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Autore: Aika Morgan    27/12/2013    7 recensioni
Il giorno del suo nono compleanno, Amelia aveva fatto una scoperta incredibile: quel pezzetto di muro scrostato accanto al suo cuscino - quello che poteva vedere solo quando era coricata perché nascosto in parte dal materasso e dal piumone colorato - non era una scrostatura qualunque.
Quella scrostatura era un disegno: qualcuno - chi?!? - vi aveva impresso la forma del muscoloso, e a dirla tutta un po' sgorbio, braccio di Braccio di Ferro. Amelia ne rimase affascinata e si chiese come fosse possibile fare una cosa del genere su quella parte di muro difficile da raggiungere, ma non riuscì a trovare una risposta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di stanze vuote e muri scrostati.

 


 

A Roxar e FinnAndTera

e a chi vede i disegni

nelle scrostature del muro.


 

Il giorno del suo nono compleanno, Amelia aveva fatto una scoperta incredibile: quel pezzetto di muro scrostato accanto al suo cuscino - quello che poteva vedere solo quando era coricata perché nascosto in parte dal materasso e dal piumone colorato - non era una scrostatura qualunque.

Quella scrostatura era un disegno: qualcuno - chi?!? - vi aveva impresso la forma del muscoloso, e a dirla tutta un po' sgorbio, braccio di Braccio di Ferro. Amelia ne rimase affascinata e si chiese come fosse possibile fare una cosa del genere su quella parte di muro difficile da raggiungere, ma non riuscì a trovare una risposta.

Poi, guardando con attenzione, si rese conto che sì, quella era la pipa di Braccio di Ferro e che dietro di lui c'era persino la sagoma di Olivia, la sua fidanzata.

(A dirla tutta Amelia trovava antipatica, ma se Braccio di Ferro la amava erano affari suoi, no?)

Continuò a guardare quella figura per anni, scoprendo che Braccio di Ferro sembrava stare per colpire la testa di un drago, drago che un po' aveva la forma di Svezia, Norvegia e Finlandia, e immaginò che ci fosse anche una strega a cavallo di una scopa e che...

Raccontò a sua madre dell'incredibile scoperta, ma lei non vide nulla di tutto ciò che Amelia le aveva descritto. La bambina scrollò le spalle, dicendosi che era perché la mamma guardava il muro da lontano, non dalla sua posizione privilegiata sul cuscino.

Continuò a guardare per anni Braccio di Ferro e la sua lotta contro il drago, aggiungendo sempre nuovi particolari nella sua mente. Qualche volta tentò anche di convincersi che quel disegno non era davvero nient'altro che una scrostatura del muro, ma no, Braccio di Ferro era sempre lì e, con tutta probabilità, non avrebbe mai cambiato forma.

 

***

 

Quindici anni dopo.

 

Amelia entrò nella casa vuota, trovandola più fredda di come la ricordava.

Era tutto buio, una lampadina penzolava ancora dal soffitto del corridoio, ma la luce che ne proveniva era assai diversa da quella che aveva visto fino alla settimana precedente, perché era insufficiente ad illuminare tutto come si deve.

Faceva uno strano effetto vedere vuota la casa in cui aveva vissuto per ventisei anni, ventisei anni che l'avevano riempita di ricordi che poi erano entrati dentro quaranta sacchi e trenta scatoloni nel giro di tre settimane.

Si soffermò davanti allo studio, ricordando che lì dentro aveva imparato ad usare la sua fantasia trasformandola in parole di inchiostro virtuale. Lì aveva scoperto quanto erano belli i telefilm e quanto invece i videogame non sarebbero mai stati roba adatta a lei.

 

(E poi...)

 

Amelia entrò nella sua stanza, provando la sensazione di chi vi rientrasse dopo un lungo viaggio e, nonostante fosse vuota, immaginò di vederla così come era sempre stata, con i mobili bianchi e fuxia che invece adesso erano andati a riempire un'altra stanza.

Lo sguardo le cadde sul muro scrostato, quello con quel Braccio di Ferro di cui aveva inventato centinaia di storie da piccola. Si inginocchiò a terra e cercò di individuarne la sagoma, girando la testa di lato per individuarla meglio ma, dopo qualche attimo, si rese conto di non essere più in grado di vederlo.

Cercò la testa del drago, e il naso adunco della strega, ma tutto sembrava essere svanito, la scrostatura era diventata – o forse era rimasta – tale e di Braccio di Ferro non era rimasto nient'altro che una macchia che per nulla assomigliava al suo braccio muscoloso e un po' sgorbio.

Amelia prese il cellulare e scattò una, due, tre fotografie: con calma, riguardandole al computer, era certa che avrebbe ritrovato i personaggi di quand'era piccola, che l'avrebbero sicuramente perdonata per non aver creduto in loro solo per non averli visti qualche attimo.

La richiamarono perché era giunto il momento di chiudersi per sempre il portone di quella casa alle spalle: Amelia disse che stava arrivando, si rialzò e, con un sorriso malinconico, fece un gesto di saluto rivolto al muro, sentendosi un po' sciocca, ma perdonandosi subito per quel momento di infantilità, perché ne aveva bisogno per dire addio a loro, Braccio di Ferro, la strega e il drago, che, anche se non li avrebbe più rivisti, sarebbero rimasti per sempre parte dei suoi ricordi più belli.

 

 

 

______

 

Niente, è tutto liberamente (ma anche no) ispirato ad una storia vera :) Braccio di Ferro, la strega e il drago esistono davvero, potete provare a vederli voi nella foto di quel muro che vedete ad inizio della storia, magari ditemi dove sono, così li faccio ritrovare ad Amelia.

 

Amelia è in un certo senso un omaggio ad Amy Pond e alla crepa sul muro di Doctor Who, anche se una crepa e una scrostatura sono due cose diverse.

 

Spero che questa storia vi abbia un po' coinvolto, se è così, una recensione non fa mai male, anzi apre il cuore <3

 

Un bacio e auguri in anticipo di buon anno,

 

Aika.

 

 


 

   
 
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