestava attenzione si veniva invasi da una strana sensazione, come di pericolo; forse per i vestiti che indossava - un pantalone attillato con una camicia bianca, stretta al petto da due bretelle - che erano certamente inusuali, o forse per il suo sguardo, che sembrava deridere tutti coloro su cui si posava. In ogni caso, sicuramente, si distingueva dagli altri. Attraversò la strada, entrando in un parco isolato, dondolandosi sulle lunghe gambe. Faceva scorrere lo sguardo sulle poche persone che incrociava, analizzandole velocemente per poi passare oltre. Ad un certo punto i suoi occhi si posarono su una figura seduta su una panchina, e stavolta si fermarono lì: era un ragazzo giovane, con un paio di occhiali spessi, piegato su un libro. Sul volto dell'uomo si distese un grande sorriso crudele, che mise in mostra i canini appuntiti: aveva trovato la sua cena.

Lilian stava mettendo a posto le ultime cose, sperava entrassero tutte nella mini trolley rosa shocking - orrenda, a dire la verità - che sua sorella le aveva regalato per quell'avvenimento importante. Mise al suo interno anche l'ultima camicetta, abbassando il coperchio e arrivando anche a sedercisi sopra per riuscire a chiuderlo.     
<< Lil, hai fatto? >>
<< Sì, Micky. >>
Sulla soglia della camera comparve una giovane donna, alta e bellissima, con il volto circondato da numerosi boccoli neri. I suoi occhi verdi incontrarono quelli della sorella minore, del suo stesso colore, e le sorrisero. Ma in quello sguardo c'era solo tanta malinconia. La donna si avvicinò a Lilian, passandole un braccio attorno alle spalle per attirarla a sè e abbracciarla. La ragazza affondò il volto nell'incavo tra il collo e la spalla della sorella e rimase così, inspirandone il profumo, e chiedendosi quando avrebbe potuto abbracciarla di nuovo. Lei e sua sorella maggiore erano sempre state molto legate, anche se erano praticamente all'opposto. Lilian era allegra, testarda, euforica e decisa; Michaela aveva il carattere posato di loro padre, parlava raramente ed era vendicativa. Molto vendicativa. La differenza tra loro due era anche nell'aspetto: la maggiore era una donna bellissima, che con la sua carnagione olivastra e i capelli ricci ammaliava chiunque, mentre la minore era magra come un chiodo, con i capelli che assomigliavano a paglia e gli zigomi appuntiti. Spesso si chiedeva perchè Michaela avesse dovuto ereditare tutta la bellezza dei suoi genitori, senza lasciargliene un pò.
<< Sicura che ti troverai bene lì..? >>
<< Sì. Sai che è il posto giusto per me. E poi, non è una cosa lunga, no? >>
Non le giunse nessuna risposta. Lilian si scostò dal corpo della donna per poterla guardare in volto, ma lei piegò il capo verso il basso, nascondendosi agli occhi della sorella. Questo provocò un brivido che scosse tutto il corpo della ragazza.
<< Michaela? >>
<< Temo che sarà.. Più lunga di quanto noi pensiamo. Però,ti prometto che appena avrò trovato quel bastardo tornerò qui e verrò a prenderti, ok? >>
<< Ok. >>
Michaela attirò nuovamente a sè la sorella, stavolta stringendola più forte. Chissà se sarebbe riuscita veramente a tornare, un giorno?

Tutti dicono che il Paradiso è un luogo meraviglioso, ma nessuno lo ha mai visto veramente. Sicuramente, se qualcuno avesse dovuto vederlo in quel momento, lo avrebbe scambiato per l'Inferno. Il cielo e la terra erano macchiati di rosso, così come le ali degli angeli che manovravano spade appuntite. Solo una di loro era ancora candida, ma diversamente dagli altri non impugnava alcuna arma, e aveva sul volto un'espressione terrorizzata. Schivò l'ennesima freccia, che le sfiorò il volto lucente, e aumentò la velocità: eccole, le porte del Paradiso, così vicine. Solo pochi metri, e quell'incubo sarebbe finito. Un'altra freccia la raggiunse e stavolta la colpì al braccio, e sangue d'oro macchiò le sue ali e il suo vestito.
<< Fermati! >>
L'angelo si morse il labbro, chiuse gli occhi e in un impeto di disperazione aumentò ancora di più la velocità. Erano così vicini, troppo vicini... Non seppe nemmeno cosa successe. Il freddo la colpì, facendola boccheggiare, le ali smisero di muoversi e Hannah precipitò nel vuoto, oltre le nuvole.

<< Quindi, è quella. >>
Due ombre erano sedute sul cornicione di un palazzo nel centro di New York. Davanti al loro, invisibile a tutti gli umani, si scagliava l'enorme figura dell'Accademia. Non c'era essere sovrannaturale che non la conoscesse: il luogo dove si poteva imparare tutto sul mondo nascosto, dove si era sempre stati al sicuro, dove si nascondevano i segreti più terribili. Una delle due figure ghignò, appoggiando il mento ad una mano.
<< Ma come? E' forse il luogo più importante del mondo e non è minimamente protetto? >>
<< Si accoglie chiunque ne abbia bisogno. Ma credimi, prima che qualcuno riesca a mettere piede lì dentro si devono firmare talmente tanti fogli che... >>
<< Sì, sì, ho capito. Ti ricordo con chi stai parlando. >>
L'altra ombra stette in silenzio. La prima ghignò di nuovo, alzandosi e rivelando un profilo femminile. Rimase zitta per qualche minuto, prima di esplodere in una risata forte e crudele.
<< E così.. E' grazie all'Accademia che riuscirò a dominare il mondo? >>


Ciao a tutti!
Spero che il prologo della storia vi sia piaciuto.
Vorrei farvi sapere che questa non è una storia qualsiasi, ideata solo da me, ma è tratta da un gdr - il mio - ed è nata grazie a tutte le persone meravigliose che ci sono lì dentro, che sono riuscite a creare un mondo fantastico in cui ogni volta adoro immergermi.
Questo è un piccolo regalo di Natale che ho fatto a tutti loro, e anche un pò a me stessa, in fondo.
La storia continuerà ad andare avanti secondo ciò che io e loro inventeremo, spero il più possibile.
Se volete unirvi a questa meravigliosa famgilia, fate un salto qui:
https://www.facebook.com/pages/The-Academy-Gdr-Theres-Another-World-Hidden-in-Our/208849099274755
Altrimenti, potete anche continuare semplicemente a leggere qui ciò che succede di là.
Grazie :)
  
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