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Autore: exitwounds    28/12/2013    4 recensioni
[fuenciado; tony x nuovo personaggio]
«Fuentes...» sputai, vedendo che un ragazzo aveva avuto la mia stessa idea. A quanto pare, non sono l'unica a cui dia fastidio quella sottospecie di musica - se si può chiamare tale - che mandano in discoteca.
«Smith...» rispose, senza neanche alzare lo sguardo dalla sigaretta, ormai quasi finita, che teneva tra le dita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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so keep talking, 'cause i love to hear your voice.

(5)


Mi ero svegliata che il sole era già alto in cielo, saranno state le dieci passate. Scattai a sedere sul letto e controllai all'istante il telefono, per vedere se Tony aveva chiamato o lasciato un messaggio. Niente. 
Mi alzai e mi andai a fare una doccia. Sam era a lavoro, io invece riprendevo il giorno successivo. Lei lavorava in un negozio d'abbigliamento al centro, io in un negozio d'elettronica. Mi piaceva il mio lavoro: certo, non mi faceva nuotare nell'oro, ma potevo stare tutti i giorni a contatto con le mie più grandi passioni, oltre la musica, la fotografia e la regia, e in generale qualsiasi cosa che avesse a che are con editing di foto e video. Mi piaceva passare le ore a giocare su una foto o su qualche frammento di video, cambiando anche solo piccoli dettagli, per lasciare un'impronta di mio. 
L'acqua tiepida della doccia scacciava via ogni pensiero. Continuavo a chiedermi perché non avesse ancora chiamato né mandato un messaggio, ma giunsi alla conclusione che forse stava ancora dormendo: la sera prima mi era sembrato stanco.
Mi vestii con un paio di shorts di jeans e una canotta nera con l'heart grenade dei Green Day, poi infilai un paio di infradito, uscii sul balcone e mi accesi una sigaretta, mentre lasciavo ad asciugare i capelli con gli occhi chiusi, sotto il sole bollente di quella giornata californiana.
Ero talmente rilassata che non mi accorsi della Ford grigia che si era fermata sotto al mio balcone.
«Fumi?» la voce di Tony mi risvegliò dalla sottospecie di trance in cui ero caduta. Aprii gli occhi e gettai la sigaretta, ormai finita, sul pavimento del balcone.
«Ogni tanto. Vieni dai, che ti apro.» gli dissi, con un sorriso.
Era raggiante appena incrociò il mio sguardo. Mi strinse in un abbraccio fortissimo, poi indugiò qualche istante prima di baciarmi. Cominciai a farmi tutte le paranoie possibili: e se non gli piacesse il fatto che fumassi? E se per quel motivo non mi avrebbe più baciata e non volesse stare con me?
Piantai i miei occhi nei suoi e diedi voce ai miei pensieri. «Ti da fastidio che io fumi?» lui abbassò un attimo lo sguardo prima di rispondere. «No, è solo che non me lo aspettavo.» era chiaro come il sole che avrebbe voluto rispondere di sì, ma che non lo avrebbe mai detto ad alta voce.
«Vado a darmi una sistemata, arrivo subito» sparii in bagno, andai a pettinarmi i capelli e lavai i denti due volte, per far andar via il più possibile l'odore di fumo.
Quando tornai in salotto, lo trovai ancora a suonare la mia chitarra, che avevo lasciato sul divano. Rimasi qualche istante a guardarlo, in silenzio, concentrandomi sul suo sguardo attento ad ogni singola nota, e non potei fare a meno di sorridere. 
Quando alzò lo sguardo e incrociò il mio, smise subito di suonare e posò la chitarra sul divano. Mi sedetti accanto a lui e di nuovo mi strinse a sé. «Che canzone era?» gli chiesi. Non la conoscevo e non mi sembrava nessuna di quelle che avevano suonato il giorno prima in sala prove.
«Ancora non ha titolo, è un po' che ci sto lavorando e per ora ha solo musica.»
«Sembra un bel pezzo, dovresti lavorarci su» gli proposi, lui sembrava d'accordo. Mi prese per mano e uscimmo, dopo che ebbi lasciato un biglietto a Sam in cui le dicevo che non ci sarei stata a pranzo.
«Dove andiamo?» chiesi a Tony, allacciandomi la cintura. «Sorpresa!» mi rispose, girandosi verso di me per fare retromarcia.

Dopo qualche minuto, fermò la macchina sul ciglio della spiaggia. Nonostante passassi ogni estate lì, la vista dell'oceano da San Diego mi toglieva sempre il fiato. Era semplicemente fantastico come le onde si infrangevano piano sul bagnasciuga e il sole picchiava, facendo risplendere quel l'acqua chiara.
Tony mi aprì la porta e tornai sulla terra. «Ti piace qua?» mi chiese, con un sorriso. «Da morire!» esclamai, stringendolo a me. Sorrise sulle mie labbra, poi poggiò le sue piano sul mio collo, dandomi dei baci leggeri, e un brivido mi passò lungo la spina dorsale. Due giorni che ci conoscevamo seriamente e quel ragazzo aveva già trovato il mio punto debole. Mi rimaneva solo sperare che non se ne fosse accorto, altrimenti sarebbe stata davvero dura resistergli.
«Uh, a qualcuno piacciono i baci sul collo, eh?» scherzò, tenendomi per i fianchi e stampandomene un altro. Dannazione. Rabbrividii di nuovo e cercai di rispondergli, ma mi uscii solo un «uhm» soffocato. Tony mi guardò, un'espressione divertita dipinta sul volto. «Okay, hai vinto, i baci sul collo mi fanno impazzire.» ammisi, abbassando lo sguardo. «Tu mi fai impazzire» rispose lui di getto, chiudendomi in un bacio passionale, da levare il fiato.
Wow. Solo wow. Era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare in quel momento, con la sua presa forte sui miei fianchi e le mie mani che stringevano la sua maglietta.

Aveva preparato tutto nei minimi dettagli, un telo su cui stenderci, il classico cesto da picnic che si vede nei film, piatti, posate e tanta, tanta frutta. Mi sedetti a gambe incrociate accanto a lui, e mi feci passare una mela. 
«È bellissimo qua» dissi, con lo sguardo fisso sull'orizzonte che brillava, illuminato dal sole caldo.
«Già» Tony mi passò un braccio dietro la schiena, avvicinandomi ancora di più a lui. Mi sentivo bene, davvero bene.
Restammo qualche minuto così, poi si alzò, si tolse la maglietta e «Andiamo a farci il bagno?» mi propose, prendendomi per mano. Tolsi anche la mia, d'impluso, e rimasi in reggiseno. Ero imbarazzatissima, sentivo il suo sguardo su di me, se fosse stata un'altra persona sarei scappata a gambe levate, ma rimasi.
Cominciò a correre e mi trascinò con se, finché non ci gettammo in mare con un sonoro tuffo. Riemersi dall'acqua e scossi la testa, per sistemare i capelli, poi lo sentii abbracciarmi da dietro. Mi lasciai stringere, mi piaceva stare vicino a lui. Mi girai per guardarlo negli occhi. Era bellissimo, e non mi pareva vero di avere la possibilità di stargli accanto. Poggiai le mani sul suo petto, accarezzando il suo fisico asciutto e passando le dita sul contorno del tatuaggio.
«Becks, ascolta, mi piaci tantissimo.» cominciò, e non potei fare a meno di sorridere. «Anche tu mi piaci tantissimo.»
«Vuoi essere la mia ragazza? Ufficialmente, inte» non lo lasciai neanche finire la frase che gli saltai letteralmente addosso, gli misi le braccia al collo e lui dovette reggermi con le braccia da sotto il sedere. Cominciai a lasciargli dei baci sulle labbra, sempre più veloci e più ravvicinati, per poi finalmente baciarlo in una maniera degna di essere chiamata tale. Mi allontanai di qualche centimetro solo per riprendere fiato, ero ancora in braccio a lui. «Lo prendo per un si» mi disse, avvicinandomi di più al suo petto e tornando a baciarmi il collo. Tony sembrava voler continuare all'infinito, ma lo fermai baciandolo di nuovo. Non sarei riuscita a resistere ancora per molto.
Mi prese per mano e tornammo a sdraiarci in spiaggia, sotto quel bel sole californiano. Chiusi gli occhi sdraiata a pancia in giù, mentre lui, sdraiato accanto a me, mi passava delicatamente una mano tra i capelli.

Quando riaprii gli occhi, Tony non era più sdraiato accanto a me. Mi misi seduta sul telo e lo cercai con lo sguardo. Era a qualche metro da me, a guardare il sole che stava quasi tramontando. Mi avvicinai e lui mi fece sedere tra le sue gambe. «Ben svegliata» mi sussurrò nell'orecchio, stampandomi un altro bacio sul collo. A quanto pare ci aveva preso gusto, il ragazzo. 
«Uhm» mugugnai. E poi lui rise, e la sua risata in quel momento mi sembrava il suono più bello al mondo. Sarei stata volentieri tutta la vita ad ascoltarlo ridere.
«Prima ha chiamato Vic, dice se andiamo a cena da lui e Mike, viene anche Jaime.» mi disse «Ti va?» accettai volentieri, i ragazzi mi erano molto simpatici. Rientrammo in macchina, passai velocemente a casa per darmi una sistemata.
«Sam, sono tornata!» la salutai, aprendo la porta con Tony che mi seguiva.
Sam spuntò dalla cima delle scale e corse giù ad abbracciarmi. Poi, quando decise di mollarmi e di farmi tornare a respirare, si presentò con un sorriso a Tony.

Tony
«Rebecca mi ha parlato tanto di te, dice che sei come la sorella che non ha mai avuto.» le dissi.
«Aw, che amore che è. Comunque, anche per me lei è come una sorella, quindi attento a come ti comporti, se la fai soffrire ti stacco le palle e te le appendo al muro!»
«SAMANTHA!» la riprese, urlando dal bagno. Io ridevo.
«Scherzavo eh!» rispose, rivolta sia a me che a lei. «Seriamente, mi sembri un bravo ragazzo, trattala bene e ti darà anche l'anima.» mi mise una mano sulla spalla.
«La tratterò come se fosse una principessa, te lo prometto. Sembra assurdo, ma ci tengo tantissimo a lei e credo di essermi innamorato» se era strano ammetterlo a sé stessi, dirlo ad alta voce lo era almeno il triplo.
«Tienitela stretta, solo questo consiglio posso darti.» mi disse, prima che mi bloccassi al vedere Rebecca uscire dal bagno e a venire verso di noi. Si era legata i capelli in una coda alta che le lasciava scoperto il viso, aveva messo un vestitino verde leggero, con un paio di ballerine dello stesso colore. Era bellissima, raggiante, radiosa, meravigliosa, perfetta, non riuscivo a smettere di sorridere guardandola.
«Sei bellissima» fu l'unica cosa che riuscii a dirle, lei arrossì e si fece piccola piccola contro il mio petto.
«Okay piccioncini, mi dispiace interrompervi ma esco anche io» annunciò la sua amica, con un gran sorriso. «Ho un appuntamento con un ragazzo che ho conosciuto ieri!» si sistemò il vestito, azzurro chiaro come gli occhi di Becks, che risaltava tantissimo con i suoi capelli rosso fuoco.
«Divertiti Sam, ti voglio bene!» la salutò Rebecca. «Anche io!» le rispose, chiudendosi la porta alle spalle.
«Chissà, magari è la volta buona che si trova un fidanzato, almeno mette la testa a posto, quella pazza» scherzò, prendendo le chiavi di casa dalla borsa. «Andiamo?»

Rebecca
Eravamo in macchina, e mi sentivo una cretina a chiederglielo, ma mi sembrava il momento più adatto per farlo.
«Tony...?» lo chiamai. Si girò un attimo verso di me «Dimmi» mi rispose, poi tornò a guardare la strada. Era davvero preciso nella guida.
«Io mi vergogno a chiedertelo, ma c'è qualcosa tra Vic e Jaime?» si fermò al semaforo rosso e rispose, tranquillo. «Stanno insieme, dal liceo.»
«Sì! Allora avevo ragione!» esultai, facendolo ridere. «Avevo dei sospetti anche a scuola, ma ahw, sono carinissimi!»
«Già.» ingranò la prima e ripartì, era scattato il verde. «I genitori di Vic l'hanno presa bene, sono felici per loro, quelli di Jaime...lasciamo perdere.» si fece scuro in volto, era visibilmente dispiaciuto. Lasciai perdere l'argomento.
Il telefono di Tony, che mi aveva chiesto di tenergli in borsa, cominciò a squillare, mi disse di prenderlo. «È Vic, rispondo?»
«No dai, tanto siamo quasi arrivati.» due minuti dopo parcheggiò e suonammo alla porta. Vic ci venne ad aprire e ci salutò. «Abbiamo un piccolo problema...» ci disse, facendoci entrare in casa.
*«Victor, cielo, ¿quien era que llamaba a la puerta?» una voce femminile lo chiamò e Tony alzò gli occhi. «Mama Fuentes,» sospirò «preparati all'interrogatorio!» gli strinsi forte la mano, come a cercare conforto.
Spuntò Mike, che mi presentò a sua madre. «Mamá, esto es Tony, pero creo que te acuerdas de él» disse con tono scherzoso «y esta es Rebecca» non feci neanche tempo a salutarla che la donna riprese a parlare, in uno spagnolo fitto fitto.
«Ay, ¡entonces es esta la chica de que Tony estaba siempre hablando, también cuando erais en el cole! Mira que linda que es, muy bien Tony, ¡muy bien!» la donna diede una pacca sulla spalla a Tony e mi sorrise, lui sembrava volesse sotterrarsi in quel preciso istante.
Mike roteò gli occhi. «Mamá, calla por favor, ¿vale?»
«Vivian, creía que te dije que no quería hablar de eso... Y más, Rebecca no te entiende, no habla español.» le disse. Non era arrabbiato, semplicemente si vergognava da morire. Volevo dirgli che avevo capito tutto perché avevo studiato lo spagnolo per anni, ma in quel momento non mi pareva il caso.
«Ay, vale. Scusami Rebecca, piacere, io sono Vivian, la madre di Micheal e Victor» mi tese la mano e la strinsi «Piacere, Rebecca» risposi, un po' imbarazzata.
«Quindi sei la fidanzata di Tony? Siete così carini!» arrossii subito e feci di sì con la testa. Era ancora un po' strano pensare a Tony come al mio fidanzato, ma allo stesso tempo era davvero bello.
«Vieni, che ti presento mio marito» la seguimmo andare in salotto e mi presentò un uomo che somigliava tantissimo a Mike. Lui e Tony si strinsero la mano, era logico che si conoscessero già. Poi l'uomo si girò verso di me, e mi sorrise. «Piacere, Victor» disse, con uno spiccato accento messicano, molto più forte di quello della moglie. «Piacere, Rebecca.» gli sorrisi.
Tutte quelle presentazioni stavano cominciando a mettermi in imbarazzo, se queste mi rendevano nervosa, non riuscivo a immaginare come sarei stata il giorno in cui Tony mi avrebbe presentato i suoi...e no, basta, la mia immaginazione stava correndo un po' troppo.
«La famosa Rebecca...finalmente abbiamo il piacere di vederti, Tony ha parlato di te per anni!» lui sbuffò, esasperato, io risi e gli strinsi più forte la mano. «Sono contenta che ci siamo ritrovati.»
Le teste di Jaime e Vic spuntarono dalla cucina. «È pronto!» ci chiamarono, così ci dirigemmo tutti a tavola.



*«Victor, tesoro, chi era che ha suonato alla porta?»
«Mamma, lui è Tony, però mi sa che ti ricordi di lui»
«E lei è Rebecca»
«Ah, allora è lei la ragazza di cui Tony parlava sempre, anche quando eravate a scuola! Guarda che bella che è, complimenti Tony, complimenti!»
«Mamma, zitta per favore, okay?»
«Vivian, ti avevo detto che non ne volevo parlare...e poi Rebecca non ti capisce, non sa lo spagnolo.»
«Ah, okay.»
*

myspace.
Ma salve, di nuovo! *u*
Come avete passato il Natale? Spero sia stato meglio del mio, una noia mortale!
Comunque, ecco qua il quinto capitolo! Posterò il prossimo di sicuro con l'anno nuovo, quindi se non ci sentiamo tanti auguri a tutti! E che sia un 2014 pieno di bands *-*
Ah, prima che mi scordi! Se qualcuno di voi sa lo spagnolo meglio di me (non che ci voglia molto) può dare una controllata alle frasi che ho scritto? Mi sembrano abbastanza giuste, ma c'è qualcosa che non mi torna e non riesco a capire cosa ;-;
Un bacio, fab. 
  
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