Un tempo lei sapeva ricordare. Ogni dettaglio, ogni frase, ogni espressione, ogni sentimento.
Li conservava nel cuore e li custodiva. Aveva un marito che amava e un bambino che si addormentava sorridendo al suono dolce della sua ninna nanna. Una famiglia da accudire con affetto e un male da combattere.
Un tempo lei era coraggiosa e fredda come la lama di una spada, combatteva con la determinazione di una leonessa e con la forza di un uragano, ma se la guardavi negli occhi grandi di bambina scorgevi il dolore e la pietà di una madre per il destino delle persone che affrontava.
Un giorno tutto questo finì.
Dopo una maledizione senza perdono la sua mente cadde nell'oblio. Resistette a lungo, prima di cedere, aggrappandosi con gli artigli ai brandelli di sensazioni, istanti, sapori, suoni, colori che lacerati scivolavano via e si dissolvevano nel vuoto.
Combatté per l'ultima volta, la più difficile e la più complessa, e perse.
Non ricorda più, ora.
Adesso guarda il mondo ogni volta come se fosse la prima volta.
Non riconosce più suo marito, né suo figlio.
Adesso vive in un mondo irraggiungibile per tutti coloro che un tempo aveva custodito con amore dentro di sé.
Non ricorda più chi è, non ricorda più il suo lavoro.
Adesso c'è solo un dolore inconsapevole e una ferita che non si può rimarginare perchè ogni volta che guarda gli occhi di suo figlio, una parte di lei combatte ancora, cercando di sfondare le sbarre di odio e rabbia che la tengono prigioniera e inaccessibile.
E' una sensazione passata che lambisce la sua coscienza e lei disperata prova ad afferrarla, tenta in ogni modo, ma sempre, con un soffio, scompare di nuovo, nel profondo baratro scavato dall'odio.