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Autore: ketyblack    26/12/2013    3 recensioni
La periferia di Tokyo non era mai stata un quartiere allegro, anzi, il più delle volte diventava un covo di barboni e di mafiosi che abitavano però nei quartieri alti e che facevano ronde per controllare il lavoro delle proprie ragazze, il centro del traffico della prostituzione, talvolta anche minorile. C’erano poche giapponesi che battevano, la maggior parte erano russe, polacche, tutte alte flessuose e bionde, un genere non molto frequente nella popolazione del Sol Levante…
In questo ambiente, non molto favorevole all’allevamento di figli, erano cresciuti, insieme, sempre, essendo uno la famiglia degli altri un gruppo di ragazzi, un po’ strani per certi versi, ma sicuramente amici fraterni.
Il sole stava facendo capolino tra le colline in campagna, le sveglie suonavano, spaccavano i timpani e rompevano decisamente le scatole alle anime assopite, soprattutto all’unica donna del gruppo, Konan, peccato che a lei il campanello che spaccava i timpani…
Rieccomi dopo quasi un anno di assenza, è la prima ff che scrivo sull'Akatsuki e l'ho voluta rendere a modo mio, spero vi piaccia e che recensirete in molti! Un bacione!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 2: Take over control
Dopo tanta attesa ecco qui il secondo capitol! Enjoy it!
p.s. scusate se in alcune parti viene l'elenco puntato al posto del trattino del dialogo ma modificando l'HTML non sono riuscita a toglierle!

 
Konan sentì il materasso di fianco a sé cedere sotto il peso di un’altra persona e, purtroppo, sapeva anche di chi era quel peso: Pain.
  • Non mi toccare, capito?- sbottò subito la blu aggressiva voltandosi e premendo il viso contro la schiena di Itachi. L’arancione si coricò senza troppi complimenti facendo cigolare il vecchio letto sotto il proprio peso.
  • E chi ti tocca? Non voglio prendermi la rabbia, tesoro, non preoccuparti!- la prese in giro lui tirandole una ciocca di capelli scherzosamente.
  • Ecco, mi hai toccata, ti detesto, Pain! Proprio vicino a me ti dovevi mettere? Dato che ti faccio schifo perché cazzo mai ti sei piazzato proprio vicino a me?!- ringhiò la ragazza sottovoce per non destare il sonno degli altri che, secondo  lei, facevano solamente finta di dormire e stavano seguendo il silenzio la loro discussione.
  • Perché tutto il resto del letto era occupato, cretina! C’è Itachi che occupa la metà del letto, sto deficiente!- si lamentò Pain. Non ottenne risposta, evidentemente Konan si era addormentata talmente era presa dalla conversazione con lui. Imbronciato, si addormentò anch’esso poco dopo.
Il sole era già alto nel cielo quando Hidan si destò respirando con disgusto l’aria viziata della stanza. Storse il naso e si stiracchiò tirando inavvertitamente un pugno sul naso ad Itachi che grugnì contrariato girandosi verso Konan.
Il ragazzo si diresse in cucina alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, il frigo era vuoto e il suo umore, già nero di natura, peggiorò vertiginosamente. Poi lo sguardo gli cadde sull’orologio posto proprio al di sopra del frigorifero e per poco non svenne.
 
  • Sveglia! Cazzo non l’abbiamo sentita! Su, in piedi, sono le dieci e mezza e noi dovremmo essere a scuola già da un pezzo!- urlò catapultandosi all’interno della stanza buia e ancora silenziosa. Tolse le coperte di dosso ai suoi amici, che lo insultarono sonoramente per poi alzarsi, rassegnati.
  • E che cazzo, Hidan, da quando sei diventato così fiscale con questa storia della scuola, proprio tu che bigi un giorno sì e l’altro pure!- esclamò Konan con la voce ancora impastata dal sonno e i capelli arruffati dalla dormita.
  • Semplicemente perché, Konnie, oggi abbiamo il colloquio con la preside per poter suonare alla festa di fine anno! Cazzo, vigore, mettetevi a posto e fatevi belli, per quanto possibile!- nel giro di pochi secondi si scatenò il putiferio in quella stanza di pochi metri quadrati, chi si pettinava, chi imprecava e chi cercava di darsi un tono vagamente convincente.
 
Corsero fuori dall’appartamento ancora assonnati e mezzi svestiti, arrivarono alla fermata del bus al pelo e pregarono di arrivare in tempo per il colloquio, altrimenti il loro esordio sarebbe stato compromesso da uno stupido errore di percorso.
  • Ma perché non abbiamo messo la sveglia ieri sera? Sappiamo tutti quanto sia importante questa occasione!- esclamò Konan finendo di mettersi la matita nera sugli occhi specchiandosi nel finestrino del pullman.
  • Cazzo, siamo stati distratti dalla festa e dal malanno di Itachi, porca puttana!- batté un pugno contro il sedile mezzo sfondato il biondo Deidara cercando invano di darsi un contegno.
  • Se la preside scopre che stamattina siamo entrati in ritardo ci estromette dalla festa!- commentò Itachi, cupo e non ancora del tutto ripreso dalla sbornia della sera precedente.
  • Infatti, quindi, Ita, stai zitto e annuisci solamente a tutto quello che diremo, perché hai la faccia da tossico in astinenza!- disse, sincero, Sasori guardandolo dritto negli occhi scuri.
 
La preside, la signorina Tsunade, non si accorse minimamente del ritardo dei ragazzi, troppo occupata com’era a flirtare con il professor Jiraya. Entrarono come una mandria di bufali imbizzarriti nell'ufficio della preside dove videro la donna troppo impegnata per prestar loro attenzione. Stava sulla scrivania in atteggiamenti decisamente inequivocabili con il suddetto professore. Hidan si schiarì la voce come per far presente ai due che non erano più soli...
    - Mi scusi, signora preside, siamo venuti per parlare di quell'affare della festa a proposito del gruppo...- era inutile, quando Hidan non era né fatto né ubriaco aveva una dialettica impeccabile, avrebbe venduto avorio ad un elefante.
    - Certo, ragazzi, dovevamo proprio parlarne poco fa io e il professor Jiraya, abbiamo convenuto insieme che potrebbe essere una pubblicità positiva all'immagine della nostra scuola. Quindi preparatevi al meglio vi vogliamo carichi per la festa!- i ragazzi si guardarono increduli dell'opportunità che stava venendo loro offerta. Si sarebbero esibiti per la prima volta davanti ad un grande pubblico, se così si poteva chiamare il corpo studentesco.
I ragazzi uscirono dall'ufficio della preside gioendo per la fortuna che, per una volta, gli aveva sorriso. Uscirono correndo dalla scuola, abbracciandosi e battendosi pacche sulle spalle a vicenda, ignorando il fatto che le lezioni fossero ancora in corso.
Andarono nel primo bar che trovarono sul loro cammino, non smettendo di sorridere e di parlare ad alta voce su come sarebbe dovuta essere la loro esibizione.
- No, perché, non sembra, ma due settimane per montare una performance decente è decisamente poco!- esclamava Sasori ogni due secondi per far montare il panico negli altri ragazzi.
- E dai, Saso, sempre il solito uccello del malaugurio! Ce la faremo e saremo grandi, sempre insieme!- esclamò Deidara battendo il cinque ad un Itachi che non aveva ancora capito niente di quello che era appena successo, ancora troppo addormentato/sbronzo per poter comprendere la magia del momento.
- è il nostro momento, ragazzi, me lo sento, il mondo della musica ci aspetta a braccia aperte, non buttiamo nel cesso come nostro solito questa occasione, non sarà un contratto discografico ma è comunque la prima esperienza in pubblico...- disse Pain tranquillamente pettinandosi con le mani i capelli spettinati.
- Ricorda, Pain, che abbiamo già suonato in pubblico, il tuo fan club non manca a nessuna delle nostre prove, ma diciamo che loro sono più interessate al "dopo" più che all'esibizione in sé...- intervenne Konan facendo infuriare l'arancione. Ormai litigare era diventato il loro passatempo preferito, non potevano stare insieme senza battibeccare tra loro, forse era proprio per quello che il loro rapporto era così speciale...
- Konnie, dai, non cominciare con le tue solite frecciatine...- si mise in mezzo Hidan per evitare la catastrofe. Ecco, in quelle due settimane Pain e Konan non dovevano assolutamente litigare, perché quando quei due litigavano sul serio, le litigate vere, quando non si parlavano per settimane saltavano tantissime prove pur di non vedersi e alla festa non potevano fare a meno della loro cantante e neanche del bassista migliore sulla piazza.
- Fate la pace, da bravi! Mettetevi bene in testa che se volete fare una figura decente alla festa dovete collaborare e non discutere su ogni minima cazzata, capito?- esclamò Deidara facendo le veci anche degli altri ragazzi che infatti annuivano con convinzione.
- Ehi, Pel di carota, che ne dici di una tregua? Solo fino alla festa mi pare ovvio! Altrimenti che faccio tutto il giorno?- scherzò la blu con un ritrovato buonumore. Era così lunatica la ragazza, un attimo prima avrebbe potuto uccidere Pain invece adesso l'avrebbe abbracciato.
- E va bene Barbablù, tregua sia!- si sorrisero reciprocamente e si strinsero la mano. Gli altri tirarono un sospiro di sollievo chiedendosi quando sarebbe stata la prossima sfuriata.
 
Al bar cominciarono a mettere giù qualche idea per la scaletta delle canzoni e, non meno importante, i vestiti con i quali avrebbero dovuto calcare il palcoscenico. Erano tutti emozionatissimi, anche Itachi, una volta che riprese conoscenza, urlò per il bar facendo rovesciare i caffè ad una cameriera che, imprecando, pulì il pavimento con uno straccio.
Gli altri risero all'unisono, colmi di buonumore.
Bevvero tutti insieme il loro cappuccino con cacao sopra la schiuma di latte.
- Abbiamo fatto proprio un bell'affare, per una volta nella vita sono contento!- esclamò Hidan, ancora incredulo della loro fortuna.
- Non cantare ancora vittoria, Hidan, in queste due settimane possiamo ancora fare una cazzata così enorme da farci estromettere dalla festa. Quindi basta cazzate ragazzi, altrimenti sono cazzi! Tutte le mattine a scuola vi voglio puntuali e preparati in modo sufficiente sul programma delle varie interrogazioni. Provare fino allo sfinimento. Sarà un successo!- concluse il rosso Sasori cercando si smorzare un po' il suo solito pessimismo radicato.
- Sì, Saso, non è possibile che tu stia sempre a farla più grossa rispetto a quella che è...- intervenne Itachi mentre trangugiava la sua seconda brioche al cioccolato. Sembrava un suino, come suo solito. I ragazzi lo guardarono con affetto, come se fosse un loro fratello.
- Ita fai schifo!- il solito tono lamentoso di Konan che, schizzinosa com'era non riusciva a guardare Itachi mentre mangiava qualsiasi cosa come se qualcuno stesse per rubargliela.
- Konnie che palle che fai venire insomma...- cominciò Pain, pronto ad attaccare briga con la blu. Si zittì di colpo come fosse stato trapassato da una forte scossa. la tregua era in atto da soli cinque minuti e già la provocava.
- E bravo il nostro Pel di carota!- gli batté una pacca sulla spalla il biondo Deidara, contento che il ragazzo ci tenesse davvero a quella tregua.
- Non c'è problema, ragazzi, lo faccio per voi tutti, non voglio che si sprechi questa occasione, vero Konnie?- chiese il ragazzo abbracciando la ragazza che, interdetta gli piantò un pugno nello stomaco. Gli altri ragazzi scoppiarono in una fragorosa risata. Erano sempre così allegri tutti insieme.
 
Le prove erano, come al solito, nell'appartamento diroccato di Deidara. Ormai quella era come una seconda casa per i ragazzi della band.
Reminds me of childhood memories
Where everything
Was as fresh as the bright blue sky
Now and then when I see her face
She takes me away to that special place
And if I'd stare too long
I'd probably break down and cry

Oh, oh, oh
Sweet child o' mine
Oh, oh, oh, oh
Sweet love of mine

Ed eccoli già all'opera, cercavano di migliorare il più possibile la qualità del sound o l'intonazione della voce, il volume dell'amplificazione.
- Stop, facciamo una pausa, ragazzi!- annunciò Deidara appoggiando la chitarra elettrica per terra. La musica si stoppò di botto, lasciando come un silenzio malinconico.
- Niente male, eh, Konan. Pain, continua così, abbassa solo un po' il volume altrimenti non sentiamo chitarre e tastiera. Itachi, per favore non dormire bisogna suonare! Sasori, gran bell'attacco di batteria!- esclamò entusiasta il biondo.
- è davvero una bomba, è rock allo stato puro, magari un giorno potremo pure fare qualche inedito, fratelli!- commentò Hidan facendo cadere per l'ennesima volta la chitarra di Deidara in terra.
Provarono tutto il pomeriggio, stavolta senza nessuna interruzione dovuta al fan club di Pain. Konan ne fu molto grata dell'assenza di quelle oche starnazzanti che la distoglievano dal suo perfetto controllo della voce. A volte si sentiva soffocata a cantare in un gruppo di soli ragazzi, altre volte invece ne andava assolutamente fiera, non sarebbe sopravvissuta senza quei casinisti.
- Ehi, Konnie! Vuoi una birra? L'ho presa al discount per 300 yen, un affare per chi è sempre in bolletta!- disse il padrone di casa offrendole una lattina.
- Però! Ormai sembra quasi che tu ci viva in quei negozi che vendono cibo spazzatura!- commentò la blu. Poco dopo arrivò anche Pain in salotto e le prese di mano la lattina scolandosene metà.
- Cazzo, Pain! Vedi che lo fai apposta? Sei proprio uno stronzo!- esclamò la ragazza uscendo da quella casa che stava diventando troppo stretta.
 
Il panorama che c'era fuori dalla tana di Deidara non era esattamente edificante ma Konan doveva calmarsi per evitare una furiosa lite con quel cretino di Pain.
Si accese una sigaretta e guardò verso quel cielo grigio che contraddistingueva quella grande metropoli.
- Pure il tempo ce l'ha con me, cazzo... non me ne va bene una...- sussurrò a sé stessa la ragazza, stufa di quella situazione così assillante. Lei e quel montato di Pain non sarebbero mai andati d'accordo, magari qualcuno di loro doveva davvero prendere sul serio l'idea di lasciare il gruppo per non nuocere all'unità della band.
Ad un tratto sentì la porta cigolante della tana di Deidara che si apriva di scatto, si voltò e vide Pain con una lattina di birra, ancora chiusa.
- Scusa è solo che...sai...mi piaci troppo quando ti arrabbi...- esclamò l'arancione senza guardarla negli occhi. La ragazza rimase basita da quella dichiarazione così inaspettata.
- Non che tu mi piaccia, mettiamo in chiaro le cose, eh?- ecco che tornava il cafone di sempre, Pain era incorreggibile!
- Ah, e ti dovrei anche ringraziare, magari, vero?- chiese la ragazza sarcasticamente prendendogli la birra di mano.
 
Le prove cominciarono a diventare estenuanti per i ragazzi, Sasori cercava di motivare la squadra al massimo, prendendosi spesso e volentieri insulti a pioggia, specialmente se Itachi o Pain non erano dell’umore adatto.
La tregua tra Konan e Pain stava andando bene: a parte alcuni momenti di ritorno ai vecchi tempi in cui per poco non si tiravano i piatti dietro. Il peggiore di tutti era Deidara, estenuante, ogni secondo di pausa era dedicato a suonare qualche nuovo pezzo o a migliorare le loro performance. Hidan invece era più nervoso del solito, si diceva in giro che si stava frequentando con una ragazza di due anni più piccola, una certa Ino Yamanaka, bionda, occhi azzurri e una voce stridula che stordiva tutti quelli che c’erano.
A scuola andavano tutti i giorni, era da una settimana che nessuno stava assente, Pain addirittura era stato sorpreso con un libro in mano in un momento di pausa dalle prove della band. Era lì, con la sua sigaretta in mano, seduto comodamente sui gradini della scuola. Sbuffò pensando che tra poche ore sarebbe dovuto andare da Deidara, di nuovo, era da quando avevano ottenuto l’incarico che non dormiva più a casa propria, ormai il letto di Deidara aveva preso la sua forma.

- Ciao, sei Pain, giusto?- una voce che non conosceva lo destò dai suoi pensieri cupi. Era una ragazza dai capelli rosa, l’aveva già notata per i corridoi, stava con il fratello di Itachi, Sasuke.
- Sì, sono Pain, che vuoi? Scusami ma sono terribilmente in ritardo…- fece lui brusco non guardandola neanche negli occhi.
- Sono Sakura Haruno, amica di Ino, la ragazza di Hidan, mi chiedevo se oggi potevo venire anche io alle prove, lei non vuole venire da sola…- fece gli occhi dolci, l’arancione sbuffò e lanciò per terra il mozzicone di sigaretta.
- Come volete. Adesso devo andare.- chiuse la conversazione asciutto avviandosi alla fermata del pullman dove aveva già visto Konan che lo aspettava. 

*la canzone citata è ovviamente Sweet child o'mine dei Guns N Roses
Ehilà, scusatemi per l’assenza ma ho avuto molto da fare, spero che il seguito interessi ancora. Premetto che la storia è già tutta scritta, quindi gli aggiornamenti, dovrebbero essere regolari. Spero nelle vostre recensioni, che mi fanno sempre enormemente felice. Beh, che dire, se siete arrivati fin qui spero vi sia piaciuta la lettura :) ah, buon Santo Stefano!!
Grazie a chi recensice:
 
Malv 16: ecco qui il seguito, spero ti interessi ancora e mi scuso personalmente per l’attesa, spero che recensirai ancora per dirmi che ne pensi di questo secondo capitolo! Bacione!
 
shikira: eccolo qui il secondo capitolo, spero ti sia piaciuto, dimmi che ne pensi! Xoxo
 
inoltre grazie anche a coloro che leggono solo e non recensiscono, ne sono ugualmente felice!
Bacioni a tutti!
ketyblack
  
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