Per scrivere c’è bisogno di un determinato tipo di emozioni. Non si può scrivere tanto per sporcare un povero foglio bianco. E’ vero, le parole sono sempre nella tua testa, confuse, irrazionali. Stanno lì e si muovono come un mare in tempesta lasciandoti insonne la notte; ma non escono fuori. Prendi in mano la tua penna e quelle rumorose parole ammutolendosi si nascondono in un angolino lontano, ai margini della tua anima, come se attendessero qualcosa, il momento giusto peruscire, e quando lo fanno, fanno assai male. Le senti scorrere nelle vene, assieme alla causa della loro fuga: un’emozione. Allora le prendo al volo, io, tutte le emozioni che mi capitano, belle o brutte che siano, e se non lo facessi mi imploderebbero dentro, lacerandomi pian piano, sarebbe orrendo. E ho bisogno di scrivere per evitare tutto ciò, per sfuggire alla pazzia che tanto assilla la mia mente. E ho bisogno di emozioni per far si che questo accada, per sfuggire alla banalità di tutti i giorni, per evitare di morire ogni secondo. E ho bisogno di te cara Annabel Lee, ora come non mai, per risorgere dalle ceneri di questa mia non esistenza, a cui sono relegato senza te, senza scrivere. Mi salvasti dall’oblio tanto tempo fa, ci sono ricaduto come il più imbecille degli imbecilli. Ho bisogno delle tue emozioni, che tu mandi tutto all’aria con la tua irruenta vivacità. I tuoi sorrisi riecheggiano nelle profondità di questo povero uomo e non lo lasciano mai in pace e lo fanno ancora sorridere come un ebete. E questi pensieri confusi sono tutto ciò che mi rimane; e nero su bianco continuerò a scrivere, rendendo eterno ciò che eri e che sei per me, renderò per sempre eterne le nostre emozioni mia dolce Annabel Lee, anche se non potrai vederle sono qui, in queste mie parole impregnate di tutto ciò che sento. Scrivo per sentirmi vivo, scrivo per sentirti vicino, scrivo perchè è tutto quello posso offrirti, promettendoti l’eternità di queste parole, io scrivo.