Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: GreMisia    28/12/2013    2 recensioni
["Carte colorate, nastri, coccarde, bigliettini. Ormai le mani gli andavano da sole, in automatico e era assolutamente sicuro che se fosse andato a darsi una specchiata nel bagno riservato al personale, avrebbe avuto il volto completamente cosparso di orribili brillantini argentati e dorati. Quando aveva accettato quel lavoro, non gli era venuto in mente neanche per un minuto che sarebbe stato stressante, noioso e imbarazzante, ma come dire di no ad un amico?"] One shot di Natale una Lilo e una Zarry diverse ma in un certo senso collegate tra loro ;)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chocolate Cake



Carte colorate, nastri, coccarde, bigliettini.
 
Ormai le mani gli andavano da sole, in automatico e era assolutamente sicuro che se fosse andato a darsi una specchiata nel bagno riservato al personale,  avrebbe avuto il volto completamente cosparso di orribili brillantini argentati e dorati.
Quando aveva accettato quel lavoro, non gli era venuto in mente neanche per un minuto che sarebbe stato stressante, noioso e imbarazzante, ma come dire di no ad un amico?
Le vacanze natalizie erano alle porte e Harry con quella sua diabetica e smielata ( in tutti i sensi)  pasticciera dei miei stivali, aveva davvero, davvero bisogno di aiuto.
 
Già era solitamente piena e trafficata, figuriamoci a ridosso delle festività, dove tutti correvano come pazzi nei negozi a fare i regali più disparati per i propri cari e non,  e naturalmente si rifornivano anche di dolci, pretendendo le confezioni più eleganti e colorate.
 
 Poteva, la pasticceria di Harry Styles, rimanere indietro e farsi sorpassare dalla concorrenza ?
 
No, assolutamente no e Louis, per tutto quel periodo così breve( dove tra l’altro si sarebbe dovuto godere le sue ferie) ma allo stesso tempo dannatamente lungo,  era diventato l’addetto ai pacchetti.
 
Quindi, sì, carte colorate, nastri, coccarde, bigliettini e dannato Harry Styles.
 
***
 
 
“Che ci fai qui? Sei sempre qui, non hai una vita?” chiese, rigirando, per l’ennesima volta, un nastro verde abete  intorno ad una torta enorme e incellofanata.
 
“Lo sai, Lou? Il rosso ti dona ” lo punzecchiò, sghignazzando,  un ragazzo dai folti capelli neri, ben stilizzati in un ciuffo e dei grandi occhi nocciola.
 
Louis sbuffò, sistemandosi al meglio, l’odioso capello da  Babbo Natale che Harry gli aveva gentilmente piantato in testa il primo giorno, il maledetto giorno, che aveva detto sì posso aiutarti io.
 
E pensare che amava veramente il natale: le canzoncine lagnose, i regali mai azzeccati, i dolci stomachevoli, il camino acceso, vecchio e sporco di sua zia Betty con la sua cioccolata grumosa e bruciacchiata, offerta puntualmente ogni anno e la neve, della quale, per una volta, non aveva niente da ridire.
 
“Non stavo parlando di quello” precisò il moro, allungando una mano e passando un dito sulla sua fronte, raccogliendo uno strato di brillantini rossi.
 
La verità era che il Natale era inutile e troppo brillante, questa era la verità.
 
Come inutile era quella persona che tutte le mattine gli lasciava da impacchettare uno stupido Babbo Natale di cioccolata, o qualche biscotto allo zenzero e poi non ritirava mai il pacchetto.
 
Lo lasciava sempre lì e non era mai, nemmeno una volta,  riuscito a ritrovare il proprietario o la proprietaria e Harry non sembrava più di tanto interessato a questi eventi, gli suggeriva solo di mangiarsi la merce dispersa e alla fine era sempre un guadagno.
 
“ Sai? Ci sono altri modi in cui posso utilizzare questo…” disse, iniziando a tendere minacciosamente il nastro dorato.
 
L’altro ragazzo scoppiò in una fresca risata e scosse un po’ la testa, facendo vagare casualmente lo sguardo  dall’altra parte della stanza e provocando in Louis, uno sbuffo teatrale.
 
“Sono quasi sicuro di aver visto una torta nuziale, di là, in cucina” disse, cercando di non sghignazzare in modo evidente e di non inorridire all’orribile nastro di stoffa, nuovo,  pieno di pagliette argentate che gli era stato rifilato quel pomeriggio.
 
“Ah- ah interessante, e chi sarebbe così stupido da sposarsi a Natale?” chiese l’altro, appoggiando un gomito sul suo banco di lavoro e assumendo l’espressione più annoiata di sempre.
 
“Harry, lo sarebbe” ammise Louis, lanciando un’occhiata storta alla sua destra.
 
“Già” sospirò quasi l’altro, afferrando una manciata di brillantini argentati e iniziando a giocherellarci.
 
Louis sospirò, perché ormai sospirare e sbuffare in presenza dei suoi migliori amici, era diventata la sua attività preferita “ma sai, Harry, lo sarebbe in  qualsiasi momento dell’anno” spiegò, rabbrividendo interiormente per la  frivolezza e la stupidità di quella frase, ma non sapeva veramente più a cosa aggrapparsi: voleva aiutare Harry, ma soprattutto, voleva che la sua tortura finisse.
 
Harry era per natura piagnucolone e lamentoso, ma ultimamente era peggiorato, per non parlare del fatto che doveva sentire le sue lunghe e interminabili lagne durante tutta la giornata( senza contare che per pronunciare una parola sola, di norma, gli ci voleva  un minuto e mezzo)mentre sfornava torte mastodontiche e gli impartiva ordini sul numero e tipo di pacchi, perché, pacchi normali, di certo, non potevano esserlo.
 
Quindi, sì, Zayn non mi sposerà mai di qua e Zayn non mi sposerà mai di là,  era stato alla base di ogni argomento, di quanto ormai fossero entrambi arrivati a quel punto e  addirittura, aveva sentito volar fuori la parola bambino, ma Louis, per il bene del mondo, aveva preferito non dargli peso, perché no… povera creatura.
 
Ma in tutto ciò, naturalmente, Zayn non sembrava collaborare e Harry finiva di conseguenza per martoriarlo con le sue lamentele e i suoi pianti da casalinga isterica, facendogli rimpiangere le sue giornate di lavoro e odiare le vacanze.
 
 Per questo assolutamente, senza il minimo dubbio, era  pro matrimonio HarryZayn.
 
“Lou” disse il moro, iniziando a fissarlo piuttosto seriamente “ non sono stupido”.
 
“Davvero?” chiese inarcando un sopracciglio fino.
 
Zayn scosse la testa, fece per ribattere, ma fu interrotto da un paio di braccia tatuate,  sporche di farina e un bacio schioccato sulla guancia.
 
 “Qui stiamo lavorando” sussurrò Harry, stringendolo dolcemente e porgendogli, come faceva tutti i giorni, un biscotto a forma di cuore al cioccolato.
 
Il moro lo afferrò con uno strano scintillio negli occhi nocciola, e Louis avrebbe voluto veramente porre fine alla sua insulsa vita.
 
“O per lo meno, io lo sto facendo” aggiunse il riccio, lanciando un’occhiataccia a Louis e spolverando un po’ di farina addosso al suo ragazzo.
 
“Hey!” esclamò risentito Louis, afferrando minaccioso una manciata di lustrini verde brillante “non sono io quello che dovrebbe essere chino a casa, sul proprio pc, a scrivere il suo nuovo romanzo di successo e invece viene qui, tutti i santi giorni, a scroccare biscotti, a tubare in pubblico e a importunare un onesto lavoratore!”grugnì, lanciando in aria scie verdi, sperando ardentemente che quel ciuffo di capelli corvini si rovinasse o sporcasse, ma conosceva ormai  abbastanza bene  Zayn da anni, per sapere che era un’ impresa impossibile.
 
“Lui può” ribatté l’altro, mettendo in mostra le dolci fossette,  e strofinando la testa riccioluta sul collo del suo ragazzo, ottenendo, così, un sorriso compiaciuto di Zayn.
Poi , scomparve per qualche minuto e tornò con un’enorme torta al cioccolato “Piuttosto, dovresti impacchettare questa e consegnarla” spiegò, parandogliela davanti.
 
Louis annuì e subito dopo lo guardò spaesato e infastidito: aveva detto consegnare?
 
Da quando era diventato un fattorino?
 
“Consegnare?” ripeté, col tono più acido del suo repertorio(il che era tutto un dire) lanciando un’occhiata piuttosto infastidita alla tormenta di neve in atto fuori dal negozio, che solo quella testa vuota di Zayn  aveva potuto attraversare per venire a trovare il suo ragazzo, con il quale tra l’altro conviveva da ben cinque anni e vedeva praticamente tutto il giorno perché abitavano proprio  sopra la pasticceria e a pensarci bene, doveva essere stata comunque una grande prova d’amore, dal momento che il moro evitava il freddo e il gelo come i gatti evitano l’acqua.
 
“Già” il riccio annuì, spostando ancora di più verso di lui quell’enorme torta che soltanto a vederla lo stava stomacando e porgendogli un foglietto di carta con un indirizzo.
 
“Da quando consegni a domicilio?” chiese, incuriosito il moro.
 
“Da quando ho Louis” spiego, semplicemente, facendo spallucce e Louis avrebbe voluto affogare quella sua faccia da innocente cherubino , che poi innocente non lo era per niente,in quella dannata torta.
 
***
 
 
Dannato Liam Payne del cavolo!
 
Fuori c’era una tormenta, peggio! Londra aveva deciso di immedesimarsi così bene nel clima natalizio che si era trasformata nel Polo Nord!
 
E poi,  forse, era diventato pazzo o quello strano biscotto alla cannella che  Harry gli aveva fatto mangiare a forza, perché oltre a impacchettare era costretto anche a fare da cavia per i suoi stupidi esperimenti culinari, l’aveva drogato o gli aveva fuso i pochi neuroni rimasti vivi, ma no, era sicuro al cento per cento che sul bigliettino di quella dannata torta, c’era veramente scritto da Liam Payne per Liam Payne.
 
Chi diavolo si spediva una torta al cioccolato enorme da solo, a pochi giorni da Natale ?
 
Una persona, veramente, triste.
 
O meglio una persona veramente egoista e noncurante del tempo, ecco, perché per colpa sua era finito in un quartiere sconosciuto,  stava veramente congelando e ancora peggio, aveva ancora indosso quello stupido cappello da Babbo Natale.
 
Louis  sperò vivamente che quella torta facesse un po’ schifo, almeno un po’.
 
***
 
Col cavolo che iniziò a intonare Jingle Bells ( come gli aveva imposto Harry, serio e autoritario, seguito dal martellante e fastidioso ridacchiare di Zayn)  quando la porta di legno bianco si dischiuse, rivelando una luce calda e accogliente, ma il suo cervello incominciò a rifilargli tutte le canzoni natalizie del mondo esistenti, perché evidentemente, sì, buon Natale Louis!
 
Morbidi capelli castani arruffati, un’ espressione dolce e spaesata, grandi occhi scuri contornati da delle deliziose rughe e delle ciglia scure e spesse, grandi sopracciglia folte, labbra rosa e carnose, per non parlare di muscoli, tanti, tanti muscoli, nascosti da un’orribile maglione natalizio e dei pantaloni di una tuta vecchia e logora.
 
“Liam Payne?” chiese, sbattendo gli occhi azzurri, incredulo e stringendo tra le braccia l’ingombrante torta al cioccolato.
 
Il ragazzo annuì, lanciò un’occhiata incerta a lui e alla bufera di neve dietro che continuava indisturbata, poi, aprì la porta “vieni” disse con voce, calda e amorevole “sarai congelato”.
 
Louis,annuì, sentendosi un’ipocrita infatuato perché in una situazione diversa avrebbe inveito e imprecato contro di lui per aver richiesto una stupida torta, durante un tempo orribile e lo seguì all’interno, trovando la situazione un po’ strana, perché, erano pur sempre estraneii, nonostante non si fosse ancora mai sentito di un ragazzo-consegna-torte-killer .
 
La casa era piccola, ma ordinata e come lo spiraglio di luce che aveva intravisto dall’esterno, era veramente molto accogliente.
 
“Accomodati” disse l’altro, indicandogli un divano color tortora, davanti a un piccolo caminetto e facendogli segno di togliere il giacchetto bagnato.
 
“Ah sono Louis!” disse,poi,  risvegliandosi e sorridendogli “carino qui!” aggiunse, guardandosi intorno con fare sospettoso.
 
L’altro annuì e  afferrò i vestiti bagnati appoggiandoli vicino al camino, poi andò in un’altra stanza, senza dire niente e tornò con due piatti e due forchette.
 
Louis iniziò a preoccuparsi, cosa stava succedendo? Era un pazzo? Uno stupratore ?
Era comunque curioso di vedere cosa avesse in mente, perciò, aspettò silenziosamente la sua prossima mossa.
 
Il ragazzo, accennando un piccolo sorriso, gli sfilò la torta dalle mani e fu quasi sicuro di vederlo arrossire, poi si schiarì la voce, in procinto di dire qualcosa, ma scuotendo la testa parve ripensarci e iniziò a togliere l’ingombrante cellofan.
 
Non una parola e Louis stava diventando sempre più impaziente, soltanto il rumore fastidioso di quella carta plasticosa “ buona la torta, eh? “ tentò, imbarazzato e nervoso, con un’espressione alquanto stupida.
 
Liam si schiarì, di nuovo, la voce e alzò gli occhi scuri dalla torta a lui, le guance rosse, sembrava veramente in difficoltà “buon Natale, Louis” disse, mostrandogli la torta, che guardandola bene, adesso, non era poi così stomachevole, perché era con il cioccolato fondente, il suo preferito.
 
Qualcosa non tornava, mancava un giorno alla Vigilia di Natale, quindi un augurio  poteva anche starci, ma era tutto sempre più strano.
 
Sbatté un po’ le ciglia confuso,  offrì un sorriso un po’ tirato e un flebile auguri anche te.
 
Ma la scena sembrò  come bloccata, l’altro ragazzo  continuava a guardarlo,come se si aspettasse qualcosa da lui, così forse, probabilmente, avrebbe dovuto solo andarsene, se non voleva essere vittima di un pazzo .
 
“Ok” disse, cercando di alzarsi e notando subito qualcosa rompersi nell’espressione dell’altro “ forse, dovrei andare…” continuò, andando a recuperare il suo giacchetto verso il camino.
 
“Oh! Lo sapevo!” lo sentì, imprecare all’improvviso, la torta posata da una parte e l’espressione affranta.
 
E va bene, qui c’era qualcosa sotto.  Louis sospirò “che succede?” chiese, incrociando le braccia, spazientito, ma cercando di rimanere comunque calmo per paura di essere aggredito da un folle con la faccia da cucciolo abbandonato.
 
“Mi dispiace, ho solo seguito un consiglio di Harry e ho fatto un gran casino” borbottò, scuotendo la testa  e non guardandolo negli occhi.
 
“Numero uno mai, dico mai, seguire un consiglio di Harry Styles” precisò con aria saccente “numero due, come diavolo conosci Harry?” disse, riavvicinandosi verso la poltrona.
 
“Siamo amici” spiegò “ vengo quasi tutti giorni alla pasticceria, la mattina presto prima di andare al lavoro, ultimamente  …” fece una pausa cercando lo sguardo Louis, che proprio non riusciva a ricordarsi di averlo mai visto, strano che non avesse mai fatto caso ad una bellezza simile e non avesse mai provato almeno una volta a importunarlo “ le ho provate tutte” disse con tono quasi sconfitto.
 
Gli occhi azzurri di Louis si soffermarono per un attimo sulla torta e sulla carta, i fiocchi rossi brillanti e senti come le rotelline del suo cervello iniziare a muoversi  e girare velocemente.
 
“Sei tu!” esclamò, puntando un dito contro Liam “ per colpa tua ho messo un chilo!” lo accusò, facendo sorridere l’altro, un bel sorriso dolce e rosa che lo fece sorridere di rimando “Liam…” disse, avvicinandosi  “lo sai, vero, che sarebbe bastato chiedermi di  uscire?” chiese, inarcando un sopracciglio.
 
Liam sbuffò, abbattuto e Louis avrebbe voluto abbracciarlo e stringerlo probabilmente era tutta colpa di quello stupido cappello da Babbo Natale o quella diabetica e mielosa pasticceria, così sporgendosi verso di lui lasciò un leggero bacio a stampo sulle sue labbra “ dammi un pezzo di torta” disse, sorridendo all’espressione sorpresa dell’altro che annuendo, si affrettò subito a servirlo.
 
“Questo significa che uscirai con me?” chiese, poi.
 
Louis sorrise, le labbra sporche di cioccolato fondente “si, ma niente più dolci”.


Hey!
Una cavolatina natalizia, veramente questa volta non ha senso... stavo per cancellarla, però visto che ultimamente non ho mai tempo di scrivere e di pensare mi sono detta mah! proviamoci ;) Fatemi un pò sapere se riesco metterò anche la Zarry collegata sempre a questa ma comunque una one shot a parte!

Grazie in anticipo a chi avrà coraggio di leggere.

Un bacione,  Buon Natale e Buon Anno a tuttiiii!


Gre
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: GreMisia