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Autore: metaldolphin    27/12/2013    4 recensioni
Quando un gioco non è più tale, diventa una sfida, e, per dei pirati, queste sono pane quotidiano da affrontare con sangue freddo e determinazione.
O, almeno, dovrebbe essere così...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Usopp e Franky erano nascosti ormai da due giorni: la loro collaborazione aveva dato alla luce l’infernale oggetto che aveva suscitato delle vere e proprie crisi isteriche al resto della Ciurma.

Nami lo aveva Scagliato contro Sanji che, afferratolo al volo, ci si era scervellato sopra per un paio d’ore, abbandonandolo poi, irrisolto, sul cappello di Chopper, con la scusa di dover andare in cucina a preparare il pranzo.
La piccola Renna, dopo averlo esaminato a fondo, si dileguò, lasciandolo sul grembo di Robin, sdraiata a prendere il sole, che non provò nemmeno a perdere tempo con quell’impossibile rompicapo: lo affidò a Brook; anche quest’ultimo, dopo un imprecisato numero di ore e tentativi, lo lanciò verso prua.
Appollaiato al suo solito posto sulla polena, Rufy lo afferrò al volo, ma tentando di risolverlo, si annodò le dita e dovettero districarlo con pazienza e frenando in gola le peggiori bestemmie, assieme alla voglia di menarlo.
Lo raccolse Zoro, che lo trovò abbandonato sull’erba del ponte, e lo guardò con occhio critico, intensamente, quasi che davanti a lui ci fosse stato Mihawk.

A sera, l’infernale aggeggio era in bella vista sul tavolo da pranzo, risolto: il cubo era ordinatamente allineato, con le facce formate dai nove quadratini colorati al proprio posto.
Giallo, arancione, rosso, blu, verde e bianco erano stati domati e costretti ad occupare il posto che era stato loro assegnato al momento della creazione.
Nessuno ebbe il coraggio di toccarlo e si limitarono a fissarlo con reverenziale stupore, alternando lo sguardo dall’oggetto allo Spadaccino, che riposava nella solita posizione con le mani dietro la nuca.

Ci era riuscito.

Era frutto delle lunghe meditazioni?
Forse la dura disciplina imposta dalla Via della Spada era fondamentale nell’apprendere la coscienza di sé e del mondo?
Era un misterioso potere che Zoro aveva tenuto nascosto fino a quel momento? E perché l’aveva palesato solo quel giorno e non prima?

Iniziavano a guardarlo con occhi diversi, quando Nami, spinta dalla curiosità, si sporse a sfiorare il capolavoro che stava al centro dell’attenzione di tutti.

Non l’avesse mai fatto.

Una slavina di cubetti colorati si sparse sul tavolo, lasciando i presenti a bocca aperta ed occhi sgranati….

Nami, la prima a riaversi, schiantò un pugno, con tutta la forza che aveva, sul cranio dell’ancora dormiente Zoro, che si ritrovò a dover fuggire dai compagni che volevano linciarlo.

Poi una porta si aprì nel corridoio e due robuste braccia da cyborg lo tirarono dentro, al riparo delle ire del resto della Ciurma.
Franky ed Usopp gli chiesero cosa fosse accaduto.
Lo Spadaccino si strinse nelle spalle e mostrò due katane: -L’ho risolto- spiegò, credendo che gli altri fossero arrabbiati perché era riuscito dove loro avevano fallito.
E i due inventori dovettero spiegargli che il cubo doveva rimanere intero, per essere risolto correttamente...


Dedicato a tutti coloro che avrebbero voluto le spade di Zoro davanti al famoso "Cubo di Rubik"... ;)
   
 
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