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Autore: piperina    28/12/2013    2 recensioni
«Amici miei, di certo vi starete chiedendo il motivo di questo invito» disse Klaus, apparentemente felice come non mai di avere ospiti a cena e non per cena.
«Spara la proposta.»
Klaus continuò a sogghignare, forse divertito da ciò che stava per dire.
«Un legame.»
Stefan corrugò la fronte.
«Un legame magico, intendo. Certo, se lei avesse un fidanzato umano opterei per la procreazione adolescenziale, ma purtroppo non ho fortuna neanche con questa strada, quindi creerò un legame magico tra me ed Elena.»

Klaus/Katherine; Damon/Elena; Caroline/Tyler - Stefan, Bonnie, Matt, Elijah, Rebekah.
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Katherine Pierce, Klaus, Originari, Un po' tutti | Coppie: Caroline/Tyler, Damon/Elena
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Vampire Stories'
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*Act V*

Talk, talk, talk

 

 

 

 

Stefan Salvatore era una persona silenziosa e riflessiva. Non parlava molto, preferiva fermarsi a pensare. Anche in quel momento aveva le labbra serrate ma la mente in fermento.

Aveva bisogno di riflettere sulla sua situazione con Elena.

Era a conoscenza della sua attrazione nei confronti di Damon, ma lui faceva sempre quell’effetto: il fascino del bello e tenebroso, ironico e imprevedibile faceva colpo su chiunque.

Anche sulla sua ragazza.

Lui, però, aveva capito che c’era dell’altro: Elena era il tipo da relazione stabile e duratura e se vacillava per suo fratello allora la cosa era seria. E preoccupante. Non era solo attrazione fisica.

Era molto peggio.

Cosa poteva fare? Aveva sempre cercato di non interferire nelle sue decisioni, ma non voleva perderla. Erano tornati di nuovo insieme, sì, ma in un modo… strano. Non era come prima, quando lei non sapeva come fosse la sua vera essenza di ripper. Da quel momento le cose erano cambiate e riprendere la loro relazione era stato difficile.

Poteva forse biasimarla? In fin dei conti, Damon era innamorato di lei da molto tempo e le era stato vicino durante la sua assenza. Davvero non era successo niente tra loro?

Stefan scosse la testa, stringendo i pugni lungo i fianchi: nonostante tutto, Damon gli era sempre stato leale ed Elena non era quel genere di ragazza.

Cosa poteva fare? La storia di Katherine si stava ripetendo, ma questa volta non sarebbe stato a guardare: non si sarebbe più fatto trasportare dai sentimenti. Doveva fare qualcosa per capire quali fossero i veri sentimenti di Elena per lui e per suo fratello.

Anche se il pensiero che lei potesse scegliere Damon a lui era devastante.

«Ti vedo pensieroso.»

Stefan chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro.

«Dovresti smetterla di fare lo stalker. Prima o poi ti beccherai una denuncia.»

Klaus si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla con fare amichevole, guadagnandosi un’occhiataccia in risposta. «È un po’ che non ti vedo in giro, Stefan.»

«Non ho sentito la tua mancanza, se è questo che vuoi sapere» gli disse lui, atono.

Sul volto dell’ibrido apparve un’espressione più divertita che affranta, nonostante le sue parole. «Mi spezzi il cuore.»

Oh, quanto avrebbe voluto farlo davvero.

«Non ti ho visto per una settimana intera» iniziò a passeggiare accanto a lui, pur senza essere stato invitato a farlo.

«Cercavo di digerire la cena.»

«Elena l’ha digerita meglio di te.»

Klaus gli sorrise in un modo che non gli piacque: era beffardo e inquietante allo stesso tempo. Cosa c’entrava Elena?

Stefan non disse nulla, si limitò a guardarlo dubbioso, la fronte corrugata e tutti i sensi all’erta.

«Oh, che sciocco!» l’altro si portò teatralmente una mano davanti alla bocca. «Non avrei mai immaginato che non te l’avrebbe detto.»

«Detto cosa?» la voce gli uscì quasi come un ringhio.

«Due giorni fa la docile Elena ha scambiato una sacca del suo delizioso sangue per una visita privata a Katerina.»



***



 

«Si può sapere perché l’hai fatto?!»

Come da copione, Stefan si era precipitato a casa Gilbert per una paternale con i fiocchi. Inizialmente lei aveva negato, poi, sotto le insistenze del vampiro, aveva confessato tutto.

«Non mi ha fatto niente, è addirittura uscito dalla sua stessa casa!»

Cercare di spiegare le sue motivazioni era piuttosto difficile, data la foga con cui Stefan la stava sgridando. Sì, sapeva che l’amava ed era preoccupato per lei, ma era stanca di essere sempre quella da proteggere a qualsiasi costo.

Elena non era una persona passiva e priva di iniziativa. Anche lei sentiva il bisogno di aiutare e proteggere le persone a lei care, anche lei era abbastanza coraggiosa da compiere gesti eroici.

Non aveva forse deciso di darsi in pasto a Klaus in cambio della salvezza di suo fratello e dei suoi amici, sapendo che avrebbe potuto chiudere gli occhi e non aprirli mai più?

«È stata una mia idea e una mia scelta e scusa tanto se ho cercato di farmi dire qualcosa dalla diretta interessata.»

Stefan camminava nervosamente intorno al tavolo della cucina. Guardò male la ragazza e sbuffò. «Hai scoperto qualcosa, almeno?»

Elena scosse la testa. «Katherine ne sa quanto noi. Le ho chiesto del suo passato, ma ha soltanto detto che il Klaus che ha conosciuto lei era molto diverso da quello che conosciamo noi.»

«Questo non ci serve» il vampiro sembrava essersi calmato. «Sappiamo bene quanto abile sia lui a mentire. Katherine era umana e giovane, sarà stato facile prendersi gioco di lei.»

La ragazza non rispose, l’aria era troppo tesa. Si avvicinò a lui e parlò piano. «Non volevo far preoccupare nessuno, davvero. Klaus non mi farebbe del male ora, gli servo viva e in buona salute, per questo ho voluto approfittarne.»

Prima di alzare bandiera bianca, Stefan le rivolse un ultimo sguardo di rimprovero.

«La prossima volta che ti viene un’idea, diccelo. Più teste lavorano meglio insieme.»

Elena annuì, contenta di aver terminato quella conversazione, poi lo accompagnò alla porta.

Lungo il tragitto verso casa, Stefan pensò di nuovo alla sua situazione amorosa: si chiese se fosse il caso di tenere Elena il più legata a sé possibile, o se fosse disposto a lasciarla andare per la sua strada e vivere altre esperienze senza farle pressioni.

Era sicuro di amarla come mai gli era successo con altre donne ed era sempre stato sicuro che la cosa fosse reciproca. Ma trasformarsi in un ripper senza cuore, abbandonarla e tornare reclamando il suo cuore aveva cambiato le cose.

Elena aveva visto la parte oscura della sua anima e sì, si erano riavvicinati e potevano considerarsi di nuovo una coppia, ma non era più come prima. Durante la sua assenza, Damon era stato il suo custode. Le era stato vicino, l’aveva aiutata e confortata e questo, lo sapeva, li aveva legati enormemente.

Stefan stava ancora imparando ad accettare il fatto che suo fratello fosse innamorato della sua ragazza… poteva accettare anche il fatto che la sua ragazza fosse visibilmente sempre più attratta da suo fratello?

Davanti a lui c’era un bivio: impedire a Elena di avvicinarsi ulteriormente a Damon, o lasciare che vivesse altre esperienze, aspettando e sperando che tornasse da lui.

«Stefan?»

Alzò la testa e si trovò davanti Caroline. Gli venne improvvisamente voglia di sfogarsi con qualcuno. «Vai da Elena?»

«Esatto. Klaus non si è ancora, potrebbe avere qualcosa in mente, quindi…»

«Non serve» la interruppe lui. «Ci ha già pensato Elena. È andata a casa sua e ha chiesto di parlare con Katherine in cambio di una sacca di sangue.»

Caroline batté un piede per terra e soffocò un’imprecazione. «Com’è andata?»

«Andiamo a casa, saremo più tranquilli.»





«…Katherine non sa nulla, quindi è stato del tutto inutile» porse una tazza di caffè alla vampira.

«Grazie. Insomma, chi ci ha guadagnato alla fine è stato di nuovo Klaus» lo disse quasi ringhiando dalla rabbia. «Katherine come sta? Ha perso un po’ della sua insopportabile spocchia?»

Stefan sorrise, prendendo posto sul divano accanto a lei. «Niente gliela farebbe perdere.»

Caroline mandò giù il suo caffè in due rapidi sorsi. «Tutto questo è così assurdo» scosse la testa e i boccoli biondi seguirono quel movimento. «A volte non mi sembra ancora vero che Klaus e Katherine siano sposati.»

«Dillo a me…»

Lei gli accarezzò una spalla. «Eri innamorato di una finzione.»

«Qualcosa di vero c’era» ammise, forse per la prima volta, «ma Katherine non sa rinunciare ai suoi propositi. Per lei tutto è sacrificabile.»

Caroline lo guardò per qualche istante: sembrava provato, schiacciato dai ricordi e dalla situazione. Non solo per Katherine e Klaus, ma perché quel triangolo amoroso lo stava distruggendo.

«Posso comprendere le ragioni di Elena e so che anche tu puoi» disse dolcemente. «Voleva solo essere utile, non sa stare ferma a guardare le persone che ama sbattersi per lei. Al posto suo credo che avrei fatto lo stesso, anche se ciò non toglie che sia stata parecchio imprudente.»

Stefan si sforzò di sorridere. Caroline era una buona amica per lui, anche se all’inizio aveva provato sfacciatamente a infilarsi nel suo letto, per finire poi in quello di Damon.

«Non riesco a non preoccuparmi per lei, soprattutto ora che siamo in questa relazione incerta.»

La vampira abbassò lo sguardo. Elena aveva Stefan che l’amava da impazzire, eppure lo feriva continuamente per una stupida sbandata senza futuro. Gettava a terra il cuore di Stefan ogni volta che guardava Damon, o che pensava a lui, o che si fidava di lui – fidarsi di Damon? Mai.

Lei e Tyler avrebbero dato qualsiasi cosa pur di stare insieme un decimo del tempo che Elena passava con Stefan. L’amica le faceva una gran rabbia, non riusciva ad allontanare da sé quel sentimento, pur sapendo che era sbagliato.

«Credo che lei non ti meriti» sputò con acidità. «Di certo non ti sta trattando bene e sembra che neanche le importi.»

Stefan la guardò con occhi increduli per qualche istante. Lei si accorse di ciò che aveva detto e soprattutto di come lo aveva detto e si vergognò.

«No, cioè… volevo dire… io…» balbettò.

«Tyler ti manca molto, vero?»

Caroline gli rivolse uno sguardo triste e sconsolato, ma colmo di gratitudine: lui la capiva meglio di chiunque altro.

«Da morire» ammise in un sussurro. «Non ci sentiamo mai. Gli lascio un sacco di messaggi in segreteria, ma mi ha chiamata solo due volte da quando è partito.»

Stefan le passò un braccio intorno alle spalle, lei posò la testa sulla sua. In quel momento difficile e in cui l’assenza di Tyler era a dir poco devastante, avere un amico con cui parlare era un dono dal cielo.

A volte Caroline pensava che solo Stefan fosse davvero in grado di capirla e sostenerla.

«Klaus è tornato alla carica?»

«No, grazie al cielo» rispose lei con un sospiro. «Credo e spero che questa situazione lo distragga.»

«Beh, non è difficile capire perché sia interessato a te.»

Caroline gli rifilò uno sguardo omicida. «Carne fresca, suppongo. Gratificazione dell’ego.»

Stefan ridacchiò a quelle parole. L’infatuazione di Klaus per Caroline aveva dei toni quasi comici. Certo, lei era bella, forte, combattiva e non gli aveva mai risparmiato una risposta a tono.

Ma sembrava che un giorno Klaus si fosse svegliato e avesse deciso di fare la corte alla prima ragazza che gli fosse passata davanti ed era capitata Miss Mystic Falls.

«Probabilmente sei una sfida per lui.»

«Probabilmente è solo un grandissimo stronzo.»

Di nuovo, Stefan rise divertito. Parlare con Caroline l’aveva aiutato a staccare un po’ la spina, allontanare i pensieri cupi di quel pomeriggio e la discussione con Elena. La giovane vampira era impulsiva e aveva la tendenza a giudicare subito e in modo severo il prossimo, ma era una buona ascoltatrice e per lui la sua amicizia era molto importante.

Damon scelse quel momento per rincasare.

Non sopportando la sua presenza, Caroline si alzò dal divano e annunciò che sarebbe andata da Elena con Bonnie. Salutò Stefan, guardò male Damon e corse fuori.

«Wow, Vampire Barbie mi adora» commentò lui.

Stefan scrollò le spalle. «Non puoi biasimarla, non sei certo stato un cavaliere con lei.»

Damon si versò da bere in un bicchiere di cristallo e iniziò a passeggiare per il soggiorno. «Ho portato in salvo il suo egocentrico fondoschiena almeno un migliaio di volte. Non pretendo dei ringraziamenti, mi basterebbe che almeno crescesse» si portò il bicchiere alle labbra e non disse nulla sull’espressione antipatica del fratello.

«Oggi Elena è andata da Klaus» lo informò Stefan. «Gli ha offerto una sacca del suo sangue per parlare con Katherine.»

L’altro imprecò sottovoce.

«Non ha ottenuto nulla.»

«Sai che novità» replicò acidamente il maggiore dei due, finendo di bere in un solo sorso. «A quanto pare proteggere la principessa non è servito. Si passa al piano B.»

Stefan lo guardò in silenzio, curioso.

«Portarla via!» esclamò lui in tono ovvio.

«Damon…»

«No, niente “Damon”! Elena non è al sicuro qui, quindi la allontaniamo. Logico, no?»

«No che non lo è! È eccessivo!»

«Oh, certo, e invece lasciare che Klaus ce l’abbia sempre a disposizione sotto il naso o che lei vada da lui senza dirlo a nessuno è normale, vero?»

Stefan non rispose. Si passò la lingua sulle labbra secche e abbassò lo sguardo. Damon aveva ragione, ma lui non avrebbe mia acconsentito a una cosa del genere.

Elena non era un oggetto da spostare in base alle esigenze del momento. Era una persona con pensieri e sentimenti propri, in grado di intendere e di volere e sapeva da sé quanto pericolosa fosse la situazione.

Non potevano costringerla ad abbandonare la propria vita per iniziarne una fatta di fuga e di paura, chissà dove, guardandosi sempre le spalle e non potendo vivere un solo istante di libertà.

Come aveva vissuto Katherine per cinquecento anni.

«È una cosa troppo drastica e lo sai» disse, rialzando la testa. «Dobbiamo solo stare più attenti e proteggerla meglio.»

Damon lo guardò con sufficienza: era impossibile far capire a Stefan che, spesso, le soluzioni drastiche erano quelle che tenevano in vita la gente. «Agli ordini, grande puffo.»

Stefan aprì la bocca per ribattere in modo saggio e pacato, ma il campanello di casa lo bloccò. I due vampiri si scambiarono un’occhiata curiosa e andarono insieme ad aprire la porta.

«Signori… buongiorno.»



***



 

«Cioccolata?»

Elena era strana: era fin troppo servizievole con Bonnie e Caroline, sedute al tavolo della cucina. Aveva l’aria di qualcuno che ha qualcosa da confessare, ma non sa come e che, in tutta sincerità, neanche vuole farlo.

Bonnie era curiosa, attendeva che l’amica svuotasse il sacco e dicesse loro cos’aveva combinato di tanto grave, mentre Caroline moriva dalla voglia di spiattellare ai quattro venti tutto ciò che aveva saputo da Stefan.

Era sbagliato, certo, ma il comportamento avventato di Elena l’aveva fatta irritare. Inoltre l’amica si barcamenava in uno strano triangolo con due fratelli e uno di loro era Damon. Stare con un piede in due scarpe non andava bene e Damon… oh, Caroline lo odiava. Non avrebbe mai smesso di andargli conto a qualsiasi costo e in qualsiasi situazione.

Il cattivo comportamento del vampiro con lei la portava ad essere prevenuta riguardo una possibile futura relazione tra lui e l’amica; l’amicizia con Stefan, d’altro canto, sbilanciava il suo giudizio nettamente a favore del fratello buono.

Non le importava che l’animo di Stefan fosse oscuro né che Damon fosse cambiato nel tempo – per amore di Elena e di suo fratello – e che avesse salvato tutti quanti una decina di volte a testa: Damon era cattivo e avrebbe di sicuro fatto soffrire Elena.

Lei avrebbe sempre parteggiato per Stefan.

«Elena, siediti e sputa il rospo» disse a un certo punto Bonnie in tono deciso, rompendo il silenzio e il flusso di pensieri di Caroline.

Elena sospirò, posò il vassoio con le tre tazze di cioccolato sul tavolo e si sedette.

«Vi ho mentito oggi. Non sono stata male a scuola» esordì. Ignorò lo sbuffo irritato di Caroline e lo sguardo incredulo di Bonnie. «Volevo liquidarvi per andare alla villa di Klaus e parlare con Katherine.»

«Cosa?!» tuonò la strega. «Sei impazzita? Avrebbe potuto farti qualsiasi cosa!»

«Tranquilla, non si è presentata a mani vuote. Dico bene, cara la mia donatrice volontatia?

Caroline si beccò due occhiatacce.

«Gli hai dato il tuo sangue?» Bonnie era sempre più sconvolta. Si voltò poi verso la vampira. «E tu lo sapevi?»

«Chissà chi te l’ha detto» commentò acidamente Elena.

La bionda alzò le mani e le sopracciglia in un’espressione innocente. «Era solo preoccupato per te.»

Elena, tempo addietro, era stata molto grata a Stefan per l’aiuto che aveva dato a Caroline. Le aveva insegnato ogni cosa e saperli amici l’aveva resa felice. A volte, però, il loro legame così intenso e confidenziale l’aveva resa gelosa, più come amica che come fidanzata: più passava il tempo, più la lealtà di Caroline era riservata unicamente a lui.

Era amica sua prima di essere amica di Stefan e sì, lei era umana, Bonnie era una strega e con Damon i rapporti erano pessimi, quindi l’unico vampiro disposto a prenderla sotto la propria ala per insegnarle tutto e restarle accanto era Stefan… ma una nuova amicizia valeva il prezzo di quelle vecchie?

Elena si riscosse da quei pensieri. «Klaus l’ha detto a Stefan che l’ha detto a Caroline» spiegò. «E a questo punto immagino che lo sappia anche Damon.»

«Perché l’hai fatto? Cosa volevi da Katherine?»

«Risposte. Spiegazioni. Informazioni. Qualsiasi cosa potesse rivelarsi utile.»

«E hai fatto un buco nell’acqua» commentò Caroline con sufficienza, iniziando a sorseggiare la sua cioccolata.

Elena la guardò male di nuovo. «Dovevo almeno provarci.»

Bonnie, già stanca degli sguardi in cagnesco tra le due, cercò di tenere l’attenzione sull’argomento più importante. «Ti avrà pur detto qualcosa» incalzò, non senza un pizzico di curiosità.

«Ha detto solo che il Klaus che ha conosciuto lei cinquecento anni fa è molto diverso da quello che conosciamo noi.»

«Beh, quest’informazione…» Bonnie ci rifletté seriamente, ma scosse la testa sconsolata «è del tutto inutile.»

Le ragazze dedicarono qualche silenzioso minuto alla cioccolata e alla riflessione.

La situazione era a un punto morto: volevano impedire a Klaus di creare il legame con Elena, ma nessuno sapeva come. Far evadere Katherine dalla villa degli orrori avrebbe rallentato quel folle piano, ma non c’era modo di farle fuggire, perché Klaus aveva preso delle precauzioni più che perfette per evitarlo.

«Abbiamo le mani legate» sospirò Caroline, fissando intensamente la sua tazza vuota. «A questo punto concentriamoci sulla vita da liceali.»

«Caroline…»

«Che altro possiamo fare?» sbottò la vampira. «Katherine non può uscire da quella casa e noi possiamo solo continuare a proteggerti.»

Bonnie voleva ribattere, ma non trovò nulla con cui farlo. «Purtroppo è vero, Elena. Siamo del tutto impotenti.»

Ci fu un momento di silenzio carico di rabbia e frustrazione prima che Caroline riprendesse a parlare. «Ho una novità. Tyler sta tornando a Mystic Falls!»

«Care, è meraviglioso!» esclamò Elena, saltando in piedi per abbracciare l’amica. Era sinceramente contenta per lei.

«È stata dura senza di lui» confessò la vampira con gli occhi lucidi.

«Sarà stata dura anche per lui senza di te» Bonnie le strinse forte la mano e sorrise.

Caroline e Tyler erano una coppia fuori dal comune, ma erano perfetti. Un vampiro e un licantropo uniti da qualcosa che era in grado di oltrepassare le barriere che la natura aveva loro imposto.

Un tempo lei era stata sciocca e superficiale e lui era stato viziato e arrogante.

La trasformazione li aveva costretti a cambiare e maturare in fretta attraverso il dolore e le conseguenze derivate dalla loro nuova natura. Si erano aiutati a vicenda, erano stati l’uno il supporto dell’altra, fino a innamorarsi con tutta l’anima.

Caroline non riusciva a immaginare una vita – umana o sovrannaturale – senza di lui.

«Dobbiamo festeggiare» propose Bonnie.

«Matt è ancora a Denver con Jeremy.»

Elena sorrise. «Allora festeggeremo due volte.»

Ripose le tazze nel lavandino e iniziò a lavarle lentamente. Jeremy le mancava da morire. Era l’ultimo membro rimasto della sua famiglia e la casa era vuota ora che ci viveva da sola. Quando la mancanza del fratello si faceva insopportabile, Elena iniziava a ripulire la casa da cima a fondo con un vigore nato dalla sofferenza.

Si sentiva terribilmente sola. Aveva tanti amici che le volevano bene e lei era grata per questo, ma Jeremy era suo fratello. Era diverso da tutti gli altri.

Nonostante questo, però, sapeva di aver fatto la scelta giusta: Jeremy doveva essere protetto e lei avrebbe fatto qualunque cosa pur di saperlo al sicuro.

Si accorse di aver strofinato le tazze con tanta forza da avere i polpastrelli arrossati. In quel momento suonò il campanello e colse l’occasione per asciugarsi le mani e allontanare dalla sua mente la tristezza per quella situazione difficile.

Alla porta non c’era nessuno, ma sul tappeto faceva bella mostra di sé una busta color avorio con il suo nome scritto su, in una grafia elegante e ricercata.

Sbatté la porta e tornò in cucina, lanciando la busta sul tavolo.

«Di chi è?» chiese Caroline, prendendola tra le mani.

«Temo di saperlo anche senza aprirla.»

La vampira tirò fuori il biglietto, lesse le poche parole che riportava e fece un’espressione disgustata. «Klaus ti invita a cena nella sua villa degli orrori.»

 

 

 ***

 

 

«Deve averci preso gusto.»

Damon prese in mano il cellulare e chiamò Elena, che rispose al primo squillo.

«Dimmi che non è come penso» fu il saluto della ragazza.

Il vampiro roteò gli occhi al cielo e guardò il fratello. «L’ha ricevuta anche lei.»

«Grandioso.»

«Elena? Esatto. Tutti e due.»

«Cosa vorrà ora?»

«Fare il gradasso e metterci ansia addosso» disse lui con una smorfia. «Ci saremo noi con te, tranquilla. Ok. A dopo.»

Damon infilò il telefono nella tasca anteriore dei jeans e si svaccò sul divano. «Bonnie e Caroline erano con lei quando ha ricevuto l’invito, proverà a sentirle per vedere se sono comprese anche loro, ma ne dubito.»

Stefan aggrottò le sopracciglia. «Perché ne dubiti?»

«Perché stiamo parlando di Klaus, fratellino. Se fosse qualcosa di grosso lo saprebbe già tutto il mondo e invece di una cena organizzerebbe una conferenza stampa in diretta mondiale. E poi» gli fece l’occhiolino «noi abbiamo un anno nella manica.»

«Sempre ammesso che non ci tradisca.»

Il cellulare di Damon vibrò nei suoi pantaloni. Il vampiro fece una smorfia goduriosa che strappò un risolino al fratello e lesse il messaggio.

«Che ti dicevo? Vampire Barbie e Sabrina la strega non sono nella viplist.»

Stefan non lo diede a vedere, ma era infastidito dalla confidenza tra Elena e Damon: si chiamano, si mandavano sms, avevano un modo tutto loro di comunicare e scherzare… era geloso marcio.

Elena era il suo grande amore e Damon era suo fratello. E tra loro c’era qualcosa.

La storia di Katherine si stava ripetendo.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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