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Autore: _ChaMa_    28/12/2013    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza semplice, piena di sogni. Dopo la morte di mia madre, avevo deciso di andare alla ricerca di mio padre: troppo grande per comportarsi come un ragazzino e troppo immaturo per fare l'uomo. Poi qualcosa è cambiato. Lui è cambiato.
Anche se vivevo in un mondo di bugie, non avevo mai perso la speranza. Quella stessa speranza che mi aveva portato a Mystic Falls.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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UNA SETTIMANDA DOPO

Da quando Damon mi aveva trovata nel bosco, sembrava che il tempo si fosse fermato e i giorni trascorrevano così lenti che sembravano non finire mai.
Il giorno dopo alla morte di Gen, Lex si era trasformato in lupo e aveva cominciato a girovagare per i boschi. Non era ancora tornato, ma non ero davvero preoccupata. Non volevo esserlo: il mio cuore non avrebbe sopportato di perdere anche lui.
C'era la luna quella notte: solo un piccolo spicchio di bianca purezza; proprio come quando ero arrivata.
Me ne stavo seduta sul tetto di casa Lockwood, a godermi l'aria tra i capelli e i raggi lunari sulla pelle. L'estate stava finendo, e l'autunno iniziava a bussare alle porte.
Avrei tanto voluto svuotare completamente la mente, ma ogni volta che chiudevo gli occhi rivivevo la morte di Gen e risentivo la confessione di Damon.
La morte di Mason sembrava così assurda, che ancora faticavo a realizzarla. Mi aspettavo di sentire la sua voce da un momento all'altro, di vedermelo comparire sulla soglia di casa.
<< È tardi. Non dovresti essere a letto? >>
Un sorriso sghembo mi comparve sulle labbra. Erano giorno che aspettavo quel momento.
Mi ero chiesta quando finalmente Katherine avesse avuto il coraggio di venire a parlarmi, senza spiarmi di nascosto.
Non mi voltai verso di lei, anzi raccolsi le gambe contro il petto e le circondai con le braccia.
<< Che cosa vuoi, Katherine? >> le risposi
Lei avanzò, facendo risuonare i tacchi. Come sempre era sicura di sé e spavalda << Te l'avevo detto che non potevi fidarti di loro >>
Ridacchiai << E di te, invece? Posso fidarmi? >>
<< Sono qui per questo >> disse << Vieni come me >>
Allungai le gambe, che finirono a penzoloni giù dal tetto.
<< Mason avrebbe voluto che... >>
<< Mason avrebbe voluto tante cose >> dissi, voltandomi a guardarla << Se davvero mi posso fidare di te, perché non me lo hai detto? >>
Katherine abbassò lo sguardo per un secondo e fece un sorriso tirato << Cercavo di proteggerti. Te lo avrei detto una volta andate via da qui. Quando saresti stata al sicuro >>
Non riuscii a trattenere una risata. Mi alzai e mi pulii i pantaloni, sporchi di polvere.
<< Davvero? Perché io credo che tu lo abbia fatto apposta. Sapevi che avrei sofferto quando lo avrei scoperto e speravi che sarei venuta da te in cerca di conforto >>
Lei roteò gli occhi al cielo e confermò la mia teoria << È vero. Era esattamente quello che speravo >>
Mi sorrise e senza sapere perché mi ritrovai a sorriderle di rimando.
<< Sei sempre stata una ragazza intelligente Melissa, sai che la cosa migliore è stare con me >>
Annuii con il capo << Lo so >> ammisi
<< Allora cosa stai aspettando? Fai le valige e andiamo via >>
<< Non posso andarmene >> le dissi << Non ancora >>
Lei alzò un sopracciglio e si umettò le labbra, ma prima che potesse parlare io le feci una domanda.
<< Perché? >>
<< Perché cosa? >>
<< Perché mi hai cancellato tutti i ricordi che avevo su di te? >>
Lei sorrise e puntò lo sguardo verso la luna << Non volevo che ti ricordassi di me. Io sono egoista e manipolatrice. Non mi importa di chi si fa male e se per raggiungere il mio scopo qualcuno ci rimette la vita, beh... >> alzò le spalle, lasciandomi capire il seguito.
Non tutti i ricordi erano tornati, ma quelli che avevo mi erano bastati per rimettere insieme tutto il mio passato. Mi era mancata. Ma ammetterlo significava ammettere che la volevo nella mia vita. Non potevo avere tutto, dovevo scegliere: Katherine o Tyler? Il mio passato o il mio futuro?
L'unica cosa certa in quel momento era una sola: volevo vendetta. E l'avrei ottenuta.

 
*
 
TRE GIORNI DOPO

<< Ti sei alzata, finalmente >>
La voce di Matt trapassò la mia mente come un cannone e io mi voltai di scatto verso la figura di Melissa che oltrepassava la soglia della cucina.
Non avevamo parlato per giorni, escluse le nostre conversazioni monosillabe durate non più di venti secondi.
<< Buongiorno >> disse sorridente
La guardai silenzioso mentre si avvicinava.
<< Hai fame? >> le chiese Matt
Melissa annuì e si sedette sullo sgabello accanto al mio, mentre Matt le preparava qualcosa da mettere sotto i denti.
Vederla lì, riuscire finalmente a vederla negli occhi senza quella pesante patina di lacrime a ricoprirla era un sollievo. D'altra parte non avevo idea di cosa dirle. Si era rifiutata di parlare con chiunque; perfino con Matt. E mi pareva che i due andassero parecchio d'accordo.
<< Perché mi guardi così? >> chiese Melissa, una volta accortasi che la stavo fissando
Io scossi la testa e riportai lo sguardo sulla mia tazza di caffè.
<< Tyler? >> mi chiamò dolcemente << È tutto ok >>
Alzai la testa, sospettoso. Lei mi sorrise, o per lo meno ci provò, e io mi sentii meglio. Anche se qualcosa mi diceva di non stare tranquillo.

 
*


Avevo perso il conto dei giorni in cui ero rinchiusa in quel buco buio e puzzolente. Avevo fame ed ero stanca: polsi e caviglie erano incatenate e la mia schiena era diventata d'acciaio. Mi avevo lasciata a marcire lì dentro.
Ma Simon l'avrebbe fatta pagare a tutti loro: uno dopo l'altro gli avrei inflitto tutto il male che avevano inflitto a me.
La porta cigolò; avevo ancora gli occhi chiusi, e nonostante i miei sensi avessero perso parecchia sensibilità riuscii a distinguere passi leggeri e decisi muoversi verso di me.
<< Ciao Becky >>
Sorrisi, con un ghigno vittorioso e sorpreso << Chi non muore si rivede >>; spalancai gli occhi di colpo << Ciao Melissa >>
Lei si avvicinò al tavolo e armeggiò con qualcosa che produsse un rumore metallico. Si riportò davanti a me e mi sventolò un paio di chiavi davanti agli occhi.
<< Le vedi queste? >> mi chiese << Sono letteralmente le chiavi della tua libertà >>
Ringhiai, ma lei non indietreggiò. Si divertiva a giocare con me. La guardai negli occhi: c'era qualcosa di diverso. Una luce strana, mai vista in lei prima.
<< Perché sei qui? >>
<< E tu? >>
<< Cosa? >>
Lei si passò le chiavi tra le dita e si portò dietro di me << Perché sei qui? >>
Non mi diede il tempo di risponderle << Te lo dico io, risparmia il fiato per dopo >>
Non riuscivo a vederla, ma sentivo che stava facendo qualcosa.
<< Tu sei qui >> disse << perché Simon voleva che io mi trasformassi >>
Improvvisamente la morsa che stringeva il mio polso destro era sparita.
<< Tu sei qui, perché i miei amici erano più forti e sono riusciti a catturarti >>
Anche il peso che mi trascinava verso il basso stava lentamente sparendo.
<< Tu sei qui, perché Gen è morta >>
Entrambe le mie caviglie furono libere.
<< Tu sei qui, semplicemente perché sei sola >>
Ero libera. Caddi in ginocchio e mi massaggiai i polsi come meglio potevo. Appena avevo avuto la possibilità di sedermi, la mia schiena si era come spezzata.
La guardai << Perché mi hai liberata? >>
<< Preferiva stare in catene contro a quell'asse di legno? >> disse con ironia.
Non riuscivo a capire cosa volesse. Che fosse solo un sogno? Che fosse una trappola?
Cercai di alzarmi, e pur se dovendomi appoggiare alla parete, riuscii a reggermi in piedi.
<< Vattene >> disse; poi si voltò e fece per andarsene
<< Tutto qui? Mi lasci andare così? >>
Si fermò e si voltò, guardandomi quasi fosse scocciata.
<< Becky, forse tu non hai ancora capito... >> disse ritornando verso di me << Io ti sto lasciando andare perché mi fai pena >>
Restai ferma, recuperando le forze. Già sentivo l'istinto del lupo che ritornava a scorrere nelle mie vene.
<< Simon non è venuto a liberarti >>
<< Non sapeva dove fossi... >> dissi con rabbia
<< Lo credi davvero? Gli sarebbe bastato seguire il tuo odore >>
<< Non sarebbe stato tanto stupido da venire qui da solo >>
<< È proprio questo il punto... >> disse agitando le mani << Lui è solo >>
<< Quando il Branco saprà quello che hai fatto... >>
<< Il Branco? >> chiese stupita << Tu credi che il Branco sarà dalla vostra parte? Becky, Gen è morta. Simon l'ha uccisa. Lui non ha più un branco e se tu decidi di restare dalla sua parte, sarai allontana >>
Non mi fermai a riflettere sulle sue parole. Il Branco sarebbe stato dalla nostra parte: Gen si era messa contro Simon e Melissa mi aveva tenuta prigioniera e torturata.
<< Sei tu che lo hai abbandonato... >> dissi
Mi guardò. Sapeva che avevo ragione, ma trovò in ogni caso il coraggio di parlare.
<< Vattene, Becky >> disse
<< La pagherai >> dissi, quando Melissa fu sul punto di oltre passare la porta
<< Trovalo >> disse senza voltarsi. Il suo tono era serio e terribilmente freddo << Prima che lo faccia io >>

 
*


La festa di fine estate si sarebbe tenuta tra due giorni.
Per allora doveva essere tutto pronto; anche se dubitavo di avere il coraggio necessario per fare quello che avevo pianificato. Che avevamo pianificato.
Mi guardai allo specchio; la prima volta che avevo provato un vestito come quello ero impacciata e spaventata. In quel momento, ero solo confusa.
<< Melissa? >> mi chiamò Elena << Tu che costume hai scelto? >>
Feci capolino fuori dal camerino e scossi la testa << Non ho ancora scelto >> dissi rimettendo il costume da sirena sull'appendino.
Elena, Caroline e Bonnie erano ancora nei camerini, così ne approfittai per dare un'occhiata in giro. C'erano costumi di qualsiasi epoca: dall'antica Grecia fino al medioevo.
Sembrava di dover partecipare ad un'enorme festa di carnevale.
<< Allora, come sto? >>
Caroline uscì dal camerino, indossando un meraviglioso vestito da vera principessa delle favole.
<< Caroline, sei uno schianto >> disse Bonnie, sporgendosi oltre la tenda che la copriva.
Se Cenerentola fosse realmente esistita, sicuramente avrebbe avuto le sembianze di Caroline. La mia amica indossava un abito lungo, fedele all'originale fin nei minimi particolari; completo di sottoveste e lunghi guanti bianchi. Al collo portava un girocollo di seta nero, dal quale ciondolava un piccolo diamantino. E per completare il quadro c'era una tiara luccicante tra i suoi capelli morbidi.
Caroline fece una giravolta su se stessa e sorrise orgogliosa << Lo so >> disse per poi sparire all'interno del suo camerino.
Anche il vestito di Elena era molto bello; più semplice e decisamente meno sfarzoso ma comunque molto bello. Era vestita da dama medioevale: lungo abito bianco e blu, con maniche ampie, una coroncina di tessuto bianco con catenine d'oro che le scendevano lungo i capelli.
<< Che c'è? >> le chiesi
Lei scossa la testa, ma io la conoscevo abbastanza bene per sapere che qualcoa la turbava.
<< Ho detto a Stefan che lo amo >> disse; non ne restai stupita, era abbastanza risaputo che Elena fosse innamorata del bel vampiro con gli occhi verdi.
<< Ma ogni volta che penso che le cose possano migliorare, lui trova sempre il modo per farmi ricredere. So che mi ama, ma non capisco se mi ha perdonata... >>
Alzai le spalle << Ci vuole tempo >> dissi << Sono sicura che ti ha perdonata, ma devi dargli un pò di tempo >>
Lei annuì e mi sorrise, offrendosi di darmi una mano con il mio vestito. Proprio in quel momento Bonnie fece la sua comparsa.
Dire che era raggiante era un eufemismo. Sembrava essere la regina del mondo, anzi dell'Egitto.
<< Se non avessi la sicurezza che fosse morta, direi che sei Cleopatra in persona >>
Bonnie sorrise: era particolarmente felice, perché – da quel che mi aveva spiattellato Caroline – le cose con Jeremy stavano andando più che bene.
Lungo abito di velluto bianco, oro metallico a ornarle il collo, chiffon blu lungo il vestito e polsini d'oro, dai quali pendevano ampi veli azzurri, e per finire un copricapo d'oro.
Come al solito mancavo solo io.
Anche Elena e Bonnie rientrarono per cambiarsi e io continuai la mia ricerca. Poi mi accorsi della figura slanciata appoggiata alla parete. Corsi verso di lei, attenta che nessuno mi vedesse.
<< Che ci fai qui? >>
<< Ti aiuto a scegliere il vestito... >>
<< Devi andare via subito >> le dissi << Non credi che sarebbe un tantino strano se ti vedessero qui >>
<< Perché? >> chiese lei
<< Perché c'è anche Elena. E, l'ultima volta che ho controllato, non aveva una gemella >>
<< Io ed Elena non siamo gemelle >> affermò quasi disgustata, mentre faceva scivolare le mani su tutti quegli abiti.
Una commessa ai accorse di noi << Tutto bene? Vi serve una mano? >>
Katherine sorrise, fingendosi Elena << Tutto apposto, grazie. Ci sono così tanti bellissimi costumi che davvero non saprei quale scegliere >>
La commessa disse qualcosa soddisfatta e si allontanò. Katherine si voltò verso di me vittoriosa << Visto? È tutto sotto controllo >>
Roteai gli occhi al cielo e la seguii velocemente, prima che combinasse qualche danno.
<< Questo! >> esclamò
<< Tu non puoi venire, lo sai >>
<< Non per me >> disse lanciandomelo addosso << È per te >>
<< Cosa? >> lo guardai. Bello era bello, ma non ero sicura che quello fosse proprio il mio stile << Non credo che... >> rialzai lo sguardo, ma Katherine era già sparita
<< Melissa? >> mi chiamò Caroline, raggiungendomi. Vedendo il costume tra le mie mani, lo analizzò e poi annuì.
<< Ottima scelta >>
Lei si allontanò per pagare il suo vestito e io pregai che Katherine non lo venisse a sapere. Il suo ego sarebbe aumentato a dismisura!

 
*


Matt entrò nel salone con il volto pallido e l'espressione di chi avesse appena corso per chilometri e chilometri.
<< Che succede? >> gli chiesi
<< Becky è scappata >> disse lui
Io mi alzi, richiudendo il libro che stavo leggendo e gli dissi di stare calmo.
<< Tyler e Caroline sono andati a cercarla >> continuò lui, senza darmi modo di spiegare << Non ti preoccupare, Melissa, la troveremo >>
<< Non sono preoccupata >>
Lui mi sorrise e si riavviò verso la porta. Poi si fermò di scatto e si rivoltò verso di me.
<< Che significa? >>
<< Matt... >> incrociai le dita delle mani tra di loro, cercando le parole adatte per spiegargli la situazione << Becky non è scappata >>
Lui mi guardò assottigliando lo sguardo. Gli ci volle più di un momento per recepire le mie parole, per assimilarle e capirle.
<< Sei stata tu a liberarla, vero? >>
Il suo tono era quello di chi aveva appena accettato con rassegnazione una dura verità.
<< Perché? >>
Alzai le spalle << Era la cosa giusta da fare >>
<< E non hai pensato di dircelo? >>
<< Aspettavo il momento giusto >> confessai
<< Il momento giusto? Dio, Melissa...che cosa hai fatto? >>

 
Due giorni prima

Due ore, tredici minuti e cinquantasei secondi. Fino a quel momento avevo girovagato per il bosco alla ricerca di Lex; ma lui non aveva lasciato né impronte, né traccie, solo terra ed alberi.
<< Senti qualcosa? >>
Katherine scosse la testa scocciata.
<< Così mi sei davvero di grande aiuto! >>
Lei mi lanciò uno sguardo mesto.
<< Sono stufa di camminare qui in mezzo; mi si stanno rovinando tutte le scarpe >> disse << e direi che dopo questa piacevole passeggiata possiamo tornarcene indietro >>
Io mi fermai difronte a lei, impedendole di tornare indietro.
<< Non posso lasciarlo qui. Non ho idea di cosa gli stia passando per la testa e... >>
<< Questo era il tuo piano geniale?! Metterti a cercarlo così.... a caso? >>
Alzai le spalle colpevole << Non sono molto brava nell'escogitare piani geniali... >>
<< Si, me lo ricordo >> disse, sorpassandomi
<< Ti prego >> la supplicai
Katherine si fermò, lasciando cadere le braccia lungo le cosce << E va bene... >> disse infine << Ma non ho intenzione di diventare lo spuntino di mezzanotte del tuo amico lupo >>
Le sorrisi; se c'era una cosa che mi ricordavo bene di Katherine era che era sempre stata brava ad organizzare piani subdoli e contorti.
<< Come lo troviamo? >>
Lei mi sorrise << Noi non lo troveremo... >> disse << Sarà lui a trovare noi >>


<< Non posso credere che tu ti sia fidata di lei così facilmente... >>
<< Senti, devo trovarlo Matt. Non mi importa come >>
<< Ma non ti rendi conto? È proprio quello che Katherine vuole... >>
<< No >> gridai << È quello che voglio io >>
Quando Katherine mi aveva proposto la sua idea, credevo che mi ci sarebbe voluta un'eternità per decidere; invece era stato più semplice del previsto.
È vero, stato mettendo a rischio la vita di Becky ma la mia migliore amica era morta e meritava di essere vendicata.
<< Tu non sei questa persona >> disse, prendendomi il viso tra le mani << La persona che ha varcato quella soglia tre mesi fa... >>
<< La persona che ha varcato quella soglia tre mesi fa aveva delle certezze, >> dissi prendendo le sue mani e allontanandole delicatamente << aveva una migliore amica pronta a sostenerla, un padre da ritrovare, non era mai stata morsa da un vampiro e non aveva mai guardato la morte negli occhi >>
Matt mi piaceva, mi piaceva tanto, ma non mi aspettavo che riuscisse a capire quello che provavo.
<< So che non è da me, ma... >>
<< Allora lascia che ti aiuti >> disse lui << Lascia che siano i buoni ad aiutarti >>
Ma il vero problema era quello. Non volevo che fossero i “buoni” ad aiutarmi. Non era la cosa giusta che cercavo di fare.
Scossi leggermente la testa << Non hai idea di quello che c'è dentro di me. Ho così tanta rabbia e dolore e paura e non so come gestire tutte queste emozioni >>
Lui si avvicinò di nuovo a me, socchiuse le labbra per dire qualcosa ma non fece in tempo. La voce di Jeremy arrivò per prima << Ehi, c'è nessuno? >>
Entrambi restammo fermi a guardarci negli occhi.
<< Ho interrotto qualcosa? >> chiese scherzoso
Il sorriso sulle sue labbra si smorzò quando mi voltai verso di lui << No >> dissi seria
<< Va tutto bene? >>
Matt mi lanciò un ultimo sguardo e poi andò da Jeremy << Certo. Non potrebbe andare meglio >>

 
ANGOLO AUTORE 
 
Salve gente :) Come sempre  volevo ringraziare chi ha recensito, chi ha inserito la mia storia tra le preferite, le ricordate e nelle seguite e ricordare che mancano solo due capitoli alla fine + un breve epilogo :) 
  
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