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Autore: istrice_riservato    27/12/2013    2 recensioni
I fatti descritti in questa storia sono immaginari. Ogni riferimento a cose o persone reali è puramente casuale. I personaggi sono ispirati a persone realmente esistite.
“[...] Sorrideva spesso – e come una cretina – da quando il ragazzo era entrato a far parte della sua vita. Sorrideva perché la stramba sensazione che sentiva allo stomaco non riusciva a farle fare nient’altro; sorrideva perché la sua testa era perennemente tra le nuvole; sorrideva perché era dell’idea che lui riuscisse a tirare fuori il meglio di lei – a parte quando la faceva arrabbiare, perché lì le tirava fuori proprio il peggio – ; sorrideva perché, forse, era semplicemente innamorata. [...]”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A BlueWhatsername, perché se la merita
e perché è tanto innamorata del suo bel morettino.
(Anche se, con voi, non lo ammetterà mai.) 





Con i muscoli completamente intorpiditi, Serena si alzò dal divano e si stiracchiò appena.
« Dove vai? » le chiese Zayn, pigro.
La ragazza si voltò verso di lui e lo fissò, la testa leggermente inclinata verso destra: era proprio bello, niente da fare. Erano belli i suoi occhi, che la stavano puntando di rimando, contornati dalle lunghe ciglia scure; erano belli i suoi capelli corvini, disordinati per via della serata passata accoccolati l’uno all’altra; ed era bello anche il resto del suo corpo magro, stravaccato sul divano.
« Sono stanca, vado a letto » gli rispose Serena, senza smettere per un attimo di guardarlo.
« Aspettami, vengo con te ».
Lei gli sorrise, prima di incamminarsi verso la stanza da letto. Il suo sorriso poi si allargò sempre di più, sentendo il rumore ovattato dei passi del moro che la seguivano. Era un po’ come avere una seconda ombra, ma non le dispiaceva affatto, anzi. Le piaceva da morire quando lui la seguiva, di sua spontanea volontà, ovunque lei andasse perché le donava un senso di strana sicurezza.
Non appena raggiunse la camera da letto, Serena iniziò a svestirsi per poter poi indossare il pigiama. Udì Zayn fare lo stesso ed il sorriso che aveva messo su prima non abbandonò nemmeno per un secondo le sue labbra. Sorrideva spesso – e come una cretina – da quando il ragazzo era entrato a far parte della sua vita. Sorrideva perché la stramba sensazione che sentiva allo stomaco non riusciva a farle fare nient’altro; sorrideva perché la sua testa era perennemente tra le nuvole; sorrideva perché era dell’idea che lui riuscisse a tirare fuori il meglio di lei – a parte quando la faceva arrabbiare, perché lì le tirava fuori proprio il peggio – ; sorrideva perché, forse, era semplicemente innamorata.
Si girò giusto in tempo per vedere il moro che, in mutande, si stava infilando sotto le coperte. Deglutì pesantemente realizzando in che condizioni quello fosse – non che così non l’avesse mai visto, ma lo scompenso fisico/psichico/ormonale c’era sempre – e poi aprì bocca per parlare.
« Spero che tu non abbia idea di dormire in quelle condizioni ».
« Perché? Cosa c’è che non va? » domandò Zayn, lasciando cadere il lembo di coperte che aveva tra le mani e guardandosi. « Ci dormo sempre così e non te ne sei mai lamentata ».
Serena si allungò verso la sedia poco distante da lei ed acciuffò la maglia tutta stropicciata che vi si trovava sopra. « Dormi con questa, di solito, idiota! » e gliela lanciò contro, facendo sì che il ragazzo la prendesse al volo.
« Ma è caldo! » si lagnò lui, « Non posso dormire così? »
« O ti metti la maglia, o dormi sul pavimento. A te la scelta ».
« E se poi mi ammalo? »
La ragazza incrociò le braccia al petto. Questo era giocare sporco e lei lo sapeva anche troppo bene.
« Se poi ti ammali, ti arrangi ».
« Donna senza cuore » borbottò Zayn. Si mise poi sotto le coperte, ovviamente senza nient’altro addosso che non fossero le sue mutande.
« Zayn! Infilati immediatamente quella maglia! » gli strillò contro, mentre finiva di indossare il suo pigiama blu con le maniche fucsia. Adorava dormirci, con quel pigiama, soprattutto perché era morbido, caldissimo e perché le andava appena un po’ grande, dandole così la libertà di raggomitolarcisi all’interno mentre dormiva.
Il moro incrociò le braccia sotto la testa, sorridendo birichino. « Mmh… No ».
Serena puntò i piedi a terra, seccata dal comportamento del ragazzo. « Senti, non ho la forza psicologica di incazzarmi con te e le tue manie da prima donna mestruata e con il tacco scomodo, quindi – infilò le ciabatte e raccolse i capelli ricci in un laccetto – fai un po’ quello che ti pare, ma sappi che, se torno dopo essermi struccata e tu non ti sei ancora messo la maglia, il pavimento ti attende ».
« Non è giusto » piagnucolò Zayn.
« Oh, sì che è giusto. Altroché se è giusto » e la ragazza uscì dalla stanza, lasciando l’altro a borbottare in completa solitudine.
Tornò una decina di minuti più tardi, dopo essersi struccata, essersi lavata bene la faccia ed essersi data un lieve strato di crema idratante. Nella stanza, illuminata solamente dalla luce fioca dell’abat-jour che c’era sul suo comodino, regnava il silenzio più totale e, se non fosse stato per il ciuffo di capelli corvini che spuntava da sotto le coperte, facendo netto contrasto con l’azzurrino delle lenzuola, avrebbe creduto di essere sola. Camminò fino alla sua parte di letto, si sciolse i capelli legati in precedenza, si mise sotto le coperte e spense la luce, dopodiché si raggomitolò su se stessa, facendosi il più piccola possibile.
Zayn ridacchiò, stando però attento a non farsi sentire da Serena che, altrimenti lo avrebbe ripreso. Adorava il modo in cui lei, ogni sera, si rannicchiava in quella buffa maniera sotto le coperte, per via della sua paura del buio. Gli dava quasi l’idea di dormire con un gomitolo – forse giusto un pelo troppo grande rispetto al normale – di fianco.
« Guarda che lo so che stai ridendo di me, non credere » mormorò la ragazza.
« Non sto ridendo di te ».
Serena si rigirò nel letto, in modo da trovarsi faccia a faccia con lui e gli tirò un calcio in una gamba. « Sei un bugiardo, Malik ».
« Io non sono un bugiardo » replicò il moro, massaggiandosi con una mano la parte colpita.
« Ah, no? E allora perché sento un tono divertito nella tua voce? »
Zayn smise di cercare di alleviare il dolore alla gamba – visto che quello sembrava proprio non voler passare – e cercò con la mano quella di Serena. La trovò dopo qualche tentativo e la unì alla sua, incastrando le sue dita lunghe tra gli spazi di quelle di lei.
« Non iniziare con i tuoi stupidi giochetti adesso, perché non attaccano ».
Il moro sospirò. « Sappiamo bene entrambi che hai paura del buio, quindi smetti di fare la coraggiosa » l’ammonì.
Serena s’imbronciò. Era stata una bella botta all’orgoglio, quella. Lei non aveva paura del buio, ne era solo un po’… intimorita. Ed il bello era che lei non aveva mai avuto quel timore prima di allora.
« Ok, forse ho un po’ paura del buio » ammise la ragazza, mentre Zayn le stringeva la mano e ne accarezzava leggermente il dorso con il pollice.
« Solo un po’? »
« Sì, solo un po’. E non provare ad insistere come tuo solito ».
Il moro rimase in silenzio dopo quella frase, prendendosi un attimo per valutare bene da che parte ‘attaccare’ il muro che la ragazza si stava costruendo intorno. Se avesse trovato le falle di quella costruzione, l’avrebbe fatto crollare in un batter d’occhio, quel muro. Se, invece, avesse sbagliato i suoi calcoli, l’avrebbe solamente allontanata ancora di più da lui.
« Ti va di venire un po’ più vicina a me? » le domandò.
Serena spalancò gli occhi, a quella richiesta. Portò il suo sguardo sul viso di Zayn e lo guardò – ora che le sue pupille si erano abituate al buio riusciva a distinguere bene i contorni della sua figura – , notando come i suoi occhi brillassero di luce propria per via della richiesta che le aveva fatto. Poi si spostò di una manciata di centimetri, non di più, verso di lui.
« Un altro pochino? » tentò ancora il moro.
La ragazza roteò gli occhi e l’accontentò di nuovo. « Ora basta, però » annunciò « Lo sai meglio di me che ho paura… »
« … Del buio? »
« … Di disturbarti, idiota ».
« Ma tu non disturbi, lo sai » la tranquillizzò Zayn. « Comunque, visto che tu hai paura, vorrà dire che ci penserò io » e, passandole il braccio libero intorno alla vita, l’attirò a sé.
Serena rimase senza fiato per un brevissimo istante, sentendo il calore emanato dal quel corpo ormai così vicino al suo. Poi, dopo essersi rilassata, ci si accoccolò contro, appoggiandogli la testa sul petto, in modo da sentire il battito regolare del suo cuore. Solo dopo un po’ che si trovavano in quella posizione si rese conto che il moro, alla fine, aveva indossato la maglia e sorrise di quel particolare.
« L’hai messa, alla fine » mormorò, quasi sovrappensiero, « La maglia, dico ».
« Beh, diciamo che l’idea di dormire sul pavimento non era proprio allettante ».
« Grazie » gli sussurrò pianissimo. Poi, dopo diversi minuti di assoluto silenzio disse: « Sai, mi piace sentire il battito del tuo cuore. È una cosa che mi rilassa e che mi aiuta ad addormentarmi ».
« Sul serio? »
« Sì, sul serio » ammise Serena. « Sai, di solito dormo con il polso in cui porto l’orologio vicino al viso, perché il suo ticchettio mi culla e mi fa addormentare e… E il battito del tuo cuore mi fa lo stesso identico effetto ».
« A me, invece, è l’accarezzare i tuoi capelli che mi aiuta ad addormentarmi... Posso farlo? »
A quella richiesta, la ragazza sentì il respiro venirle meno. Lo sapeva già da tempo che al moro piacesse accarezzarle i capelli, ma non aveva mai pensato al fatto che lo facesse perché lo aiutava ad addormentarsi. Per di più, il tono che aveva usato per fare quella dichiarazione era stato qualcosa di bellissimo, un po’ come la sensazione strana – ma bellissima – che aveva preso il pieno controllo del suo stomaco.
« Considerando che io sto momentaneamente usufruendo del battito del tuo cuore per addormentarmi – alzò la testa dal suo petto e ci puntò contro il mento per poterlo guardare dritto negli occhi – , direi che sì, puoi accarezzarmi i capelli, se ti va » gli concesse. « Però ho alcune condizioni da importi: devi farlo con delicatezza e, soprattutto, non con la mano verso il collo, perché mi dà alquanto fastidio – tu prova anche solo a farlo ed io ti stacco la mano e poi ti ci schiaffeggio, Malik. E, se non ti attieni a tutte queste condizioni, ti giuro che preferisco dormire rannicchiata nella mia parte di letto per la paura del buio ».
« D’accordo, agli ordini ».
Serena rabbrividì nel momento in cui Zayn infilò una mano tra i suoi capelli e si strinse un po’ più a lui, facendolo ridacchiare. Chiuse gli occhi, beandosi delle sue carezze leggere e delicate, proprio come lei gli aveva detto, fino al momento in cui percepì un altro movimento che non le piacque per niente, almeno non in quel momento.
« Fossi in te, terrei ferma quella mano, Malik » lo ammonì severa « E no, non sto parlando di quella che hai tra i miei capelli, ma di quella che mi hai appena messo sulla gamba ».
« Questa non è nelle condizioni che mi hai imposto prima, però ».
« L’ho aggiunta adesso » tagliò corto Serena. « E sii delicato, perché mi stai facendo venire i brividi e ho bisogno di abituarmi alla sensazione della tua mano tra i miei capelli ».
Calò il silenzio per un bel po’ di tempo, dopo quella frase. Silenzio interrotto solo dai loro respiri, dai battiti sincronizzati dei loro cuori e dal lievissimo frusciare delle coperte ad ogni loro movimento. E tutto quanto durò fino al momento in cui Serena si sollevò di scatto dalla sua posizione e andò a mordicchiare una guancia di Zayn, per poi strizzargliele entrambe e tornare al suo posto, ridendo divertita.
« Ahia, ma che cazzo… Perché l’hai fatto? »
Lei si strinse appena nelle spalle, poi disse: « Così… Mi andava di farlo » e riprese a ridere, di nuovo.
Il moro, pazientemente, attese che la ragazza finisse di ridere. Quando però, dopo diversi minuti, quella non accennava ancora a fermarsi, decise di mettere in atto il piano un po’ cattivello, che gli era appena passato per il cervello, per farla smettere. Le mise una mano sul fianco e la scrollò appena per attirare la sua attenzione.
« Ehi, ehi » le sussurrò pianissimo « Guarda… »
« Dove? »
« Là, nell’angolo… Non lo vedi anche tu? » continuò Zayn.
Serena alzò la testa, mentre un leggero tremolio si impossessava del suo corpo. « Co-cosa? » balbettò intimorita, cercando di scorgere qualcosa in mezzo al buio. Poi, dopo una rapida occhiata, si accucciò contro il corpo del moro e si tirò le coperte fin sopra la testa.
« C’è qualcosa là, dico sul serio ».
« Zayn, smettila. Mi stai facendo paura » piagnucolò lei.
« Sono serio, te lo giuro. C’è veramente qualcosa nell’angolo ».
« Ok, ma cosa c’è? » chiese di nuovo Serena. Dal tono di voce che aveva, avrebbe potuto benissimo mettersi a piangere da un momento all’altro.
« C’è… C’è che non c’è niente, Serena! »
Dopo quell’esclamazione, la ragazza riapparve velocemente da sotto le lenzuola e colpì il moro con un pugno al centro del petto, abbastanza forte da riuscire a mozzargli il fiato. « Sei proprio un deficiente, un idiota! » gli urlò contro e provò a colpirlo ancora, ma venne bloccata.
« Avanti, era solo uno scherzo… Non te la prendere! » tentò di calmarla lui.
« Era proprio uno scherzo di pessimo gusto, il tuo! Lo sai che ho paura del buio! » continuò ad urlare Serena, con il cuore che le batteva a mille per la paura e per la rabbia. « Fallo di nuovo e ti taglio la test- » disse ancora, ma non riuscì a portare a termine la sua minaccia, poiché Zayn l’aveva presa per il colletto del pigiama e l’aveva attirata a sé, per poterla baciare.
Quando il moro la baciava era come se, in un certo senso, riuscisse a domarla. Insomma, Serena era sempre lì, sull’attenti, sulla difensiva, pronta a scattare in caso qualcosa non le andasse bene ma, quando Zayn la baciava, lei crollava. E la stessa cosa fece anche quella volta quando, staccandosi da lui, sospirò leggermente.
« Io… Scusa, mi dispiace se ti ho spaventato con quel mio stupido scherzo ».
« Prometti che non lo fai più? »
« Lo prometto ».
« Lo giuri? »
Il moro ridacchiò, accarezzandole una guancia. « Lo giuro ».
E Serena tornò ad accoccolarsi contro di lui, con la testa sul suo petto, per sentire il battito del suo cuore, così come Zayn le portò di nuovo una mano tra i capelli, per accarezzarglieli.







 
N d A
Buongiorno fandom! *saluta tutti*
Mi presento qui, in questa mattina del 27 dicembre 2013, per postare un’OS molto… speciale, perché la personcina a cui è dedicata è speciale. (Perdonami, ma non potevo non fare questa battuta dopo che avevo già scritto “speciale”. Mi è proprio uscita spontanea, capisci? :3) Sì, insomma… è dedicata a questa personcina, che non è altro che una certa Serena (Se ve lo state chiedendo: sì, è la stessa della storia) ed io spero che le sia piaciuta, perché sono davvero in ansia all’idea che lei legga questa cosa che ho scritto apposta per lei. E spero anche che non abbia pianto troppo leggendola. <3
Oddio… Sono così in ansia che sto facendo fatica pure a scrivere queste note O.O (E sto pure scrivendo un mare di cavolate, ma fingiamo che non sia vero.)
Ovviamente, oltre che a lei, spero sia piaciuta anche a chiunque altro l’abbia letta. E mi dileguo, visto che non so più che caspiterina dire.
Arrivederci. <3
 
PS: Colgo l
’occasione per augurare a tutti quanti un Buon Natale (nonostante sia già passato) e un Buon Anno nuovo. <3
   
 
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