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Autore: sunshine_S    26/12/2013    0 recensioni
Un aeroporto in piena notte e delle parole d'amore pronte a uscire dalla sua bocca.
Non può lasciarla andare, non così.
"Louis Tomlinson ha davvero immaginato tante cose della sua vita, persino il giorno del suo matrimonio, ma mai nella sua vita si è aspettato di innamorarsi a tal punto da essere svegliato in piena notte da un dolore lancinante allo stomaco solo per colpa di una discussione. Mai si è immaginato di poter essere così innamorato, tanto da non ricordarsi veramente più di chi fosse prima che lei, la sua lei, piombasse nella sua vita."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'hai capito, vero?

L'hai capito, vero?”
Cosa?”

Che ti aspetterò sempre, nonostante tutti, nonostante tutto.”

 

Nel corso della sua vita Louis ha immaginato tante cose riguardante il suo futuro.

Ha immaginato a che età avrebbe dato il primo bacio, a come sarebbe stato il suo primo “Ti amo” e anche la sua prima volta. Magari nella calda soffitta di casa, l'unico posto tranquillo che gli spettava da giovane in quella casa di pazzi.

Ha immaginato come sarebbe stato essere così tanto sbronzo da dimenticare persino quale fosse il suo nome e quanti anni avesse, ha immaginato gli occhi rossi per tutta l'erba fumata e il mal di testa che non l'avrebbe abbandonato prima di due giorni.

Louis Tomlinson ha davvero immaginato tante cose della sua vita, persino il giorno del suo matrimonio, ma mai nella sua vita si è aspettato di innamorarsi a tal punto da essere svegliato in piena notte da un dolore lancinante allo stomaco solo per colpa di una discussione. Mai si è immaginato di poter essere così innamorato, tanto da non ricordarsi veramente più di chi fosse prima che lei, la sua lei, piombasse nella sua vita.

Louis pensa che sia molto di più di una sbronza, del mal di testa e di tutte le canne fumate, pensa che l'amore che prova per lei abbia conseguenze molto più devastanti.

E' devastante saperla così lontano, più mentalmente che fisicamente. Perchè si ritrovano sempre vicini, troppo vicini, e continuano ad ignorarsi, a mancarsi e ad evitarsi.

Si ritrovano sempre a sfiorare lo stesso pezzo di pane a tavola quando Harry li invita a cena, a ridere della stessa battuta squallida di Liam -perchè lui è davvero penoso con le barzellette- a rispondere contemporaneamente ad una domanda generale posta da uno dei loro amici.

Ed ogni volta fingono che tutto quello non sia mai accaduto, che non pensino le stesse cose, che non sperino le stesse cose. Perchè Louis ormai la conosce bene e sta che sta sperando quanto lui di potersi rinchiudere in una stanza qualsiasi e lasciarsi andare all'amore che ancora provano.

E' devastante avere così troppo in comune, soprattutto l'orgoglio. E' devastante guardarla, di sfuggita prima che possa accorgersene, e pensare che tutti quei momenti non ci saranno mai più.

Mai più le improvvisate alle due di notte, mai più i baci rubati tra un turno e l'altro, mai più sfogliare i cataloghi di mobilia per arredare la stanza, perchè quella che in cui vive è troppo tetra e cupa e sente di non rappresentarla.

Mai più la sensazione di vivere il mondo in un secondo con lei.

A breve sarebbe svanita in un istante, in un veloce richiamo di una voce metallica e di un aereo che spicca il volo.

Louis è a casa sua, seduto sul divano con le gambe pesanti stese sul tavolino. Mai pesanti quanto il suo cuore però.

Quello veramente non sa come guarirlo, come alleggerirlo. Non sa come aumentare il suo battito, non lo sa più da quando lei non c'è più a baciarlo, a cullarlo dopo un incubo.

Louis stringe una Guinnes nella mano sinistra e nell'altra immagina di tenere stretta la sua, mentre gli sembra di guardare la televisione. In realtà sente solo suoni confusi, non riesce a comprendere nessuna parola, nessun suono ben definito.

Guarda l'orologio digitale del decoder e sa che lei partirà tra due ore e ventisette minuti. Sa che sarà già lì probabilmente, perchè ormai non ha nessuno più da aspettare e salutare.

E quel pensiero gli fa male, lo violenta talmente tanto che la bottiglia si scaraventa contro la porta d'entrata. Si frantuma, insieme al suo cuore.

Non gli importa delle grida che gli avrebbe riservato Niall quando sarebbe arrivato, della birra che stava macchiando il pavimento e dei cocci che avrebbe dovuto raccogliere per non farsi male.

Tanto già faceva male tutto il resto.

Perciò lascia la mano immaginaria e se la passa tra i capelli sconvolti, che sanno di shampoo alla vaniglia. Sa che l'unico modo per non pensarci è dormirci su. Ha lavorato così tanto quel giorno che sarebbe crollato per forza.

Non si lava i denti, la faccia e non pensa neanche più alla birra colata. Non gli interessa niente, ha solo bisogno di soffocare le grida del suo cuore.

Alla fine succede, sprofonda in un sonno profondo che lo risveglia di colpo due ore esatte dopo.

L'ha sognata. Lei, l'aeroporto, il volo mancato e i suoi passi diretti verso quell'appartamento e quel letto in cui lui riposa.

L'ha sognata ed è un segno: non può andare via.

Guarda l'orologio e manca ancora mezz'ora. Mezz'ora e l'aereo partirà, mezz'ora e tutto finirà.

Mezz'ora e di loro non resterà più nulla che una manciata di ricordi che sembrano quasi allucinazioni.

Perciò Louis si alza di scatto dal letto, afferra le Vans bianche e le indossa senza calzini. Ha ancora il pigiama indosso, ma sa che quel piccolo dettaglio non la impressionerà. Le farà solamente capire quanto bisogno aveva di correre da lei per l'ultima volta.

Ignora ancora una volta i cocci e quasi scivola sulla birra azzeccaticcia. Ancora una volta non pensa a Niall e alle sue grida, perchè anche sta volta il suo cuore è più forte di qualsiasi altra cosa.

Anche lui sta gridando, sta gridando al tassista di correre più velocemente possibile e che gli avrebbe pagato lui la multa, se mai l'avesse avuta.

Perciò il tassista ride e corre ancora di più e l'aeroporto non gli è mai sembrato così vicino.

Quando varca quelle porte si ferma per un attimo, chiude gli occhi e prova a concentrarsi per qualche attimo. Philadelphia, è lì che sarebbe andata prima di scomparire definitivamente.

Si dirige verso una delle poche ricevitorie aperte, per poco una signora non finisce per terra insieme ai suoi bagagli.

-Voglio sapere qual è il Gate per il volo diretto a Philadelphia.-

La ragazza alza lo sguardo dalla tastiera del proprio computer. E' scettica e probabilmente quel ragazzo gli sembrerebbe più affascinante se non fosse in pigiama.

-Lì c'è un tabellone.- risponde atona e Louis non fa neanche in tempo a dirle “grazie” che sta già correndo verso il tabellone che ha di fronte. Che poi di correre non ne ha neanche il bisogno in effetti, perchè è proprio lì a due passi da lui, ma ormai non riesce più a fermare se stesso, il suo cuore. E' tutto un frenetico battere, un incessante correre. Di emozioni, di pensieri.

E' costretto a ripeterlo infinite volte tra se e se il numero di quel gate perchè sa perfettamente che, per quanto è nervoso, potrebbe dimenticarlo dopo un secondo.

Ripete quel numero un migliaio di volte, stretto fra i denti e le labbra.

Sette, sette, sette, sette.

Sette come i mesi in cui erano stati insieme, sette come le volte in cui facevano l'amore nelle ultime settimane. Lei rideva ogni volta quando si ritrovavano tra le lenzuola e ogni volta diceva che erano esagerati, che sembrava non riuscissero a stare insieme senza fare l'amore.

E Louis le dava ragione, le da ragione tutt'ora. Perchè lui proprio non ce la fa a non sfiorarle la pelle candida, a trattenere la voglia che ha di specchiarsi in quegli occhi così scuri, lucidi per tutto quell'amore immenso che prova per lui, quegli stessi occhi da cui, ogni tanto, le era scappata qualche lacrima.

-Perchè stai piangendo?-

-Mi hai cambiata Lou. Mi hai reso una persona ed io non lo credevo possibile. Non più.

Si asciuga una lacrima velocemente mentre si scontra con una giovane coppia appena uscita dal Gate numero quattro. Loro lo guardano male, imprecano contro di lui e le valigie cadute, ma a Louis non importa. Non è questo ciò che conta ora e vaffanculo all'educazione, almeno per una volta.

Finalmente lo vede il Gate. Il numero sette brilla di un colore arancione a pochi metri da lui.

Le persone in fila non sono tantissime, d'altronde chi avrebbe voglia di partire in piena notte?

 

Solo chi ha esigenza di fuggire, pensa Louis cominciando a camminare con lentezza verso tutta quella gente.

Prima che possa immergersi tra di loro, un paio di uomini paffuti e dai piccoli occhi scuri e stanchi si avvicinano a lui con fare intimidatorio.

Louis sbuffa, gli sembra strano che qualche ostacolo non si sia presentato poco prima.

-Dove credi di andare, giovanotto?- dice uno dei due, ma lui non fa neanche caso a quale sia. Ha gli occhi ancora puntati verso la folla che avanza verso l'entrata del gate.

-Ho bisogno di vedere una persona. E' davvero importante.-

Entrambi sembrano ridacchiare sommessamente. Lavorano in quell'aeroporto da pochi mesi e avranno visto scene di quel genere almeno un centinaio di volte.

Gente che scappa, che si incontra nel bel mezzo dell'edificio, si abbraccia e si bacia con impeto, si dichiara amore eterno. Possibile che gli essere umani siano diventati così patetici, così prevedibili?

Si chiede Emmett, il più giovane tra i due, che di amore ormai non ne vuole proprio più sapere.

Osserva i sottili occhi del ragazzo. Sono azzurri e contornati da un colore rossiccio.

E per un attimo gli sembra quasi di rivedersi un annetto fa, quando Jane l'aveva lasciato perchè “mi sono innamorata di lui e tu non puoi farci nulla” e la porta di casa che sbatteva furiosamente.

A quel punto si dimentica persino di Paolo, il suo anziano collega di origini italiane, che sta tentando di convincere in tutti i modi quel ragazzo ad andare via, perchè di lì non può passare se non ha un biglietto.

Emmett nota ancora una volta lo sguardo di quel ragazzo. Sembra spento, però lui riesce a notarlo un leggerlo bagliore. Sarà la speranza, speranza di mettere le cose a posto, di tornare al suo happy ending.

A quel punto gli viene da sbuffare nervosamente, perchè lui è ancora troppo fragile, troppo malleabile. Odia l'amore e odia soffrire per amore e un po' lo capisce quel ragazzo dal pigiama a quadroni, i capelli lunghi e scompigliati e la pelle che sa di birra, una delle peggiori del discount dietro casa probabilmente, tanto che ti importa quale sia, ti basta che contenga un po' di tasso alcolico che ti porti a dimenticare persino come ti chiami.

-Senti, non possiamo farti passare, ma una cosa la puoi fare.-

Louis si volta finalmente verso quel ragazzo. La bocca schiusa, l'espressione curiosa sul volto.

Ignora completamente il vecchio signore che sembra imprecare contro il collega e si concentra solo sul ragazzo che ha davanti.

-Urla il suo nome. Urlalo forte e fallo un paio di volte. Se non è ancora entrata, se vuole vederti, si girerà e ti raggiungerà.- gli consiglia il ragazzo, lo sguardo serio di chi sa perfettamente quello che sta dicendo.

Louis sorride appena come per ringraziarlo, lo supera di qualche passo e si ferma a guardare ancora una volta verso quelle persone. Gli sembra di vederla in fila con un libro tra le mani e, in quella totale insicurezza, crede che quello sia il momento migliore per farlo.

Urla. Urla il suo nome a squarcia gola, urla come probabilmente non ha mai fatto nella sua vita e crede che sia la forza del suo amore a far rimbombare quel suono in tutto l'edificio, a far voltare tutte le persone nelle vicinanze e svegliare quelle che, invece, tentavano di dormire.

L'ha fatto una volta e sente il ragazzo dietro mormorare “Provaci un'altra volta!”.

E allora a lui viene da ridere, perchè tutto immaginava nella sua vita tranne che fare una cosa del genere. Ha sempre immaginato il primo giorno all'università, la laurea, il tirocinio. Ma mai avrebbe immaginato di urlare il nome della ragazza che ha sempre amato in piena notte, in un freddo aeroporto, colmo di gente che fugge e che ritorna. Ritorna per restare, ritorna per poi andar via ancora, ritorna a casa propria o nel cuore di una persona, questo non ha importanza.

Ritorna, in qualsiasi modo, e spera che anche lei lo faccia. Che ritorni da lui.

Respira a pieni polmoni e ha l'affanno. Ha paura. Paura che possa essere già andata via, che non sia riuscito neanche a dirle addio.

E poi la vede.

La vede sbucare tra un paio di ragazza dalle spalle larghe, probabilmente delle nuotatrici.

Ha i capelli lisci ed un po' arruffati che le ricadono lungo i seni.

Il cappottino nero sbottonato e un maglione grigio che gli è troppo familiare.

E' il suo. Quello che gli ha rubato la prima volta che sono stati insieme.

Si sente quasi mancare il fiato davanti a quell'immagine. Lei e quei suoi enormi occhi color nocciola, pieni di lui, dei suoi sorrisi, di tutti i “ti amo” scambiati mentre facevano l'amore.

Lei e il suo maglione, i loro profumi che si confondono. Lei e le labbra screpolate dal freddo di Londra e che amava curare con i propri baci.

Non gli sembra quasi verso trovarsela lì, a pochi passi da se. Ha immaginato quella scena per tutto il tempo mentre era in taxi, mentre urlava il suo nome e, sinceramente, non lo credeva possibile.

Era convinto che facesse finta di non sentirlo, che lo guardasse appena e gli desse le spalle, perchè lei doveva partire, quella è la sua vita. O, addirittura, credeva che il destino si sarebbe divertito a giocargli un brutto scherzo.

Invece no, eccoli lì. Senza sapere cosa dire, senza riuscire a respirare quasi.

Improvvisamente Louis si sente spingere in avanti. Non sono delle mani, non sono i suoi pensieri, non sa neanche lui cosa sia stato, eppure cammina. Cammina verso di lei e tende le mani verso il suo viso, i pollici che le accarezzano le gote un po' pallide.

-Resta.- le sussurra semplicemente e le loro labbra quasi si sfiorano.

Lei respira appena. Vorrebbe respirare a pieni polmoni il suo profumo, ma ha troppa paura di non dimenticarselo più. Come farebbe poi ad andare avanti?

Louis continua a guardarla con gli occhi pieni di speranza, di emozione. Se ne avesse il coraggio scoppierebbe a piangere per lei lì, da un momento all'altro, con tutte quelle persone di vario credo e colore che li osservano.

-Con me. Resta con me.-

Non ce la fa a guardarlo negli occhi. Lo sa, lo sa perfettamente che potrebbe cedere sotto ogni sua parola, ogni suo sguardo, ogni suo sospiro.

Ha solamente la forza necessaria per alzare una delle due mani e accarezzare quella del ragazzo. E' talmente confusa, stremata, che neanche riesce a rendersi conti dei movimenti che compie, quale delle due mani abbia alzato o a quali parole le sue labbra abbiano dato voce.

-Non posso Louis, lo sai perfettamente.-

Non le fa il tempo di continuare che la interrompe. -Lo so.- dice semplicemente. Deglutisce quel boccone amaro e riprende a parlare.

-Non ti sto chiedendo di restare qui, ma di restare con me.-

La ragazza apre gli occhi e lo guarda. E' confusa, Louis riesce a notarlo dal suo sguardo, però è tremendamente curiosa di capire cosa le voglia dire, cosa voglia intendere.

Lo sente prendere un grosso respiro e poi non ce la fa, le posa un delicatissimo bacio sulle labbra, uno di quelli che dura realmente un'eternità.

Lei non dice nulla, non lo spinge via, non si scosta. Così come lui assapora ogni singolo istante di quel loro momento, ogni singolo centimetro di quelle labbra rosee.

Quando si separano trova, inaspettatamente, un sorrisetto divertito di fronte a se e poi:-Scusa, non riuscivo a resistere.- ed una leggerissima risata s'imbatte sta volta sulle sue labbra.

Non riesce a non sorridere anche lei, perchè anche in quei momenti così critici ed intensi, lui le dimostra di essere sempre se stesso. Sorprendente, divertente, unico nel suo genere.

-Voglio che tu resti con me.- le ripete ancora una volta, la stessa intensità di poco prima, gli occhi che gli brillano.

Una delle sue mani afferra quella piccola e fredda della ragazza, trascinandola in basso sul suo petto. Sul suo cuore.

-Voglio che resti proprio qui.- le sussurra tanto lievemente che fa quasi fatica a sentirlo, forse anche perchè quel cuore batte così violentemente, così potentemente, da imporsi sulla sottile voce di Louis.

Lei sorride e ripensa a quelle parole, all'attimo stesso in cui gliele ha pronunciate e conserva quell'immagine che è già volata via, la conserva dentro di se. Nella mente, nel cuore, nei ricordi che racconterà un giorno ad amici e parenti.

Louis avvicina di nuovo la mano al suo viso e nasconde una lacrima nella pelle del suo pollice.

-Voglio che tu sia con me in quelle giornate che fanno schifo, che fuori piove così tanto che non riesco neanche a rendermi conto di dove sia. In quelle giornate in cui mi alzo dal letto e mormoro “sarà proprio una giornata di merda” mentre inciamperò nei calzini sporchi di Niall che mi faranno sbattere contro il mobile all'entrata della mia stanza. E tu sai quanto io odi quel mobile, perchè cammino sempre scalzo e puntualmente finisco per farmi male.-

-E so che troppe volte ti ho consigliato di indossare un paio di pantofole.-

Louis sorride e lo fa anche lei. Dio quant'è bella quando sorride così timidamente, vorrebbe baciarle ogni piccolo centimetro del viso.

-E sai che non lo farò mai e a te piace questa cosa.-

Abbassa la testa, nascondendo una leggera risata e, quando rialza il viso, sta ancora sorridendo divertita.

-E' vero.- riesce poi a dire, mentre le loro braccia i si abbandonano lungo i fianchi e le mani si intrecciano.

-Ti voglio con me anche nei giorni migliori della mia vita. Quando salverò delle vite che credevo senza speranza, quando ruberò a Gemma i casi migliori del giorno, quando canterò a squarcia gola al concerto dei The Script, quando Niall mi regalerà i biglietti per la finale di Champion, quando tornerò a casa da mamma e le mie sorelle. Ognuno di questi giorni, che sia il peggiore o il migliore della mia vita, ti voglio con me. Voglio che il tuo ricordo, quello che ho qui dentro -e di nuovo conduce una mano verso il petto- affronti con me, passo per passo, questa vita.

Non voglio abbandonarti, non sono pronto a farlo e, probabilmente, non lo sarò mai.-

Non sa cosa dire, non più, non dopo tutte quelle parole. Parole in cui lei crede, in cui si rispecchia completamente.

Perchè anche lei lo vuole con se in tutti i giorni della sua vita, lo vorrà per sempre, anche se i loro destini non si incroceranno più.

Sospira profondamente ed ora è lei a prendergli il viso tra le mani.

La voce metallica proveniente dagli altoparlanti le ricorda che il Gate è lì, l'aereo sta per partire, ma a lei non importa.

Bacia Louis e lo bacia come mai ha fatto prima da allora. Con un trasporto inimmaginabile, con il desiderio di chi ha amato veramente e ama ancora, con tutto l'amore che ha dentro di se.

E Louis si sente debole di fronte a quel bacio. Vorrebbe stringerla a se, ma è totalmente trasportato da quella baraonda di emozioni.

Poi capisce. Capisce il perchè di quel bacio, il perchè di ogni sensazione nascosta in quel loro momento.

Ed entrambi si ritrovano con le ciglia e le guance umide, perchè sanno perfettamente come andrà a finire da lì a qualche minuto, sanno che il cielo di Londra tornerà a piangere ben presto ed entrambi si rifugeranno solamente tra le propria braccia, tra i ricordi vicini di quei sette mesi passati insieme.

La voce metallica li avverte di nuovo e lei capisce che è il momento.

Si separano e si guardano ancora una volta. Stanno piangendo entrambi senza nessuna vergogna. In silenzio, dichiarandosi un'altra volta amore eterno.

Non hanno il coraggio di dire più nulla. Lei si allontana e passa entrambe le mani sul viso, cancellando via tutta quella tristezza, tutta quella disperazione.

Prova ad indossare la solita maschera, ma non ci riesce. Non finché lui è lìa guardarla, non finché non andrà via.

Compie qualche passo all'indietro solo perchè non ha ancora il coraggio di voltargli le spalle, di dare il via ad un nuovo capitolo della sua vita in cui solo lei è la protagonista.

Si porta una mano sul cuore e sospira profondamente. Le labbra si muovono libere, senza darle conto.

Ti amo.

Louis sorride e sa che anche per lui è così, che entrambi si porteranno nel cuore, che quello sarà l'unico posto per il loro amore. Solo lì saranno al sicuro.

E' quando la vede voltare le spalle che crede di non averle detto abbastanza. Il cuore prende a battere ancor più veloce di prima e la paura lo assale.

 

Gliel'ho ha mai detto che la ama? Che lei è -e sarà- sempre l'unica certezza della sua vita? Gliel'ha mai dimostrato?

Forse è proprio il destino, questa volta, che lo spinge a richiamarla proprio quando lei è già con un piede nel gate, nella sua nuova -o forse vecchia- vita.

Si volta e le lacrime le stanno già bagnando il volto, però sorride comunque. Ci sperava di risentirla un'ultima volta ancora quella voce.

-L'hai capito, vero?-

Sta urlando e in realtà potrebbe benissimo non farlo, perchè tutta la gente che era in fila è andata via e lui è ancora lì, a pochi metri da lei.

La ragazza gli mostra un sorriso quasi rammaricato. Ha capito tante cose di lui, di quei sette mesi insieme, ha capito tutto di lui.

Eppure gli chiede comunque:-Cosa?-

Louis non sorride. E' serio, forse come non lo è mai stato in tutta la sua vita.

Anche i suoi occhi lo sono e in quell'istante sono concentrati solo su di lei.

-Che ti aspetterò per tutta la vita, nonostante tutti, nonostante tutto.-

Lei sorride ancora. Apre appena la bocca per rispondergli, poi capisce che non c'è nient'altro da dire. L'ha capito, l'ha sempre saputo e Louis lo sa.

Un ultimo sguardo e con il capo gli fa cenno di “si”.

Poi tutto sfuma. I suoi occhi, i capelli castani arruffati, le lunghe ciglia intrise della loro tristezza.

Louis resta lì, con l'hostess che lo guarda affranta e il giovane ragazzo che sospira dietro di lui. L'anziano borbotta qualcosa tra se e se e la gente mormora tra di loro, altri invece tornano a dormire, tanto lo spettacolo per loro è finito.

Per Louis no. Perchè i suoi occhi saranno uno spettacolo che durerà tutta la vita.


writer's corner.
buonasera e feliz navidad anche se in ritardo :D
avevo iniziato a scrivere questa os. già un po' di tempo fa e, solo oggi pomeriggio, ho deciso di ripescarla e terminarla!
ci tengo davvero tanto a questa fan fiction, a questo Louis e questa ragazza che, come avrete notato, sembra non aver nome!
in realtà un nome ce l'ha, poichè è la protagonista di una storia che ho in mente di scrivere -di cui ho scritto solo poche pagine- e che riguaderà soprattutto Louis Tomlinson!
sicuramente un giorno mi impegnerò e cercherò di pubblicarla, ma nel frattempo -se vi va- potete passare dalla mia piccola creatura **

Nobody Said It Was Easy , ovvero la storia di due giovanissimi e famosissimi personaggi: Harry Styles ed Emma Jonson.
ovviamente Emma è un personaggio di mia invenzione che ho voluto inserire nello stesso "mondo" di Harold. 
spero di avervi incuriositi e che passiate anche per di lì! :D
fatemi sapere cosa ne pensate di questa OS. :) 
un bacione, Sabrina. <3

ps. se volete mi trovare tu facebook come Sunshine Efp e su twitter come endlesslove95 :)

 

   
 
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