La prima volta che le chiese di aspettare aveva vent’anni. Le disse che era un periodo un po’ così, che non voleva farle del male ed era così confuso. Le giurò che sarebbe tornato, perché era solo quel periodo un po’ così e lei era tutta la sua vita. Camilla scoprì così che la vita ti frega, ti lascia fare i conti a modo tuo e poi sconvolge il resto infilandoci una nozione di troppo, un termine da invertire, un abaco col quale fare i conti. Perché la prima volta passò, ma venne la seconda e quel grande abaco che era la sua vita le insegnò che cambiando l’ordine degli addenti il risultato non cambia e così rimase fregata una seconda volta perché quello non era più un periodo un po’ così, ma un campo di battaglia ormai allo sfracello. Aveva venticinque anni Camilla ed aveva da poco assaporato il piacere dell’indipendenza e mentre lei cercava banalmente il suo posto nel mondo lui aveva incontrato la droga e di mondo se n’era creato un altro e Camilla aveva abbandonato la guerra, gettando l’abaco.