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Autore: ineedamikashug    26/12/2013    2 recensioni
Un grazie non basterebbe.
Adesso è famoso ma scommetto che si ricorda di me.
Abbiamo passato assieme gli anni più belli.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi prese la mano e mi disse di seguirlo.
Come potevo non seguirlo? Mi aveva salvata.
"Dove andiamo?".
"Dove vivono le fate"
"Fate? Le fate non esistono scemo!". Dissi ridendo.
"Anche tu sei buffa quando sorridi, ti vengono le fossette".
"Anche tu hai le fossette"
"Ma le tue sono più belle!". Affondò il suo dito nella mia guancia sinistra. "Ne hai una più grande dell'altra, per questo è buffo."
"Comunque le fate non esistono!".
"Esistono, fidati".
"Dimostramelo".
"Ne ho una davanti a me". Disse sorridendo.
Ero io. Ero io la sua fata. Lui era il mio principe e io la sua fata.
"Eccoci".
Un posto così bello non lo avevo mai visto. Sembrava davvero un villaggio delle fate.
Rimanemmo fino a sera. Lui vide una lucciola e se la mise sulla mano.
"Guarda che carina, proprio come te!"
"Non sono carina".
"Sei perfetta, scusa".
Era così dolce.
Ad un certo punto mi abbracciò. Mi diede uno di quelli abbracci che ti stritolano. E io piangevo e ridevo nello stesso tempo. Ero felice.
"Michael io dovrei tornare a casa..è tardi"
"Tu sei a casa, è il tuo villaggio".
"Non scherzare..mi picchieranno se non torno in orario".
"Hey". Mi prese le mani. "Io ho fatto una promessa e la manterrò". Mollò la presa. "Io mantengo le promesse".
"Dove dormiamo?".
"Sapevo che un giorno mi sarebbe tornata utile".
Mi portò verso un albero molto vecchio.
"Un albero?".
"Si regga forte signorina"
Mi afferrò per i fianchi e mi mise su un ramo.
"E adesso?"
Poi scorgo una casetta.
"Saliamo la?"
"Si..è tutta tua"
Mi arrampico fino ad arrivare alla porticina.
Quella casetta era davvero perfetta: un tavolo con delle sedie, un divanetto e un fornetto elettrico.
"E' stupenda"
"Davvero? L'abbiamo fatta io e mia sorella un anno fa". Sembrava soddisfatto. "Però dobbiamo stare tutti e due nel divano"
"Non c'è problema". Ero davvero felice. "Ma domani abbiamo scuola!".
"Torneremo presto domani mattina ok?".
"Grazie".
Ci sedemmo per terra a parlare.
"Non ti conosco molto, parlami di te".
"Il mio vero nome non è Mary"
"Ah no? E qual è?"
"Katy".
"E perchè ti fai chiamare Mary?"
"Perchè è il secondo nome di mia sorella Jade". L'avevo detto.
"Jade? Non mi hai parlato di nessuna Jade".
"E' morta il giorno del tuo compleanno".
"Oh, mi dispiace".
"Parlami di te!"
"Amo cantare".
"Cantare?"
"Si, ma non lo sa nessuno".
"Ora lo so io..anche a me piace cantare, ma le mie sorelle non vogliono".
"Oh.."
"Non preoccuparti! Io da grande voglio diventare una soldatessa"
"Soldatessa? Wow! Io spero proprio di diventare un cantante!".
"Quando diventerò generale verrò a cantare con te!"
"E io verrò a vederti mentre fai soffrire il tuo esercito!".
Scoppiammo in una risata fragorosa.
"Ti va di incidere i nostri nomi in un'asse?"
"Ma questa casetta è tua e di tua sorella".
"Mi ha detto di portarci persone speciali"
Ero quasi commossa.
"E va bene..ma dove lo scriviamo?"
"Qui va bene..ho un coltellino". Estrasse il coltellino e scrisse.
"Perchè hai scritto MI? Bastava una M!"
"Dai fallo anche tu! E' più divertente."
Stavo per scrivere una M ma lui mi bloccò.
"Tu sei Katy, non Mary!"
Sorrisi e scrissi KA.
MI + KA = MIKA.
"Di solito dopo l'uguale ci va un cuore".
"Bleah, cose sdolcinate!"
"Hahah nemmeno a me piacciono Michael".
"Ora andiamo a dormire".
Fu una notte magica. Il silenzio, niente grida di sorella inferocite..il paradiso.
Poi all'alba finì tutto.
"Hey Katy..svegliati!"
"Arrivo"
"Ho preparato la colazione".
"Ma io non ho fame!"
"Zitta e mangia hahah".
Mi aveva portato la colazione a letto come facevo io a ia sorella.
"Promettimi che non te ne andrai mai".
"Mai Katy e io mantengo le promesse, lo sai".
"Mi fido di te".
"Anche io, ma ora è meglio se torni a casa".
"Facciamo la strada assieme?"
"Ti do una mano a scendere".
Mentre tornavamo a casa tremavo.
Non dovevo svegliare le mie sorelle per nessun motivo al mondo o ero fritta.
Ero abbastanza agile ma Alex aveva un buon udito e poteva benissimo svegliare Helene.
Ci salutammo sussurrando.
"Ci vediamo a scuola"
"Ti sei divertita?"
"Non sono mai stata così felice, grazie".
"Grazie a te per avermi fatto entrare nel regno delle fate". Disse allontanandosi.
"Michael!"
"Si?"
"Hai ragione, le fate esistono".
  
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