Era il 19 marzo, e la primavera stava arrivando. Passo dopo passo, il freddo invernale lasciava posto alla dolce freschezza primaverile. Quel giorno, io e i miei amici eravamo andati in spiaggia a rilassarci. Anne e John erano andati a farsi un bagno, Marc e Freddie erano a giocare a palla. Io ed Harry eravamo soli. Lui era il mio migliore amico, ma era anche la persona più bella che conoscessi. I suoi capelli ricci erano neri, e i suoi occhi verdi erano due rubini,così splendenti da potercisi specchiare. Improvvisamente lui si girò verso di me, e il suo volto era a pochi centimetri dal mio. Mi fissò per qualche istante, e poi iniziò a cantare una strana melodia. Dalla sua espressione divertita capii che voleva cantassi insieme a lui, ma ero completamente imbarazzata. Io e lui su una spiaggia, da soli. Non ero assolutamente sicura dei miei sentimenti verso di lui, e quando mi innamoro sono davvero impacciata. Come direbbe mio padre 'come un elefante in una cristalleria’. "No Harry, no!", riuscii a dire ridendo. I suoi occhi si illuminarono ancora di più, e mentre continuava a cantare allegro e spensierato, i gabbiani solcavano felici il cielo. Così, mi feci prendere per mano da lui,e iniziai a seguire quelle dolci note. " She walks in and the room just lights up. But she don’t want anyone to know that I’m the only one that gets to take her home.. Take her home ". Le sue bellissime labbra erano da qualche centimetro dalle mie. Così, cercai di respingerlo:credevo di amarlo, ma non volevo rovinare la nostra bellissima amicizia. Non so come, ma i suoi occhi mi catturavano e iniziai a cantare insieme a lui: " But every time I tell her that I want more. She closes the door". Harry mi prese per mano, e iniziò a correre con me di fianco. Non faceva altro che sorridermi mostrando quelle meravigliose fossette. Improvvisamente, inciampò nelle dune di sabbia, sfiorando l'acqua così limpida del mare. Io mi sedetti davanti a lui, e iniziammo a ridere come due idioti. Tra quelle risate traspariva la consapevolezza di un'amore profondo: il nostro. Lui si fece serio, e si avvicinò a me. "Hai ancora paura, tesoro?" Perchè me lo stava chiedendo? Mi aveva chiamata ‘tesoro’. Il mio cuore non era pronto ad una simile emozione. 'Erano le stesse parole della canzone', ragionai. E fu in quel momento che riconobbi quel dolce ritmo. Era quella la melodia che ci aveva fatti incontrare. Quella era la nostra canzone. "No, Harold. Se sto insieme a te, so di non aver paura, so di poter vincere qualunque battaglia". Allo sentire quelle parole, Harry si avvicinò ancora di più a me, mi accarezzò un fianco, e iniziò a baciarmi un orecchio. Tutto quello che riuscii a dire fu: "H..H..Ha..Harry.." Lui si ritrasse, e mi guardò imbarazzato. Non resistetti a guardarlo con quello sguardo così triste, e gli stampai un dolce bacio sulle labbra. Riuscii ad assaporarle, secondo per secondo. Lui era tutto ciò che avevo sempre desiderato. Non ci fu bisogno di dire altro, oramai l'uno aveva dichiarato il suo amore e desiderio per l'altro. Mi fece stendere sulla sabbia, e iniziò ad accarezzarmi dappertutto. Sentivo la sua mano dietro la schiena, e un'altra accarezzarmi un fianco. Continuavamo a baciarci senza sosta, come se fossimo in astinenza dell'altro da un'eternità. E fu così per ore ed ore. Lui non era riuscito a entrarmi solamente nel cuore, ma anche nel mio corpo. Non era stato sesso il nostro, ero sicura che lo chiamassero amore. - E poi mi svegliai, in un letto. Guardai i muri, non erano quelli di casa mia... Cosa era successo?