Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: dreamcharter    27/12/2013    2 recensioni
"Lasciati amare" La mia voce sembrava implorante e decisa al tempo stesso.
"L'amore non esiste, quante volte te lo devo ripetere..." Lui rispose freddo scuotendo la testa.
Genere: Dark, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


Capitolo 1

A Ila,
Che giuro prima o poi prenderò
quel treno e verrò ad abbracciarti.

Mi scaldo le mani con un caldo respiro, mentre mi appoggio al cancello d'entrata di scuola.
Nate mi raggiunse di fronte all'entrata e come al solito aveva appoggiato alle labbra socchiuse una sigaretta, che notai, aveva appena acceso.
Mi leccai le labbra e mi salutò con un cinque.

- Ciao Luis, come stai bro? -

Io annuii, e accennai un

-Bene. -

Faceva parecchio freddo, e sinceramente, anche se avevo il giubbotto, sentivo il mio corpo congelare.
Amavo il Canada, ma lo odiavo per il freddo costante e soprattutto pizzicante dell'inverno.
Notando che miravo alla sua sigaretta me la passò, e non esitai a farci un tiro. I polmoni si riempirono di fumo, che poi espulsi con un sospiro.
Nate notò che ero pensieroso, e lo ero, e così cercò di riportarmi alla realtà.

- Perché te ne sei andato allora? Intendo ieri alla festa -

Io scuoto la testa, volevo allontanare quel pensiero dalla mia mente, non volevo pensarci, non ancora, non così, di prima mattina. Aspirai un altro po' di nicotina.

- Mi stavo annoiando. -

Risposi turbato. Sembrava così infantile. Anche era il mio migliore amico, a volte sembrava troppo piccolo.

-Avanti, non è vero, Jada ti stava facendo in pratica uno spogliarello, e perciò o sei gay, o sei innamorato di una ragazza amico.-

Scossi la testa amareggiato, sorrisi amaramente e guardai in basso. Poi passai un mano tra i miei capelli castani, che ora sembravano fili di ghiaccio.
Li scossi un po', nel possibile che si possa fare con i capelli corti.

-Preferisco essere gay che innamorato.-

Mento. Il fatto è che non volevo dirgli il vero motivo della mia fuga di quella festa. Si mi stavo divertendo con Jada, ma poi il suo viso si trasformò nell'immaginazione di... Lei, e non potevo immaginarla in quei panni. Avevo troppo rispetto nei suoi confronti, e anche se mi sarebbe piaciuto accarezzarla e toccarla in quel modo, non potevo immaginarla come una ragazza facile, non quella ragazza di cui non sapevo nemmeno il nome. No.

- Okay, sei ancora tu, pensavo ti avessero fatto il lavaggio del cervello.-

Guarda di fronte a se gli alunni che si affollano ad entrare. Alzo gli occhi al cielo e finisco la sigaretta che gli avevo rubato.
Lui borbotta arrabbiato.
Lancio il mozzicone a terra e quando rialzo gli occhi improvvisamente la vedo.
Il mio cuore inizia a battere più forte. La vedo salire le scale, è sorridente, e i suoi capelli luminosi, di un castano dorato, le accarezzano le spalle. Sorrido involontariamente notando il suo splendido sorriso, le sue labbra sono tese, le ho viste anche arrabbiate e tristi, e devo ammettere che sono le più morbide che abbia mai visto.
I suoi occhi verdi incrociano i miei cioccolato in uno sguardo urgente. Vorrei ammirare il suo sguardo tutto il giorno, ma lo perdo tra la folla che sta entrando nell'edificio.
Scuoto la testa, devo immediatamente togliermi quella ragazza dalla testa, mi farà diventare pazzo, lo so, o forse peggio, mi farà innamorare di lei.
Entriamo per seguire le lezioni dell'ultimo giorno della settimana. Prima ora: Tedesco.

Alexis point of view.

Quel ragazzo mi intimorisce, Emily e Kaylee mi hanno detto che fa il quarto anno, e ha una certa fama come “playboy”. Mi hanno detto che si chiama Luis, mi hanno consigliato di stargli alla larga, e sinceramente non ho nessuna intenzione di avvicinarmici. Devo impegnarmi se voglio superare questo terzo anno, e non posso permettermi distrazioni, soprattutto in amore, ed ovviamente il mio cervello non concorda con i miei obbiettivi.
I suoi occhi così scuri hanno un che di misterioso, e ogni suo sguardo mi fa perdere un battito.
I suoi lineamenti si materializzano prepotenti nella mia mente ogni volta che cerco di concentrarmi per seguire la lezione, ma i miei tentativi sono invani.
Non so come il mio cuore mi possa voltare così le spalle. Non è neanche un granchè come ragazzo. Cerco di convincermi con questa scusa.
La campanella mi risveglia dai miei pensieri, e sbatto ripetutamente le palpebre per svegliarmi dai quei sogni ad occhi aperti.
Infilo veloce i libri di letteratura nello zaino e mi alzò per raggiungere il corridoio che ora è gremito di liceali.
Avvisto Emily e Kaylee e le raggiungo a grandi passi, non noto nemmeno il ragazzo che mi sta venendo incontro, e contro cui vado a sbattere. Puzza di nicotina, come quasi tutti i ragazzi qui. Trattengo una smorfia. I suoi capelli sono corti e raccolti in una naturale cresta. Sono color miele, e noto i suoi occhi argentei. Mi scosto agilmente e mi scuso desolata.
Lui mi sorride e raggiungo a grandi falcate le mie amiche, che ora stanno sorridendo smoderatamente per la mia pessima figura.
Incrocio le braccia offesa. Emily mi da uno schiaffetto sul braccio scherzando.

-Avanti Alex, stavamo scherzando.-

-Dovevi vedere la tua faccia! -

Kaylee aggiunse tenendosi la pancia.
Io accennai una smorfia e alzai gli occhi al cielo.

-Beh non è così divertente.-

Arricciai il naso arrabbiata.
Poi ritornai seria.

- Ragazze parlando di cose serie.- Mi ricomposi. -Oggi tornate in pullman?-

Speravo con tutto il cuore che ci fossero potute essere, non mi piaceva molto l'idea di tornare a casa da sola con il quarto anno dato che uscivamo alla stessa ora, e quasi tutti quelli di quarta prendevano il pullman per il ritorno verso casa.
Loro scossero la testa, il che mi demoralizzò.

- Ci dispiace ma dobbiamo fermarci a parlare con la professoressa di matematica per farci recuperare la verifica. -

Io sospirai sconfitta e mi rassegnai.
Tornammo in classe, ed ebbi la strana sensazione che qualcuno mi stesse fissando, ma scomparve quando rientrammo in classe.

Luis point of view.

Il suono insistente della campanella mi annunciò che le lezioni erano finite e finalmente si poteva tornare a casa. Afferrai la cartella malandata e raggiunsi con Nate l'uscita.
L'aria fresca mi pizzicò in viso e socchiusi per un attimo gli occhi, prima di abbottonarmi il caldo giubbotto.
Mi diressi solo verso la fermata del pullman, che era appena arrivato.
In una veloce corsa riuscii a salire. Cercai un posto facendomi spazio tra la folla oppressiva sul mezzo. Notai un posto vuoto e mi ci fiondai.
Quando appoggiai la cartella sul sediolino mi accorsi che una ragazza era seduta nella metà opposta della panca.
Le sorrisi, e le chiesi dolcemente

-Ciao, è libero questo posto?-

Lei si voltò e notai che le sue guance si erano leggermente tinte di rosso.
Il mio cuore prese a galoppare quando realizzai che era lei, era la ragazza che mi avrebbe fatto diventare pazzo.
Annuisce dolcemente e i suoi zigomi si accentuano quando mi presento dopo essermi seduto.

-Piacere, Luis-

Le tesi la mano, lei la afferrò sempre sorridente.

-Alexis.-

Si limitò a dire solo questo, ma la sua voce era come miele, la trovavo dolce e allo stesso tempo sicura.
Alexis, Alexis, lo sai vero che mi farai diventare pazzo? Il mio subconscio parlò tra i miei pensieri, e per un momento ebbi la paura di aver pronunciato quelle parole ad alta voce.
Ma notai dalla sua espressione che era tutto rimasto nella mia testa.
Decisi di rompere il ghiaccio, non riuscivo a non parlarle, ero troppo curioso di conoscerla.

-Che anno fai?-

Lei si girò nella mia direzione e mi rispose.

-Terzo. Tu?-

Il terzo anno, solo uno in meno di me e questo mi riempiva il cuore.

-Quarto-

Affermai tranquillo, ma notai il suo corpo irrigidirsi. Così decisi di cambiare argomento ma m'interruppe prima che potessi spiaccicare parola.

-Scusa, devo scendere, è la mia fermata, ci vediamo Luis.-

Sorrisi, il suono della sua voce nel pronunciare il mio nome; mi faceva eccitare, devo ammetterlo. Era il suono migliore del mondo.
La salutai prima che scendesse dal bus, e mi sorrise di rimando.
Le porte si chiusero, e io mi lasciai andare sul sedile passandomi un mano tra i capelli. Dio, mi aveva risucchiato tutte le energie, ridacchiai e cercai di riprendermi ritornando composto.
Avanti ragazzo, dove è finita la tua virilità? Sembri un femminuccia.
Il mio subconscio mi scrollò, e tentai di seguire il suo consiglio.
Riuscii a riprendermi, e appena scesi dal veicolo accesi una sigaretta per calmare i miei nervi, mentre le mie dita scorrevano veloci sullo schermo del mio telefono.

-Pronto? Luis?-

Jada rispose con il suo solito tono squillante, il quale mi portò ad allontanare l'apparecchio dal mio orecchio. Si stava sicuramente trastullando, lo sentivo dal suo respiro irregolare e feci una smorfia mentre le cercavo di risponderle il meno disgustato possibile.

- A casa mia tra mezz'ora piccola, e non venire già bagnata per favore.-

Attaccai senza sentire la sua risposta.
Ovviamente non veniva a casa mia a studiare. Non veniva mai per quello.


__________________________________________________________________________________________________________________________________

 

Ehy bellissime! Okay, ecco il "primo capitolo" della storia, perchè
ne avevo pubblicato già uno come questo in precedenza
ma ho avuto dei problemi. Comunque 
spero vi sia piaciuto e grazie anche a @mitchiejustice
che mi ha reso davvero felice per la sua recensioe! :3
Un bacio xx.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: dreamcharter