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Autore: MatitaGialla    26/12/2013    26 recensioni
Peeta e Gale sono migliori amici dall'infanzia: bellissimi, intelligenti, sexy, popolari, sportivi: i più desiderati del liceo, inutile dirlo!
Insieme fanno ogni cosa, come ad esempio scappare dal Priorato del P&G's Fan Club: un gruppo di psicopatiche adoranti e sessualmente disturbate che cercano in ogni modo di farli innamorare di loro.
Ma come succede a noi, l'adolescenza è sempre piena di amori e umori, sentimenti contrastanti e perché no, anche di una discreta dose di senso dell'umorismo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Attenzione: OOC, AU, What if?. TUTTO INSOMMA. GLI AVVENIMENTI DEI LIBRI SONO TOTALMENTE ESCLUSI A QUESTA STORIA.
** ATTENZIONE: io misera devo ancora rispondere alle vostre gentilissime recensioni. Lo farò. Promesso. Internet e il tempo sono contro di me in questo periodo. Sappiate comunque che li leggo sempre tutti, ogni giorno controllo; e alcune recensioni un po' mi commuovono, sono sincera. Grazie, non smettete di farlo!
*** Attensione: Buon Natale, e tanti auguri per i prossimi 365 giorni, che siano i migliori fin’ora!
 
9.  Chiarezza emotiva.
 
 
La ragazza rimane interdetta in mezzo alla strada mentre lo guarda scappare via verso la fermata del bus. Un senso di inquietudine sembra assalirla, perché la rabbia scompare in un’espressione angosciata: la stessa espressione colpevole che ha sul viso Gale quando, ormai a distanza di una ventina di metri si volta di scatto verso di lei.
– Katniss! Ti prego! – dice – Non dire niente a Peeta! –
Beh, Gale. A questo punto a cosa servono i comandamenti non scritti dei P&G?
 
Giovedì pomeriggio del 19 dicembre, Panem, quartiere Sette: Casa Mason.
– Tesoro, c’è un ragazzo fuori il cancello che urla il tuo nome – dice timidamente una signora dall’aspetto buono e gentile, entrando in camera di Johanna – Sto iniziando a preoccuparmi – aggiunge.
– Mamma, sarà ancora Chaff. Non l’ha capita che siamo cugini e che quindi non ci possiamo sposare e avere trenta bambini come desidera, quel deficiente – asserisce scocciata Johanna, togliendosi dei graziosi occhiali da lettura e facendo volteggi sulla sua sedia girevole mentre chiude con poca grazia il libro di storia che tiene in mano.
Sua madre, una donna cha ha davvero tutto l’aspetto della mamma buona delle favole, incrocia le braccia indispettita sul petto – Non è tuo cugino Chaff  –
– Allora non è nessuno di importante. Se lo fosse avrebbe il mio numero di telefono. E ora fila, devo studiare – ribatte scacciandola con un sorriso.
– Ha l’aria di uno che si è fatto un bel po' di giri in autobus e una grande corsa per venire fino qui, guarda almeno chi è – conclude la signora chiudendosi la porta alle spalle.
Johanna fa appena in tempo a rimettersi gli occhiali che soffoca un grande sospiro, quando sente il ronzio del cancelletto di casa aprirsi.
Incrocia le gambe sulla sedia e attende, con la faccia rivolta verso la porta della sua camera, quel ragazzo che sta facendo preoccupare la sua dolce mamma.
Non rimane nemmeno più di tanto sbalordita quando Gale entra come una furia spalancando la sua porta; con la faccia tutta arrossata per il freddo e il borsone da calcio malmesso sulle sue spalle gigantesche.
– Ho baciato Katniss! – grida – Due volte! –
Johanna aggrotta le sopracciglia e assume un’espressione piuttosto ridicola con la bocca semichiusa, gli occhi sgranati e la testa rigida. Emette una specie di risata leggera, ironica.
– Dovresti rileggere un po' il manuale di come si parla ad una donna, sai sexy? – dice.
Gale ha ancora il fiatone quando chiude la porta alle sue spalle e abbandona il borsone a terra.
Johanna lo guarda facendosi seria. – Fammi capire, sei venuto fin qui dal quartiere dodici per dirmi che mi hai fatto le corna anche se in realtà non siamo nemmeno.. già, cosa siamo? – si domanda perplessa – non siamo nemmeno amici. –
– Non è vero – le risponde subito Gale, avvicinandosi alla sedia dove se ne sta felicemente seduta a gambe incrociate con la tuta di flanella addosso – Sei davvero carina con gli occhiali, non sapevo li portassi – confessa poi, compiaciuto.
– ti sembra il momento? –
Gale ride, sinceramente felice, mentre la afferra dalla sedia e la stringe a se. Johanna non sembra svincolarsi mentre assume uno sguardo truce: sembra aver finalmente recepito che Gale ha baciato un’altra ragazza. Lo spinge via. – Vattene –
– No – risponde Gale duramente – Ho capito una cosa, baciando Katniss –
– Beh, andiamo tutti a dirle grazie allora! – replica la ragazza seccata.
– Credo che.. credo che io mi stia innamorando di te – sbuffa fuori veloce come un missile il ragazzo moro, mentre si fissa con fermezza negli occhi di Johanna che, da vera ragazza cazzuta qual’è, non abbandona per prima l’occhiata.
Non sembra ne imbarazzarsi ne stupirsi, ma balbetta leggermente quando dice: – E perché hai baciato Katniss allora? Soprattutto sapendo che c’è qualcosa tra lei e il tuo migliore amico –
Gale sembra accusare il colpo perché emette un sonoro sospiro esasperato.
– A Peeta non diremo niente, e continueremo la nostra vita felici e contenti –
– Davvero un esempio di fedeltà, sexy – osserva Johanna.
Il ragazzo sembra offendersi, perché scrolla le spalle assumendo un’espressione davvero grave.
– Tu non sai cosa siamo io e Peeta. Non ho intenzione di perderlo; ho sbagliato e me ne sono pentito, ma non gli permetterò di allontanarsi da me. –
– Suona piuttosto gay detto così – ribatte sorridente Johanna, ma si ricompone dopo l’occhiataccia di Gale.
– Va bene, non diremo niente – sospira – dicevamo? –
– Che sono innamorato di te – risponde Gale.
– Avevi detto che ti stai innamorando, non che sei già innamorato – lo corregge ridendo, ed alla vista di quelle labbra così apparentemente minute aprirsi in un largo sorriso, la faccia di Gale si contrae come se il suo cuore avesse perso un colpo.
– Invece sono sicuro di esserlo, adesso – Ribatte il ragazzo, e velocemente le prende il viso e la attira a sé in un lunghissimo bacio, al quale Johanna ci si aggrappa con tutta se stessa.
– Hai finalmente capito di non avere paura di me? – sussurra lei mentre inspira con prepotenza quando Gale inizia a baciarle il collo.
– No – ammette lui tra un bacio e l’altro – Ce l’ho ancora. Ma adoro le sfide – e detto questo fa ricombaciare le loro labbra.
– Non hai nemmeno aspettato di sentire cosa ne penso io di tutta questa situazione – gli ansima addosso Johanna, mentre viene trasportata contro il muro.
Gale è bellissimo in questo momento: così rilassante per lei ma così concitato esteriormente per voi.
Ogni centimetro delle sue mani richiamano con estrema bramosia il corpo della ragazza che stanno stringendo; e quando sbatte la schiena contro il muro emette un lamento soffocato sulle bocca di Johanna che sembra proprio non volersi staccare.
Quando finalmente lo lascia respirare, si guardano con un lampo di luce negli occhi; ed è proprio con questo bagliore fulmineo che Johanna lo attira a se trascinandoselo sopra sul letto.
La negletta mamma, bonariamente intenta a sminuzzare zucchine e carote, alza il volume della radio quando sente un tonfo dal piano superiore; probabilmente derivante dal punto in cui sta il letto di Johanna.
 
 
Qualcuno bussa alla porta del bagno.
Dall’acqua bollente della vasca, emerge una chioma bionda e riccioluta coperta di bollicine di sapone.
– Che c’è? – chiede Peeta.
– Ti vogliono al telefono – risponde annoiato il fratello segaiolo, Pebble.
Peeta con uno sbuffo si alza dalla vasca e, tutto gocciolante, saltella fino alla porta della quale fa scattare la serratura. – Chi è? – domanda mentre allunga la mano oltre ed afferra il telefono.
– Non sono mica il tuo segretario, cazzo vuoi – gli replica poco educatamente (probabilmente ce l’ha ancora a male per la storia della mansarda. In effetti non ha tutti i torti, pensandoci bene).
Peeta mugugna un “mavaffanculo” e torna ad immergersi nell’acqua bollente tenendo ben alto il braccio che tiene il telefono.
– Pronto? –
– Disturbo? – risponde il telefono. Peeta sembra perplesso quando chiede: – chi parla? –
Una risata cristallina gli arriva alle orecchie e subito sorride, facendo alzare i suoi larghi zigomi purpurei per il vapore acqueo – Katniss, ciao – dice.
– Scusa è che non avevo il numero del tuo cellulare e ho cercato sull’elenco quello di casa tua.. – risponde titubante – spero di non disturbarti –
Peeta sembra emozionarsi come un bambino e sbatte gli occhi tutto felice mentre disegna con le dita strane forme sulla superficie dell’acqua.
– Non disturbi affatto! Dimmi tutto! – esclama il biondo.
– Com’è andata a scuola? Hai sistemato l’impianto? – gli domanda Katniss.
Peeta sembra stupito. – Uhm.. si, l’ho quasi sistemato tutto ma.. mi hai chiamato per questo? –
– Ecco io.. non sono riuscita a dire niente a Delly –
Il silenzio ottenuto in risposta, fa affrettare Katniss a dare una maggiore spiegazione – Era così felice che mi ha fatto pena! –
– Ma non.. – cerca di protestare Peeta.
– Vuole solo passare una serata con te – mugola a bassa voce la ragazza, dall’altra parte dell’apparecchio.
Peeta si strofina gli occhi con le mani bagnate e sospira profondamente, quasi come stesse cercando una soluzione al chiuso delle sue palpebre.
La sua risposta, stupisce Katniss: – Abiti a cinque metri virgola sessanta centimetri da me, perché mi chiami? Facevi prima a venire qui, anche se così facendo ti eviti la conoscenza di mio fratello Pebble. È uno sfigato –
Peeta alza la testa e sorride, ignorando il “Muori, stronzo!” che arriva dal corridoio.
Un intero minuto di silenzio lo fa preoccupare che ci siano problemi di linea: – Katniss? Ci sei ancora? –
– Allora.. Quando usciamo alla fine? – chiede lei, ignorando la conversazione precedente. Accidenti, questo ragazzo le piace davvero tanto (anche a voi, vero?).
Sorride, quando sente il versetto tenero che arriva dalla gola di Peeta.
– Da domani passerò tre giorni non stop a scuola per preparare il ballo ma ehi, dopo ciò sarò tutto tuo – risponde con voce maliziosa, e ride quando riceve dritte nelle orecchie la risata di Katniss.
– Vuoi dirmi che non esci dopo cena? – domanda la ragazza, non arrendendosi.
– Devo studiare per la verifica di Flickerman domani, sto ballo mi sta portando via ogni secondo – risponde dispiaciuto – Ora che ci penso: non ho idea di che fine abbia fatto Gale. È tornato con te. Sai dov’è scappato? –
– Credo sia andato da Johanna – gli spiega la ragazza un po' troppo squillante – Non so per cosa! – assicura poi.
Peeta mugugna un semplice “ah ok”, ma rischia di farsi scivolare il telefono di mano quando lei asserisce alla cioccolata calda che preparerà sua mamma nei prossimi giorni.
– Ci sarò. Sicuramente!! – dice a gran voce Peeta, muovendosi di scatto nella vasca e inondando il pavimento. – Quanto entusiasmo! – lo deride Katniss.
– è solo per quella gnocca di tua mamma, piccola. Tranquilla. – ribatte con il sorriso aperto sulla sua bella faccetta. Dopo averla salutata, si insapona il corpo alzandosi in piedi; regalando così alle piastrelle uno spettacolo che, per chi aggrada, sono sicur* farebbe parecchia invidia.
 
Giovedì 19 dicembre, Panem; Quartiere dodici. Ore 23:00.
Dalle tre villette identiche di Via S. Collins arriva un frastuono infernale. Dalla prima, casa Hawthorne, echeggiano nell’aria attenuate dalla distanza, le voci di Vick, Rory e Posy: i fratellini e la sorellina di Gale.
Io non ho idea di che cosa stiano facendo ma dalle mura arrivano vari “ta-ta-ta-ta-ta!! ora ti ammazzo!” “Ti ho colpito!” “Non è vero!” “Si, che è vero!” “Mamma!! Vick dice che non l’ho preso” “Tesoro, ti ha preso sì o no?” “Col cazzo che mi ha preso! È una contaballe” “Vick?! Da dove arrivano queste parole?!” “Mamma! Vick dice le parolacce” “Ho sentito tesoro..VICK!” “Rory giochi con le bambole?” “sono un maschio! E troppo grande per le bambole” “Mamma!!!! Rory non vuole giocare alle Barbie con me!” “Tesoro fa contenta tua sorella” “No mamma!” “Che schiaccia coglioni” “VICK! Vai in camera tua e non parlare mai più in questo modo!” “MAMMA!”
– .. grazie a dio sono io il più piccolo – commenta Peeta mentre a grandi respirate accorcia la sua sigaretta, accoccolato al calduccio, avvolto nella sua morbida coperta sul balcone.
– Lascia perdere, a volte mi viene da ucciderli tutti nel sonno – replica Gale esasperato – Dovrebbero essere tutti a letto a quest’ora –
“Pebble! Ti avevo chiesto di lavare i piatti almeno stasera!” “Mamma, dovevo finire il nuovo videogames” “Figliolo, tua madre ti ha chiesto una sola cosa” “Si ma che rottura! Tocca sempre a me” “Non dire così” “papà è vero! Peeta non fa mai niente!” “Tu e quel disgraziato di tuo fratello non fate MAI niente punto e fine!” “Cara, non urlare” “Peeta fa molto meno di me!” “Pebble non iniziare a strillare anche tu!” “Siete dei fannulloni!” “Non è vero una sega, mamma!” “PEBBLE!”
– Oh beh, lui di seghe se ne intende per davvero.. – osserva divertito il biondo mentre spegne la sigaretta.
Al sentire la risata che gli arriva dal balcone di Gale, non riesce a trattenersi e scoppia a ridere anche lui.
– Le nostre famiglie sono da internare – dice Gale emettendo ancora qualche verso per la risata.
– Io mi terrei Posy però, è troppo dolce e carina – ammette Peeta.
– Giù le mani da mia sorella, depravato – replica – e dammi il pasticcino –
– Niente pasticcino oggi, focaccine al formaggio –
– Oh, tanto meglio! –
Proprio mentre Gale dice queste parole e già si lecca i baffi per quella delizia, dalla casa in mezzo a loro, casa Everdeen; arrivano altri rumori molesti.
“Ora lo uccido!” “No! Katniss! Non è colpa sua!” “Ieri mi ha sfondato il vetro e oggi ha disintegrato il mio copriletto!” “Non lo fa apposta!” “Ah no? Che vada a farlo nella camera tua” “Si sente solo” “Non  mi interessa. Sono anche arrivata tardi a scuola stamattina per colpa di questo schifoso gatto” “Katniss, non parlare così a tua sorella” “Mamma grazie! Diglielo anche tu che Ranuncolo si sente solo perché non lo coccola” “Ci sei tu a coccolarlo” “Si, ma vuole fare amicizia anche con te” “Mi fa schifo quel gatto!” “KATNISS!!”
I P&G ascoltano silenziosi e divertiti, ma quando Katniss esce fuori dalla finestra della mansarda e grunisce tutta incazzosa, i due ragazzi non possono fare a meno che continuare a ridere.
Eccoli qui, tutti e tre insieme; ognuno sul suo balconcino.
Ognuno con dei segreti. Ognuno con dei problemi. Sapete che significa? È il momento del riepilogo alla beautiful:
Katniss rimane cotta di Peeta, e Peeta (per logica di battuta) sembra essere incendiato da Katniss; Katniss è stata baciata da Peeta e invitata al ballo, oltreché ad un vero e proprio appuntamento, ma Delly si è messa in mezzo dichiarando di essere lei la ragazza che porterà al ballo Peeta, ma Peeta non vuole Delly ma vuole Katniss, Katniss invece vuole andare al ballo con Peeta ma Delly le fa pena, Delly non sa niente di Katniss e Peeta ma Peeta sa che lui piace a Katniss e che quindi è corrisposto, tuttavia sembra acconsentire il desiderio di Katniss di portare Delly al ballo; non domandandosi però come potrebbe non esserne gelosa, gelosa proprio come la Trinket in piscina con il prof. Haymitch. Peeta però non sa che Gale, il suo migliore amico, spalla destra, più grande consigliere e fidato compagno di vita; l’ha in realtà tradito perché ha baciato Katniss due volte; quindi Peeta è ignaro di tutto questo e Katniss non glielo vuole dire, nemmeno Gale vuole dire a Peeta che ha baciato Katniss, Johanna però invece vorrebbe che Peeta sapesse la verità. Gale piace a Johanna, e a quanto pare finalmente abbiamo capito che Johanna piace a Gale, si sono baciati e temo che abbiano sconvolto la mamma Mason con un tonfo sul letto un po' troppo significativo. La  Coin vuole buttare fuori la Paylor, perché è una zitella acida e invidiosa; e la Paylor vuole a tutti costi rimandare la Coin al sottoruolo di insegnante senza la vice presidenza. La Paylor desidera anche un numero nuovo telefonico visto che la mamma non molla e continua a proporgli mariti impossibili; e quando lei le risponde “Mamma, sono sposata con il mio lavoro”, l’arzilla vecchietta le risponde con uno sproloquio piuttosto imbarazzante su come superata una certa età, le tette non siano più tanto attraenti e bisogni lavorare sul carisma per conquistare un uomo.
– Katniss, vuoi una focaccina al formaggio? – domanda Peeta sorridendole genuinamente.
– Ehi! – bercia Gale – Quella è mia! –
– Rilassati coglione, ne ho portate due stasera – ribatte il biondo.
– E perché? –
– Non lo so – confessa Peeta – ma sono felice di averlo fatto – conclude, arricciando le labbra in un sorriso imbarazzato rivolto a Katniss, la quale sembra arrossire.
Mentre Gale e Katniss afferrano al volo la focaccina, Peeta osserva orgoglioso come il tremolio delle mani della ragazza dovuto al freddo diminuisca, quando stringe a coppa le mani attorno al suo prodottino da forno.
– E così voi fate questa cosa da sempre? – domanda la ragazza.
– Direi di.. sì, praticamente sempre – le risponde Gale, con le labbra aperte in un mezzo sorriso mentre con gli occhi sembra volerle dire cose che però, Peeta non può sentire.
Lei sembra intuire che il discorso deve terminare qui, si alza e fa per andarsene, quando Peeta la blocca chiamandola – Aspetta, Katniss; non te ne andare dai – la prega.
Katniss gli sorride dolcemente, ma scuote la testa – fa un freddo cane e devo studiare anche io, ci vediamo domani Peeta –
Si guardano dolcemente, quasi volessero baciarsi fluttuando nell’aria. – Buona notte, allora – dice lei, rapita dai suoi occhi anneriti dall’ombra che luccicano riflessi dalla luna.
– Buona notte – risponde lui come in un soffio.
Quando rientra, spostando il vetro sostituto di quello sfondato da Ranuncolo, Gale guarda Peeta con sufficienza.
– Abbiamo finito? –
– Che vuoi – pigola Peeta – Guarda che lo so che sei stato tutto il pomeriggio da Johanna –
Detto ciò, Gale sembra irrigidirsi – Chi te l’ha detto? –
– Katniss, ma non mi ha saputo dire altro. Allora? Limoni duri o mandarini molli? – insiste il biondo.
– Beh ecco.. boh.. – è tutto quello che quel gigantesco e bellissimo ragazzo riesce a dire dopo aver riso per la domanda di Peeta, ma ottenendo dai lui solo che il silenzio, capisce che non può certo limitarsi a questo.
– Credo che a questo punto sia piuttosto ufficiale.. Siamo anche finiti a letto ma non è che abbiamo fatto sesso – confessa infine lui.
Peeta sussulta dallo stupore ed emette un gridolino soffocato: ma non per la confessione di Gale, ma perché dalla camera di Katniss arriva un grido.
Nemmeno il tempo di alzarsi in piedi di scatto facendo cadere la coperta ai loro piedi, che i P&G gridano di rimando, quando il vetro appena sostituito della mansarda di Katniss esplode in mille pezzetti.
Nella confusione generale, Gale vede solo atterrare in un balzo quel gatto grasso e orribile di casa Everdeen: Ranuncolo.
Katniss fa capolino alla finestra, tutta spaventata.
– Katniss! Stai bene? – grida Peeta.
Lei fa segno di si, ma si porta l’indice alle labbra, richiedendo silenzio. Furiosa, guarda ranuncolo che, sulla ringhiera del balconcino, guarda giù come fosse attirato da una calamita.
Dietro di lei arrivano anche Primrose e Elaisa Everdeen.
– Che cos’è success.. – dice in tutta fretta la piccola Prim, rabbrividendo per il gelo; ma si ferma quando vede il gatto in bilico – Ranuncolo! –
– Tranquilli tutti! I gatti hanno sette vite e cadono sulle zampe! – grida all’improvviso il signor Plutarch che per tutto il baccano era uscito in giardino a vedere.
– Non questo, signore! – risponde gentilmente Primrose – le sette, ammesso che esistano, se le è già giocate tutte.. e non sa atterrare sulle zampe! –
– Non atterra sulle zampe? Ma che felino è?! – domanda a voce grossa, per farsi udire, il panciuto signore.
– Un felino stronzo ammazza vetrate – sibila Katniss mentre si avvicina quatta quatta a quell’ammasso di pelo.
Peeta, Gale, il signor Plutarch, Katniss, Primrose e la signora Elaisa trattengono il fiato; e proprio quando la figlia maggiore di casa Everdeen sembra raggiungere la ringhiera dove il gatto manifesta la sua voglia suicida; Ranuncolo salta giù, accompagnato da un “NO!!” generale.
 
 
Venerdì 20 dicembre, Panem, Quartiere Zero. Liceo Scalini della Torre.
– Glielo giuro, mi si è suicidato il gatto! – ripete a voce alta Katniss davanti alla cattedra durante la lezione di Flickerman; con il suddetto davanti a lei che, con espressione di sufficienza, la ascolta esasperato.
– mmh.. e ce l’ha fatta? – domanda il signore.
– Si purtroppo, ma prometto che ci penso io quando torno a casa nel caso abbia in mente di resuscitare – dice provocando una risata generale dell’aula.
– Zitti e fate il compito, voi! Katniss se non hai studiato, non puoi dare la colpa al tuo gatto – ribatte divertito.
– Profe? – interviene una voce familiare, che innervosisce di primo impatto l’uomo.
– Cosa vuoi Mellark? –
– Ranuncolo.. –
– Chi sarebbe Ranuncolo? –  gli domanda lui interrompendolo.
– Il gatto – dice Katniss.
– Il gatto si chiama Ranuncolo? – replica leggermente perplesso.
– Ranuncolo, sì. – annuisce lei.
– Senta, studierò l’etimologia del nome un’altra volta; le stavo dicendo che c’ero anche io con Katniss ieri sera e.. –
Ci vuole un secondo. Anzi, forse meno. Uno schifosissimo millesimo di secondo permette a tutte le ragazze della classe di elaborare che Peeta ieri sera era con Katniss.
Sussultano inorridite e, quasi come fossero mosse da un unico neurone, emettono grida scandalizzate ed iniziano a mormorare tra di loro ignorando così il foglio del compito in classe abbandonato sui loro banchi.
Flickerman si batte una mano sulla testa e sospira consolato mentre la sua classe si trasforma in uno stadio: Katniss che fulmina Peeta che, si morde le labbra e alza le mani in segno di resa; Delly che lo accusa di alto tradimento e minaccia il divorzio, accompagnata da drammatiche scenate delle fan dei P&G; i maschi che colgono l’occasione e tirano fuori bigliettini e si suggeriscono tra loro ogni tipo di risposta.. il professor Flickerman invece inizia a scrivere la lettera di dimissioni.
All’improvviso si apre la classe e compare Gale affaticato, con la mano tesa verso Peeta.
– Ho sentito il casino dal mio piano, ho immaginato che.. – dice ansimando.
– Hai immaginato bene! – risponde Peeta in un soffio, afferrandogli la mano e scappando via con lui lungo il corridoio, lasciando la classe in delirante caos.
Ah, i P&G. Quanto sono teneri ora, seduti sul gelido parapetto del terrazzo e con le gambe che penzolano (nella speranza che non succeda nulla, al contrario dell’anno scorso). – Che è successo? – domanda Gale.
– Mi sono fatto sfuggire che ieri ero con Katniss, e poi hanno frainteso – risponde il biondo candidamente.
Il ragazzo dai capelli scuri sbuffa – Si, eri con lei ma ad un balcone di distanza.. Non le sopporto più –
– Dai, tra qualche mese ti diplomerai. È quasi finita per te – replica Peeta ridendo; ma si ammutolisce lentamente quando Gale assume un espressione vagamente malinconica.
– Sì. E dopo? –
Si guardano negli occhi e sanno che, per quanto possano rimandare quel momento, prima o poi Gale inizierà l’università e con ogni probabilità dovrà trasferirsi in un’altra cittadina noiosa e per niente divertente. Una cittadina che non è Panem. In una casa che non è la sua.
In un posto dove non c’è Peeta.
Il più piccolo, da sempre più loquace e sensibile dell’amico, scrolla le spalle evadendo il discorso: – La Paylor questa volta ci punirà, appena ricominceranno le lezioni a gennaio, è garantito. Flickerman non starà zitto sul fatto che gli ho manomesso il compito –
– Potete giurarci – dichiara una voce misteriosa e insonnolita, nascosta da qualche parte sulla terrazza.
I due si voltano di scatto e per poco Peeta non perde l’equilibrio di nuovo, quando vede il professor Haymitch avvolto in un saccopelo con il naso gocciolante.
– Ehi, ma questa settimana avete saltato la terapia.. – asserisce con la voce impastata. Poi riflette, e la cosa sembra costargli così tanta fatica che poi mugugna: – Ragazzi, non sposatevi mai – crollando in un angolino freddo del pavimento.
Se qualcuno fosse interessato, questa notte è stata forse la peggiore da quando miss Trinket è rimasta incinta. Il povero uomo, esausto per gli ultimi mesi di sevizie, notti in bianco alla ricerca di cibo o diverse ore spassionate e sessualmente distruttive, aveva finalmente detto: NO.
No all’assurda richiesta di sua moglie di costruire il lettino per il bambino in pregiato mogano. Ha cercato di spiegarle che i lettini durano poco e che sarebbe stata una spesa inutile; ma quando si è sentita rifiutata è scoppiato l’ennesimo lamento a singhiozzo, intervallato unicamente da soffiate di naso in fazzolettini ricamati.
Inutile dire che il professore ha passato tutta la notte e ordinare lastre laminate e di mogano su internet.
Pover’uomo.
L’attenzione dei P&G nei confronti del povero professore viene attirata dall’arrivo sulla terrazza di Katniss e Johanna, tutte ansimanti e con i capelli scompigliati.
– è il delirio, giù – dice Katniss, agitata – Si è intromesso anche tuo fratello –
– Pebble? Scherzi? Per cosa? – domanda Peeta perplesso.
La ragazza sembra irrigidirsi, e con lei anche Johanna. Cosa che fa scattare sull’attenti anche Gale.
– Ehm.. non ho sentito bene, ma non credo fosse importante. – replica Katniss eccessivamente squillante
– In ogni caso Flickerman ha rimandato il compito ed è intervenuta anche la preside –
– Ora è sicuro, ci espelleranno – dice Peeta ad alta voce, furioso – Quelle sociopatiche del cazzo! –
Katniss si avvicina e, timidamente, appoggia il viso sul petto del ragazzo. Peeta si stupisce, e avvolge subito la ragazza con le braccia. – Cosa centra Pebble? – le chiede solleticandole i capelli, ma viene interrotto da un bacio a fior di labbra.
– Risolverete tutto in qualche modo, come sempre – dice Johanna sbuffando. Poi fa l’occhiolino a Gale e gli sussurra nell’orecchio “Tieni Peeta lontano dagli altri studenti, almeno per qualche giorno”
Il ragazzo lo guarda interrogativo ma quando legge la fermezza dei suoi occhi, annuisce.
– Ad ogni modo, superiamo oggi e ci ritroveremo in un batter d’occhio al ballo di lunedì – dice Gale a Peeta – Saremo così impegnati con i preparativi del loro ballo che non ci cagherà nessuno –
– Come sei volgare, sfigato –
Ed è davvero così, ragazze. I giorni successivi sono così intensi, carichi di pacchi in arrivo e strillate della Trinket, nastrini colorati e tende esagerate, che è arrivato: è arrivato il giorno del ballo.
I P&G e il consiglio studentesco per la preparazione del ballo sono sfatti e distrutti, insieme a questi componenti, i preparatori non hanno visto la luce del sole per tre giorni; ma tutto il resto dell’istituto è in fermento. È tutto pronto, tutto perfetto.
Ma quando mai l’adolescenza è perfetta?
Non cantate vittoria, Peeta e Gale..
 
Quanta attesa, quanta vergognosa attesa. Ben una settimana in ritardo. Ma ne è valsa la pena, no? Con questo capitolo si mettono tutte le basi per quello che stiamo tutti aspettando: il ballo.
Spero vi sia piaciuto, e come al solito ricordo che questa è una storia originata sulle linee della commedia, non è scritta per avere uno stile comico o demenziale.
Detto questo, spero recensirete e vorrete leggere anche le altre storie che ho scritto (Dormire Insieme accresce sempre più con il numero dei preferiti, grazie!!).
Colgo l’occasione, anche se in ritardo, per farvi i miei migliori auguri di Buon Natale.
MatitaGialla
  
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