Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Maia Scott    26/12/2013    2 recensioni
Il suo nome era sinonimo di gossip, o di critiche. Ormai aveva imparato i trucchi del mestiere. Forte fuori, distrutta dentro. Sembrava funzionare, perché chi le stava intorno non dava segno di accorgersene. E a lei andava bene così. Nella ragnatela della sua vita era però rimasta intrappolata un’ unica cosa meravigliosa: la musica. L’aveva subito fatta prigioniera e l’aveva resa la sua sola ancora di salvezza…o almeno così credeva.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Discover me'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Terribile. Insopportabile. Acida. Perfida. Insofferente. Sfacciata. Maleducata.
 Questo dicevano di lei. Questo e molto altro.
Ormai i mormorii sommessi nei corridoi della scuola non intimorivano più Izzy, che camminava imperterrita e orgogliosa. Perchè era vero.
 A lei piaceva il suo piercing al naso, le piacevano i suoi tatuaggi e i capelli corvini e lunghi, ormai tinti di blu, che di solito legava in uno chignon disordinato. Aveva scelto lei stessa il tipo di abbigliamento: le sue enormi felpe, le innumerevoli magliette con le frasi delle sue canzoni preferite, milioni di jeans neri e blu, ma soprattutto le sue giacche di pelle, ne aveva una grigia e una nera e le custodiva gelosamente.

Aveva dovuto combattere con i suoi genitori per i quattro buchi all'orecchio, per i tatuaggi che aveva sulle braccia e sulle spalle, per il colore dei capelli e anche per la compagnia che aveva scelto.
In realtà quei ragazzi non piacevano nemmeno a lei, li trovava così ridicoli e superficiali, pensavano solamente al fumo, all'alcool e alle feste. Secondo lei stavano buttando letteralmente la loro vita.
Lei però non era di certo perfetta, e questo lo sapeva. A volte sentiva il bisogno di fumare, ma ormai accadeva raramente. Eppure odiava gli alcolici e non riusciva a sopportare quelle feste interminabili dove la gente non faceva altro che strusciarsi e bere.
Forse era proprio per questo che non aveva un ragazzo dal momento in cui era cambiata.
 Era successo all'età di quindici anni, quando aveva eliminato tutte le tracce della bambina adorabile che era stata. La sua via di fuga da quel momento era stata la musica, suonava la chitarra e il pianoforte ma questo non lo sapeva nessuno.

Ormai abitava da sola, in un appartamento nella periferia di New York. Aveva preso il diploma qualche mese prima e, in quella prima settimana di settembre, cercava di ambientarsi e di dare un senso logico a quello che riempiva gli scatoloni con le sue cose fatti arrivare da Londra, la sua città.
Sistemò con cura le fotografie e i poster sui muri della sua nuova camera, trasferì i vestiti nell'enorme armadio sul lato destro, riordinò il suo bagno al piano superiore e quello al piano inferiore, poi dispose ordinatamente tutto quello che sua madre le aveva comprato poiché lo riteneva indispensabile per la casa.

Quest'ultima non era niente di speciale, ma era proprio la sua semplicità ad aver attirato la ragazza e ad averla convinta ad acquistarla. Certo, era sviluppata su due piani, ma entrambi abbastanza piccoli.
Al pianterreno vi era la cucina, il salotto dove avrebbe piazzato il nuovo televisore che sarebbe arrivato a breve e il piccolo bagno di servizio.
Delle scale conducevano al piano superiore;  su un corridoio si aprivano tre  stanze, una era la sua camera, una era destinata ad eventuali ospiti e  una era il suo piccolo rifugio.
Dentro avrebbe montato delle mensole per riporre i suoi libri, poi vi aveva già messo la chitarra classica e quella elettrica, che era riuscita a comprare l'anno prima con i suoi risparmi.
Prima o poi sarebbe arrivata una tastiera elettrica, l'aveva ordinata ed era già stata spedita, per sostituire il suo amato piano.
Una parete l'aveva tappezzata di poster e le altre le avrebbe dipinte il giorno dopo.
 Quel posto sarebbe stato il suo piccolo segreto.

Quando finalmente ebbe finito, Izzy decise di uscire per respirare un pò dell'aria di quella nuova città che avrebbe chiamato "casa".
Il problema che però si ritrovò ad affrontare, ovvero la poca se non nulla conoscenza della metropoli, non le permise di spostarsi molto dalla sua abitazione.
Dopo qualche isolato raggiunse un piccolo parco, pieno di bambini che correvano da una parte all'altra gridando, di mamme sedute sulle panchine che chiacchieravano, di coppiette di sedicenni sotto gli alberi, sembrava quasi una classica scena di qualche film orrendo.
In effetti erano pochi i film che riteneva degni di essere visti, quindi sosteneva che il suo parere in quel campo non servisse.
Si sedette ai piedi di un albero non molto alto ed estrasse dalla sua borsa il nuovo paio di cuffie che aveva acquistato prima di partire, in vista delle dieci ore di viaggio. Fece partire una delle sue canzoni preferite, Wish You Were Here dei Pink Floyd e chiuse gli occhi, poggiando la testa all'arbusto dietro di lei.
Perse completamente la cognizione del tempo, si rilassò dopo giorni di stress e finalmente si sentì tranquilla. In quel momento era esattamente dove voleva essere, nessuno la poteva criticare per ciò che indossava o per quello che ascoltava.
Sentiva che lì, a New York, poteva finalmente essere sé stessa.
Isabelle Lower.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Maia Scott