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Autore: Kitsunetsuki    27/12/2013    0 recensioni
Che cosa si ritrova a dover vivere una ragazza debole, debolissima vittima di insulti, prese in giro da parte dei suoi compagni?
Non sono le parole che contano ma i fatti.
Fa più male un insulto di un pugno.
Fatti, pugni. Parole, insulti. Cosa conta realmente? Che cosa pesa di più?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi guardo le mani, tremano.
Le apro e tengo le dita tese, una goccia cade sul palmo e il tremore non fa altro che aumentare quindi chiudo di scatto le mani per fermarlo.

Io non sono debole, penso. Ma chi voglio prendere in giro? Fa male.

Mi alzo infuriata dal letto per via di quella che dovrebbe essere rivelazione ma che non è altro che uno dato di fatto.
Sento risate rimbombarmi nelle orecchie.

«Guardatela! Guardate come frigna!» Urla nella mia testa e poi aggiunge sussurrando «Mi fai schifo.»

Raggiungo la cassettiera, strattono con tutta la forza che ho la maniglia del primo cassetto e butto tutto quello che mi trovo tra le mani per terra.

Dove cazzo sei?

Trovo la videocamera infondo al cassetto, la prendo e la rigiro tra le mani sorridendo.

«Che cazzo ti ridi? Chiudi quella fogna che hai i denti storti» mi riprende la stessa voce.

Vado in bagno, appoggio la videocamera sul lavandino quindi mi siedo sul bordo della vasca e giro lo schermo per potermi vedere.

Io non ho i denti storti, ho tolto l’apparecchio due anni fa, prima di trasferirmi all’inferno.
Ma lo dicono tutti quanti, forse il dentista non ha fatto bene il suo lavoro.

Premo play e mi sfugge una risata isterica.

«Ma guardati! Sei uno scherzo della natura: prima piangi e poi ridi» commenta velenosamente la voce

Loro ne capiscono più di un dentista laureato, loro riescono a farti credere di essere grassa quando invece il tuo indice di massa corporea è 17, loro potrebbero persino farti credere di avere la pelle verde.

Alzo lo guardo e mi vedo allo specchio.

La pelle è rosa, ho due occhi e una bocca con dei denti dritti.
Cosa fa di me uno scherzo della natura? Cosa li spinge a fare quei commenti?
Deve pur esserci un fondo di verità! Non capisco. Lo capiscono che fa male?!

«Non ti scaldare, salame. Lo diciamo per il tuo bene» riecheggia nella testa la sua voce melensa

Il mio bene? Ma se mi fa male? Perché mi fa male se è per il mio bene?

«Tu non capisci un cazzo!» ringhia

È vero. Non sto capendo niente ed è colpa mia.
È per questo che sono uno scherzo della natura: non capisco cosa è vero da cosa è menzogna.

Continuo a guardare il mio riflesso e per un attimo vedo i suoi occhi da vipera che mi guardano con disprezzo.

Capisco perché lo fa finalmente, è colpa mia. È sempre stata colpa mia, sono io quella che non capisce niente.

Sorrido contenta al mio riflesso ma dopo aver visto i miei denti storti, chiudo la bocca in una linea dritta, severa.

L’hanno fatto per il mio bene, l’hanno fatto per non rendermi ridicola. Li ho sempre delusi, sempre. Ed è colpa mia.

Mi ricordo della videocamera e penso a quando volevo fare l’attrice prima di trasferirmi ma adesso non sto recitando, non sto seguendo un copione e non sto nemmeno improvvisando una farsa, adesso è tutto vero. Adesso la videocamera sta registrando tutte le emozioni che entrano, mi confondono ed escono, una dopo l’altra.
Tutte le mie espressioni del volto e i miei sospiri saranno in quel video senza parole.

Non sono le parole che contano ma i fatti.
Fa più male un insulto di un pugno.
Fatti, pugni. Parole, insulti. Cosa conta realmente? Che cosa pesa di più?

Tutta la sicurezza acquisita poco fa è svanita, come se non ci fosse mai stata, lasciando alle sue spalle il caos totale.

Le parole fanno male. E questo l’ho testato sulla mia pelle, ma non si è fermato lì. È entrato dentro le vene, è dappertutto il dolore, ha lasciato un’invisibile traccia indelebile.
Perché ha detto che era per il mio bene?
Ricordo una frase letta in un libro, qualcosa come: a volte il dolore è per un bene più grande.
Dolore è bene? Dolore e bene? Dolore è un mezzo per arrivare al bene? Ma qual è il bene più grande?
«Se tu morissi faresti un favore all’umanità!» aveva detto quel giorno in classe quando mi ero offerta a portare in infermeria una compagna per farle un favore.
Lo sapeva, lo ha sempre saputo qual era il bene più grande e me lo aveva pure detto.

«Devo morire» sussurrai inconsciamente

Il bene più grande avrebbe dato un senso al dolore che avevo patito, avrebbe dato un senso alla mia esistenza.

fio.jpg

Salve bella gente! Finalmente (o forse no?) dopo 4 anni di inattività sono tornata.
Ma visto che neanche prima ero conosciuta facciamo finta che questa sia la prima OS che scrivo. Uuuuuh come sono emozionata!
Dopo essermi sparata via endovena Disconnected e mezzo Bullied, interrotto per troppe emozioni, ho sfornato ‘sta roba.
Spero di non aver sottovalutato il problema del bullismo, se l’ho fatto ne sono inconsapevole e mi scuso.
Ognuno ha il diritto di dire la propria e apprezzerei moltissimo ogni vostra opinione, che sia positiva o negativa.
Forse quelle negative un po’ meno, ma c’est la vie.
Nel caso voi abbiate un irrefrenabile desiderio di stalkerarmi potete trovarmi su Tumblr.

Il libro di cui parlo è Divergent di Veronica Roth.

xx Fair

  
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