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Autore: YouOnlyLiveOnce_Anna    27/12/2013    1 recensioni
Gemma Harvey è una sedicenne che vive a Bradfor, sola, perchè i suoi genitori sono morti un incidente automobilistico. A scuola conosce Zayn Malik, che ha un anno più di lei. I due iniziano a conoscersi, diventano amici quasi subito, legati dal loro amore per la musica. Però quell'estate, Zayn deve andare ad X Factor, e nè lui nè Gemma possono prevedere cosa gli sta per accadere...
[Dal capitolo 2]
Zayn si sedette davanti a me sul tavolo della cucina e iniziammo a mangiare.
“Stavo pensando...” dissi quando avemmo finito “...Ma se tipo ad X Factor vinci e diventi famosissimo, tornerai mai a Bradfor?”
“È impossibile che io vinca X Factor , Gemma.”
“Perchè? Canti da favola.”
“Sì ma... c’è tanta gente che canta meglio di me...”
“Il giorno in cui diventerai una pop star ne riparleremo.” Conclusi ridendo.
[Dal capitolo 3]
“Non ti dimenticherò mai, Zayn.”
“Nemmeno io, Gemma. Sei stata una persona importantissima per me, forse l’unica vera amica che io abbia mai avuto.”
“Zayn, per favore non mi abbandonare. Ti prego, promettimi che non mi scorderai. Promettimi che tornerai indietro.”
“Te lo prometto, Gemma. Devo andare ora. Ci vediamo presto, davvero.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno

 
Ed eccomi di nuovo in ritardo.
Bussai forte alla porta dell’aula, e sentii la voce acida della prof dire qualcosa tipo ‘Avanti’ e la spinsi verso l’interno della stanza. Venticinque facce si girarono verso di me.
“Ancora in ritardo, Harvey?”
“Prof, mi scusi... la sveglia non ha suonato e...”
“Vai a sederti al tuo posto che ti sei già persa un quarto d’ora di fisica.”
“Okay...”
Mi incamminai verso il mio banco in fondo alla classe, nell’angolino più lontano e invisibile... anche se avessi voluto, non sarei mai riuscita a seguire la lezione. Ma tanto non mi interessava per niente fisica, avevo la media del 2,3 in fisica e del 2,4 in matematica e geometria. Nah... a me piacevano le lettere, le parole, ma anche le lingue e la musica, la musica era una delle cose più belle che io avessi, amavo ogni nota, ogni pausa, ogni canzone, qualunque forma di musica esistente, io ero una vera dipendente dalle vibrazioni sonore, stavo ore con le cuffie, mi ero pure creata una sala registrazioni in casa, anzi, in cantina... in casa i vicini mi avrebbero uccisa. Avevo ridotto la cantina ad un insieme di chitarre elettriche, classiche e acustiche, sintetizzatori, una batteria, un pianoforte, una pianola, due bassi elettrici, una chitarretta verde lunga 30 cm e tutta una serie di altri strumenti, oltre ovviamente a una decina di microfoni sparsi in giro e casse ovunque. Stentavo io stessa a credere che tutta quella roba riusciva ad essere contenuta in una stanza di quelle dimensioni. Le pareti e il soffitto erano completamente rivestiti da contenitori di uova, che avevo accuratamente conservato a partire dal mio decimo compleanno.
“Harvey! Dimmi cosa stavo spiegando!!” la voce della prof mi distolse dal pensiero del mio studio.
“Ehm... qualcosa tipo l’atomo... protroni, elettroni e... com’è che si chiamano quelli trans? Ah, si... i neutroni.”
“Harvey!! Stavamo parlando del moto uniforme!! Vai fuori dalla porta subito!”
“Come vuole.”
Mi alzai svogliatamente dalla sedia e mi avviai verso la porta, uscii dall’aula e mi sedetti con le ginocchia raccolte al petto e la schiena appoggiata al muro, in  corridoio. Iniziai a giocherellare con una ciocca dei miei capelli lunghi, ricci e rossi.


 
Passò davanti a me uno sfigato che mi guardò come per chiedermi da dove saltassi fuori. Lo fulminai con un’occhiataccia proveniente dalle mie iridi verde puro, molto chiaro, tanto che alla nascita i medici pensarono fossi cieca perchè avevo la retina troppo evidente. Idioti.

Il tipo portava un paio di occhiali spessi e dei pantaloni color crema con la piega, una cosa inguardabile. Mi passò davanti quasi di corsa, terrorizzato dal mio sguardo. Continuai ad attorcigliarmi un ricciolo tra le mani, finchè sentii un gran casino provenire dalla classe di fronte, poi un ragazzo uscire dalla porta. Capelli neri, ciuffo alzato, un po’ di barba, occhi scuri, impossibili da captare a causa della lontananza. Indossava un paio di jeans neri stretti, una cintura borchiata, e una maglietta nera con disegnati dei fumetti. Un gran pezzo di figo. Mi passai una mano tra i ricci, mentre lui si sedeva nella mia stessa posizione, esattamente di fronte a me.
“Combinato casini?” mi chiese dopo un po’.
“Non seguivo la lezione.” dissi alzando gli occhi al cielo.
“Ah...”
“Tu? Che hai fatto?”
“Cantavo.”
Il mio cuore accelerò alla parola ‘cantavo’.
“T-tu canti?”
“Sì... perchè?”
“Perchè io amo da impazzire cantare!” esclamai quasi commossa.
“Anche io... so anche suonare la chitarra, mi piace tantissimo cantare accompagnandomi con il mio strumento, la musica è una delle cose che amo di più.”
“Io so suonare batteria, basso, chitarra elettrica, classica e acustica, pianola, pianoforte, so mixare le canzoni e lavorare al sintetizzatore.”
“Wow, ho sempre adorato la batteria, ma non ho mai avuto occasione di imparare a suonarla.”
“Io ho imparato tutto prevalentemente da internet e da sola.”
“Forte, sei una tosta allora, sai fare tutto da sola!”
“Già... a proposito, piacere, mi chiamo Gemma Harvey.” dissi alzandomi e porgendogli la mano.
“Io Zayn, Zayn Malik.” ricambiò la stretta e provai un brivido sentendo che aveva i calli sui polpastrelli, come tutti i chitarristi.
“Se vuoi posso darti io lezioni di batteria.”
“Sarebbe perfetto.”
“Allora, se oggi puoi vieni da me alle 14.30.”
“Ma non è l’ora del riposo?”
“Sì, e allora?”
“La gente dorme e non possiamo fare casino...”
“Non ti preoccupare, vedrai che non distuberemo.” dissi sorridendo.
“Okay... allora dammi il tuo indirizzo per favore.”
Gli diedi un biglietto con scritta la via e il numero civico di casa mia.
“Grazie.”
“Di nulla. Allora ci vediamo tra qualche ora.”
“Certo. Ciao.”
“Ciao.”
Entrai in classe, era suonata la campanella. Fortunatamente dopo avremmo avuto musica.
La prof ci portò in aula magna, in pratica era uno stanzone gigantesco con il palco scenico enorme, e una platea da cinquecento posti.
“Gemma, vuoi fare i provini per il saggio di fine anno?”
“Sì! Sì prof, la prego!”
“Okay, allora vai dietro le quinte a prepararti.”
Corsi dietro il tendone rosso, quando tutto fu pronto, il sipario si alzò, e io apparii alla vista della prof e di tutta la mia classe. Iniziai a cantare, era una canzone pop, si chiamava Only Girl In The World. In tanti mi avevano detto di partecipare ad X Factor, ma non ci avevo mai pensato seriamente. Finita la canzone, la prof iniziò ad applaudire, saltellando qua e la.
“Gemma, ho una sorpresa per te.” disse appena fui vicina a lei.
“Dica, prof.”
“Domani Evan Rogers, il ptoduttore di Rihanna, verrà qui a sentirti cantare!”
“Cosa?! A me?! Ma sta scherzando?”
“No, ci ho parlato personalmente e l’ho fatto venire io.”
“Oh mio Dio prof! Dice sul serio?!”
“Sì, Evan sentirà cantare te e un alunno di quinta, Zayn Malik.”
“Oh, ma io lo conosco!!”
“Beh, allora mi faresi il favore di andarlo a chiamare? Devo darvi il testo e le note della canzone che presenterete.”
“Okay...”
Mi avviai verso la 5^B, la classe di Zayn. Bussai forte alla porta e poi l’aprii. C’era una prof bassa e tonda alla lavagna, con un paio di piccoli occhiali sul naso e uno chignon di capelli grigi. Mi guardò un po’ traumatizzata, lo facevano tutti quando mi vedevano. Era per via del mio vestiario. Quel giorno ad esempio avevo delle calze a rete e degli shorts neri, un top borchiato e un giacchettino di pelle nero a maniche corte aperto. I capelli rossi erano sciolti e mille ricci cadevano sulle mie spalle. Trucco pesante e Dr. Martens neri, per completare il tutto.


 

 

 
 

 
“’Giorno.” Dissi entrando. “La prof di musica vorrebbe Zayn.” Continuai, sorridendo al ragazzo coi capelli neri.
“S-sì, può andare.” Balbettò la tipa alla lavagna.
Zayn si alzò e insieme uscimmo dalla porta.
“Che è successo?” mi chiese lui.
“Oh, nulla, semplicemente... EVAN ROGERS VUOLE SENTIRCI CANTARE!!”
“Cosa?! Evan Rogers, quello di Rihanna?”
“Sì!! E c’è dell’altro... Dobbiamo cantare insieme e dobbiamo preparare una canzone per domani.”
“Per domani?! Ma allora oggi dobbiamo assolutamente provare!”
“Esatto... quindi vieni a casa mia subito dopo scuola, così iniziamo prima.”
“Va bene... i tuoi non ci sono vero?”
“I miei?! Beh ecco, i miei a dire la verità non ci sono mai stati... sono morti in un incidente stradale perchè mio padre era ubriaco fradicio quando io avevo solo sette anni e... ho sempre vissuto con i miei nonni finchè sono morti, l’anno scorso. Ora abito da sola nella loro casa, che è un posto fighissimo.”
“Oddio, mi dispiace...”
Mi abbracciò. Era alto più di venti centimetri più di me, io ero davvero una nana, 1 metro e 55 circa. Sentii le sue braccia avvolgermi i fianchi e appoggiai la testa al suo petto. Poi ci staccammo e sussurrai un ‘grazie, non preoccuparti’, finchè entravamo in aula magna. Suonò la campanella e tutti uscirono, tranne me, Zayn e la prof.
“Allora, ragazzi, ecco la fotocopia del testo. Purtroppo ne ho solo una, ma dovrete impararlo a memoria, quindi non c’è problema. Poi in questa cartellina ci sono gli accordi per la chitarra, per il pianoforte e le tonalità per la voce e alcuni consigli da parte di Evan. Domani dovrete fare una specie di spettacolo, non dovrete ballare, ma, visto che la canzone è molto lenta e romantica, dovrete fare qualcosa di dolce, tipo fidanzati. Ecco il vestito per te, Gemma, e quello per te, Zayn. Domani mattina, Gemma, devi venire subito qui che ti dovrò truccare, e anche tu Zayn.”
“Mi dovrà truccare?” rise.
“No, ma dovrete farmi vedere come avete pensato di presentare la canzone.”
“Okay.”
“Adesso andate a casa, anche se è solo la terza ora, dovete assolutamente andare a provare. Trovatevi nella stessa casa, così sperimenterete subito il cantare in coppia.”
“Sì, ci troviamo a casa mia” dissi sorridendo.
“Beh, allora buona fortuna, ragazzi, ci vediamo domani.”
Io e Zayn uscimmo dall’aula e dall’edificio, e ci dirigemmo verso casa mia.
  
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