Mi
guardo le mani, tremano.
Le apro e tengo le dita tese, una goccia cade sul palmo e il tremore
non fa
altro che aumentare quindi chiudo di scatto le mani per fermarlo.
Io
non sono debole,
penso. Ma chi voglio prendere in giro? Fa
male.
Mi
alzo infuriata dal letto per via di quella che
dovrebbe essere rivelazione ma che non è altro che uno dato
di fatto.
Sento risate rimbombarmi nelle orecchie.
«Guardatela!
Guardate come frigna!» Urla nella mia
testa e poi aggiunge sussurrando «Mi fai schifo.»
Raggiungo
la cassettiera, strattono con tutta la forza
che ho la maniglia del primo cassetto e butto tutto quello che mi trovo
tra le
mani per terra.
Dove
cazzo sei?
Trovo
la videocamera infondo al cassetto, la prendo e
la rigiro tra le mani sorridendo.
«Che
cazzo ti ridi? Chiudi quella fogna che hai i denti
storti» mi riprende la stessa voce.
Vado
in bagno, appoggio la videocamera sul lavandino
quindi mi siedo sul bordo della vasca e giro lo schermo per potermi
vedere.
Io
non ho i denti storti, ho tolto l’apparecchio due anni fa,
prima di trasferirmi
all’inferno.
Ma lo dicono tutti quanti, forse il dentista non ha fatto bene il suo
lavoro.
Premo
play e mi sfugge una risata isterica.
«Ma
guardati! Sei uno scherzo della natura: prima
piangi e poi ridi» commenta velenosamente la voce
Loro
ne capiscono più di un dentista laureato, loro riescono a
farti credere di
essere grassa quando invece il tuo indice di massa corporea
è 17, loro
potrebbero persino farti credere di avere la pelle verde.
Alzo
lo guardo e mi vedo allo specchio.
La
pelle è rosa, ho due occhi e una bocca con dei denti dritti.
Cosa fa di me uno scherzo della natura? Cosa li spinge a fare quei
commenti?
Deve pur esserci un fondo di verità! Non capisco. Lo
capiscono che fa male?!
«Non
ti scaldare, salame. Lo diciamo per il tuo bene»
riecheggia nella testa la sua voce melensa
Il
mio bene? Ma se mi fa male? Perché mi fa male se
è per il mio bene?
«Tu
non capisci un cazzo!» ringhia
È
vero. Non sto capendo niente ed è colpa mia.
È per questo che sono uno scherzo della natura: non capisco
cosa è vero da cosa
è menzogna.
Continuo
a guardare il mio riflesso e per un attimo vedo
i suoi occhi da vipera che mi guardano con disprezzo.
Capisco
perché lo fa finalmente, è colpa mia.
È sempre stata colpa mia, sono io quella
che non capisce niente.
Sorrido
contenta al mio riflesso ma dopo aver visto i
miei denti storti, chiudo la bocca in una linea dritta, severa.
L’hanno
fatto per il mio bene, l’hanno fatto per non rendermi
ridicola. Li ho sempre
delusi, sempre. Ed è colpa mia.
Mi
ricordo della videocamera e penso a quando volevo
fare l’attrice prima di trasferirmi ma adesso non sto
recitando, non sto
seguendo un copione e non sto nemmeno improvvisando una farsa, adesso
è tutto
vero. Adesso la videocamera sta registrando tutte le emozioni che
entrano, mi
confondono ed escono, una dopo l’altra.
Tutte le mie espressioni del volto e i miei sospiri saranno in quel
video senza
parole.
Non
sono le parole che contano ma i fatti.
Fa più male un insulto di un pugno.
Fatti, pugni. Parole, insulti. Cosa conta realmente? Che cosa pesa di
più?
Tutta
la sicurezza acquisita poco fa è svanita, come se
non ci fosse mai stata, lasciando alle sue spalle il caos totale.
Le
parole fanno male. E questo l’ho testato sulla mia pelle, ma
non si è fermato
lì. È entrato dentro le vene, è
dappertutto il dolore, ha lasciato
un’invisibile traccia indelebile.
Perché ha detto che era per il mio bene?
Ricordo una frase letta in un libro, qualcosa come: a volte il dolore
è per un
bene più grande.
Dolore è bene? Dolore e bene? Dolore è un mezzo
per arrivare al bene? Ma qual è
il bene più grande?
«Se
tu morissi faresti un favore
all’umanità!» aveva
detto quel giorno in classe quando mi ero offerta a portare in
infermeria una
compagna per farle un favore.
Lo sapeva, lo ha sempre saputo qual era il bene più grande e
me lo aveva pure
detto.
«Devo
morire» sussurrai inconsciamente
Il
bene più grande avrebbe dato un senso al dolore che avevo
patito, avrebbe dato
un senso alla mia esistenza.
Salve
bella gente! Finalmente (o forse no?) dopo
4 anni di inattività sono tornata.
Ma visto che neanche prima ero conosciuta facciamo finta che questa sia
la prima
OS che scrivo. Uuuuuh come sono emozionata!
Dopo essermi sparata via endovena Disconnected e mezzo Bullied,
interrotto per troppe emozioni, ho sfornato ‘sta
roba.
Spero di non aver sottovalutato il problema del bullismo, se
l’ho fatto ne sono
inconsapevole e mi scuso.
Ognuno ha il diritto di dire la propria
e apprezzerei moltissimo ogni vostra opinione, che sia
positiva o negativa.
Forse quelle negative un po’ meno, ma c’est la vie.
Nel caso voi abbiate un irrefrenabile desiderio di stalkerarmi
potete trovarmi su Tumblr.
xx
Fair