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Autore: Nephilim332    28/12/2013    0 recensioni
Isabelle Lewan è bella, intelligente, sarcastica. O, almeno, lo era. Prima che la sua vita venisse stravolta, prima che ogni suo sogno divenisse irrealizzabile, prima che il suo cuore si frantumasse in mille pezzi. Ma, contro ogni aspettativa, tutto cambia: la ragazza verrà catapultata in una leggenda che va avanti dall'inizio dei tempi.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Capitolo 16

Il prisma dell'amore

 

Lucas e Isabelle continuarono a guardarsi negli occhi a lungo, mentre il contatto fra le loro anime si stabilizzava. Affiorava grazie alle loro iridi chiare, che si contemplavano a vicenda. Quella volta, il legame era molto più forte, e più chiaro; era meraviglioso.

I loro sguardi erano intenti ad intraprendere la più dolce delle conversazioni; l'argomento prevalente era, come la banalità richiede, l'amore. Tuttavia, di banale c'era ben poco perché passione, bisogno, desiderio e speranza creavano un sentimento del tutto nuovo, incredibile, magico.

I suoi sintomi erano evidenti, giacché Isabelle sentiva un turbinio di sensazioni scatenarsi nello stomaco. 
Cos'era?

Le risposte sarebbero state molteplici, ed erronee. Tutto ciò che va oltre l'amore, tutto ciò che provoca il tremito delle mani, l'inizio della corsa del cuore, e l'accorciarsi del respiro, non può essere spiegato.

Non esiste una soluzione al quesito.

La ragazza sapeva di star vivendo un idillio, ma sapeva anche che ogni cosa ha un inizio, uno sviluppo e, soprattutto, una fine. 
Tutti i problemi sarebbero tornati a bussare, incessantemente, alla sua porta. L'avrebbero sfondata e Isabelle ne sarebbe stata travolta come un fiume in piena. Gli occhi iniziarono a pizziccarle, ma non doveva permettere neanche ad una lacrima di bagnarle il volto. Non ora. Doveva pensare a Lucas; quello era il loro momento, non poteva rovinarlo.

« Ti prego, se è un sogno non svegliarmi. » disse Lucas, sorridendo.

Isabelle ringraziò Dio silenziosamente. Quell' attimo di distrazione, era proprio ciò che le serviva.

« Stai diventando troppo sdolcinato, Archer. Potrei stancarmi di te. » scherzò.

Il ragazzo rise, alla vista dell'espressione maliziosa dipinta sul volto di lei.

« Fortunatamente, Lewan, » provocò. « non sei un tipo che si stanca facilmente. »

« Mhhh... » finse di riflettere la ragazza. « Forse. O forse no. »

Il loro giocoso battibecco fu interrotto dall'ingresso di un ragazzone dagli occhi verde smeraldo.

« Mike! » esclamò Isabelle, radiosa come può essere solo un bambino il giorno di Natale.

Anche il volto di Lucas s'illuminò. E, in quel momento, forse a causa del legame con Isabelle, o forse semplicemente perché conosceva entrambi, capì che i due ragazzi avevano bisogno di trascorrere del tempo insieme.

« Vado ad informare tuo padre delle tue condizioni, Isabelle. » disse, fingendo di schiarirsi la gola.

Rivolse un sorriso ad entrambi. La ragazza, gli mimò un “grazie” con le labbra, e fece in modo di trasmettergli tutta la sua gratitudine grazie al sorriso che gli rivolse. Il cuore del ragazzo perse un battito. Si volse nella direzione del cugino e, uscendo, gli diede una pacca sulla spalla.

« Ciao, piccola! » salutò Mike, dopo che la porta venne chiusa alle loro spalle. « Alla fine hai ceduto, lo sapevo. » disse, ghignando.

Isabelle sorrise, ma poi, rabbrividì. Gli occhi cominciarono ad inumidirsi, il respiro accelerò, il suo corpo venne scosso da fremiti e, dopo poco, il rumore dei singhiozzi che iniziò a produrre fu l'unico suono udibile fra le quattro mura rigorosamente bianche.

Fuori dalla piccola finestra posta alla sua destra, il sole stava tramontando; avrebbe lasciato il posto al buio. Tuttavia, quei fasci di luce scarlatta rimasti sembravano quasi voler accarezzarle il volto, consolarla. Il peso che gravava sulle sue spalle era davvero troppo: in principio, c'era stata la morte di sua madre, successivamente quella di Marco, il tentato suicidio, il trasferimento, i sentimenti contrastanti nei confronti di Lucas, Ryan, Victoria, l'aggressione... un ammasso di pensieri che continuavano a vorticarle in testa, sfinendola. Aveva solo diciassette anni, e una ragazza di diciassette anni non può sopportare tutto questo.

E' moralmente sbagliato.

Sapeva che, da quel giorno in poi, tutto sarebbe andato meglio; ci sperava. Ma il passato non si cancella, gli incubi non avrebbero smesso di tormentarla; erano prodotti dal suo senso di colpa. E il suo senso di colpa non l'abbandonava mai.

Nel frattempo, Mike l'aveva abbracciata e, di secondo in secondo, la sua stretta diveniva sempre più salda.

« Lo so, Isabelle. » continuava a sussurrarle.

Avrebbe voluto dirgli tante cose; ringraziarlo, innanzitutto, dirgli che era proprio questo ciò di cui aveva bisogno: i suoi abbracci. Non ci riuscì, quelle parole non vennero mai prodotte dalla sua bocca, eppure era consapevole che Mike sapeva esattamente cosa gli avrebbe comunicato, se solo la sua voce avesse deciso di collaborare.

Passarono dieci minuti, o forse venti-non aveva importanza- e Isabelle iniziò a calmarsi. Le lacrime smisero di rigarle le guance, il respiro tornò regolare, un nuovo calore le si propagò in corpo, proprio all'altezza del cuore.

« Grazie. » riuscì a mormorare.

« Shh... » disse Mike. « non devi ringraziarmi, lo sai. »

« Ho paura. »

« Lo so. »

« Non voglio che la realtà torni a torturarmi. »

« Lo so. »

« Ti voglio bene. »

« Lo so. »

Isabelle sbuffò, e sul suo volto comparve un leggero sorriso.

« C'è qualcosa che non sai, Mike? » chiese, ironica. « Almeno evito di annoiarti. »

Mike rise, ma continuò a tenerla stretta a sé.

« Non so come finirà questa storia. » sussurrò.

« Ah! » esclamò lei. « Questo non lo so nemmeno io. »

Aveva un' espressione delusa, come quella di una bambina capricciosa.

Il peggio era passato.

« Dov'è Ryan? » chiese.

« In prigione, dove merita di essere. » rispose Mike, trattenendo un ringhio.

« Lui l'amava. »

« Eh? »

Ryan aveva amato Ashley, Isabelle lo sapeva. Aveva visto nei suoi occhi accendersi una luce inconfondibile, mentre le parlava di lei. A modo suo, l'aveva ritenuta importante.

« Ryan amava Ashley, Mike. »

« Lo so. »

« Che novità... »

« No, ascoltami: lo so per un altro motivo. »

La ragazza rifletté, ma non riusciva a trovare un senso alle parole dell'amico « Non capisco. »

« Ti spiegherò tutto. Hai voglia di sentire? »

« Assolutamente. »

« Bene. » il ragazzo fece una pausa, probabilmente stava cercando le parole giuste per spiegarle tutto. « E' passato quasi un mese, da quando sei qui. Durante quest'arco di tempo, è venuta a cercarmi la signora Fine, e ha continuato a dirmi che, uno di noi, doveva conoscere nei minimi dettagli tutta questa faccenda “leggendaria”. Per ovvi motivi, non potevi essere tu quella da istruire, e Lucas non ti lasciava un attimo. Di conseguenza, ha scelto me. All'inizio, ero riluttante: volevo passare tutto il mio tempo libero qui, per starti accanto, ma poi ho capito che era una cosa della massima importanza. Ho letto il libro delle anime: è un oggetto magico, dico sul serio. In ogni caso, dopo la milleduecentesima pagina, c'era un elenco, davvero lunghissimo, che riportava il nome di ogni essere umano di sesso maschile. Nella colonna accanto, c'era la corrispettiva anima gemella di sesso femminile. E' stato facile trovare te e Lucas- è tutto raggruppato per città- e, qualche nome dopo i vostri, c'erano quelli di Ryan ed Ashley. Ed erano insieme. Loro erano anime gemelle. »

« Wow. » riuscì a dire Isabelle.

« Già... wow. »

« Non mi è' chiara una cosa, però. Se Ryan ed Ashley erano anime gemelle, per quale motivo non si sono accorti del legame? Insomma, perché lei stava con Lucas? Certo, Ryan è inquietante, ma io amerei Lucas in ogni caso. »

« Sapevo che non ti sarebbe sfuggito questo dettaglio. » disse Mike, sorridendo. « Qui, entriamo in gioco noi: i portatori. Se un portatore non si trova nella città delle due persone che condividono l' anima, il legame non si manifesta. O meglio, c'è comunque un sentimento, ma è confuso e, chi lo prova, tende a scappare da esso, non ad andargli incontro. »

« Che situazione... non so se giustificare Ryan. »

« No, Isabelle. E' imperdonabile ciò che ha fatto a te, ancor di più ciò che ha fatto ad Ashley. Sta di fatto che l'amava. In un modo folle, perverso... ma l'amava. »

« Già... »

Mike sciolse l'abbraccio e guardò Isabelle negli occhi.

« Dovrei proprio andare. » sentenziò. « Hai ancora bisogno di me? »

La ragazza scosse la testa.

« No. » mormorò. « Hai fatto proprio ciò di cui avevo bisogno. »

« Sempre a tua disposizione! » esclamò lui. 
Si avvicinò alla porta e, con la mano appoggiata alla maniglia, come a voler la aprire, si girò nella direzione della sua amica.

« Ah! » disse. « Sotto la voce “Chicago”, nel libro delle anime, c'era il nome di tuo padre. La sua anima gemella era Elinor Hallard. Ti dice nulla, questo nome? »

Isabelle sorrise, e gli occhi le si inumidirono.

« Elinor Hallard era mia madre. » sussurrò.

Mike la sentì.

« Lo immaginavo. Elinor Lewan suonava alla perfezione. »

Aprì la porta della stanza, ed uscì.

**

Isabelle era rimasta sola per circa dieci minuti, un tempo durante il quale aveva cercato di metabolizzare tutti i nuovi dettagli appresi riguardo la leggenda delle anime. Era tutto così assurdo; eppure bellissimo. Voleva saperne di più, doveva saperne di più.

Non si era mai interessata così tanto a queste cose, ma pensava che, quando in una leggenda ci sei dentro, è anche normale che tu te ne senta attratta. Fortunatamente,  le milleduecento o più pagine da leggere- a sentir Mike- non la spaventavano: le avrebbe divorate in pochi giorni.

Toc toc

Un leggero bussare alla porta la riportò alla realtà.

« Avanti. » disse.

Dalla soglia, fece capolino un uomo alto almeno un metro e novanta, sulla cinquantina, con occhi grigi e corti capelli biondi. Si avvcinò velocemente al capezzale di Isabelle.

« Ciao, bimba. » sussurrò, cominciando ad accarezzarle i capelli.

La ragazza prese a mordersi il labbro inferiore: non piangeva davanti a suo padre da anni.

« Ciao papà. » salutò, con voce rotta.

« Smettila. » disse il signor Lewan, dolce ma autoritario.

« Di fare cosa? » chiese sua figlia, caparbia.

« Di trattenerti, quando sei con me. Isabelle, tu sei mia figlia. E ti voglio bene. Ho sbagliato a trascurarti, ma avevo paura: non ho mai saputo come ci si comporta nei confronti di una ragazza; tu sei sempre stata così intraprendente... Non ho scuse, lo so; le paure che mi hanno assillato in questi anni non sono state nulla, paragonate a ciò che ho provato in queste settimane. L'angoscia mi ha logorato, il dolore era così forte che ho quasi perso il mio contegno. Ti prego, ti prego, bambina mia, perdonami. »

Isabelle lasciò che nuove lacrime affiorassero, e si maledisse mentalmente. Da quando si lamentava così tanto?

Abbracciò suo padre e posò la testa proprio sopra il suo cuore; esso batteva forte per l'emozione.

« Mi dispiace. Mi sei mancato tantissimo. » sussurrò.

« No, piccola. E' a me che dispiace. »

« Posso farti una domanda, papà? »

« Puoi chiedermi ciò che vuoi. »

La ragazza posò lo sguardo in quello del padre, così dannatamente simile al suo.

« Ami Alexandra come amavi la mamma? »

Il signor Lewan sorrise. Prese le piccole mani della figlia fra le sue e se le portò alle labbra, poi le baciò.

« Non amerò mai nessuno, come ho amato lei, Isabelle. Ci sono state tante donne prima e dopo di lei, ma nessuna di loro susciterà mai in me le stesse emozioni. La amavo come Lucas ama te e come tu ami Lucas. Mi capisci? »

« Era la tua anima gemella. »

« Esattamente. Hai bisogno di sapere qualcosa, al riguardo? So che hai solo qualche idea, del vero significato di tutta questa storia. »

« No, papà. » disse la ragazza, con una strana luce negli occhi. « Devo capire tutto da sola. E poi, il modo in cui hai parlato della mamma, mi ha detto tutto ciò che avevo bisogno di sapere. »


**NOTE DELL'AUTORE**

Innanzitutto, vi chiedo scusa per l'attesa, ma ho avuto pochissimo tempo.

Perché questo titolo?
Perché il prisma è una figura geometrica che presenta diverse facce e, in questo capitolo, noi abbiamo visto quattro tipi di amori: quello che Isabelle prova per Lucas, il più struggente, il più passionale. Quello che prova per Mike, dolce e fraterno e, infine, quello che prova per i suoi genitori che è infinito.

Vi faccio i miei auguri di buone feste, anche se il Natale è già passato. Ringrazio drawandwrite, come sempre e tutti voi che seguite la mia storia♥

Fatemi sapere cosa ne pensate, è un capitolo importante! ♥

  
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