Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: benedettx    28/12/2013    3 recensioni
Scarlett ha dovuto sopportare un lutto molto triste per lei,quello di suo nonno e crede che la pesca sia l'unico modo per tenerlo in vita.
Senza amiche o sostegno emotivo particolare da parte dei genitori,ha dovuto affrontare questo da sola.Tutto ciò cambierà quando incontrerà il bel biondino Justin Bieber che sotto la sua sua maschera da angioletto nasconde i suoi scheletri nell'armadio.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Uno stato di piacevole quiete regnava al lago,sembrava che tutto fosse al proprio posto.
Mentre pescavo,il resto del mondo spariva,era qualcosa di estremamente rilassante e andavo fierissima di poterlo considerare il mio hobby,quando con la famiglia passavamo i tre mesi di vacanze estive a Palm Springs,nel villaggio-famiglia preferito di tutti i concittadini,in cui andavo dall’età di 4 anni.
In generale,a parte qualche rissa e delle feste tra ragazzini stupidi,si poteva considerare un luogo tranquillo.
 

Sistemai la canna da pesca e stando attenta a non muoverla ulteriormente,avvicinai la sacca e presi al volo una sigaretta.
La avvicinai alle labbra e cominciai ad aspirare cercando di godere a pieno il suo sapore che si incastonò nelle mie narici.
 
 

Avevo cominciato a fumare da due annetti circa,dopo la morte di mio nonno.
Era stato tutto più difficile da affrontare senza le sue spinte ( emotive e non ) che mi aiutavano a rimanere a galla in questo mondo,arrancando,ma pur sempre a galla.


Dal momento in cui i miei mi dissero della sua morte passai un periodo di profonda solitudine.
Andavo a scuola vestita tutta in nero,tornavo a casa e mi chiudevo in camera con la finestra aperta a fumare finche non si faceva ora di dormire e nell'arco di una giornata mangiavo al massimo una brioche.
E così andò avanti per qualche mese,senza nessun’amica con cui parlare,fidatevi,si fa tutto più difficile.
 
 

Quella merda di incidente mi aveva rovinato la vita per sempre,non avrei più potuto vedere il mio nonnino,non avremmo più potuto scherzare sulle coglionate che ci venivano in mente e sopratutto non avrei più pescato con lui,che mi aveva insegnato tutto.
 
 

Pescare mi faceva male,sopratutto a Palm Springs,ma non avevo altro modo per sfogarmi e cercare di superare il lutto.
Forse lo consideravo come un'ultima spiaggia,per tenerlo in vita almeno nei miei pensieri.
Inoltre avevo ricominciato a vestirmi il più colorato possibile,forse anche quello per cercare di soffocare tutta la pioggia che portavo dentro.

Lanciai una sigaretta nel laghetto e l'unico pesce che era stato tanto coraggioso da avvicinarsi si allontanò.
'Fanculo a me.
Mi girai per raccogliere la borsa e andarmene,ma mentre avevo il polso in aria,quest’ ultimo venne fermato da una stretta forte.
 
 

“Dolcezza se ti arrendi così non prenderai mai quell’orata.” Presi un respiro profondo come se dovessi sfogarmi con un urlo ma tutte le mie riserve caddero quando girai il capo e mi ritrovai a pochi centimetri da due occhi nocciola. Mi spostai sulla pietra affianco a me per creare un po’ di distanza e potei guardarlo finalmente in tutta la sua completezza.
 

Quel ragazzo poteva essere uno dei più belli che avessi mai visto: aveva un sorriso che faceva invidia al sole,dei capelli all’apparenza sofficissimi,color del miele.
Inoltre era in jeans dannazione.
Solo con i jeans.
 
 
“Che fai dolcezza,mi controlli?” Sorrise ancora e mi guardò cercando qualche risposta nel mio viso.
Girai lo sguardo verso l’altra parte del lago e presi un’altra esca.
Certo non gliel’avrei data vinta andandomene senza un pesce.
 
Me ne sarei andata con l’orata più grande del lago,fosse sprofondato il mondo.
Mentre mi concentravo per lanciare la canna mi accorsi di avere il suo sguardo addosso.
“O forse sei tu a guardarmi?” Sbottai d’improvviso guardandolo negli occhi.
Mi osservò con un sorriso beffardo per qualche secondo,poi scosse la testa ridendo.
 

Non capivo proprio che ci fosse da ridere.
“Bè?” Dissi adirata.
Sistemò la sua canna da pesca tra due rocce strette e si avvicinò a me.

“Dolcezza se sistemi l’esca in questo modo i pesci vedranno l’amo e non abboccheranno mai.”
Mi disse mentre sistemava una delle sue esche sul mio amo per mostrarmi come avrei dovuto fare.
Ma che sfacciato!  “So pescare da sola grazie a Dio,ora lasciami fare.”
Alzò le mani in aria e ritornò tranquillo a sedersi alla sua postazione,su una delle due rocce in cui aveva la canna.
Gli rivolsi lo sguardo più truce del mio repertorio e scossi la testa concentrata a lanciare l’amo.
 
 
Dopo essere stata sicura di aver incastrato bene la mia canna tra due rocce di fianco a me,mi sedetti e cominciai a riflettere.
Come si permetteva di contestare il modo di pescare di mio nonno?
Ingenuo,avrebbe funzionato,io lo sapevo.. ne ero sicura.

“Non prenderai niente se ti ostini a fare di testa tua.” Esordì nel silenzio.
“Porca merda,fatti solo gli affari tuoi!” Urlai in modo che recepisse il messaggio.
“Suscettibile la ragazza.” Disse infine.
 
 
Cercai di ignorarlo ma cominciò a fumare e mi venne voglia di accendere ancora un’ ultima sigaretta,per oggi.
Allungai la mano verso la borsa e la ritrassi maledicendomi.
Quella di prima era l’ultima del pacchetto.
 
 
‘No,non le chiederò a lui,non lo farò’ Cercai di convincermi internamente,ma fù troppo tardi.
“Ehi…” Mi avvicinai a lui in modo che sentisse e non dovessi ri-chiederlo “Non è che mi daresti una sigaretta?”
Mi guardò per un po’ in dubbio e poi mi lanciò il pacchetto “Ce ne sono due ancora,tutte tue.”
 
 
“Grazie..” Dissi inevitabilmente mortificata.
“Cosa scusa?” Sorrise così tanto che mi sembrava che anche gli occhi lo stessero facendo.
Aveva sentito,ma mi voleva infastidire,e sapeva come seppur non conoscendomi.


“Hai sentito benissimo.” Sbottai per chiudere il discorso.
Cominciò a ridere sbattendo un pugno su una pietra e sembrava non volesse più smettere,fino a quando il filo in nylon della sua canna cominciò a muoversi in lontananza.
 
 
Concentratissimo afferrò il mulinello,girò la manovella e tirò fuori l’orata.
Quella che doveva essere la mia orata!
Dannazione!
 
Speravo fosse almeno davvero piccola in modo da tenere un po’ del mio orgoglio mentre invece era enorme.
La estrasse con estrema cura dall’amo e la infilò in un cestino.
Prima di andarsene,come se non bastasse,mi strizzò l’occhio “Dolcezza,a domani se ci sei,alle quattro e mezza!”
Feci una smorfia irritata e da lontano sentii un urlo “Mi chiamo Justin!”



Ciao ragazze!
Come state?Non so neanch'io perchè ho scritto questa ff ma ne avevo voglia e perciò l'ho fatto.
Non so se farò il continuo.
Voi che dite?Qualche critica costruttiva da farmi?
Recensite Recensite Recensite vi pregoooooooo
- Benedetta.
@aspettavo su twitter.

 
  
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