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Autore: Soraya Ghilen    28/12/2013    2 recensioni
Se Lorenzo avesse ottenuto dal Papa un armistizio di un anno in cambio di alcuni personagi di rilievo della vita plitica di allora (come suo fratello Giuliano, Leonardo e altri)?
E se tra gli amici di Da Vinci ce se sia una che si innamorerà del conte Riario tanto da mettere in dubbio la sua lealtà non solo verso Firenze ma verso lo stesso Leonardo?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Storia di un amore quasi impossibile'
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Cap 6: La caccia è aperta

Correvo a perdi fiato in una fitta foresta. Non sapevo dove stessi andando o da cosa stessi scappando, sapevo solo che se volevo restare in vita dovevo continuare a correre.
Ad un certo punto la foresta si diradò e mi trovai sulle rive di un fiume. Entrai nell’acqua. Ad un certo punto questa mi sommerse, ma io continuai a camminare come se nulla fosse.
Arrivata sul fondo, incontrai Riario, Leonardo e Nico “Chi intendi salvare, Cristina?” .
Non seppi mai cosa risposi perché mi svegliai in un lago di sudore.

Quando mi svegliai era da poco passata la settima. Ero nervosa e agitata. Avrei solo voluto scappare lontano da tutto e da tutti, specialmente da Riario, dal mio maestro e da Nico.
Mentre mi preparavo psicologicamente  a prendere in giro Riario e a tentare la fuga, qualcuno bussò alla porta. Era Nico “Tu non puoi andare da quel viscido essere strisciante, io non te lo consento!” entrò come una furia nella mia stanza, sbattendosi la porta alle spalle. Mi faceva quasi paura. “E poi cosa fai?”
“Non lo so, cosa faccio?”
“Mandi quell’imbecille di Zoroastro a dirmelo?!”  Capì che mi stava spaventando da come lo guardavo. “Sono preoccupato per te” ammise.
“Anche io, ma per tutti voi!” lo abbracciati, tenendolo stretto.
“Zoroastro ha detto che volevi che io ti prendessi per primo, è vero?” mi sussurrò all’orecchio, con una vena di timore nella voce incerta.
“ Cosa penseresti, se lo fosse?” domandai a mia volta. Dentro di me si erano creati diversi strati di paura: la paura di Riario e di tutto quello che egli postava con se; paura di un eventuale rifiuto da parte di Nico; paura di perdere la fiducia di Leonardo e di perdere la mia vita.
“Sarei onorato di ciò!” ci separammo e lo guardai negli occhi prima di baciarlo. Non provai le stesse sensazioni travolgenti e colpevoli che mi portavano quelli di Riario, provai una piacevole sensazione di calore di sicurezza. Posai le mani tra i suoi capelli ricci e morbidi, per tenerlo più stretto. Lui le sue sui miei fianchi. Non ci volle molto che cademmo sul letto e poi tutto fu confuso, ma fu il giorno più bello della mia vita!

Inutile dire che Riario non ci aveva scoperti e che ora io ero davanti alla porta delle sue stanze senza sapere cosa fare.
Le guardie mi oltrepassavano con lo sguardo, come se non fossi una presenza rilevante.
Bussai con decisione e timore. Tutto quello che ottenni fu un freddo e secco “Avanti!” Mi feci coraggio ed entrai.
La stanza era cupa, illuminata soltanto dal fuoco del grande camino di marmo bianco finemente lavorato davanti al quale erano poste due poltrone con al centro un tavolino su cui erano collocati due calici e una caraffa con del vino. Sulla parete di fronte alla porta si apriva un enorme finestrone tenuto chiuso da due tende di pesante velluto nero che si abbinava alle tende dell’enorme letto baldacchino che troneggiava nel centro della stanza e che mi incuteva un grande timore. Riario era seduto su una delle poltrone e non mi aveva ancora degnata di uno sguardo, come le guardie fuori dalla porta. Per un istante credetti d’essere diventata trasparente, e forse sarebbe stato meglio. Quando il conte posò i suoi occhi su di me erano pieni di ira e rabbia. Forse aveva saputo di me e di Nico “Madonna, mio zio ha combinato il mio matrimonio!” Non sapevo se mettermi a saltare per la felicità o se dare importanza a quella stretta fastidiosa che mi attanagliava lo stomaco.
“E perché ciò vi disturba, Conte?” domandai, con tono distaccato. Lui, intanto, mi aveva raggiunta e mii guardava fisso negli occhi.
“Io so cosa avete progettato tu e i tuoi amici, sai?” la sua mano corse alla mia gola, stringendola “So cosa avete fatto tu e il giovane apprendista.” Mi stava soffocando, tant’è vero che dietro le palpebre mi si formarono tante stelline bianche “So perfino di quello che avete paura di provare per me!” Dovette rendersi conto di starmi strangolando sul serio perché allentò la presa. “Non dovreste parlare troppo ad alta voce, potreste scoprire che le guardie non sono sorde a vostre spese, Madonna!” Per un momento avevo creduto che Giulia fosse una spia e che avesse riportato tutti i  nostri piani a Girolamo, e forse lo credevo ancora. “Vi avevo avvertita di esercitare cautela, mia diletta, ma voi sembrate disinteressata ai miei consigli!”
“Vi sbagliate di grosso, mio signore!”
“E allora perché concedervi a quel giovinastro?!”
“Cosa vi disturba?”
“Non mi piacciono le bambole usate!” quella frase mi colpì dritta al cuore. “Come a voi non piace che io debba sposarmi, o mi sbaglio anche in questo caso?” detestavo il fatto che avesse ragione.
“Potrei essere incinta di Nico!” usai un tono di sfida del quale mi pentii subito alla vista del suo sguardo fiammeggiante.
“Dopo questa notte, se lo sarete, non sapremo mai di chi sarà figlio quello che partorirete!” Speravo avesse abbandonato i suoi propositi “Se mio o del garzone di Da Vinci!”
Poi mi spinse sul letto con una violenza inaudita, facendomi precipitare come nella bocca stessa degli inferi, tra le braccia stesse del figlio di Satana.

Guardavo il soffitto scuro della camera del Conte di Imola e Forlì, chiedendomi se il mio animo potesse perdonarmi quello che era successo. Riario, accanto a me, dormiva ancora. La mia mente tornò a poche ore prima, quando accanto a me c’era Nico. Il suo sorriso, i suoi occhi chiari mi diedero la forza di non buttarmi giù dal balcone.
Mi sentivo sporca e violata, rotta.
Come potevo presentarmi di nuovo al cospetto di Nico dopo quello che era successo? Con quale coraggio?
Mi feci coraggio e mi alzai, mi ricomposi e uscii da quella camera più veloce di un fulmine.
Arrivai al punto d’incontro che avevamo fissato con gli altri e li trovai tutti lì. “Alla buon ora!” mi disse Zoroastro.
“Riario sa tutto!” annunciai, con la morte dentro. Significava non fidarsi più di nessuno.
“Come sa tutto?” chiese Giuliano.
“C’è un traditore tra di noi!” tutti ci guardammo negli occhi. Da quel momento la caccia era aperta!

Angolo si Sol: Salve!!! Scusatemi per il ritardo, di nuovo, ma non ho avuto un attimo di tempo  libero. Lo so che questo capitolo non è molto divertente, ma andava scritto così ai fini del racconto. Vi chiedo comunque scusa perché si differenzia dai precedenti.
Vorrei sapere se avete capito chi è la spia, o chi credete che sia.
Ora vi lascio. Un bacio,
Sol!

  
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